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Settori lavorativi a rischio
- veterinario
- allevamento
- laboratori animali
- agricoltura
- industria farmaceutica
- industria alimentare
- lavorazione del legno
- fornai
Agenti asmogeni a basso peso molecolare
- Ag. sterilizzanti: cloramina, esaclorofene
- Amine e Anidridi
- Farmaci: ac. isonicotinico, alfa metil-dopa, penicilline, cefalosporine, tetracicline, formaldeide, cimetidina, insetticidi organofosforici.
- Isocianati: TDI, MDI, HDI.
- Metalli: cobalto, cromo, nichel, platino, stirene
Settori lavorativi a rischio
- Industria farmaceutica e settore ospedaliero
- Disinfezione
- Industria della gomma, delle materie plastiche
- Industria chimica e tessile
- Lavorazione dei metalli
PATOGENESIL: l'agente asmogeno può agire direttamente o attraverso l'azione di metaboliti o intermedi reattivi oppure dalla coniugazione aptenica dell'agente o dei suoi metaboliti con molecole dell'organismo ospite. Nella
La patogenesi dell'asma è influenzata da fattori genetici e ambientali. L'atopia è il fattore di rischio più importante per lo sviluppo dell'asma, con gli alleli HLA di classe II sul cromosoma 6p che giocano un ruolo significativo. L'atopia si riferisce alla produzione anomala di IgE in risposta all'esposizione ad allergeni ambientali. Questo si manifesta con l'infiammazione della mucosa delle vie aeree.
La risposta infiammatoria coinvolge l'ingresso dell'antigene nell'organismo, la sua parziale degradazione nelle cellule presentanti l'antigene (APC) e la sua espressione su queste cellule. Infine, avviene l'interazione con il recettore dell'antigene presente sui linfociti T CD4 helper e la produzione di citochine che innescano e mantengono l'infiammazione della mucosa bronchiale.
Nei soggetti allergici, i linfociti B rispondono allo stimolo antigenico producendo IgE. L'allergene si lega alle molecole di IgE, inducendo l'attivazione dei mastociti che sono responsabili della produzione di istamina e triptasi.
Evidenziata una forte correlazione positiva tra i livelli sierici di IgE e la probabilità di sviluppare forme atopiche e non atopiche di asma.
- Gli ag.asmogeni professionali ad alto peso molecolare agiscono come Ag.completi cross-reagendo direttamente con le IgE.
- Gli ag.asmogeni a basso peso molecolare devono prima reagire con proteine autologhe o eterologhe per produrre un Ag. completo.
CLINICA
Le manifestazioni cliniche possono insorgere dopo periodi di benessere, completo o relativo, in occasioni di esposizioni scatenanti. Le crisi di asma si presentano con la stessa sintomatologia dell'asma non occupazionale (dispnea espiratoria, sibilante, tosse secca all'inizio e eventualmente produttiva al momento della risoluzione della crisi).
CLINICA
In base all'insorgenza della sintomatologia:
- ASMA IMMEDIATA: entro 10-15 min dall'esposizione
- ASMA RITARDATA: dopo più di una ora.
- ASMA DUALE O BIFASICA: crisi immediata che si risolve, seguita da una seconda
crisiritardata.- ASMA PROGRESSIVA: il sogg. va incontrolentamente al broncospasmo.
RELAZIONE TRAFEV1 E TEMPO DIESPOSIZIONENELLE DIVERSEFORME CLINICHEDI ASMA
In base alla comparsa della prima crisi asmaticadistinguiamo:
- ASMA CON PERIODO DI LATENZA:
Comprende tutti i tipi di asma immunologico.Può essere:
Ig E mediata (dovuta a composti ad alto pesomolecolare -derivati animali e vegetali, enzimi eproteine- e ad alcuni a basso peso molecolare–anidridi acidi, sali di platino.
Es. Asma dei panettierinon Ig E mediata ( per lo più dovuta a compostichimici a basso peso molecolare).
Es. Asma da isocianati
- ASMA SENZA PERIODO DI LATENZA:
• Sindrome disfunzionale reattiva delle vie aeree(RADS).
• È dovuta a esposizione accidentale o comunquead alte concentrazioni ambientali di sostanze ingrado di determinare asma con un meccanismodi tipo irritativo e non immunologico.
