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ASMA ALLERGICO
Quando le IgE si legano ai loro recettori situati sui mastociti promuovono la
degranulazione dei mastociti e quindi il rilascio di istamina.
L’istamina si lega ai recettor H1 situati sulla muscolatura liscia dei bronchi, questi
recettori sono accoppiati a proteina Gq→attivano la fosfolipasi C che produce Ip3 e DAG;
segue l’aumento del calcio intracellulare con conseguente contrazione della muscolatura
liscia dei bronchi (broncocostrizione).
L’eccessivo rilascio di istamina può portare a shock anafilattico (a livello sistemico).
L’istamina si lega a i recettori H1 accoppiati a proteina Gq situati nell’endotelio vasale;
endoteliale e l’aumento di calcio libero
questo porta ad un aumento della permeabilità
nell’endotelio produrra due efetti:
• Il calcio attiva la fosfolipasi A2 (calcio dipendente) con produzione di acido
catalizza la formazione di PGI2 a partire dell’acido
arachidonico. La COX-1
arachidonico. La PGI2 si reca a livello della muscolatura liscia dei vasi dove sono
situati i recettori IP accoppiati a proteina Gs.
• Per legame della prostglandina a livello del recettore IP viene attivato l’adenilato
ciclasi e mediante la via del cAMP si arriva alla fosforilazione, e quindi
inattivazione, della MLCK da parte della PKA→ VASODILATAZIONE
• Il calcio attiva e-Nos (Ca-dip) con produzione di NO. Questi diffonde nel muscolo
liscio dei vasi attiva la guanilato ciclasi, con conseguente aumento del cGMP.
L’aumento della concentrazione di cGMP porta all’attivazione della PKG che
fosforila ed inattiva la MLCK→VASODILATAZIONE
Questa serie di eventi portano ad un crollo pressorio
FARMACI ANTIASMATICI
Le due ppali categorie di fci antiasmatici sono i broncodilatatori e gli antiinfiammatori.
I broncodilatatori revertono il broncospasmo durante la fase immediata, mentre gli
antiinfiammatori inibiscono e/o prevengono le componenti infiammatorie di entrambe le
fasi.
Le linee guida indicano 5 stadi terapeutici per gli adulti e i bambini con asma cronico.
Una condizione molto lieve può essere controlllata con i soli broncodilatatori dalla durata
d’azione breve (stadio 1), ma se i pz richiedessero la ripetizione di tale tto per più di una
volta al giorno si deve aggingere un corticosteroide inalatorio (stadio 2). Ma se anche in
questo caso l’asma rimanesse incontrollata, il passaggio successivo sarebbe quello di
usare la broncodilatatori a lunga durata d’azione (salmeterolo o formoterolo); questo
riduce la necessità di aumentare il dossaggio dei corticosteroidi inalatori (stadio 3). Anche
la teofillina e gli antagonisti dei recettori dei leucotrieni come il montelukast possono
contenere l’uso di corticosteroidi ma i loro effetti sono meno affidabili.
Uno dei due fci può essere aggiunto alla terapia di quei pz con asma grave che rimanogono
sintomatici e/o nei quali le dosi di corticosteroidi hanno già raggiunto valori
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massimali.potrebbe essere necessario l’utilizzo di un corticosteroide orale (come il
prednisolone), se le condizioni del pz permanessero poco controllate (stadio 5).
I corticosteroidi sono la pietra miliare nella terapia dell’asma poichè sono gli unici in
grado di inibire potentemente l’attivazione delle cellule T.
• BRONCODILATATORI β2-adrenergici;
I ppali fci broncodilatatori sono gli agonisti dei recettori altri fci
che svolgono questa funzione sono la teofillina, gli antagonisti dei recettori per i
cistenil leucotrien e gli antagonisti dei recettori muscarinico.
β-adrenergici
1. Agonisti dei recettori
Il loro effetto ppale nell’asma è quelli di dilatare i bronchi per azione
β2 adrenergici della muscolatura liscia.
diretta sui recettori
Essendo antagonisti fisiologici dei broncocostrittori determinano un
rilassamento della muscolatura bronchiale indipendentemente da quale sia
lo spasmogeno responsabile.
Questi fci inibiscono anche il rilascio di mediatori dai mastociti e di TNF-
α dai monocit, e promuovono la clareance del muco incrementando la
motilità delle ciglia. β2-adrenergici
Gli agonisti dei recettori vengono solitamente somm per
inalazione di aerosol, polveri o soluzioni nebulizzate.
Nell’asma vengono utilizzate due categorie di agonisti dei recettori β2:
▪ Agenti ad attività breve: salbutamolo e terbutalina.vengono somm
per inalazione “al bisogno”, per controllare i sintomi
▪ Agenti ad azione più prolungata: almeterolo e il formaterolo.
Vengono somm per inalazione e la durata d’azione è di 8-12 ore.
Vengono somm regolarmente due volte al giorno, come terapia
aggiuntativa nei pz con asma che non viene adeguatamente
controllata dai glucocorticodidi.
Il loro mecc d’azione consiste nel:
β2 situati nella muscolatura liscia dei bronchi che sono
a. Stimolare i recettori
accoppiati a proteina Gs. La stimolazione induce l’attivazione dell’adenilato
ciclasi con consguente aumento del cAMP.
Questi va ad attivare la PKA che fosforila la MLCK rendendola
inattiva→broncodilatazione
β2 situati alla superficie dei mastociti accoppiati a proteina
b. Stimolare i recettori
Gs; mediante la via del cAMP viena attivata la pka che interferisce con la struttura
del citoscheletro dei mastociti, andando, così, ad inibire il rilascio di istamina.
