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Capitolo XXVI
Questo capitolo inizia parlando della penitenza di D.Q. ma poi continua parlando di
Sancho che era ormai in cammino in sella a Rocinante e diretto verso il Toboso.
Essendosi fatta sera però si fermò fuori l’osteria di Maritornes dove fu riconosciuto dal
cura e dal barbiere che erano alla ricerca di D.Q. Non appena lo videro, gli
domandarono del suo padrone e dopo che Sancho gli spiegò tutte le avventure,
pensarono ad un modo per portarlo a casa. Il cura pensò di travestirsi da scudiero e di
far vestire il barbiere da donzella. Il barbiere/donzella doveva fingere di aver ricevuto
un torto e di chiedere aiuto a D.Q. che per non venire meno all’ordine della cavalleria
deve per forza accettare e in questo modo quindi portarlo a casa con l’inganno.
Capitolo XVII
In questo capitolo il cura decide di cambiare vestito con il barbiere e quindi si veste lui
da donzella e il barbiere da scudiere. I due, insieme a Sancho, entrano nella sierra ma
mentre Sancho va alla ricerca di D.Q., loro restano all’entrata dove sentono una
persona cantare e capiscono che si tratta di Cardenio. Cardenio li vede e racconta loro
la sua storia spiegandogli che Fernando lo aveva ingannato perché gli aveva detto che
avrebbe parlato con il padre di Cardenio affinché chiedesse al padre di Luscinda di fare
il matrimonio, in realtà Fernando mandò Cardenio da suo fratello a prendere dei soldi
per comprare dei cavalli e nel frattempo chiese al padre di Luscinda di sposarla.
Quest’ultimo accettò e quindi Luscinda scrisse una lettera a Cardenio che appena la
lesse si mise in cammino e la raggiunse proprio il giorno del matrimonio. Senza farsi
vedere, egli assistette al matrimonio senza avere il coraggio di impedirlo e quindi è
stato codardo ed è per questo che ora è pentito e disperato e quindi si trova a vagare
per la sierra.
Capitolo XVIII
Da qui inizia la quarta parte del libro.
Questo capitolo si apre con il cura che cerca di consolare Cardenio ma viene interrotto
da una voce che si lamenta. Il cura, il barbiere e Cardenio attenti a capire di chi fosse
quella voce, videro una uomo che si lavava i piedi nel ruscello ma non appena egli finì,
gli osservatori si accorsero che si trattava di una donna vestita da uomo (Dorotea) che
appena li vide si mise a scappare ma inciampò e cadde (metafora della perdita di
verginità). I tre gli andarono in contro e le chiesero chi fosse e perché si lamentasse.
Dorotea si presentò e gli raccontò la sua storia scoprendo così che lei era la contadina
ingannata da Don Fernando e infatti appena lo sentì nominare, Cardenio iniziò ad
arrossire e a sudare ma senza interrompere la sua storia. Grazie a questa narrazione si
scopre che Luscinda aveva con sé, durante il matrimonio, un pugnale col quale si
sarebbe voluta togliere la vita e un biglietto che spiegava ai genitori il motivo. Questo
biglietto fu scoperto da Fernando che sentendosi preso in girò provò a pugnalarla ma
fu fermato dai genitori di lei. Dorotea seppe tutto ciò perché si recò nella città di
Luscinda dove, non si parlava di altro anche perché Luscinda era scappata, per cercare
Fernando ma non potendolo trovare , si mise in cammino insieme a un suo servo e
arrivò in questa sierra dove, approfittandosene della solitudine, il servo provò ad
abusare di lei ma lei lo colpì lasciandolo a terra non si sa se vivo o morto.
Capitolo XXIX
Cardenio si presenta a Dorotea, i due quindi scoprono di essere gli amanti traditi e
abbandonati e uniscono le forze per trovare i rispettivi amanti. Il cura poi spiega loro il
motivo per il quale lui e il barbiere sono lì e Dorotea si propone di interpretare la
donna così il cura e il barbiere decidono di spogliarsi ma di avere comunque il viso
coperto per non farsi riconoscere e di mettere in atto il piano ideato dal cura. Il piano
prevedeva che Dorotea si presentasse all’eroe come la principessa Micomicona il cui
regno gli è stato usurpato da un gigante e per questo era venuta dall’Africa a chiedere
aiuto a D.Q. e tutto ciò fu raccontato anche a Sancho che subito pensò di far sposare
la principessa con D.Q. in modo che lui potesse diventare imperatore. Tutti tranne
Cardenio e il cura, si incamminarono alla ricerca di D.Q. che accettò di aiutare la
principessa e mentre erano diretti al regno di Micomicona, il cura taglia la barba a
Cardenio mentre lui si presenta così com’è e una volta riconosciuto dall’eroe gli spiega
che è da quelle parti perché era diretto a Siviglia per riscuotere dei soldi e che però
lungo la strada è stato derubato da alcuni galeotti che gli avevano raccontato di
essere stati salvati da un uomo molto potente. (Sancho aveva raccontato al cura e al
barbiere le varie avventure di D.Q. per cui loro conoscevano anche questa).
