Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 162
Le concessi oni delle acque minerali : verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari Pag. 1 Le concessi oni delle acque minerali : verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 162.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le concessi oni delle acque minerali : verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 162.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le concessi oni delle acque minerali : verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 162.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le concessi oni delle acque minerali : verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 162.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le concessi oni delle acque minerali : verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 162.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le concessi oni delle acque minerali : verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 162.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le concessi oni delle acque minerali : verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 162.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le concessi oni delle acque minerali : verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 162.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le concessi oni delle acque minerali : verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari Pag. 41
1 su 162
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ITALIA

3.1. Una domanda priva di risposta: esiste un canone equo?

Oggetto di dibattito politico, economico, ambientale e fonte di ispirazione del presente lavoro, il tema dei canoni di concessione per la coltivazione e lo sfruttamento dei giacimenti di acque minerali in Italia (e il conseguente interrogativo su quale sia il "giusto canone") rappresenta da tempo materia di scontro e confronto. Si tratta di un argomento che ha acquisito negli anni una crescente attualità, attirando su di sé riflettori sempre più accesi per effetto dei brillanti risultati economici raggiunti dai principali player del settore. L'utilizzo profittevole di una risorsa di proprietà pubblica - che seppur mercificata germina nelle casse pubbliche solo venti milioni l'anno, lo 0,67% del giro di affari del settore - ha quindi istigato una sempre più consistente fazione di politici, economisti e ambientalisti a prendersi a cuore il problema.

tema.dell’equilibrio idrico e la salvaguardia Questioni delicate quali la tutela del pianeta e delle finanze delle amministrazioni locali, sono diventate il pretesto di campagne ambientaliste e/o di partito, che invocano provvedimenti a livello locale e nazionale finalizzati all’incentivazione di buone pratiche eco-sostenibili e alla revisione verso l’alto dei canoni concessori. L’arduità dell’obiettivo di pervenire a delle soluzioni eque, complice la molteplicità di interessi coinvolti, è amplificato dalla mancanza di una legge nazionale in materia, una deficienza che accresce le disomogeneità tra le normative territoriali. Difatti, le competenze in materia vengono ripartite di Regione in Regione, per l’ente territoriale investito delle funzioni amministrative dicon la possibilità determinare discrezionalmente non solo l’importo dei canoni concessori per lo sfruttamento dei giacimenti minerari, ma anche i criteri di

Definizione degli stessi, che talvolta possono paradossalmente prescindere dai volumi di acqua prelevati. Nello scompiglio normativo, appare evidente, a nostro avviso, la necessità di una maggior coerenza tra normative locali, che siano plasmate sulla base di una legge quadro nazionale, che dovrebbe avere il compito di valorizzare la risorsa idrica e favorirne il rispetto. L'acqua dovrebbe essere pagata dai concessionari per ciò che realmente vale, considerando che attualmente sta ripagando una pluralità di voci di spesa sostenute dall'imbottigliatore (bottiglia, plastica, impianti che tappano ed etichettano, trasporto, promozione ecc..) tra le quali il costo della risorsa "acqua" ha una minima incidenza. Mediamente infatti, gli enti amministrativi stabiliscono

Un canone medio di solo per metro cubo imbottigliato. L'euro pagato per mille litri di acqua captata o imbottigliata, genera un ricavo per 200€ per bottiglia medio di circa i concessionari, con ovvie differenze dovute alle strategie di prezzo aziendali e alle eventuali premiazioni ammesse dalla normativa di riferimento della regione (o provincia) in cui è ubicata la fonte da cui captano l'acqua minerale. Se quindi dallo sfruttamento di una risorsa preziosa e pubblica gli imbottigliatori riescono a trarre ritorni apparentemente cospicui, come mai per gli enti territoriali i vantaggi non sono altrettanto significativi? E inoltre, come mai gli enti competenti (e perché no lo Stato) non avvertono la necessità di revisionare le proprie normative, ma continuano a svendere un bene a cifre che non consentono loro neanche il recupero delle spese sostenute per lo smaltimento dei vuoti e per la gestione delle concessioni? La battaglia ultradecennale di Legambiente

Per l'innalzamento dei canoni 3.2 concessori

Fautore di campagne di informazione e sensibilizzazione aventi ad oggetto i temi dello sviluppo sostenibile e della salvaguardia del pianeta (Legambiente, 2019), l'associazione ambientalista italiana Legambiente da decenni è protagonista di una battaglia per l'innalzamento dei canoni e l'attenuamento dell'esternalità concessori.

135 Unità di misura che viene utilizzata per il computo dei volumi di acqua, equivalente a mille litri (quindi un millesimo di euro per litro).

136 Ad esempio, per Ferrarelle, un euro di canone corrisposto alla Regione Campania (ma anche per Darfo Boario) in base ai dati forniti dal MEF ha generato nel 2015 ricavi in misura pari a 280,52 euro (oggi il rapporto si è ridotto, per effetto dell'innalzamento dei canoni a seguito dell'approvazione della LR 3/2017) nel caso di Uliveto lo stesso esborso ha alimentato un giro di affari di 81 euro (Mef 2015).

