Sancho Panza
Tra i personaggi che interagiscono direttamente con la follia di don Quijote, Sancho è senza dubbio quello che lo fa in modo più influente. Ed in modo altrettanto significativo ne riceve gli effetti. Il suo ingresso nel romanzo si ha nel VII capitolo, quando don Quijote, meticoloso nel seguire la regola cavalleresca, decide di munirsi di uno scudiero e sceglie lui, un semplice contadino che lavora per mandare avanti la famiglia, che riesce a convincere promettendogli il governo di un’isola come ricompensa.
Con la sua intromissione nel romanzo, Cervantes non fa altro che mettere ancor più in rilievo la dissennatezza di don Quijote e, di
conseguenza, il suo mondo impossibile. Sancho Panza rappresenta infatti la realtà, che contrasta nettamente la finzione in cui pretende di vivere il cavaliere. Il suo ruolo, quindi, è quello di affiancare l’hidalgo nelle sue imprese e, al contempo, di esasperare l’effetto parodico voluto da Cervantes. Sancho Panza svolge, pertanto, una serie di funzioni che non lo riducono al pari degli altri personaggi, ma ne fanno un coprotagonista necessario non solo allo svolgimento della trama, ma anche all’assetto strutturale del romanzo. Con il suo ingresso in scena si ha, infatti, l’attivazione del dialogo, che offre una doppia interpretazione degli eventi a venire, quella folle e trasfigurante dell’idealista cavaliere e quella realistica del suo umile compagno di viaggio, evidenziando così il contrasto tra il sogno di cavalleria e la realtà tangibile. Il loro continuo confrontarsi determina, inoltre, l’accostamento di due rappresentazioni opposte e complementari della varietà umana: il grasso e tozzo Sancho, con il suo elementare buonsenso, l’ingenuità e la rozzezza, convive, inizialmente in equilibrio, con la follia idealista, la furba scaltrezza e la cultura del secco e longilineo cavaliere. Ed anche la loro determinazione socio-culturale si rivela funzionale: Sancho, labrador analfabeta, non possiede né la cultura né il linguaggio forbito, per lo più libresco e antiquato, dell’hidalgo; ma è proprio la sua cultura agreste ad arricchire il dialogo di proverbi, modi di dire, racconti, umori popolareschi e colloquiali, nonché di errori linguistici e storpiature lessicali che creano una variazione nel tessuto linguistico di un romanzo colto. Sancho, cristiano viejo, è portatore di valori come l’amicizia, la fedeltà e l’umiltà, che si insinuano nel suo rapporto con don Quijote e rimangono intatti, nonostante l’evoluzione del personaggio, dovuta alla sua progressiva chisciottizzazione.
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