Capitolo XXX
Nel trentesimo capitolo, Sancho credendo a quello che disse il cura, svelò a tutti che
l’uomo che liberò i galeotti fu il suo padrone anche se lui l’avvisò di non farlo. Dopo
una breve discussione fra i due, D.Q. chiede a Dorotea di raccontare la sua storia e
come aveva fatto a sapere di lui e Dorotea gli disse che faceva parte tutto di una
profezia dato che suo padre era molto bravo nell’arte magica. Gli propose anche di
sposarla ma lui rifiutò e questo causò rabbia a Sancho che vide sfumare la sua
ricompensa di governatore e quindi D.Q. lo picchiò ma verso la fine del capitolo ritorna
la pace perché finalmente Sancho vede Gines con il suo asino, lo minaccia e riesce ad
avere indietro l’asino. Il capitolo si chiude con D.Q. che chiede a Sancho della reazione
di Dulcinea alla consegna della sua lettera e Sancho però gli spiega che non aveva
portato con sé il libricino quindi l’aveva imparata a memoria e l’aveva fatta trascrivere
da un sacristano.
Capitolo XXXI
Il capitolo riprende con D.Q. che chiede della reazione di Dulcinea alla consegna della
sua lettera e nelle risposte che Sancho gli da si ha la distruzione del ritratto ideale di
Dulcinea. Ovviamente Sancho mentiva perché non l’aveva mai vista dato che non era
andato da lei perché sulla strada aveva incontrato il cura e il barbiere con cui aveva
progettato di portarlo a casa. Nonostante ciò disse al suo padrone che Dulcinea lo
aspettava e così D.Q. rimase confuso e non sapeva se compiere la promessa che
aveva fatto alla principessa Micomicona cioè di aiutarla o andare direttamente da
Dulcinea ma poi decise di concludere prima ciò che aveva promesso e dopo andare
dalla sua amata. Nel corso del cammino, si fermarono vicino ad una fonte d’acqua
dove trovarono Andrés cioè il ragazzo che nel quarto capitolo era attaccato ad un
albero ed era frustato dal suo padrone. D.Q. spiegò a tutti chi fosse il ragazzo e in che
modo lo aveva aiutato ma in realtà Andrés lo umiliò davanti a tutti perché raccontò
che il suo padrone non compì quanto promesso e che anzi lo picchiò ancora più forte.
Capitolo XXXII
Una volta ripreso il cammino, si ritrovarono di nuovo dinanzi all’osteria dove lavorava
Maritornes. Sancho non voleva entrarci per nessuna ragione al mondo ma non ci fu
scampo perché tutti volevano riposarsi e mangiare. D.Q. andò a dormire mentre il
cura, il barbiere, l’oste e Cardenio discussero sul motivo della pazzia dell’eroe e il cura
disse che era colpa dei libri di cavalleria. L’oste disse loro che questo non era possibile
perché anche lui ne aveva un paio e che però mai ha pensato di farsi cavaliere
andante. Il cura chiese all’oste di mostrargli questi libri, l’oste accettò e li prese da
dentro una valigia dimenticata da un ospite che conteneva anche dei fogli intitolati
‘’Novela del curioso impertinente’’. Questo titolo incuriosì i presenti che vollero che il
cura la leggesse per tutti.
Capitolo XXXIII
In questo capitolo viene narrata la novela del curioso impertinente. Questa parla di
due amici: Anselmo e Lotario. Anselmo si sposa con Camilla e per mettere alla prova la
sua fedeltà chiede a Lotario di sedurla. Inizialmente Lotario rifiuta ma poi si convince e
inizia.
Capitolo XXXIV
Qui si continua la storia con Camilla che nota l’atteggiamento strano di Lotario e
avverte Anselmo tramite una lettera dato che lui era fuori e di questo ne è contento
Anselmo. Un giorno Camilla cede e si innamora di Lotario così come lui di lei e
decidono di non dire nulla ad Anselmo peró Lotario nota un uomo entrare ed uscire da
casa di Camilla e ingelositosi decide di dire ad Anselmo che non è sicuro della fedeltà
di sua moglie e che quindi sarebbe bene rimetterla alla prova mentre Anselmo è
nascosto nell’armadio. Anselmo accetta. Proprio quel giorno Camill dice a Lotario che
l’amante di una sua serva ultimamente sta frequentando casa sua e quindi Lotario
capisce che non era un suo uomo e gli svela il piano organizzato con Anselmo in modo
che lei non cedesse alle sue provocazioni e risultasse fedele. Camilla così fece ma
nella finzione si colpí con un pugnale e iniziò a sanguinare provocando stupore sia in
Anselmo che assistette alla scena da dentro all’armadio, sia in Lotario che era suo
complice ma non si aspettava tutto ciò.
Capitolo XXXV
Il racconto della novella fu interrotto da Sancho che disse agli altri di correre in aiuto
del suo padrone che stava combattendo contro il gigante. In realtà D.Q. stava
dormendo ma sognava di combattere quella battaglia per cui, sferrava la sua spada
contro delle botti di vino che, secondo Sancho, in precedenza erano il gigante che peró
si era trasformato perché quell’osteria era incantata. Ripresero a leggere la novela che
si concludeva con la morte dei 3 protagonisti perché un giorno Anselmo ricattò la
serva di dirgli tutta la verità e allora Camilla spaventata fuggí nella notte da Anselmo e
anche la serva scappò. Al risveglio, Anselmo non sapeva dove fossero finite e quindi si
recò a casa di un suo amico dove morì per il dispiacere mentre invece, Camilla andò al
monastero della sorella di Lotario, dove morì dopo aver appreso della morte di Lotario
in una battaglia.
Capitolo XXXVI
Questo capitolo si apre con l’arrivo di altri ospiti nell’osteria che si scoprono essere
Fernando e Luscinda. Luscinda, dopo essere svenuta il giorno del suo matrimonio, era
scappata di casa e se ne era andata in un convento. Fernando dopo qualche mese
scoprí dove si nascondeva Luscinda e la andò a prendere portandola poi in
quell’osteria. Dai discorsi di Luscinda si capisce che lei e Fe