Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SI
NO
NON SO
100%
PAZIENTI
Ha provato disagio nel relazionarsi
con l'equipe sanitaria? SI
NO
NON SO
40% 60%
Grafico 1.
Da questo grafico si evince quanto sia importante per gli infermieri la relazione d'aiuto e
quanto per gli utenti sia fondamentale che l'equipe sanitaria provveda ad una buona
accoglienza per non creare disagio durante l'intera fase intraospedaliera. Questo si può
realizzare solo se l'infermiere è dotato di capacità relazionali. Ne deriva quindi che non
solo bisogna acquisire competenze tecniche e professionali, ma è soprattutto importante
saper adottare l'approccio umano con il paziente. I malati infatti chiedono agli infermieri di
prendersi cura non solo dei loro corpi, ma anche di ciò che essi sono, vogliono essere
66
compresi ed ascoltati, non solo essere trattati per la patologia di cui sono affetti o essere
identificati con il numero del letto o della stanza.
INFERMIERI
Secondo lei, ricorrere ad un aspetto giocoso o spiritoso,
per entrare
in relazione col paziente, è appropriato?
SI
40% 50% NO
A SECONDA DEI
CASI
10% PAZIENTI
Entrando in ospedale, preferirebbe incontrare
un infermiere spiritoso o formale?
20% FORMALE
SIMPATICO
NON SO
80%
Grafico 2.
Da questo confronto si capisce che la relazione d'aiuto può essere resa più efficace o
favorita dall'uso di atteggiamenti giocosi e sorridenti. Questa opinione è presente sia tra gli
infermieri che tra i pazienti. A tal proposito, si può ricordare che la terapia del sorriso verte
proprio su questo, ovvero usare una comunicazione più divertente per ridimensionare la
67
distanza tra utente e figura clinica, per promuovere la presa in carico in toto del paziente.
INFERMIERI
Hai mai sentito parlare della terapia del sorriso?
10% SI
NO
NON SO
90% PAZIENTI
Hai mai sentito parlare della terapia del sorriso?
10% SI
NO
NON SO
90%
Grafico 3.
Secondo questa analisi risulta che una minima parte sia tra gli infermieri che tra i pazienti
non conosce la terapia del sorriso. Possiamo ipotizzare quindi che la mancanza di
conoscenze verso questa co-terapia, sottovaluti la positività dei suoi interventi. 68
INFERMIERI
Secondo lei, l'uso della terapia del sorriso,
potrebbe rendere
meno stressante la degenza ospedaliera?
SI
NO
40% NON SO
60% PAZIENTI
Secondo lei, se l'infermiere fosse
stato più disponibile, anche con un semplice sorriso,
l'avrebbe aiutata a ridurre l'ansia per il ricovero?
10% SI
NO
90%
Grafico 4.
Da questo grafico emerge che sia gli infermieri che gli utenti ritengono che l'uso del sorriso
sia una buona arma per contrastare la paura, l'ansia, lo stress e la tensione per
l'ospedalizzazione, considerata un evento negativo in quanto i degenti sono “strappati via”
dalla loro quotidianità, a causa di patologie improvvise, ritrovandosi in un ambiente che
non gli appartiene, con persone che non sono i loro cari. 69
Conclusioni e sviluppi futuri
“I risultati degli studi indicano che il riso svolge un ruolo importante nelle interazioni
sociali, sia in termini di unificazione tra i membri di un gruppo, come suggerisce la teoria
della superiorità, nonché influenzare la percezione di se stessi come persona simpatica
sulla gente. Se i benefici fisiologici di questa situazione non sono immediatamente
evidenti, bisogna prendere in considerazione il ruolo del supporto sociale per mantenere il
68
senso di benessere nelle persone.”
Sulla base delle evidenze emerse, la terapia del sorriso conferma di creare benefici effettivi
nella salute non solo dei pazienti ma anche degli operatori sanitari. L'unico limite è che non
è praticata diffusamente nel mondo e questo impedisce il suo affiancamento giornaliero
all'assistenza clinica. Il desiderio è quello di poter vedere questa co-terapia non solo diffusa
maggiormente, ma anche affiancata all'assistenza giornaliera sia dei pazienti adulti che
pediatrici, promuovendo corsi di formazione rivolti al personale infermieristico, che
permettano di conoscere l'importanza e gli obiettivi della terapia del sorriso e che
permettano inoltre di imparare l'uso dell'umorismo e come metterlo in gioco. Questo può
essere fatto se si comprendono le difficoltà delle persone, se si sa orientarle e rassicurarle,
facendole sentire protette, promuovendo la comparsa delle emozioni positive. Anche
tentare di mutare l'accoglienza infermieristica sarebbe un punto d'inizio, visto che
purtroppo spesso viene messa in secondo piano. Al contrario presentarsi con un sorriso,
faciliterebbe l'inizio di un buon rapporto di fiducia col paziente. Realizzando tutto ciò, non
sarà solo un vantaggio per l'utente, ma anche per il professionista sanitario.
