Anteprima
Vedrai una selezione di 17 pagine su 79
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 1 Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 2
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 6
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 11
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 16
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 21
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 26
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 31
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 36
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 41
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 46
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 51
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 56
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 61
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 66
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 71
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Gestione del dolore cronico nel paziente anziano affetto da demenza senile - Ruolo dell’ionfermiere Pag. 76
1 su 79
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CENNI EPIDEMIOLOGICI

Questo capitolo fornisce un’introduzione ai principali aspetti

epidemiologici della demenza senile, con particolare attenzione alla

prevalenza, ai fattori di rischio e alle implicazioni per il sistema sanitario.

La prevalenza della demenza senile aumenta esponenzialmente con l’età;

secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa 50 milioni di

persone nel mondo convivono con la demenza, ogni anno si registrano circa

10 milioni di nuovi casi e si prevede che questo numero triplicherà entro il

2050 raggiungendo i 152 milioni, la prevalenza inoltre raddoppia ogni

cinque anni dopo i 65 anni; per esempio la prevalenza della demenza è di

circa 1-2% nelle persone di 65-69 anni, ma aumenta al 20-40% nelle persone

oltre gli 85 anni. In Italia, si stima che circa 1 milione di persone siano affette

da demenza, con una prevalenza che raggiunge il 20% nella popolazione

oltre gli 80 anni.

La distribuzione della demenza senile varia significativamente tra le diverse

regioni del mondo. Nei paesi sviluppati, l’incidenza è maggiormente

documentata grazie a sistemi sanitari avanzati e a una maggiore aspettativa

di vita; tuttavia, si prevede che i paesi a basso e medio reddito vedranno un

maggiore incremento dei casi di demenza, poiché queste aree stanno

sperimentando rapidi cambiamenti demografici. Le donne sono più

frequentemente colpite dalla demenza rispetto agli uomini, questo potrebbe

essere dovuto dal fatto che le donne tendono a vivere più a lungo rispetto

agli uomini, aumentando così il rischio di sviluppare demenza con l’età

avanzata. 5

La demenza senile ha un impatto significativo sia a livello individuale che

sociale, le persone affette da demenza richiedono cure costanti e

specializzate, che possono gravare pesantemente sui sistemi sanitari e sulle

famiglie, includendo sia i costi diretti delle cure mediche sia quelli indiretti,

come la perdita di produttività e il carico sui caregiver.

Per concludere possiamo dire che la demenza senile rappresenta una sfida

crescente per i sistemi sanitari di tutto il mondo, la comprensione dei fattori

epidemiologici e dei meccanismi patogenetici è essenziale per sviluppare

strategie efficaci di prevenzione, diagnosi e gestione; un approccio

multidisciplinare che coinvolga medici, infermieri, ricercatori e familiari è

fondamentale per affrontare in modo efficace questa complessa patologia.

Distribuzione Geografica in Italia:

• Nord Italia, tassi di prevalenza simili alla media nazionale, con

alcune regioni che presentano tassi leggermente più alti a causa

della maggiore aspettativa di vita e del maggior numero di

anziani;

• Centro Italia, le regioni centrali mostrano una prevalenza in linea

con la media nazionale, ma con variazioni interne dovute a

differenze socioeconomiche e di accesso ai servizi sanitari;

• Sud Italia e Isole, la prevalenza tende a essere più bassa rispetto

al nord, ma è in aumento a causa del cambiamento demografico

e delle abitudini di vita meno salutari in alcune aree.

Il costo della demenza in Italia è considerevole, comprendendo costi

diretti (cure mediche e assistenziali) e indiretti (perdita di produttività,

6

costi per i caregiver), si stima che il costo totale in Italia superi i 15

miliardi di euro l’anno.

Incidenza in base all’età in Italia:

- 65-74 anni: Circa 2-4 nuovi casi per 1.000 persone l’anno

- 75-84 anni: Circa 14 nuovi casi per 1.000 persone l’anno

- 85 anni e oltre: Più di 30 nuovi casi per 1.000 persone l’anno.

L’Italia ha adottato diverse iniziative per affrontare il problema della

demenza senile, poiché si tratta di un problema di salute pubblica crescente,

gli sforzi per affrontare questa condizione comprendono sia iniziative di

prevenzione e sensibilizzazione che il supporto diretto ai pazienti e alle loro

famiglie:

• Programmi di sensibilizzazione: Campagne per aumentare la

consapevolezza pubblica sulla demenza e i suoi sintomi;

• Formazione dei caregiver: Programmi di supporto e formazione

per i familiari e i caregiver professionisti;

• Ricerca e innovazione: Finanziamento della ricerca sulla

demenza per migliorare la diagnosi, il trattamento e la gestione

della malattia.

Abbiamo quindi potuto valutare i principali aspetti epidemiologici della

demenza senile, fornendo una base per comprendere l’importanza della

diagnosi precoce e della gestione integrata della malattia. I capitoli

successivi esamineranno in dettaglio le metodologie di valutazione, le

7

strategie terapeutiche e le politiche sanitarie volte a migliorare la qualità

della vita dei pazienti anziani affetti da demenza senile con dolore cronico.

8

CAPITOLO 2

IL DOLORE E LA DEMENZA SENILE

Il dolore è una delle esperienze più comuni e debilitanti nella popolazione

anziana, e la sua gestione diventa particolarmente complessa quando

associata alla demenza senile. La demenza, caratterizzata da un declino

progressivo delle funzioni cognitive, compromette la capacità dei pazienti

di comunicare efficacemente, rendendo difficile la valutazione e il

trattamento del dolore. Nonostante la frequenza con cui si verifica, il dolore

nei pazienti con demenza è spesso sottovalutato e non adeguatamente

trattato, il che può peggiorare la qualità della vita e accelerare il declino

funzionale.