137 In

Lombardia ad esempio nel 2010 la Regione riusciva a coprire solamente un decimo delle spese perlo smaltimento. 84negativa generata dall’attività di imbottigliamento. L’associazione, sin dai suoi primiattacchi al settore, ha cercato di sfruttare il nesso esistente tra il problema ambientale138della dispersione della plastica monouso e quello economico di canoni considerati“irrisori” ultimi e l’adozione di nuove misure139 , proponendo la revisione di questivirtuose e rispettose dell’ambiente. “Acque in bottiglia: un’anomalia tuttaNel dossierItaliana”, presentato in collaborazione con Altreconomia nel marzo 2018,l’associazione –140- sulla scia dei precedenti rapporti del 2009 e del 2014 ha propostol’innalzamento dei canoni fissati dagli enti territoriali competenti. La proposta diLegambiente suggerisce l’applicazione di un canone minimo uniforme a livello20€/metro cubo imbottigliato,nazionale pari a

Venti volte superiore rispetto al valore medio attualmente pagato dai player del settore.

Passare da 1€/metro cubo a 20€/metro cubo, avrebbe inevitabilmente benefici indubbi per le casse regionali: i 250 milioni di euro aggiuntivi che ne deriverebbero, sulla base di quanto dichiarato da Giorgio, sarebbero reinvestiti nel miglioramento e nell'efficientamento della rete acquedottistica.

Ciò che non traspare dal dossier, è la ratio alla base dei 20€ al metro cubo. Per questo motivo, abbiamo potuto contare sulla preziosa testimonianza di Andrea Minutolo, Coordinatore dell'Ufficio Scientifico di Legambiente. Quest'ultimo ci ha illustrato che "la stima dei venti euro al metro cubo è stata effettuata tenendo in considerazione che le aziende imbottigliatrici guadagnano tra i 2000 e i 3000 euro per metro cubo. Mille litri di acqua (l'equivalente di un metro cubo) corrispondono a centoundici confezioni di bottiglie da sei da 1,5 litri."

Che oscillano tra i due e i tre euro a cassa. I venti euro rappresenterebbero così il corrispettivo dell'1% sul guadagno rispetto al millesimo che i concessionari attualmente corrispondono". E l'imposizione di.

Se da un lato la revisione della normativa suggerita da Legambiente un canone uniforme a livello nazionale rappresentano a nostro avviso necessità impellenti, dall'altro lato riconosciamo nella proposta dell'associazione la mancanza di una logica di fondo di tipo economico. I venti euro per metro cubo, appaiono più una provocazione per gli imbottigliatori, che la chiave di volta per rendere una volta per tutte il contesto più equo. Un canone di tale importo, rappresenterebbe infatti l'1% non sul "guadagnato" quanto piuttosto sul fatturato, che come noto, non si traduce per.

138 Annualmente vengono utilizzate circa 8 miliardi di bottiglie di plastica in Italia.

139 Specialmente se confrontati con il volume di.

Affari del business. In cui l'associazione proponeva la fissazione di un canone minimo di 10€ per metro cubo imbottigliato. Direttore Generale di Legambiente. Dell'effettivo intero in utile netto, grandezza contabile diversa e più rappresentativa dell'impresa, rispetto al volume d'affari. Stato di salute. Per tale motivo, un eventuale innalzamento dei canoni concessori dovrebbe richiedere una previa analisi dell'azienda e delle possibili ripercussioni sull'impresa e sul suo contesto: prosperità aziendale, massicci licenziamenti e/o rincari del prezzo della bottiglia, altro effetto non avrebbero se non quello di gravare sulle tasche dei consumatori e della popolazione in generale. Se è innegabile che le concessioni sono accordate a prezzi non remunerativi per gli enti competenti, è altrettanto vero che i concessionari, ottenuto il permesso di ricerca, sopportano lunghi iter per ottenere il riconoscimento da parte del Ministero.

Della Salutee possono commercializzare le loro bottiglie solo dopo aver sostenuto ingentiinvestimenti. D'altronde, come ribadito dal vicedirettore di Mineracqua Ettore Fortuna, "L'acqua cosa vale senza il contributo del privato concessionario che la scopre, la riconosce, che fa lo stabilimento, investe e la vende?"

L'immobilismo delle istituzioni

Pur essendo fonte di dibattito di origini ormai arcaiche, rari interventi sono stati posti in essere da parte delle istituzioni regionali e nazionali per sopperire la disomogeneità delle normative in materia di canoni concessori. Alla luce dei modesti introiti Regionalie di normative Regionali vetuste talvolta ancora ispirate al Regio Decreto del secolo scorso (che prevedeva il solo criterio superficiario per la determinazione dei canoni), lal'uniformazione della Conferenza Stato Regioni ha proposto in maniera non vincolante disciplina dei canoni concessori, in termini di importi e di criteri per la

determinazioneLe Regioni, pur nell'intento di salvaguardare la propria autonomia, hanno dei canoni.condiviso la necessità di introdurre dei parametri volti a valorizzare la risorsa acqua nel momento del suo utilizzo, essendo chiaro che in precedenza, più che la qualità e la quantità di acqua prelevata, era il territorio ad essere ripagato. Per questo, con l'obiettivo di assicurare una gestione più organica e più profittevole per gli enti – il "Documento competenti, è stato elaborato dalla Conferenza Stato Regioni diche indirizzo delle Regioni Italiane in materia di acque minerali naturali e di sorgente", 142 Ciò sarà presentato con maggior dettaglio riferendosi alle aziende Toscane. Cioè l'atto amministrativo che autorizza una persona fisica o una società legalmente costituita a 143 entro l'area delim

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
162 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nigel_hp di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Corporate Governance e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Paci Andrea Eugenio Settimo.