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CAPITOLO II – ALLA RICERCA DI UNA REGOLAZIONE NORMATIVA
Costituzione Italiana: ART. 21 e ART. 15
2.1 2.1.1 Il limite esplicito del buon costume
2.1.2 Limiti impliciti
2.1.3 Lotta alla disinformazione e pluralismo all’epoca dell’A.I.
Carta dei diritti fondamentale dell’unione europea: artt. 7-8-11 e
2.2 Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) art. 16
GDPR e AI ACT
2.3. 2.3.1 GDPR e Protezione dei dati personali: tra consenso, interesse
legittimo e trasparenza verso l’interessato
2.3.2 AI ACT e brevi cenni Executive Order
CAPITOLO III – LE NUOVE VULNERABILITÁ DELLA SOCIETÁ DIGITALE
3.1. Evoluzione e diffusione del fenomeno
3.2. I contenuti sintetici dell’A.I. Generativa sono deepfake? Quanto sono fake?
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA 1
INTRODUZIONE
L’intelligenza artificiale come oggi la conosciamo è arrivata ad occupare uno spazio
molto ampio nella nostra quotidianità e a svolgere dei compiti complessi in modo sempre
più autonomo, cosa che anni fa sembrava appartenere esclusivamente ai film di
fantascienza americana.
Questo ha portato tanti benefici nelle nostre vite, quanti però sono i rischi ad essa
connessi.
I benefici sono ben visibili in tutte quelle attività complesse realizzabili dall’uomo ma
con molta fatica ed enorme dispendio di tempo; si pensi, solo per fare un esempio,
all’elaborazione di grandi quantità di dati (come quello che si sta facendo all’Università
di Macerata sullo studio del diabete di tipo 1).
numerosi rischi,
A questi benefici si contrappongono però soprattutto per le libertà
costituzionalmente garantite come la libertà di manifestazione del pensiero (art. 21
Costituzione) la libertà di comunicazione (art. 15 Cost.), fino ad arrivare alle libertà
personali riconosciute a tutti i cittadini (art. 2 Cost.).
È per questo che ultimamente si parla tanto delle difficoltà del legislatore di adattare la
normativa alle nuove esigenze socioculturali, perché spesso le leggi appaiono
insufficienti e lacunose rispetto ai nuovi problemi.
legislazione Europea con il
In realtà la GDPR che regola il trattamento dei dati personali,
l’AI ACT di recente approvazione che tenta di regolare i sistemi che utilizzano
l’intelligenza artificiale ancor prima che arrivino al consumatore finale o sui mercati
(giungendo fino a vietare l’immissione sul mercato di quelli ritenuti pericolosi) e la
legislazione italiana che ha recepito quella Europea e in più offre un’ampia copertura dei
diritti dei cittadini proprio attraverso la carta costituzionale, sembrano già
in primis
fornire gli strumenti utili a contrastare quello che è uno dei tanti fenomeni di intelligenza
deep fake.
artificiale che più degli altri si sta diffondendo nel web i
Per molto tempo questi strumenti digitali sono rimasti relegati nella disponibilità delle
sole grandi imprese cinematografiche, le uniche in grado di assorbire gli enormi costi di
utilizzo.
Lo sviluppo della tecnologia informatica ha determinato una forte riduzione dei costi che
a sua volta ha permesso un allargamento considerevole della platea degli utilizzatori e
conseguentemente un’espansione esponenziale dei Deep Fake. 2
Questa espansione non è priva di rischi; al contrario incide negativamente sulla possibilità
per le persone di mantenere la propria autodeterminazione informativa e libertà
decisionale, sfociando in una vera e propria forma di violenza psicologica.
Software e applicazioni sempre di più facile utilizzo e disponibili on line a tutti, facilitano
infatti la creazione di queste foto o video falsi, con l’intento di screditare i soggetti presi
di mira, ma non solo.
La diffusione di questi “falsi” pone il tema, di non poca importanza, legato al come in
futuro (nemmeno troppo lontano) questi dati posticci potrebbero contribuire alla
creazione addirittura di “una realtà parallela artefatta” infondendo una mancanza di
fiducia nella narrazione storica (Calzolaio, s.d.)
E se fino a poco tempo fa la competizione per le notizie on line era tra editori e quelli di
siti web e nuove piattaforme, oggi la stessa si allarga alle notizie sinteticamente create
dall’Intelligenza artificiale;
delle conoscenze
“All’abbondanza si contrappone, infatti, una corrispondente copiosa
distruzione delle stesse che dissipa il patrimonio culturale generando una sorta di
cortocircuito che trasforma l’abitante della tardo-modernità in un ibrido tra un bulimico
1
dell’informazione e un moderno Sisifo della conoscenza” (Mongelli, 2019).
Gli USA per primi, attraverso l’Executive Order dello stesso Presidente, hanno ben
pensato di porre un freno a tutti quei filmati e foto creati o modificati tramite l’utilizzo
dell’AI e ricondivisi on line, quindi di tutti quei contenuti sintetici, attraverso l’obbligo
dell’indicazione (identificazione ed etichettatura) degli stessi, in modo che l’utente sia in
grado di distinguere un contenuto sintetico (generato in toto o in parte da software di
Intelligenza Artificiale) da uno reale, cosicché questo non vada a minare la cognizione
umana sulla realtà che ci circonda.
