Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
(CAA)
I soggetti con Disturbi della Comunicazione e con disturbo dello spettro autistico, definiti
anche con soggetti con Bisogni Comunicativi Complessi possiedono difficolta di
programmazione motoria e difficoltà linguistiche. Questi soggetti con Disturbi dello spettro
autistico (DSA) non riescono a comprendere l’input linguistico e manifestano difficoltà nel
generare un output comunicativo significativo. In parole più semplici, le persone con autismo
hanno difficoltà nell’apprendere come produrre un linguaggio comprensibile in quanto non
riescono a comprendere le parole che sentono né i gesti né le espressioni facciali che
osservano. È in questo contesto che la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) può
fornire un supporto prezioso.
La CAA, infatti, è “un’area di ricerca e di pratica clinica e educativa che si
concentra sulla ricerca e sulle strategie per tentare di compensare disabilità comunicative
temporanee e/o permanenti. Questo ambito mira a superare le limitazioni nelle attività di
comunicazione orale e scritta e le restrizioni alla partecipazione di individui che presentano
gravi disturbi nella produzione del linguaggio, del parlato o della comprensione."[CITATION
Beu14 \t \l 1040 \m Gle97 \m Llo].
Il temine “aumentativa” si riferisce “alle tecniche, ai metodi, gli strumenti di CAA
che non hanno lo scopo di sostituire modalità di comunicazione già presenti ma di accrescere
la comunicazione naturale attraverso il potenziamento delle abilità presenti e la valorizzazione
delle modalità naturali (orali, mimico-gestuali, visive, ecc.). D’altro canto, il termine
"alternativa" indica che la CAA utilizza modalità e strumenti di comunicazione speciali,
come simbologie grafiche, scrittura o gestualità, al fine di sostituire il linguaggio orale quando
22
non è possibile o sufficiente”[CITATION Beu14 \t \l 1040 ]. I modelli di intervento nella
CAA più frequenti sono il Natural Aided Language, Partecipation model (modello della
partecipazione), e il modello Social Network.
2.2.1. I processi educativi a supporto dei disturbi della comunicazione: i modelli di
intervento nella CAA
Il Natural Aided Language è una strategia di CAA che utilizza il metodo della «lingua
materna» per insegnare il linguaggio ed implica che i partner della comunicazione siano
contemporaneamente in grado sia di trasmettere un input comunicativo sia di riceverlo. Nella
CAA, l’input e l’output linguistico vengono potenziati attraverso simboli visivi. Il partner
verbale fornisce al partner non verbale lo stesso tipo di stimolazione che i neogenitori
rilasciano ai loro bambini. Nel NAL, il controllo viene condiviso da entrambi gli interlocutori
e tutti gli sforzi comunicativi del partner non verbale vengono riconosciuti come tali e
ricevono una risposta. Usando questo metodo, si possono valutare, analizzare e adattare le
interazioni comunicative di entrambi i partner, in modo da stimolare un linguaggio maggiore e
di qualità migliore. Per poter avviare il processo di introduzione «seconda lingua»
28
nell’ambiente comunicativo è necessario arricchire l’input linguistico con stimoli visivi.
Tuttavia poiché alcuni soggetti faticano nel processo di elaborazione dei segnali complessi, è
opportuno che ogni segnale visivo, venga presentato singolarmente. Pertanto, l’intervento
comprenderà l’inserimento di ulteriori segnali man mano che l’utilizzatore impari a prestare
attenzione ad un numero maggiore di stimoli. Ciononostante, in generale è più opportuno
sbagliare fornendo troppi stimoli visivi piuttosto che troppo pochi. Ogni segnale visivo
rappresenta un potenziale input comunicativo. Solo quando appare evidente che l’utilizzatore
della CAA non riesce a elaborare tutti i segnali visivi si dovrebbe diminuire la quantità di
stimoli [ CITATION Caf09 \l 1040 ].
Il Modello Di Partecipazione, noto anche come Partecipation Model, si concentra
sull’individuazione dei partner e dei bisogni comunicativi delle persone che possiedono un
linguaggio limitato o assente. Per determinare il tipo di strumento di CAA più adatto vengono
considerate le abilità fisiche, cognitive e linguistiche della persona, osservando come
comunica e partecipa alle attività quotidiane a casa, a scuola o nella comunità in confronto ai
suoi coetanei senza difficoltà di sviluppo [CITATION Beu98 \t \l 1040 ].
