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Il processo di cristianizzazione dei Khanty
Tra il XVII e il XIX secolo si verificò un graduale processo di cristianizzazione. Sebbene il loro stile di vita non subì particolari cambiamenti, i Khanty furono ufficialmente considerati Cristiani a partire dall'anno 1715, a seguito dei numerosi battesimi del monaco Fyodor. Tuttavia, lo sciamanesimo e l'animismo sopravvissero, e persino ad oggi se ne registrano delle tracce.
I Khanty erano anche economicamente soggiogati. In cambio di liquore, i Khanty furono per lungo tempo commercialmente sfruttati dai commercianti desiderosi di pellicce economiche. La polizia predatrice dei mercanti e degli ufficiali russi fu così efficiente che alla fine del XIX secolo i Khanty, spezzati dalle difficoltà economiche, si separarono e furono vicini alla rovina. I coloni si erano impadroniti dei loro territori migliori, così come dei loro introiti, ed avevano portato con sé malattie pericolose ed abitudini distruttive (di cui il liquore rappresentava.
sicuramente il male peggiore). Era opinione comune che i Khanty sarebbero sopravvissuti non più a lungo di un paio di decenni.- Periodo sovietico:
‘Le altre persone’). Tuttavia, questa nuova vita non era che inquietante per i Khanty, causa di paura e smarrimento. Seguì l’istituzione di fattorie collettive, accompagnata da una dura repressione. Minacciando le tradizioni popolari, la nuova ideologia incitava la persecuzione degli sciamani e la distruzione di boschi sacri e terreni di sepoltura. In questo contesto furono condannati all’esecuzione i kulak (capitribù), seguiti dagli sciamani dei villaggi. Quando poi i bambini khanty furono rimossi forzatamente per essere collocati nelle scuole statali, prese piede una rivolta generale => la più grande esplosione di resistenza, guidata dagli anziani, divenne nota come la “ribellione di Kazym” (piccola cittadina del Circondario autonomo dei Chanty-Mansi) --> l’opposizione fu ferocemente soppressa dalle armate: i villaggi khanty furono dati alle fiamme e la maggior parte di ciò che era connesso alla cultura khanty fu
altrettanto distrutto. Centri culturali e "tende rosse" furono istituiti per diffondere lo stile di vita sovietico e gli usi e i costumi che esso comportava. Da allora tutti coloro che avessero preso parte ai consueti riti funerari dell'orso sarebbero stati condannati a dieci anni di reclusione. Parimenti, la caccia all'orso fu vietata.
I Khanty ad oggi: Negli anni '50 e '60 significanti riserve di gas e petrolio furono scoperte nella Sibera occidentale. I Khanty, che si erano difficilmente ripresi dai colpi dello stalinismo, ora si ritrovarono alla mercé dei tecnocrati. L'economia piratica è stata spietata ed avida. Il petrolio ha inquinato pascoli ed acque una volta guizzanti di pesci, le linee di gas e petrolio hanno ostacolato il percorso delle renne, mentre numerosi incendi hanno portato alla distruzione di intere foreste. Ancora oggi, ogni anno il suolo è inquinato da 20-25 mila tonnellate di petrolio che si riversa a causa
Di guasti tecnici (con almeno un incidente ogni tre giorni). L'inquinamento industriale riduce il territorio di pesca di circa 10 000 ettari ogni anno. Solo nel distretto di Nizhnevartovosk un incendio distrusse 260 000 ettari di foresta nel 1989. Allo stesso tempo, si è tuttavia registrato un esplosivo incremento nella popolazione (dovuto principalmente alla migrazione urbana). Nel 1969, 289 000 abitanti vivevano nel Circondario autonomo Khanty-Mansi, nel 1979 il numero di abitanti era già di 596 000 e nel 1989 ammontava a ben 1 268 000 (una crescita di un milione nel giro di 20 anni). La fragilità della biosfera settentrionale e delle sue risorse è stata totalmente ignorata. Le travolgenti pressioni dell'industria e l'alieno stile di vita hanno gettato dubbi sulla sopravvivenza dei Khanty come una nazione. Già nel XIX secolo, il linguista M.A. Castrén e il ricercatore K.F. Karjalainen (il quale distingueva il Khanty in sette dialetti sulla
Base della mutuacomprensibilità) raccomandavano che i Khanty fossero educati con lo spirito nativo e nell'ambiente nativo, insegnando loro a rispettare la propria gente e i propri costumi. A tal proposito, le autorità hanno "sviluppato ed innalzato" il livello della vita economica e culturale dei Khanty, ma prendendo in considerazione esclusivamente le necessità delle stesse autorità. Questo ha privato i Khanty di fiducia nella propria autodeterminazione e favorito il loro declino. La discriminazione economica, culturale e linguistica dei Khanty ha preso la forma di pubbliche molestie. Ci si riferisce a loro come a cani, e commenti derisori vengono fatti circa la loro carnagione olivastra. A essi non è permesso lavorare nelle miniere in caso "rompano qualcosa" o "guadagnino troppo". La rapida regressione nelle condizioni di vita dei Khanty si riflette nel declino dell'industria e nel consistente abuso di alcol, che
ha, a sua volta, una tendenza fin troppo comune a condurre al suicidio.
