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Il team è composto da soggetti che lavorano e hanno esperienza nel
particolare processo preso in analisi. Per ogni team Kaizen emergono delle
figure professionali molto importanti quali i Blak belt e i Green belt.
I primi ricoprono la figura del manager di processo. Non si esclude, però,
che questi possono essere, anche manager esterni all’ organizzazione e che
quindi devono avere ampie capacità di leadership, al fine di coinvolgere i
propri subordinati nello svolgimento delle mansioni dagli stessi
attribuitegli. Per essere un Black belt, si devono avere delle capacità ben
precise, oltre la personale predisposizione, è richiesto che essi godano
della capacità di motivare gli altri oltre ad essere motivati loro stessi.
Devono essere positivi e ottimisti. L’attitudine più importante e che non
deve mai mancare, è quella di saper comunicare in modo semplice e diretto
affinché non vi siano fraintendimenti tra manager e impiegato e che tutti
percepiscano il ruolo ricoperto dal process owner. I Black belt, sono
sottoposti ad una preparazione iniziale relativa al ciclo DMAIC, per il
quale, devono avere delle buone conoscenze di base sugli strumenti
statistici utilizzati durante il ciclo stesso.
Alle dirette disposizioni dei Black belt vi sono i Green belt,che si
occupano della pianificazione, implementazione e controllo dei progetti.
Anche i Green belt per ricoprire questo ruolo devono avere delle
conoscenze in ambito statistico- matematico e vengono selezionati dai
Black belt. 27
3.3.Measure.
<< Questa fase consiste nella misurazione delle caratteristiche individuate
nella fase di Define e rileva le vere performance del processo di
19
servizio .>>
Come già detto, nel paragrafo relativo alla riprogettazione, passare da una
struttura funzionale ad una per processi permette di raggiungere alcune
peculiarità, altrimenti non visibili nella struttura gerarchica. Durante la
fase di progettazione, che nel caso del lean banking, coincide proprio con
il ciclo DMAIC, è importante andare a ricercare le cause di inefficienza
dell’ attività, allo stesso tempo si deve essere in grado di individuare quali
siano i processi in cui tali inefficienze hanno origine. Attraverso la
mappatura di processo, accennata nel paragrafo due, si procede alla
misurazione delle informazioni raccolte nella fase di valutazione della
fattibilità del progetto. La process map suddivide i processi bancari in
20
quattro macro aree :
Figura 2. Ripartizione della spesa in ICT del settore bancario italiano,
2010. processo di
supporto
processo
direzionale
processi di
marketing,
commerciali e
customer services
operations
I flussi mappati all’ interno di strutture come le banche sono generalmente
quello delle pratiche, della raccolta dati e della trasmissione delle
informazioni. LEAN BANKING Un’applicazione nel
19 F. Majorana, A. Morelli, M. Harry,
mondo finanziario con esempi pratici, IL Sole24Ore, Milano, Aprile
2012, p.45.
20 Ivi,p.60. 28
Questi sono presi in maggior considerazione rispetto ad altri flussi perché
interessano le attività rivolte alla soddisfazione del cliente.
Dalla misurazione del flusso delle pratiche, infatti, possono emergere
sprechi di risorse quali il tempo impiegato per l’invio delle stesse da un
ufficio ad un altro o l’elevata documentazione che ne deriva. Sulla base
delle precedenti affermazioni il cliente, quindi, si trova a dover sopportare
lunghi tempi di attesa, prima di ottenere il servizio richiesto.
La raccolta dati, interessa problematiche quali il numero elevato di
informazioni, di cui si può certamente fare a meno. Attraverso l’analisi del
flusso dei dati si cerca di capire quali dati sono essenziali per procedere
all’erogazione del servizio e quali invece possono essere eliminati.
Allo stesso modo la trasmissione delle informazioni viene analizzata per
ottimizzare quegli intervalli di tempo in cui sussistono tempi morti che
costituiscono sia per la banca che per il cliente dei costi comuni.
Si cerca, quindi, di ottemperare a tali inefficienze attraverso lo studio dei
flussi, i quali sono schematizzati nella value stream map al fine di rendere
visibili le cause delle inefficacie appena descritte.
29
3.3.1. La value stream map.
Il flusso del valore, è ravvisato tramite un processo visivo che consente di
individuare ed eliminare gli sprechi e risalire alla causa che li genera.
Attraverso la value stream map si è in grado di sfruttare questa possibilità.
Ha luogo, così, l’analisi congiunta di alcuni flussi come quello delle
attività delle informazioni, delle persone e degli strumenti utilizzati.
L’ analisi sunnominata mira, all’ interno di ogni flusso, di individuare le
tempistiche impiegate in ogni tipologia di operazione. Ad esempio, il
tempo che si impiega affinché un processo produca un servizio. Il lasso di
tempo intercorrente tra l’ erogazione di un servizio ed un altro. L’intervallo
tra il momento in cui il servizio è erogato e quello in cui acquisisce valore.
In sostanza, si cerca di andare ad operare, su quelli che sono i tempi morti
di produzione e che costituiscono il non valore dell’ attività.
