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UNA MATERNITA’ PRECOCE
2.1 Il processo decisionale dell’adolescente
Quando si profila realmente una gravidanza molte adolescenti reagiscono con
incredulità. Ciò avviene per motivazioni opposte; da un lato può svilupparsi una
negazione della nuova realtà genitale imposta dalla gravidanza, che evidenzia il
mancato lutto del proprio corpo infantile, dall’altro può esserci la supponenza
narcisistica di chi crede di avere l’assoluto controllo sulla propria potenza creatrice
autarchica (Sapio, 2011).
Il concepimento infatti, si configura “come un agire tra fusione e separazione”, come un
doppio movimento in cui distinguere “un’attrazione per un percorso a ritroso e nello
stesso tempo una forza dirompente in direzione della differenziazione e della crescita”
(Ferraro et al., 1985).
Quando avviene in adolescenza, mancano ancora le condizioni per un rapporto di
coppia maturo e il desiderio autentico di un figlio, frutto e simbolo di un’unione
significativa. L’adolescente si trova dunque a fare i conti con una gravidanza non solo
precoce, ma spesso, non consapevolmente pianificata. Deve dunque, necessariamente
impegnarsi in un difficile processo di decision-making (Olivari, 2013). Questo processo
decisionale inizia con la scelta di avere o meno rapporti sessuali e si dipana lungo
differenti tappe sino ad arrivare all’avvenuta gravidanza, che può esitare
nell’interruzione, nell’adozione, o nella scelta di diventare genitore (Miller, 2005).
Molte giovani non possiedono gli strumenti cognitivi necessari per valutare chiaramente
una situazione cosi destabilizzante e soprattutto per poter prevedere le conseguenze
delle proprie scelte (Drake, 1996). Inoltre, vi sono fattori emotivi e stressanti che
limitano e influenzano fortemente le capacità decisionali del soggetto (Strauss e Clarke,
1992).
I fattori che influenzano la decisione dell’adolescente rispetto all’esito della gravidanza
sono diversi. In primo luogo giocano un ruolo fondamentale gli atteggiamenti personali
dell’adolescente rispetto alle differenti soluzioni da intraprendere (Custer, 1993;
Donnelly & Voydanoff, 1991) Secondariamente, è fondamentale sia la possibilità di
poter accedere a servizi che si occupino di gravidanza, adozione, interruzione e cure
prenatali, sia il supporto della famiglia d’origine o il partner (Dworkin, Harding &
Shreiber, 1993; Namerow, Kalmuss & Cushman, 1993).
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2.1.1 L’interruzione di gravidanza
La scelta di interrompere la gravidanza spesso viene affrontata dall’adolescente in
autonomia, all’oscuro di familiari ed in fretta, offrendosi come prima occasione forte di
dimostrare una capacità di autogestione personale, più raramente di coppia, su di un
piano concreto, apparente garante di una conquista di autonomia (Sapio, 2011).
La letteratura ha indagato su quali fattori e caratteristiche personali guidino
l’adolescente a prendere questa decisione. Le ragazze con maggiori probabilità
provengono da famiglie di classi sociali più elevate, con prospettive di studio consistenti
e grandi aspirazioni professionali (Coleman, 2006), le quali ritengono svantaggioso
avere un bambino che precluderebbe loro un futuro migliore. Inoltre queste adolescenti
percepiscono fortemente l’atteggiamento negativo che i familiari, il partner e la società
stessa hanno nei confronti di una gravidanza precoce (Ekstrand et al., 2009), e vedono
l’aborto come unica soluzione, motivandola con la mancanza di risorse economiche, la
preoccupazione per il loro progetto personale e non voler caricare la famiglia d’origine
di un peso così gravoso (Donovan, 1995). Infine le adolescenti che sono predisposte
maggiormente all’interruzione di gravidanza, riscontrano le seguenti caratteristiche
personali: alti livelli di autostima, una rappresentazione poco idealizzata della
gravidanza e della genitorialità, alti livelli di percezione di onnipotenza, invulnerabilità
e unicità personale e alti livelli di locus of control esterno.
Anche abortire, soprattutto nella fase delicata dell’adolescenza, è un aspetto
fondamentale della vita psichica; significa strappare dalle radici in termini sia concreti
che metaforici, estirpare qualcosa che sta prendendo forma e origine. Ciò coinvolge le
radici dell’identità, nella ricerca di affermare e assumere se stesso come soggetto
originale, pensante e fecondo.
Se in primis, la gravidanza attesta uno svincolo dalla madre, l’aborto diventa un atto
violento come mezzo di affermazione della propria identità, l’annullamento di qualcosa
di confuso legato al sesso. L’esperienza fisica di dolore, di perdita di sangue, di concreta
sottrazione dell’embrione reifica fantasie di castrazione e danneggiamento interno.
L’aborto inoltre rivela nell’adolescente sia un’impotenza a dare vita e a far crescere una
parte di sé che diverrebbe autonoma, sia l’impotenza a darle nome, dal momento che la
sottrae prima che abbia un senso psichico e susciti emozioni.
