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SCIENTIFICI?

La risposta arriva attraverso le parole di un autorevolissimo scienziato

americano, il professor William Frye della Stanford University. I suoi studi

hanno dimostrato in maniera inconfutabile che la risata è un perfetto esercizio

aerobico. In particolare, incrementa l' apporto di ossigeno ai polmoni, aumenta

la resistenza cardio-polmonare (un minuto di risata equivale a dieci minuti di

esercizi sul vogatore), rilassa i muscoli, massaggia gli organi interni, migliora

la circolazione sanguigna, favorisce il sonno calmo e rilassato. Un altro 43

scienziato americano, il dottor Lee S. Berk dell' Università di Loma Linda in

California, ha verificato che la risata aumenta il livello delle globuline A nella

mucosa respiratoria, e dunque irrobustisce il sistema immunitario e aiuta in

maniera determinante chi soffre di asma e di bronchiti. Non bastasse,

incrementa il livello delle endorfine, diminuisce il tasso di stress, combatte

attivamente la depressione.»

3.4 Ospedali amici dei bambini

Come già accennato in precedenza nel 1988 durante un convegno di

associazioni di volontari per l’ infanzia svoltosi a Leida nei Paesi Bassi viene

stilata la Carta di Each (European Association for Children in Hospital) che

raccoglie in dieci punti i diritti del bambino in ospedale. (Vedi allegato) Il

punto sette della Carta dice che “il bambino deve avere piena possibilità di

gioco, ricreazione e studio adatti alla sua età, essere ricoverato in un ambiente

adatto e seguito da personale adeguatamente preparato”.

L’ obiettivo di tale Carta è umanizzare gli ospedali dei bambini e

migliorare la qualità della degenza con ambienti più accoglienti e personale

più attento. I medici stanno cercando di utilizzare terapie meno aggressive ed

esami meno invasivi. 3.5 Umanizzazione delle cure

L’ umanizzazione delle cure è l’ attenzione alla persona nella sua totalità

44

fatta di bisogni organici, psicologici e relazionali.

Il rispetto per la dignità, la qualità della vita ed il benessere di ogni

persona deve essere l’ elemento base di tutta la progettazione del piano

di assistenza, tenendo di conto della dignità e del rispetto dell’ assistito.

La mancanza o perdita di funzione, anche di quella cognitiva, non

modifica l’ umanità dell’ assistito.

I bisogni di assistenza non sono statici: possono cambiare in meglio o in

peggio e richiedono risposte in continua evoluzione che si hanno con

regolari valutazioni dei bisogni.

Un servizio di qualità deve garantire il benessere della persona, deve

essere rispettoso, accessibile e deve fornire continuità nell’ assistenza. L’

assistito diventa un collaboratore centrale e non è semplicemente un

ricevente passivo.

Questo voler umanizzare e personalizzare il progetto assistenziale lo possiamo

dedurre anche da alcuni articoli del nostro codice deontologico che ci

ricordano che la nostra professione è volta al bene della persona che si

trova ad aver bisogno delle nostre cure e che, soprattutto ma non solo nel

caso del bambino, se ci poniamo in maniera non aggressiva ma partiamo

da un sorriso questo tenderà maggiormente a fidarsi di noi e lasciarci fare

il nostro lavoro.

Articolo 7

L’ infermiere orienta la sua azione al bene dell' assistito di cui attiva le 45

risorse sostenendolo nel raggiungimento della maggiore autonomia possibile,

in particolare, quando vi sia disabilità, svantaggio, fragilità.

Articolo 20

L' infermiere ascolta, informa, coinvolge l’ assistito e valuta con lui i

bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza

garantito e facilitarlo nell’ esprimere le proprie scelte.

Articolo 24

L' infermiere aiuta e sostiene l’ assistito nelle scelte, fornendo informazioni

di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnostico-terapeutici e

adeguando la comunicazione alla sua capacità di comprendere.

Articolo 31

L' infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l' opinione del

minore rispetto alle scelte assistenziali, diagnostico-terapeutiche e

sperimentali, tenuto conto dell' età e del suo grado di maturità.

Articolo 34

L' infermiere si attiva per prevenire e contrastare il dolore e alleviare la

sofferenza. Si adopera affinché l’ assistito riceva tutti i trattamenti necessari

Articolo 35

L' infermiere presta assistenza qualunque sia la condizione clinica e fino al

termine della vita all’ assistito, riconoscendo l' importanza della palliazione

46

e del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale.

Articolo 37

L’ infermiere, quando l’ assistito non è in grado di manifestare la propria

volontà, tiene conto di quanto da lui chiaramente espresso in precedenza e

documentato. 47

CAPITOLO 4

IL CLOWN DOTTORE

Il Clown Dottore è una figura tecnica socio sanitaria che opera attraverso

le arti del clown (comicità, umorismo, improvvisazione teatrale, …)

integrate con conoscenze psico-socio-sanitarie in contesti di disagio sanitario

e/o sociale. Il Clown Dottore lavora in coppia con un altro Clown Dottore

con l’ intento di cambiare la negatività e la traumaticità dell’ evento e

migliorare la qualità della vita del soggetto. Il loro compito è

sdrammatizzare le pratiche sanitarie, e far cambiare le emozioni negative

quali paura, rabbia, delusione, tristezza, facendole esprimere e volgere al

positivo verso il sorriso, il coraggio, la speranza, la gioia e il riso.

