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Malattie apparato cardiovascolare - Ipertensione in gravidanza Pag. 1
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Ipertensione Arteriosa in Gravidanza

ipertensione arteriosa cronica presente già prima della gravidanza

Nelle donne in gravidanza si parla di ipertensione arteriosa diagnosticata prima della 20^ settimana gestazionale o viene diagnosticata dopo la 20^ settimana gestazionale.

In presenza di ipertensione arteriosa, proteinuria ed edema generalizzato si parla di pre-eclampsia, mentre in presenza di convulsioni si parla di eclampsia.

L'incidenza della pre-eclampsia è del 7%. Le donne a rischio più elevato sono le primipare < 18 anni, età > 35 anni, donne con gravidanza gemellare, diabete, idramniosi, affette da obesità gravidica o ipertensione pregravidica.

Il 50% delle donne con ipertensione pregravidica va incontro a un peggioramento dell'ipertensione nel 3° trimestre.

Nelle gravidanze normali e in quelle complicate da ipertensione essenziale di grado lieve, la pressione sanguigna diastolica scende di 10-16 mmHg nel 2° trimestre.

Queste componenti sono ridotte rispetto ai normali livelli non gravidici, indicando la presenza di un'adeguata risposta a feedback. Il reperto più significativo nelle donne con pre-eclampsia è l'aumentata sensibilità agli agenti vaso-costrittori rispetto alle donne con gravidanza normale. Si osserva un graduale aumento della risposta arteriolare all'angiotensina, che diventa significativa dopo 18-22 settimane di gestazione, prima che vi siano delle modificazioni rilevabili della pressione arteriosa (la causa di questo aumento della sensibilità vascolare all'angiotensina non è nota). Alcuni studi hanno dimostrato che la dislipidemia, lo stress ossidativo e la disfunzione della cellula endoteliale, possono essere alla base della pre-eclampsia.

Terapia dell'ipertensione cronica o essenziale in gravidanza: non è necessaria quando la pressione diastolica è inferiore a 100 mmHg, anche se una donna che sta assumendo una terapia anti-ipertensiva nel momento

In cui viene fatta per la prima volta la diagnosi di gravidanza, deve continuare la terapia.β1-antagonista

Se sta usando il propanololo si consiglia il passaggio ad un più specifico, come il metaprololo o l'atenololo.

A causa della < transitoria del volume ematico e della perfusione placentare associata ai diuretici tiazidici, l'uso di questi non dovrebbe essere iniziato in gravidanza, ma se una donna sta già assumendo tale terapia, può continuarla.

Gli inibitori dell'enzima convertente l'angiotensina possono associarsi ad eventi avversi fetali e neonatali, compresa la morte.

In presenza di P diastolica > 100 mmHg diagnosticata durante la gravidanza è necessaria una terapia anti-ipertensiva: si inizia con alla dose di 250 mg per os al momento di coricarsi, metildopada > se necessario fino ad 1 gr × 2 volte/die. In caso di insorgenza di una sonnolenza che persiste per 2-3 giorni, la dose può essere ridotta e si aggiunge

alla dose iniziale di 10 mg × 2 volte/die, fino ad arrivare a 100 mg × 2 volte/die.

Se l'idralazina non viene tollerata, può essere gradualmente aggiunta alla metildopa la prazosina 1.

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
2 pagine
SSD Scienze mediche MED/11 Malattie dell'apparato cardiovascolare

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kalamaj di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cardiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Di Biase Matteo.