Scrittura: Un tentativo di creare una lingua scritta per i Khanty fu fatto per la prima volta nel XIX secolo. Il Vangelo secondo Matteo, tradotto da P. Vologodsky, fu la prima pubblicazione ad apparire nel 1897 a Londra. Testi elementari avviati da chierici furono pubblicati nel 1897 nel dialetto Obdorsk e nel 1903 in dialetto Vakh. Questi furono seguiti da una serie di edizioni clericali, ma, a causa della generale analfabetizzazione, non si diffusero mai. Un più consistente tentativo di creare un linguaggio letterario fu fatto negli anni '30 del Novecento. Questa volta era parte della campagna contro l'analfabetizzazione ed accompagnato da un indottrinamento ideologico. I preparativi iniziarono alla fine degli anni '20 presso l'Istituto delle Popolazioni Settentrionali a Leningrado. Nuovi testi elementari apparvero (in dialetto Obdorsk nel 1931, in dialetto Kazym nel 1933) ed il dialetto Kazym
divenne la base per la lingua scritta. Circa 30 titoli furono pubblicati nel corso degli anni '30. L'alfabeto khanty fu creato impiegando i caratteri latini con alcuni simboli addizionali per designare specifici fonemi. Nel 1937 venne rimpiazzato dall'alfabeto cirillico. La riduzione del numero dei caratteri e la semplificazione dell'alfabeto furono considerati come un considerevole risultato, almeno finché non apparvero le prime difficoltà nell'esprimere gli accurati fonemi in forma scritta. Nel 1940 un nuovo linguaggio letterario venne creato sulla base del vernacolo dell'Ob centrale e nel 1950 un ulteriore tentativo fu fatto combinando il dialetto Surgut con i vernacoli Vakh e Šuryškary. Perciò, cinque differenti lingue scritte sono state create per circa 20 000 Khanty, mentre ben tre di queste furono basate su tre vernacoli parlati presso il fiume Ob.
Al giorno d'oggi, i Khanty sono educati in russo, imparando la
loromadrelingua solo in apposite classi preparatorie. Alcune serie TV, libridi testo e letteratura politica sono stati pubblicati in lingua khanty.Il primo poeta nativo fu Lazarev (nato nel 1917); Shulgin (1940), Saltykov(1934), Rugin (1939) ed altri sono tra i più conosciuti.
Antropologicamente:I Khanty sono rappresentativi della razza uralica. Più della metà delle loro caratteristiche fisiche sono predominantemente affini a quelle dei mongoli (in particolare nella regione di Berëzovo). Sono di bassa statura (l'altezza media per gli uomini è di appena 158 cm e per le donne di 146 cm), e i loro tronchi robusti dalle spalle ampie hanno una caratteristica convessità. Hanno occhi stretti (del tipo "a mandorla")- 11 -dal colore tipicamente scuro, capelli quasi sempre scuri, pelle olivastra e zigomi alti.
Stile di vita ed economia:Come la maggioranza dei popoli pastori, anche i Khanty sono seminomadi. Nella loro terra natale, lataiga siberiana,
Le temperature possono scendere fino a -50 gradi Celsius, e la vegetazione è quasi inesistente. Se i Khanty settentrionali sono principalmente pastori transumanti di renne, quelli stanziati più a sud mantengono ancora un'economia tradizionale fondata sullapesca fluviale e la caccia nelle foreste. Come abbiamo anticipato, sebbene i Khanty dipendano largamente dall'allevamento di renne, dalle quali ricavano il loro alimento principale e i maggiori mezzi del loro sostentamento, essi si dedicano anche ad altre attività: caccia nella taiga (tradizionalmente con arco e frecce o lance, successivamente con armi da fuoco), caccia contro poli, pesca (con reti, dighe, sciabiche* e trappole), raccolta di bacche e vendita di renne e pellicce per acquistare altri beni di consumo. Sono abili procacciatori di prede grazie a efficaci trappole, di cui l'abilità e l'ingegnosità nelle costruzioni sono rinomate, oltre che considerate di fondamentale importanza.Tradizionalmente i Khanty migrano insieme alle loro renne, vivendo talvolta nei chum (tende fatte di pelle di renna), e talvolta in casette di legno dentro cui arde sempre il fuoco. Per isolare termicamente le proprie abitazioni, i Khanty sono soliti inserire del muschio tra i tronchi. L'antica capanna conica coperta di scorza è stata tuttavia quasi ovunque sostituita dall'abitazione in travatura di tipo russo o tatari (a tetto piatto). Gli spostamenti sono garantiti da barche, slitte guidate da cavalli o renne. Gli uomini hanno adottato in generale il costume russo, ma le donne conservano ancora quello nazionale, consistente