Nei pazienti con demenza, il dolore può manifestarsi in modi atipici;

Mentre una persona cognitivamente integra può descrivere chiaramente la

qualità, l'intensità e la localizzazione del dolore, i pazienti con demenza

spesso non sono in grado di farlo.

Pertanto, la comunicazione non verbale rappresenta un mezzo importante

ed efficace per misurare il dolore che può essere espresso attraverso i

seguenti segnali:

• Agitazione o irrequietezza: Movimenti ripetitivi, come

camminare avanti e indietro, possono indicare un disagio non

verbale.

• Vocalizzazioni: Gemiti, lamenti, o urla possono essere segni

di dolore. 9

• Espressioni facciali: Smorfie, aggrottamenti o l'apparenza di

essere in difficoltà possono riflettere la presenza di dolore.

• Cambiamenti comportamentali: Irritabilità, aggressività o

ritiro sociale possono essere interpretati come segnali di

dolore, soprattutto quando si verificano improvvisamente.

Il dolore non trattato o sotto trattato può avere conseguenze devastanti nei

pazienti con demenza. Oltre all'ovvia sofferenza fisica, il dolore cronico può

esacerbare i sintomi comportamentali e psicologici della demenza, come

l'ansia, la depressione, e l'aggressività. Questo può portare a un aumento

dell'uso di sedativi o antipsicotici, che a loro volta possono avere effetti

collaterali significativi e peggiorare ulteriormente la condizione generale

del paziente.

Inoltre, il dolore non gestito può contribuire al declino funzionale,

accelerando la perdita di mobilità e autonomia. I pazienti possono diventare

meno inclini a partecipare alle attività quotidiane o alla riabilitazione fisica,

portando a un maggiore isolamento e deterioramento fisico.

Oltre ai sintomi cognitivi, molti pazienti con demenza senile sperimentano

anche dolore fisico, che può essere dovuto a diverse cause, come condizioni

croniche (es. artrite, neuropatie) o eventi acuti (es. cadute, infezioni). La

gestione del dolore in questi pazienti è particolarmente complessa per

diverse ragioni, quali:

1. Alterata capacità di comunicazione: I pazienti con demenza

avanzata spesso perdono la capacità di esprimere verbalmente il

dolore, rendendo difficile la sua identificazione e valutazione. 10

2. Cambiamenti nella percezione del dolore: La demenza può

influenzare la percezione del dolore, portando a risposte

inappropriate o non proporzionate rispetto alla gravità del dolore

stesso.

3. Comportamenti associati al dolore: In alcuni casi, il dolore può

manifestarsi attraverso comportamenti come agitazione,

aggressività, o rifiuto delle cure, che non sempre vengono

riconosciuti come segni di dolore.

Il dolore associato alla demenza senile, quindi, rappresenta una sfida

significativa, che richiede un’attenzione particolare e un approccio

terapeutico individualizzato. È essenziale che i professionisti della salute

siano adeguatamente formati per riconoscere e trattare il dolore in questa

popolazione vulnerabile. Un intervento tempestivo ed efficace può

migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti con demenza,

riducendo la sofferenza e mantenendo, per quanto possibile, il loro

benessere e la loro dignità. 2.1

FISIOPATOLOGIA DEL DOLORE

Il dolore è un'esperienza sensoriale e emotiva complessa, che può variare

da persona a persona e in funzione del contesto. Non è solo un sintomo, ma

può anche rappresentare una patologia autonoma, come nel caso del dolore

cronico. Per comprendere la fisiopatologia del dolore, è necessario

esaminare i meccanismi neurofisiologici e biochimici che ne regolano

l'insorgenza, la trasmissione e la modulazione; 11

1. Trasduzione del dolore: Il processo di trasduzione del dolore inizia

quando uno stimolo nocivo (meccanico, termico o chimico) attiva i

nocicettori, che sono terminazioni nervose libere presenti nella pelle,

nei tessuti connettivi e negli organi interni. I nocicettori trasformano

lo stimolo nocivo in un segnale elettrico (potenziale d'azione)

attraverso l'apertura di canali ionici specifici come i canali TRP

(Transient Receptor Potential) e i canali del sodio voltaggio-

dipendenti.

2. Trasmissione: Il segnale generato dai nocicettori viene trasmesso al

sistema nervoso centrale attraverso fibre afferenti di diverso tipo: le

fibre Aδ, che trasmettono il dolore acuto e localizzato, e le fibre C,

che sono responsabili del dolore sordo e persistente. Questi segnali

raggiungono il midollo spinale, dove le fibre afferenti si sinaptano

con i neuroni di secondo ordine nel corno dorsale.

3. Modulazione del dolore: Nel midollo spinale e a livello cerebrale, il

segnale nocicettivo può essere modulato, cioè amplificato o

attenuato. Questo processo di modulazione avviene tramite varie

interazioni sinaptiche e l'azione di neurotrasmettitori come il

glutammato, la sostanza P e il GABA. Inoltre, il sistema nervoso

centrale possiede meccanismi endogeni di controllo del dolore, come

il sistema oppioide endogeno, che agisce attraverso la liberazione di

endorfine e altre molecole che riducono la percezione del dolore.

4. Percezione: Il segnale modulato viene trasmesso al talamo e poi alla

corteccia somatosensoriale, dove il dolore viene pe

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
79 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CriPirelli01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di infermieristica generale e clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Langher Viviana.