Di questa fase se ne occupano gli specialisti Black belt, i quali ancor prima
di procedere, devono essere identificati dai Green belt, come un aiuto per
raggiungere il miglioramento. A tal proposito, si effettuano delle interviste
al personale impiegato che ne stimolano il coinvolgimento nell’ attività di
analisi. Le interviste hanno il fine di individuare i fattori che, secondo il
personale, vanno rivisti, migliorati o eliminati. Questa tecnica è utile
anche a far acquisire fiducia nei confronti degli specialisti che se ne
occupano.
Ogni tipologia di processo gode di una propria mappatura, attraverso cui è
possibile risalire alle caratteristiche di base che lo distinguono da altri
processi similari. Per rappresentare un processo ci si può servire anche di
altri strumenti, che arricchiscono il contenuto della value stream map.
Strumenti quali ad esempio la flow chart e la swim lane, il data flow
21
diagram oppure il SIPOC .
Le prime due sono molto simili. In particolare la flow chart rappresenta il
progetto attraverso una simbologia. Si dispone, così, di un foglio di lavoro
suddiviso in due sezioni, una con la rappresentazione grafica del processo
e l’altra con una sorta di legenda all’interno della quale ogni imbolo
corrisponde ad un’ azione. La Swim lane, invece, è simile alla flow chart
ma, più che il processo, analizza il collegamento tra le relazioni che si
instaurano tra attori coinvolti all’ interno di esso. S’ interessa del
collegamento tra i ruoli e le responsabilità che sussistono.
LEAN BANKING Un’applicazione nel
21 F. Majorana, A. Morelli, M. Harry,
mondo finanziario con esempi pratici, IL Sole24Ore, Milano, Aprile
2012, p.66 30
Il SIPOC, è l’ acronimo di supplier, input, process, output, customer, un
prospetto su cinque colonne che riportano in sequenza le precedenti lettere.
Esso permette di palesare una descrizione analitica delle attività, facilita la
comprensione delle procedure e mostra quali sono gli attori coinvolti.
Infine, il data flow diagram è particolarmente indicato per la descrizione
delle informazioni piuttosto che delle attività.
A stilare la mappatura contribuiscono, anche, particolari software,
utilizzati dalla banca, al fine di riuscire a comparare anche processi tra loro
non facilmente paragonabili. L’ aiuto di questi software si rivela di
eccezionale importanza, soprattutto nella classificazione dei livelli di
rischio.
Questi ultimi vanno tenuti regolarmente sotto controllo. Le motivazioni
che risiedono in questo aspetto sono riconducibili al fatto che oltre a essere
particolarmente soggetta a rischio per le caratteristiche di cui dispone,
nella banca, rischiosità e prestazioni sono fortemente connesse.
Il problema della misurazione della rischiosità, viene risolto attraverso la
22
FMEA il cui acronimo sta per failure mode and effect analysis.
Attraverso questa analisi vengono esaminati i possibili casi in cui un
processo può avere conseguenze negative e in che modo, tale negatività,
incide sul processo. Si va quindi a ricercare la causa dell’inefficienza. A
tale scopo, risulta essere particolarmente d’ausilio, il Brainstorming a cui è
dedicato uno spazio nel successivo paragrafo.
LEAN BANKING Un’applicazione nel
22 F. Majorana, A. Morelli, M. Harry,
mondo finanziario con esempi pratici, IL Sole24Ore, Milano, Aprile
2012, p.74. 31
3.4. Analyze.
<< Il più delle volte in questa fase si eseguono le VSM. Trattandosi di
variabilità dovute ai tempi di servizio, la VSM dà un prezioso supporto al
bilanciamento del processo, a renderlo maggiormente “ teso”, e
23
all’individuazione di tutte quelle attività a non valore aggiunto>> .
In questa fase, i dati raccolti e misurati ,nelle due precedenti, vengono
analizzati. Il fine ultimo è quello di misurare la variabilità del processo in
esame. È proprio durante la fase di Analyze che si riesce a scorgere
l’importanza del Six Sigma, perché attraverso gli strumenti statistici che
propone, si riesce a quantificare e validare i fattori che generano errori
derivanti da variabili aleatorie difficilmente misurabili.
Il test delle ipotesi, utilizzato in questa fase, è un o strumento
statisticamente utile alla rilevazione di differenze tra più soluzioni
alternative, attraverso questo, infatti, si riesce a quantificare la differenza e
a capire se essa abbia un impatto positivo o meno sul servizio.
Nella fase di Analyze, bisogna scavare a fondo nei dati raccolti durante la
fase di Measure, per poter risalire alla causa degli errori commessi. A tale
scopo sono utili il Brainstorming accompagnato dalla mappatura di
processo e i diagrammi causa/ effetto.
LEAN BANKING Un’applicazione nel
23 F. Majorana, A. Morelli, M. Harry,
mondo finanziario con esempi pratici, IL Sole24Ore, Milano, Aprile
2012, p.45 32
3.4.1. Il brainstorming e la mappatura dei processi.
Le persone che prendono parte al brainstorming, sono tutti quei soggetti
che manifestano un interesse particolare nel processo preso in analisi e di
cui hanno maturato una certa conoscenza ed esperienza. In questa attività,
la raccolta di informazioni assume un certo spessore. Attraverso le
opinioni dei soggetti anzidetti, si può risalire a una o più cause di
inefficienza. La responsabilità principale è attribuita al facilitatore, che
ricopre il ruolo del Blak belt