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SOLIDI BIDIMENSIONALI: LASTRE e PIASTRE.
Finora ci si é occupati, prevalentemente, in ambito strutturale, di elementi monodimensionali, che é la trave, che é costituita da un asse, dell'elemento, lungo il quale esso si sviluppa, infatti, si può dire che essa ha una dimensione che é preponderante rispetto alle altre due, quella prevalente é la dimensione dell'asse, le altre due sono quelle della sezione della trave. Poi sono stati studiati 2 modelli di trave ovvero, il modello di Euler-Bernoulli, il quale modella una trave che si deforma prevalentemente a flessione e il modello di Timoshenko, il quale modella una trave in cui c'é pure una deformabilità a taglio - e si usa per le travi alle estremità tozzi, in cui, c'é la presenza di una di quelle due dimensioni minori, che é prevalente rispetto all'altra, quindi le travi non é proprio snella.
I Solidi Bidimensionali sono degli oggetti, che hanno due dimensioni nettamente prevalenti rispetto ad una terza, quindi un solido così fatto :
la terza dimensione é rappresentato dello spessore s del solido (fig.1). In particolare, in funzione di come questo elemento é caricato, prenderà rispettivamente il nome di lastra o piastra e si può cominciare a dire che se questo elemento é caricato prevalentemente nel suo piano e esclusivamente nel suo piano, la risposta di tale elemento, prenderà il nome di elem. lastra laddove se invece é caricato ortogonalmente al piano, e quindi, con carichi applicati sulla sup. laterale ad esempio, si parlerà di
regime/comportamento di lastra
... le caratteristiche della sollecitazione che intervengono. Parallelamente alle travi, in cui si aveva una caratteristica unica, che era lo sforzo normale agente lungo l’asse della trave stessa, e c’erano anche altre caratteristiche ... il momento flettente ed il momento torcente che invece agivano in direzioni ortogonali o comunque diverse rispetto all’asse. In più, quando si scrive la matrice di rigidezza di una generica ... ad esempio, il problema estensionale è disaccoppiato del problema flesso-tagliante, questo per dire che nell’ambito delle matrici di rigidezza si trovano, in alcuni termini, la rigidezza estensionale (EA), in altri termini la rigidezza flessionale (EI), ma ci sono termini misti, con (EA) ed (EI). Giusto disaccoppiamento del regime di sforzo che si ha nelle travi, si sviluppa e siba anche nei solidi bidimensionali o riferimenti di quali si definiscono le caratteristiche della sollecitazione che ottengono il comportamento di lastra, quindi adesso i più ... riferimenti al seguente solido bidimensionale, cui non si dà spessore.
SOLLECITAZIONI NEL PIANO
In (fig. 2) ci sono tutte le caratteristiche della sollecitazione nel piano, che nascono da tensioni normali, ovvero, le caratt. delle sell. associate al comportamento di lastra sono: Nx, Ny e Nxy, rispettivamente agenti sulle facce di normale x e di normale y, invece gli spazi: Nyx=Nxy tangenziali, agiscono sulle facce, rispettivamente, di normale x e di normale y.
... fig. 2 ...
2
...dove sono gli spostamenti. Se lo spessore della piastra fosse paragonabile
con gli spostamenti il regime flessionale non si instaurerebbe, e quindi, si sta-
berebbe, in tal caso, al comportamento di membrana. Le membrane sono
[...] dagli elementi talmente sottili [...] funzionano solamente per sforzo assi-
diale, anche per carichi applicati ortogonalmente al loro piano, resisto-
no non per insorgenza di una risposta flessionale, ma per insorgenza di
una risposta puramente estensionale. Basta pensare ad un elemento mol-
to sottile, che nel momento in cui viene caricato esso risponderà non perché
si inflitte, ma perché si tende. Quindi, è una teoria basata sulle piastre
sottili, ma non dal punto di potere essere considerate come delle membrane,
nemmeno come piastre spesse, cioè, se lo spessore dovesse aumentare
molto, si andrebbe verso un modello che deve tenere necessariamente con-
to della deformabilità a taglio, tale è detto modello di Mindlin-Reissner,
che sarebbe l'alterego, nel campo delle piastre delle travi di Timoshenko.
Ricapitolando, si vuole studiare un modello di piastra che corrisponde alla
trave di Euler-Bernoulli, ovvero una trave snella, o in questo caso, una
piastra snella, per cui le componenti di spostamento dipendono solo dalle
rotazioni e non dalla deformabilità a taglio.
