Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La
spesso sinonimo di efficienza, traducendosi in
un miglioramento nella produzione/fornitura di prodotti e
contemporaneamente nella riduzione dei costi. Questo si
verifica perché aziende la cui organizzazione o i cui pro-
cessi non presentano livelli accettabili di qualità sono ca-
ratterizzate da numerosi errori interni, tempi morti e scar-
so coordinamento, per cui numerose attività sono sovrap-
poste e disgiunte, con spreco di risorse e mancanza di
strumenti e procedure di raccolta di feedback per avviare
un processo di miglioramento continuo. Tutto questo por-
ta, da una parte, all’insoddisfazione del cliente e dall’altra
ad un aumento dei costi. nell’ottica
Il miglioramento della struttura aziendale
della qualità è un procedimento abbastanza complesso.
Servono non solamente risorse economiche, ma soprattut-
to capacità organizzative e conoscenze su cosa, nella pra-
tica, contribuisca alla qualità. La qualità è un aspetto mol-
to eterogeneo, diverso da azienda ad azienda: anche se due
aziende sono molto simili tra loro le differenze qualitative
sono enormi; ciò dipende dal mercato di riferimento, dai
fornitori, dai clienti, dagli stakeholder in generale, ma
prima di tutto dall’output (bene o servizio) che l’azienda
fornisce ai sui clienti.
Il prodotto è il mezzo che mette in relazione il clien-
te e l’azienda, è il punto di incontro tra domanda e offerta;
è anche sintesi di un insieme di elementi (quali risorse,
conoscenze, procedure) organizzati e coordinati in una
19
precisa struttura. Risulta quindi evidente che la qualità di
un prodotto è direttamente legata al livello qualitativo
raggiunto dalla struttura organizzativa stessa.
Il prodotto/output di un’azienda può essere un bene
o un servizio; analizzare la qualità percepita dai clienti che
acquistano un bene è molto complesso perché dipende da
caratteristiche non quantificabili (la forma, i colori,
l’utilità, ecc.); analizzare, invece, quella di clienti che ac-
quistano un servizio lo è molto di più, perché il servizio
per sua natura è immateriale, eterogeneo, deperibile e in-
separabile:
immateriale perché è impalpabile, non può essere
toccato né concettualizzato; l’impresa non può
mostrare il servizio, né il cliente può valutarlo in
via preliminare;
eterogeneo perché è difficilmente standardizzabi-
le e controllabile. Il risultato di soddisfazione di-
pende da cliente a cliente;
deperibile perché esiste nel momento in cui è
consumato;
separabile perché il suo consumo è subordinato
alla compresenza di produttore ed utilizzatore,
quindi alla partecipazione del cliente e del perso-
nale di contatto. 20
1.3 La Qualità nelle aziende di servizi:
l’analisi delle aspettative
Il tema della qualità è emerso nel campo dei servizi
circa nella seconda metà del XX secolo, con un notevole
ritardo rispetto a quanto avvenuto con riferimento ai con-
testi più centrati sulla produzione di beni fisici, ed ha por-
tato alla nascita di modelli di studio centrati sul cliente
(Gummesson, 1993).
Il dibattito sulle differenze tra beni e servizi si è ma-
nifestato anche nel campo della qualità; mentre alcuni au-
tori consideravano ininfluente questa distinzione (Garvin,
1998) altri la enfatizzavano, in ragione della maggiore dif-
ficoltà di valutare a priori la qualità dei servizi rispetto a
quella dei beni. I modelli sviluppati con riferimento ai be-
ni tendevano a fare riferimento a dimensioni oggettive, in-
serendo la qualità percepita come una delle variabili (Gar-
vin, 1998); nel caso dei servizi, invece, è emersa da subito
come fatto fondamentale la dimensione soggettiva, fonda-
ta sulle percezioni dei clienti.
Definire la qualità di un servizio equivale a definire
la natura processuale di come quel servizio nasce e viene
consumato; Parasuraman (1991) introduce uno strumento
per la misurazione della qualità percepita dei servizi ad
3
oggi divenuto molto noto: il Servqual . Il sistema Ser-
vqual costruisce la misura della qualità percepita, e quindi
della soddisfazione del cliente, attraverso un confronto tra:
3 Cfr. Z., P.& B., "Delivering Quality Service; Balancing Customer Per-
ceptions and Expectations”,1990. 21
le aspettative con cui il cliente si accosta alla ti-
pologia del servizio;
le percezioni del servizio avvenute dopo il con-
sumo/utilizzo.
Viene sviluppato sotto forma di questionario com-
posto da 22 domande divise nelle 5 dimensioni sulla qua-
lità del servizio. Per la codifica delle risposte si avvale di
una scala Likert il cui minimo è 1 (poco d’accordo) fino
al massimo di 7 (molto d’accordo): inizialmente le dimen-
sioni presupposte erano dieci, in seguito ricondotte a cin-
que.
Fig.1.1 I dieci criteri di valutazione raggruppati nelle cinque dimensioni del
Servqual.