Il Clown Dottore svolge attività con persone di diverse età e realizza il

proprio intervento secondo una specifica formazione professionale.

4.1 Caratteristiche richieste al Clown Dottore

Al fine di poter svolgere al meglio il loro compito è necessario che il

Clown Dottore deve essere in possesso di competenze artistiche, capacità

relazionali con un’ adeguata conoscenza psicologica e interculturale e deve

essere in possesso di un buon senso di responsabilità.

Al Clown Dottore sono richieste queste competenze:

● Diploma di scuola secondaria di secondo grado

● Equilibrio psicofisico 48

● Motivazione a lavorare in contesti di disagio

● Pensiero positivo

● Pensiero creativo

● Attitudine a lavorare in gruppo

● Sviluppata intelligenza creativa

● Attitudine e competenze di tipo artistico

● Consapevolezza dell’ importanza del proprio ruolo

● Responsabilità nel rispetto di norme, regolamenti, privacy e sicurezza in

ambito operativo

4.2 Modalità operativa del Clown Dottore

Prima di entrare nella stanza i due clown chiedono il permesso, questo è un

accorgimento importante perché non sempre la visita clown è ben accetta. La

possibilità che i bambini o i genitori hanno di rifiutarla è fondamentale in

quanto in questo modo diamo loro un potere che non gli è consentito avere

verso nessun’ altra figura del reparto. Se invece il permesso di entrare è stato

accordato, i due clown possono iniziare il loro spettacolo che sarà diverso di

stanza in stanza, in base all’ età dei pazienti, al tipo di patologia, ai parenti

presenti nella stanza.

Molto importante è il ruolo che i Clown Dottori affidano ai genitori, perché

loro sono il lasciapassare per arrivare al bambino. Anche il personale del

reparto viene spesso coinvolto nelle gag e in generale nello spettacolo dei

Clown Dottori.

Il Clown Dottore non ha facoltà taumaturgiche, poiché non guarisce il

paziente ma è sostegno psicologico.

I Clown Dottori non fanno diagnosi, non compilano cartelle cliniche, ma 49

invece di rapportarsi con la parte malata del paziente, si rivolgono a ciò che

in lui è in buona salute perché spesso durante il ricovero il bimbo, ma non

solo il bimbo, viene definito attraverso la sua malattia e perde così il contatto

con la persona sana che è in lui. Perciò i clown aiutano i genitori e l’ èquipe

medica a prendere coscienza che una persona non si riduce alla sua malattia e

permettono così al bambino di decidere un gesto semplice come ridere o non

ridere. Pur indossando il camice come i suoi colleghi medici, al cui operato è

complementare, il Clown Dottore incarna, agli occhi del paziente e della sua

famiglia, il ruolo di anti-medico, ovvero dell’ alter ego buffone e pasticcione.

A differenza dello staff medico, che segue un orario di visita preciso e

dettagliato, il Clown Dottore entra nella stanza del bambino solo se invitato,

senza alcuna costrizione. Il clown è l’ unica persona alla quale il bambino può

aggrapparsi in un momento di maggiore fragilità come quello del ricovero, in

cui tutto quello che accade è interpretato dal bambino come un’ ingiustizia.

La visita dei Clown Dottori si svolge più o meno così:

● il loro arrivo viene annunciato nel reparto dal suono di alcuni strumenti

(flauti, fisarmoniche e tamburelli). È il primo passo per creare nei piccoli

curiosità e meraviglia;

● l’ ingresso nelle camere non avviene sempre allo stesso modo: si

possono, ad esempio, suonare campanelli immaginari aspettando che i

piccoli pazienti li invitino ad entrare o fingere di rimanere incastrati nella

50

porta chiedendo aiuto per liberarsi e altre stranezze del genere.

● Una volta dentro i clown si presentano e fanno alcune domande ai

bambini, senza riferirsi mai alla loro malattia. In base alle risposte

possono capire il carattere del bimbo e in base a questo dar vita al loro

spettacolo: dalle valigette dei clown iniziano ad uscire palline da

giocoliere, pupazzi parlanti, oggetti rumorosi, strumenti musicali e tante

altre bizzarrie.

● I clown fanno divenire i bimbi gli attori delle loro scenette improvvisate

così da distoglierli dalla realtà ospedaliera e farli viaggiare nel mondo

della fantasia.

● Prima di uscire, di solito, ai bambini si lasciano in regalo spade o fiori

o cuori di palloncini. 51

CAPITOLO 5

L’ INFERMIERE CLOWN

5.1 Ruolo della figura infermieristica in reparto

L’ infermiere rispetto alle altre figure sanitarie è il professionista che

empaticamente più si avvicina al paziente, ne comprende i bisogni e

pianifica la sua ripresa di autonomia. Per raggiungere questo è necessario l’

ascolto attivo ed una comunicazione verbale e non efficiente, ed è

altrettanto necessario avere un primo impatto positivo con l’ utente. Per

primo impatto si intende l’ insieme delle sensazioni che si innescano nel

momento in cui le due persone si incontrano. L’ infermiere &egrav

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
64 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher amarganta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze infermieristiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Fulvio Ornella.