Le Ipotesi di Kirchhoff:
Ia IPOTESI - Con riferimento al piano medio della piastra, cioè quello che
si trova a z = 0, si può dire che:
u(x, y, 0) = v(x, y, 0) = 0 ⇒ (6)
Ciò vuol dire che con riferimento ai p.ti del piano medio, non ci sono sposta-
menti lungo x e lungo y. Si ricollega all’uopo, con riferimento alle travi,
che in corrispondenza dell’asse neutro c’è la nota fibra neutra, che è pro-
prio caratterizzata da spostamenti nulli, dunque, deformazioni e tensioni
nulle, in sostanza, dalla (6) derivo anche:
⇒ { εx(x, y, 0) = 0 } { σx(x, y, 0) = 0 }
εy(x, y, 0) = 0 σy(x, y, 0) = 0 (61)
Si ricordi però che "stato piano di deformazione" non implica necessariamente "stato piano di tensione", quindi, la σz ≠ 0, dunque è presente, e vale:
σz = E/(1 - ν2) ∫0L (Ex + Ey) = - νEz/(1 - ν2) [∂²w(x;y)/∂x² + ∂²w(x;y)/∂y²] (22)
Dalla (22) si può dire che se ν è piccolo, lo saranno pure le σz. Le ultime due tensioni sono:
τxz = q; γxz = 0 (23)
τyz = q; γyz = 0 (24)
Quindi, come conseguenza, anche le tensioni tangenziali nel piano x-z e nel piano y-z sono nulle, ed è così, per compatibilità con le ipotesi fatte. Come accennato, si è detto che per ν piccolo si può avere σz ≈ 0, ma si provi a considerare una porzione di piastra.
Sulla quale sono applicati dei carichi uniformemente distribuiti, sulla faccia superiore, quindi, le tensioni σz, definito il carico p(x;y), valgono:
σz(x;y;-s/2) = ρ(x;y) (25)
Al lembo superiore però, infatti, al lembo inferiore, non emendoci carichi applicati, verranno:
σz(x;y;+s/2) = 0 (26)
Si calcola adesso il momento torcente; nel caso della trave il compostomomento torcentemomento torcente si accoppia con quello flesso-togliante, perché è statodato un campo di spostamenti che doveva restituire un comportamentodi piastra, il quale da una caratteristica torcente Mxy in più alle Mx edMy, pari a:
Mxy = +S/2∫-S/2 τxy z dz = − E (1-υ) ∂2W(x;y) ¯¯¯ (1-υ2) ∂x ∂y ∫+S/2-S/2 z 2dz =
− ES3 (1-υ) ∂2W(x;y) = −D (1-υ) ∂2W(x;y) (35)
12(1-υ2) ∂x ∂y ∂x ∂yDunque, nelle piastre c'è un comportamento flesso-torsionale, ed ilmodello cosı̀ definito, consente di calcolare le caratteristiche di sollec-itazione nel piano, che come ci si poteva aspettare sono nulle, stante il mo-dello di piastra e le caratteristiche delle sollecitazione fuori del piano,avverso Mx, Myed Mxy, però c'è qualcosa che manca nel modello, in parti-colare, lo presenza dei tagli, perché se si andremo ad in...(l'integraleè lo Γyz, che sono pari a zero), lungo z, non si puó di avere un risultatonullo. Dunque, l'ipotesi fatte inizialmente di assenza di deformabilità ditaglio, ovvero Γxz = Γyz = 0, determina come condizione finale, l'oxavanje (condi-zioni dei tagli) sulle facce della piastra. Adesso si considuri un elementodi piastra, e si valuta se sono garantiti gli equilibri (fig.11), in partico-lare, quello alle traslazione verticale. Questo ragionamento pur scu_SERVEavere lo condizioni di equilibrio, si puo fare ad due livelli, e cioé secondmaniera "macroscopica", ovvero direttamente sulle caratteristiche, oppu(esam-are in maniera "microscopica", sui singoli elementi e partiture delle ten-sioni (fig.11), su di esso, come già mostrato in precedenza, insisto in questo le caratteristiche della sollecitazione nel modo illustrato di seguito, in piú si consideri lo presenza di un carico applicato p(x;y), il quole darà
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