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Le ricerche mettono in luce come l’esperienza di interrompere la gravidanza provoca
nelle donne conseguenze negative (Adler et al., 1990; Lewis, 1997) quali disturbi
d’ansia, depressione, abuso di sostanze. Esse sperimentano stati emotivi tipici del lutto
che spesso restano inespressi e necessitano di una lunga elaborazione (Ammaniti, 2010)
2.1.2 La scelta dell’adozione
Esiste una categoria di adolescenti, seppur ristretta, che per difficoltà economiche o
nell’impossibilità di prendersi cura del proprio figlio, decide per la soluzione
dell’adozione. Questa per molto tempo è stata l’unica scelta che avevano le adolescenti
che dovevano affrontare una gravidanza indesiderata; oggi invece è diventata sempre
più rara come opzione, a causa dell’avvento della legalizzazione dell’interruzione di
gravidanza e della riduzione della condanna sociale attribuita alla maternità precoce
(Moore & Rosenthal, 1999).
Le ragazze che decidono di dare in adozione il proprio bambino, di solito hanno
famiglie con un alto livello di scolarizzazione e risorse socio-economiche.
Donnelly e Voydanoff (1991) affermano che le adolescenti che prendono questa
decisione ammettono di non essere pronte ad assumersi la responsabilità di crescere da
sole un bambino in quel periodo specifico della loro vita. Tuttavia molte di esse a
distanza di tempo si ritengono dispiaciute per la decisione presa e riportano difficoltà
psicologiche maggiori delle madri adolescenti. Infatti, con la separazione dal bambino
dopo il parto, queste adolescenti sperimentano un senso di lutto simile a quello vissuto
da chi decide di interrompere la gravidanza.
Altri fattori che influenzano questa decisione sono sicuramente motivazioni morali e
religiose, il pensiero di “uccidere” il bambino, la paura di affrontare l’aborto e il
desiderio del bambino da parte del partner (Franzoni, 2004).
2.1.3 Diventare genitore: fattori di rischio
La scelta di proseguire la gravidanza, deriva da diversi fattori che entrano in gioco
inevitabilmente nell’adolescente che ne prende atto.
I primi sono di natura personale, quali un locus of control maggiormente interno ed una
bassa autostima (Plotnick, 1992), altri di natura socio-demografica quali la forte
religiosità (Henshaw & Silverman, 1988), la mentalità della famiglia d’origine e della
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società in cui vive. In altri casi giocano un ruolo fondamentale la paura e il senso di
colpa verso il bambino (Frost & Oslak, 1999) o l’opportunità di prendersi cura e amare
qualcuno per sopperire alle carenze genitoriali avute nella propria infanzia. (Olivari,
Confalonieri & Ionio, 2011).
Infine in alcuni casi, le adolescenti vivono la gravidanza come un evento “normale”,
avendo madri o altre parenti che hanno avuto un’esperienza simile (Wahn et al., 2005).
Spesso queste ultime vengono da famiglie svantaggiate o monogenitoriali.
Oltre ad indagare sui fattori di rischio ambientali e sociali, le ricerche ultimamente si
sono concentrate sugli antecedenti del comportamento e della personalità delle madri
adolescenti, evidenziando un’interconnessione di numerosi fattori che interagendo tra
loro secondo un modello transazionale dello sviluppo aumentano il rischio connesso a
una genitorialità precoce.
Le ricerche hanno messo in luce come si sviluppino molto spesso traiettorie difficili con
esiti negativi sia per la madre che per il bambino (Furstenberg et al., 1989).
Rischio legato alla madre: Le giovani che diventano madri in adolescenza spesso
provengono da situazioni di svantaggio socio-economico, in nuclei familiari che
solitamente non sono in grado di offrire supporto, sia da un punto di vista pratico che
affettivo.
Quando ciò avviene, il sostegno è dato dalla propria madre in una condizione di
convivenza, dal momento che le adolescenti, nella maggior parte dei casi, non sono
economicamente indipendenti. Questo provoca spesso conflitti e tensioni, che non
aiutano lo sviluppo di una competenza genitoriale adeguata.
In altri casi, si ritrovano ad affrontare la maternità completamente sole, senza poter
contare neanche sull’aiuto dei propri partner, che il più delle volte sono figure assenti, o
si allontanano progressivamente con il crescere del figlio.
Avere una gravidanza non pianificata, in una situazione di basso reddito, basso livello di
scolarizzazione e scarso supporto della famiglia d’origine, comporta usualmente che la
giovane non utilizzi adeguate cure prenatali. Ciò può essere connesso anche
all’incapacità dei sistemi sociali e sanitari di farsi carico dell’insieme delle
problematiche che questo fenomeno può implicare. Infatti la scarsità di cure prenatali
può avere conseguenze gravi sull’evoluzione della gravidanza e sulla salute del feto
(WHO 2007). 17
La gravidanza è un processo faticoso per il corpo della donna adulta, e le adolescenti
possono sperimentare maggiore difficoltà, sia al momento del parto, che nel recupero
dallo stress fisico post parto.
Possono infatti avere complicanze durante la gestazione o avere la necessità di ricorrere
ad un parto cesareo non programmato. Inoltre sono maggiormente soggette a mortalità
materna, o partorire bambini prematuri e/o sottopeso. Diventare madre in giovane età si
traduce in un’incapacità di gestire tutto ciò che sorge per allevare un bambino. Questo
può portare a frustrazione e a sperimentare livelli di stress clinicamente significativi
rispetto a madri di età più grande. Può accadere quindi che queste adolescenti si
impegnino in comportamenti a rischio (quali abuso