Se utilizzato correttamente, l'umorismo può aiutare i pazienti a capire le situazioni da una
prospettiva diversa e stabilire un nuovo modo di affrontare i problemi. Come parte delle
terapie di gruppo, si è visto che l'umorismo aiuta la coesione, facilita la comunicazione tra i
pazienti e il personale, stabilisce l'empatia e serve come veicolo di idee. L'umore nel
gruppo di terapia è particolarmente utile perché è utilizzato come meccanismo di difesa
che facilita la comunicazione. Un paziente può sentirsi meno giudicato nell'immagine
personale. Progressi significativi si hanno nei gruppi in cui vi è la coesione tra i pazienti
che usano l'umorismo, essendo questo un modo efficace per aiutarli a mettere in relazione i
propri problemi e per sentirsi meno giudicati. La maggior parte dei pazienti in terapia di
gruppo presenta deficit di competenze sociali, in questo senso l'umorismo può essere
benefico come psicoterapia individuale. La speranza di questa tesi risiede nel fatto che tutte
68 Wilkins J., Eisenbraun AJ., ”Humor theories and the physiological benefits of laughter”, Holist Nurs
Pract., 2009, 23(6):349-54 70
queste informazioni possano ispirare le equipe sanitarie all'impiego dell'umorismo nelle
interazioni che facilitano la relazione d'aiuto, in modo da apportare dei cambiamenti
positivi all'interno dell'assistenza, sia per rendere il ricovero dei pazienti meno stressante,
sia per alleggerire le coscienze e il carico di lavoro del team clinico.
A differenza di quanto si potrebbe credere, l'umorismo non è una modalità di distacco
verso l'utente, bensì una strategia benefica che permette all'operatore sanitario di non farsi
travolgere emotivamente dagli eventi e di superare l'incongruenza elevandosi al di sopra
della situazione, scherzandoci su.
Dalle ricerche fatte è emerso inoltre che l'umorismo viene realmente utilizzato dal team
sanitario come forma abituale di socializzazione e che spesso si verificano anche delle
situazioni comiche sul posto di lavoro. Per dimostrare come attivamente la terapia del
sorriso possa rendere meno difficoltoso e stressante l'impiego infermieristico e il rapporto
con i pazienti, sarà necessaria l'applicazione e somministrazione dei test proposti nella tesi
per valutare il grado di miglioramento dei rapporti nella relazione d'aiuto; ciò che però è
stato dimostrato è che effettivamente la terapia del sorriso crea numerosi benefici sia in chi
la pratica, sia in chi la riceve, ma ne godono anche le persone (in questo caso l'equipe
sanitaria) che si prendono cura di coloro che ricevono questa grandiosa terapia non
farmacologica.
In conclusione quindi, il divertimento non deve essere vissuto come incompetenza o come
un modo per arginare e sottovalutare il sapere e il saper fare dell'infermiere, ma va visto
come un modo con cui l'infermiere agisce in modo più responsabile e competente. 71
Appendici/Allegati
Tabella 1- Presentazione delle strategie di ricerca
BANCA DATI PAROLE LIMITI N. REFERENZE REFERENZE
CHIAVE SELEZIONATE
Pubmed (("smiling"[MeSH -Clinical Trial 88 8 studi:
Terms] OR
"smiling"[All -Abstract -”Study protocol
Fields] OR for a randomized
"smile"[All -10 years controlled trial of
Fields]) AND humor therapy in
("therapy"[Subhea -Humans residential care:
ding] OR the Sydney
"therapy"[All -English Multisite
Fields] OR Intervention of
"therapeutics"[Me LaughterBosses
SH Terms] OR and ElderClowns
"therapeutics"[All (SMILE).”
Fields])) AND Goodenough B. et
(Clinical al. (2012)
Trial[ptyp] AND
hasabstract[text] -”Laughter and
AND humor therapy in
"2005/06/26"[PDa dialysis”, Bennett
t] : PN. Et al., (2014)
"2015/06/23"[PDa
t] AND -”Effectiveness of
"humans"[MeSH humor
Terms] AND intervention for
English[lang]) patients with
schizophrenia: a
randomized
controlled trial”
Cai C. et al.,
(2014)
-”Potential
benefits to staff
from humor
therapy with
nursing home
residents”.
Chenoweth L. et
al. (2014)
-”The effects of
humor therapy on
72
nursing home
residents measured
using
observational
methods: the
SMILE cluster
randomized trial”.
Low LF et al.
(2014)
-”The effects of
laughter therapy
on mood state and
self-esteem in
cancer patients
undergoing
radiation therapy:
a randomized
controlled trial”,
Kim SH. Et al.,
(2015)
-”Neural correlates
of mirth and
laughter: a direct
electrical cortical
stimulation study”,
Yamao Y. Et al.,
(2015)
-”A quasi
randomized-
controlled trial to
evaluate the
effectiveness of
clowntherapy on
children's anxiety
and pain levels in
emergency
department.”,
Felluga M. et al.,
(2016)
Pubmed (("physiology"[Su -Clinical Trial 17 1 studi:
bheading] OR
"physiology"[All -Abstract -"Laughter therapy
Fields] OR modulates the
"physiology"[MeS -10 years parameters of
H Terms]) AND renin-angiotensin
("laughter"[MeSH -Humans system in patients
73
Terms] OR with type 2
"laughter"[All -English diabetes". Nasir
Fields])) AND UM et al. (2005)
(Clinical
Trial[ptyp] AND
hasabstract[text]
AND
"2005/06/26"[PDa
t] :
"2015/06/23"[PDa
t] AND
"humans"[MeSH
Terms] AND
English[lang])
Pubmed ("nurses"[MeSH -Abstract 10 3 studi:
Terms]