Non dimenticando da ultimo che la stessa Intelligenza artificiale può essere utilizzata per
l’individuazione di deep fake e fake news on line, o di tutti quei contenuti ritenuti
modificati, ovviamente sempre in modo più rapido ed efficace.
Il nome di Sisifo è di incerta etimologia, personaggio della mitologia greca, fondatore della
1 i Greci gli attribuirono il significato di "uomo saggio". Fonte
città di Efira (l'odierna Corinto)
Wikipedia. 3
CAPITOLO I – INTELLIGENZA ARTIFICIALE e DEEP FAKE
1.1. Dall’avvento del digitale alla diffusione dei sistemi di Intelligenza artificiale
L’enciclopedia online Treccani definisce l’Intelligenza Artificiale come
… una disciplina recente che negli anni ha fornito un importante contributo al progresso dell’intera
informatica […] che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono di
progettare sistemi hardware e sistemi di programmi software atti a fornire all’elaboratore elettronico
prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva
dell’intelligenza umana.
In realtà però l’anno ufficiale di nascita (data convenzionale) dell’Intelligenza
Artificiale è stata fatta risalire al 1956 durante un seminario tenutosi presso il Dartmouth
College nel New Hampshire (Amigoni et al., 2024) e da allora ad oggi si è evoluta in
maniera talmente esponenziale, che ciò che oggi è realmente in grado di fare, allora era
solo “un sogno”. Il tutto è stato possibile sia grazie agli enormi progressi della potenza
degli attuali computer (allora una sola stanza non bastava per poter contenere una
semplice calcolatrice), che allo sviluppo degli algoritmi.
L’intelligenza artificiale è composta dal Machine Learning, (apprendimento
automatico) cioè un insieme di algoritmi che, elaborando l’enorme quantità di dati resi
disponibili, apprendono e migliorano sempre più, un po' come succede nell’essere umano,
modificando gli algoritmi di partenza e riuscendo così a svolgere compiti settoriali, come
il riconoscere oggetti, animali ecc. Il Deep Learning (letteralmente apprendimento
profondo) è invece quel sottoinsieme del M.L. che svolge compiti più simili al cervello
reti neurali
umano utilizzando modelli di con varie unità di elaborazione, sfruttando i
progressi computazionali e tecniche di allenamento per apprendere modelli complessi
attraverso una enorme quantità di dati.
È già da tempo quindi che l’Intelligenza Artificiale, come oggi viene intesa, è entrata
nelle nostre vite trovando molti utilizzi come ad esempio i suggerimenti per gli acquisti
on line basati su quelli precedenti, gli assistenti vocali (tra cui i più noti SIRI e ALEXA)
che aiutano in casa con luci ed elettrodomestici automatizzati, con la sicurezza della casa
ecc.; o andando ancora più sul complesso come la sua applicazione per la guida autonoma
delle auto, che per ora nel nostro paese non è possibile, ma che fra qualche anno, potrebbe
entrare nella nostra quotidianità, aiutandoci a prevenire incidenti stradali, controllare i
limiti di velocità, e tanto altro ancora.
Alcuni di essi si potrebbero rivelare fondamentali nelle nostre vite come l’utilizzo
dell’A.I. nella sanità, dove grazie alla sua velocità di elaborazione, si riescono a ridurre i
4
tempi di studio delle malattie, come nei casi di tumori, infarti, diabete ecc. aiutandone la
prevenzione; in base ai sintomi dati come input è possibile stimare la probabilità che si
sviluppi una determinata malattia.
Purtroppo, però, come sta già accadendo, dell’intelligenza artificiale possono esserci
degli impieghi negativi, come nel caso delle truffe, fake news, o, come nel nostro caso i
deep fake. 1.1.1. Funzionamento Artificiale
Prima di poter iniziare a parlare del funzionamento dell’Intelligenza
dobbiamo anzitutto distingue tra quella denominata
“Debole’, con cui ci si riferisce alle macchine che si limitano ad interagire in modo
utile con l’ambiente che li circonda e che assumono comportamenti intelligenti, ma
in grado di svolgere solo un singolo compito, come ad esempio quello di riconoscere
un oggetto o un animale;
e quella denominata “Forte’, con cui ci si riferisce invece a macchine in grado di
pensare autonomamente, ovvero dotate di ‘mente’ ed ‘autocoscienza’ proprie. (Gaj,
2019) intelligenza artificiale definita
Negli ultimi anni si è poi arrivati ad una
“generativa”, in grado di generare, cioè, “cose nuove” sulla base degli input e dei dati a
sua disposizione che ha potuto elaborare e usare per “imparare”.
Uno degli esempi potrebbe essere un software avanzato di intelligenza
Midjourney,
immagini
artificiale, che ha la capacità di generare fotorealistiche inedite partendo da un
comando dell’utente (input appunto) e balzato pochi mesi fa agli onori della cronaca dopo
che alcuni utenti hanno creato immagini molto discusse, tra cui quella raffigurante il Papa
in versione rapper (Midjourney: s.d.). Questo software, come altri
cos’è e come funziona,
sulla stessa scia, è in grado di comprendere le richieste, e di tradurle in immagini con un
livello di realismo mai visto prima, grazie alla tecnologia text-to-image.
O come un tool di visual storytelling, che utiliz