28 http://www.edurete.org/pd/sele_art.asp?ida=1551 23
Figura 2: il Modello della partecipazione.[CITATION Beu14 \t \l 1040 ]
Il modello della partecipazione si basa “sull’importanza di individuare
29 30
precocemente le barriere di accesso e di opportunità in quanto la loro presenza potrebbe
costituire un limite all’attività, alla partecipazione e allo sviluppo della competenza
comunicativa e sociale della persona”, una competenza che non consiste solo nella capacità
29 Le barriere di accesso sono correlate alle sfide che le persone affrontano a causa di limitazioni funzionali
(come difficoltà nelle abilità espressive o nell’uso di specifici distretti corporei che potrebbero essere utilizzati
per comunicare, coordinazione ridotta o capacità limitata di indicazione) o al loro sistema di comunicazione
(barriere legate agli strumenti o ausili di comunicazione utilizzati dall’utente, le cui caratteristiche potrebbero
non soddisfare le sue esigenze comunicative) [CITATION Gal22 \t \l 1040 ]
30 Le barriere di opportunità si riferiscono alle limitazioni nell’attività e alle restrizioni nella partecipazione
causate da politiche vigenti(barriere politiche), prassi consolidate(barriere di prassi), mancanza di conoscenze e
competenze(barriere di conoscenza e di abilità), nonché atteggiamenti e pregiudizi negativi verso l’uso della
Comunicazione Aumentativa Alternativa(barriere di attitudini).Queste barriere sono poste da persone diverse dal
soggetto con Bisogni Comunicativi Complessi e rappresentano ostacoli all’inclusione e allo sviluppo delle
competenze comunicative [CITATION Beu14 \t \m Cas19 \m War03 \m Ita17 \l 1040 ]. 24
del soggetto di attribuire un significato alle informazioni ricevute ma anche saperle utilizzare
in maniera funzionale attraverso un’interpretazione del contesto[CITATION Beu98 \t \l 1040
\m Cos05 \m Ita17 \m Viv16].
Diventare competenti dal punto di vista comunicativo comporta sia capacità
personali sia una responsabilità sociale che riguarda il contesto e i vari partner comunicativi
che possono agire come barriere o facilitatori della comunicazione, delle relazioni e degli
apprendimenti per le persone con bisogni comunicativi complessi.
Figura 3.Barriere di accesso e di opportunità[CITATION Gal221 \t \l 1040 ]
2.2.2. I processi educativi a supporto dei disturbi della comunicazione: il
modello del social network e l’intervento di rete
L’inclusione di individui con bisogni comunicativi complessi, in continuità con il
modello della partecipazione, richiede una sinergia tra i diversi partner comunicativi e un
complesso lavoro di equipe in tutti i contesti di vita. È importante creare solide reti di
supporto all’interno della famiglia, nel contesto terapeutico-riabilitativo e anche nella scuola,
dove docenti, operatori e educatori devono stabilire un ponte comunicativo non solo con lo
studente con bisogni comunicativi complessi, ma anche con altri partner comunicativi che
fanno parte del progetto di Comunicazione aumentativa e alternativa. Secondo Blackstone,
l’adattamento e la flessibilità si costituiscono come i principali strumenti per poter
“rispondere ai cambiamenti, alle difficoltà ed ai rischi che incontriamo, utilizzando i supporti
e le protezioni offerti da una vasta gamma di risorse e personali e sociali.” [CITATION
Bla03 \t \m SWB13 \t \m Ita17 \l 1040 ]. In tale contesto, “le persone con disabilità croniche
incontrano particolari difficoltà e numerose sfide e le reti sociali aiutano in gran parte a
sviluppare e a sostenere queste difese e supporti”[CITATION Bla03 \t \m SWB13 \t \m Ita17
\l 1040 ].
Il successo di un percorso di Comunicazione aumentativa alternativa richiede modalità
organizzative che valorizzino la dimensione territoriale e l’interazione tra professionisti
25
diversi nonché la capacità di costruire una rete di relazioni a supporto della persona e della
sua famiglia. A tal proposito, Blackstone e Hunt Berg[CITATION Bla03 \n \t \l 1040 ] hanno
teorizzato il modello del Social network che identifica i cosiddetti “cinque cerchi dei partner
comunicativi”. Questi cerchi indicano le persone coinvolte nella vita del soggetto con bisogni
comunicativi complessi:
il primo comprende i principali partner comunicativi-familiari o altre persone con
le quali egli risiede - che accompagnano l’utente con complessi bisogni comunicativi come i
il secondo comprende gli amici e i parenti con i quali l’utente CAA condivide
interessi e trascorre il proprio tempo libero;
il terzo cerchio include i conoscenti dell’utente con BCC con i quali non ci sono
degli scambi comunicativi costanti;
il quarto cerchio comprende i professionisti che ricevono una retribuzione per tutto
il tempo in cui si relazionano con la persona con bisogni comunicativi complessi.
L’ultimo cerchio, infine, include i partner non familiari che, secondo quanto emerge
dalle ricerche effettuate sull’applicazione del modello SN, include quell’insieme di persone
che sono identificate dall’utente CAA come dei potenziali interlocutori.
Questo modello Social network si basa su colloqui e interviste strutturate ai partner
comunicativi ed è “uno strumento di valutazione che aiuta i professionisti a collaborare con le
persone con complessi bisogni comunicativi e le loro famiglie, stabilendo obiettivi realistici di
comunicazione, pianificando specifici interventi e registrando i progressi nel
tempo”[CITATION SWB13 \l 1040 ].
L’utilizzo del Social Network porta diversi vantaggi, consentendo una
pianificazione più consapevole del progetto di CAA, il monitoraggio dei progressi e
l’individuare di obiettivi specifici nell’intervento di comunicazione. La funzione principale è
favorire un costante confronto fra i diversi partner comunicativi per un’organizzazione più
efficace dei percorsi che vanno oltre la diagnosi e le difficoltà dell’utente, valorizzando i punti
di forza e individuando le dimensioni del funzionamento dei contesti che richiedono maggiore
attenzionati per favorire l’inclusione.
Il social network rappresenta una sorta di biografia delle abilità acquisite e dei
traguardi raggiunti grazie al progetto di Comunicazione Aumentativa Alter