• È caratterizzata da ipereattività bronchialeaspecifica.
• La sintomatologia
compare entro 24 ore dall'esposizione acuta e persiste per almeno tre mesi. VALUTAZIONE CLINICA - Anamnesi lavorativa (presenza di agenti asmogeni noti e di sostanze irritanti). - Test di arresto e ripresa: remissione dei sintomi respiratori nei periodi di allontanamento dal lavoro. - Asma duale o bifasica: prevede una reazione ritardata al di fuori del turno di lavoro. Può ritardare la diagnosi di asma professionale. Anamnesi Lavorativa - Valutazione del ciclo produttivo con particolare attenzione alle sostanze utilizzate. - Determinazione della dose cumulativa di sostanza inalata (concentrazione ambientale x durata di esposizione). - Uso di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) e sistemi di aspirazione localizzata. - Microclima. - Presenza di sintomatologia asmatica tra i lavoratori adibiti alla stessa mansione. Test di arresto-ripresa - Progressivo deterioramento del PEF (Peak Expiratory Flow) durante tre settimane di attività lavorativa consecutive e successivo miglioramento dopo l'allontanamento dal lavoro. Test epicutanei - Prick test. - Permettono diindividuare soggetti atopici già allergici. La positività ad alcuni allergeni può essere correlata ad asma immunologicamente mediato. - Analisi immunologica Dosaggio delle immunoglobuline totali specifiche verso allergeni professionali. VALUTAZIONE FUNZIONALE - Esame spirometrico: valutazione della curva flusso-volume, del PEF e del FEV1 (prima e dopo il turno lavorativo) Una riduzione del FEV1 superiore al 20% rispetto al valore teorico è indicativa di una limitazione significativa del flusso espiratorio. - Monitoraggio del PEF e del FEV1 Si effettua mediante spirometri portatili. Il monitoraggio avviene per due settimane lavorative consecutive. 5 registrazioni durante la giornata lavorativa e non lavorativa: al risveglio, a metà mattina, nel pomeriggio, dopo il lavoro e prima di coricarsi. Permette di correlare le eventuali variazioni del PEF e del FEV1 con l'esposizione alla sostanza asmogena. VARIAZIONE DEL FEV1 DOPO ESPOSIZIONE LAVORATIVA A AG. ASMOGENI - Test distimolazione bronchiale aspecifica (con metacolina)
Valuta l'ipereattività bronchiale.
Inalazione di dosi crescenti di metacolina intervallate da esame spirometrico (curva dose-risposta).
Il test è considerato positivo se è presente una riduzione del FEV1 maggiore del 20%.
Un test negativo non esclude la diagnosi di asma professionale soprattutto se il lavoratore è stato da tempo allontanato dal lavoro.
- Test di stimolazione bronchiale specifica.
Permette la diagnosi eziologica.
• Consiste nel far inalare al soggetto dosi crescenti dell'agente occupazionale ritenuto responsabile di asma (il livello di esposizione deve essere tenuto comunque al di sotto del TLV).
• Può dare risultati falsamente negativi se il soggetto è stato esposto all'agente sbagliato, se è stato troppo a lungo lontano dal luogo di lavoro o quando i livelli di esposizione sono troppo bassi.
SORVEGLIANZA DELL'ESPOSIZIONE
- MONITORAGGIO AMBIENTALE
Mediante
L'asma può manifestarsi in diversi contesti:
- Nei soggetti atopici e fumatori.
- Nei lavoratori che hanno sviluppato asma occupazionale.
- Nei soggetti con rinite allergica, che può essere considerata un marker della probabilità di sviluppare asma professionale.
I lavoratori atopici non devono essere esposti a sostanze capaci di determinare asma con meccanismo immunologico.
I soggetti che hanno già manifestato asma professionale devono essere allontanati dall'esposizione a rischio, tenendo conto che la dose di sostanza asmogena in grado di scatenare una crisi di asma è nettamente inferiore alla dose sensibilizzante.
La prognosi dell'asma è tanto più favorevole quanto più precoce è la diagnosi e l'allontanamento del lavoratore dall'esposizione. Questo fa sì che le modificazioni funzionali dell'asma acuto non siano complicate dall'insorgenza di alterazioni morfologiche tipiche dell'asma cronico.
Casi clinici:
- Asma dei panettieri: è un'asma con periodo di