Dieci dimen- Aspetti Affidabili- Capaci- Capacità di Empa-
sioni origina- tangibi- tà tà di rassicurazio- tia
rie per la valu- li risposta ne
tazione della
qualità del
servizio
Aspetti tangi-
bili
Affidabilità
Capacità di
risposta
Competenza
Cortesia
Credibilità
Sicurezza 22
Accesso
Comunicazio-
ne
Comprensione
del cliente Fonte: Zeithaml, Parasuraman, Berry, 1991, pag. 33.
Gronroos (2000), invece, sulla scia di Parasuraman
ha ideato un modello semplificato del Servqual indivi-
duando sette criteri per la valutazione della qualità perce-
pita di un servizio collegati a tre diverse dimensioni
dell’offerta:
Fig.1.2 I sette criteri per una buona qualità percepita del servizio e i legami
con le diverse dimensioni dell’offerta.
1) Professionalità e competenza Dimensione legata al risultato
2) Attegiamento e comportamento
3) Accessibilità e flessibilità
4) Affidabilità e fiducia Dimensioni legate al processo
5) Capacità di rimediare
6) Servicescape
7) Reputazione e credibilità Dimensione legata all’immagine
Fonte: Gronroos, 2000, pag. 81. 23
In generale, la qualità percepita è la sensazione che
ha un utente di fronte ai servizi offerti, valutando come il
servizio risponde all’espressione dei suoi bisogni. È il ri-
sultato del raffronto tra qualità sperimentata e qualità atte-
sa di un servizio: la qualità attesa è l’idea a priori che il
cliente ha del servizio prima di riceverlo, quella sperimen-
tata è la qualità rilevata dal cliente dopo il consumo;
quest’ultima dipende in primo luogo dalla qualità tecnica,
ovvero da “cosa” il cliente riceve e dagli aspetti tecnici del
risultato della prestazione, e dalla qualità funzionale, cioè
da “come” la prestazione è erogata, e dunque dal processo
(Gronroos, 2000).
Rust e Oliver (1994) hanno sottolineato l’esigenza
di inserire un'altra dimensione, quella legata al luogo di
il “dove”. È un modo per porre in
erogazione del servizio,
maggiore evidenza l’ambiente, con le relazioni sociali e
gli aspetti fisici che lo costituiscono. 24
Fig. 1.3 La qualità percepita del servizio.
Fonte: nostra elaborazione da Gronroos, 2000, pag. 67.
Un ulteriore elemento che incide sulla percezione
del cliente è l’immagine, che assume il ruolo di filtro tra i
comportamenti dell’impresa e la percezione che di questi
sviluppano i clienti. I comportamenti passati dell’impresa
di servizi incidono sulle percezioni dei clienti: ad esem-
pio, se un’impresa ha un’immagine positiva di un servizio
erogato ha l’effetto di una conferma e la rafforza.
In alcuni casi si può verificare una distonia tra quali-
tà sperimentata e immagine. La percezione di
un’esperienza negativa occasionale può essere attenuata
da un’immagine positiva dell’impresa; specularmente,
un’immagine negativa può portare a sottovalutare
un’esperienza positiva.
Un altro aspetto che incide sulla percezione della
qualità di un servizio sono le aspettative di un cliente, che
rivestono un ruolo molto importante nel caso dei servizi.
25
A volte a causa dell’impossibilità di sperimentare a priori
l’offerta si traducono in aspettative vaghe e poco realisti-
che; l’impresa può, ma soprattutto deve, evitare che siano
fonte di valutazioni negative da parte dei clienti.
Esistono varie definizioni di aspettative, una distin-
zione importante è tra quelle aspettative relative al servi-
zio adeguato, che rappresentano l’ottimale per il cliente, e
aspettative relative al servizio desiderato, che rappresen-
tano il livello minimo considerato accettabile. Al di sotto
di questo livello, il cliente sarà insoddisfatto, mentre al di
sopra delle aspettative ideali il cliente sarà positivamente
sorpreso.
In generale, la capacità di specificare le aspettative
in termini di definizione delle caratteristiche attese del
servizio dipende dalle conoscenze e dalle competenze de-
gli individui relativamente al servizio richiesto.
Le aspettative possono infatti essere definite secon-
do un profilo più o meno preciso in funzione della cono-
scenza che il cliente ha della prestazione stessa. Una ca-
renza in questo senso può determinare la formulazione di
attese non realistiche o non allineate all’effettiva compe-
tenza del fornitore. Nella gran parte dei casi, i servizi non
sono caratterizzati da “search (attributi che pos-
attribute”
sono essere conosciuti prima dell’acquisto, propri tipica-
mente di beni fisici, come colore, forma profumo), ma so-
no basati su attributi di natura “experience” o addirittura
“credence” (Zeithmal e Bitner,1996). I primi possono es-
sere conosciuti dopo l’acquisto o durante il consumo,
mentre i “credence sono relativi a caratteristi-
attribute”
che che un consumatore può non essere in grado di cono-
scere neppure dopo l’acquisto e il consumo (è il caso ad
esempio di una prestazione medica, perché sono pochi i
26
clienti che riescono a capire se effettivamente certe pre-
stazioni sono necessarie o sono realizzate al miglior livel-
lo qualitativo).
Questa situazione è tipica di servizi i cui effetti non
sono immediatament