β2 adrenergici derivano dal loro assorbimento
Gli effeti indesiderati degli agonisti
sistemico. Nel contesto dell’asma, l’effetto avverso più comune è il tremore, mentre
altri effetti indesiderati sono: tachicardia e aritmie cardiache (se non sono molto
selettivi e agiscono anche a livello dei recettori β1 situati nel muscolo cardiaco) e
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iperglicemia (la stimolazione dei recettori in questione a livello del fegato induce la
glicogenolisi).
β-bloccanti
NB: i aumentano la probabilità di broncocostrizione nei pz asmatici
2. Antagonisti dei recettori muscarinici
Gli antagonisti muscarinici vengono utilizzati solo nel momento in cui il
problema sia ssociato alla liberazione di Ach. Il ppale composto utilizzato
come broncodilatatore apparente a questa classe è l’ipratropio.
che ha una maggiore durata d’azione ed è
È disponibile anche il tiotropio,
impiegato nel tto di mto della BPCO.
L’ipratropio raramente nel tto dell’asma (l’inibizione della
viene usato
clerance mucociliare è infatti minore rispetto agli altri antimuscarinici),
ma può essere utile nel tto della tosse attivata da stimoli irritanti in pz
asmatici. L’ipratropio è un derivato quaternatio di N-isopropilatropina.
Non è selettivo per particolari sottotipi di recettori muscarinici ed è
possibile che il suo effetto di blocco sugli autorecettori M2 delle fibre
aumenti il rilascio di Ach e che questo riduca l’efficacia della sua azione
come Antagonista dei recettori M3 sul muscolo liscio.
Non è particolarmente efficace contro lo stimolo allergenico, ma
impedisce l’aumento di secrezione di muco tipica dell’asma e aumenta la
clerance muco ciliare della secrezione bronchiale.
tardiva di tipo infiammatorio dell’asma.
Non ha effetto sulla fase
L’ipratropio viene somm per via inalatoria da aerosol; ha pocchi effetti
collaterali ed è, in genere, sicuro e ben tollerato.
Tuttavia gli effetti indesiderati che possono essere riscontrato saranno:
secchezza delle fauci, offuscamento della visione, costipazione, ritenzione
urinaria, ipertermia per diminuzione della sudorazione. Può essere
β2-adrenergico.
utilizzato in associazione con gli agonisti del recettore
Il m.a comprende l’inibizione dei recettori M3 a livello della muscolatura
liscia bronchiale, i quali sono accoppiati a proteina Gq; la loro inibizione
porta all’inattivazione della via dell’IP3 che porta alla diminuzione del
calcio intrecellulare e, quindi, al rilasciamento della muscolatura liscia
bronchiale (broncodilatazione).
Tuttavia, come sappiamo, la ridotta attività muco ciliare che ne consegue
porta ad una diminuzione della clearance e quindi ad un accumulo del
muco a livello dei bronchi.
Ciò rappresenta ovviamente uno svantaggio fondamentale.
3. Xantine
La teofillina, che viene utilizzata anche nella forma di teofillina
etilendiammina (nota con il nome di aminofillina), è il ppale fco di questa
classe ed è utilizzata da molto tempo come broncodilatatore.
Il meccansimo della teofillina non è tutt’oggi chiaro. L’effetto di
rilasciamento del muscolo liscio è stato attribuito all’inibizione degli
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isoenzimi della fosfodiesterasi (PDE) da cui deriva un aumento di cAMP
o cGMP.
Di seguito, allora, avremo l’attivazione della pka che fosforila e inattiva la
MLCK con conseguente rilassamento della muscolatura liscia dei bronchi
(broncodilatazione). Questi fci sono anche antagonisti competitivi dei
recettori adenosinici A1 e A2, e questo potrebbe contribuire agli effetti dei
fci xantinici, ma l’enprofilina, potente inibitore di PDE non è un
antagonista adenosinico e possiede una potente attività broncodilatatrice.
Le PDE di tipo IV nella funzionalità delle cellule infiammatorie, per cui
le metilxantine possono avere effetti antiinfiammatori (il roflumilast è un
inibitore delle PDE di tipo IV). La teofillina attiva la deacetilasi degli
istoni (HDAC) e può quindi revertire la resistenza agli effetti
antiinfaimmatori dei corticosteroidi. Le metilxantine stimola il SNC e la
stimolazione respiratoria può avere effetti benefici nei pz con BPCO e
ridotta capacità respiratoria evidenziata dalla tendenza a trattenere CO .
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nell’asma le sue altre azioni (nel SNC,
Quando si utilizza la teofillina CV,
GI e diuretica) portano ad effetti collaterali indesiderati (insonnia e
nervosismo). La finestra terapeutica di questo pa è relativamente ridotta.
L’effetto CV più grave è l’aritmia (in particolare durante la somm di
endovenosa di aminofillina), che può rivelaris fatale e che nasce
dall’inibizione delle PDE a livello cardiaco; quest’azione prota ad un
aumento del cAMP, seguito da attivazione della PKA, fosforilazione dei
e aumento del calcio libero. L’effetto finale sarà
canali del calcio volt-dip
un aumento della fz.
Le crisi convulsive si possono manifestare con dosaggi uguali o di poco
superiori a quelli del limite superiore dell’intervallo terapeutci, equesto
può risultare letale nei pz con ridotta capacità respiratoria a causa di
un’asma grave. Il monotoraggio della concentrazione di teofilina nel
plasma è utile per ottimizzare la dose. La teofillina viene somm per via
orale