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ARTETERAPIA ORIENTAMENTI METODOLOGICI
Principi di intervento nei laboratori di AT per lo sviluppo
personale
I principi di intervento nei laboratori di AT sono stati descritti da numeri
teorici. Tuttavia, dal punto di vista della crescita e benessere personale quelli
considerati più importanti si relazionano con il concetto di ozio positivo dato
che non tutte le pratiche di laboratorio di ozio possono essere considerate
come potenziatori personali.
Secondo Dumazedier (sociologo francese e teorico più rilevante nel tema
della ricreazione) l’ozio dovrebbe contenere, in senso positivo o negativo,
riposo e/o divertimento e sviluppo. Se non ha nessuna di queste
caratteristiche sarà ozio negativo, se ha una di esse o entrambe sarà ozio
positivo.
I laboratori di AT per lo sviluppo personale si considerano Ozio
positivo. Presenta almeno una delle seguenti caratteristiche in
contrapposizione all’Ozio negativo, il quale non ne presenta nessuna:
• Sviluppo personale: cioè, aumento delle conoscenze, atteggiamenti e
attitudini della persona nei suoi diversi ambiti: psicologico, corporale,
intellettuale o relazionale.
• Divertimento: si riferisce alla distrazione o evasione come risultato di una
soddisfazione psicologica personale.
• Riposo o recupero fisico o psichico della persona per lo sforzo causato dai
suoi obblighi.
Da questa prospettiva di ozio positivo, i principi più importanti nei
laboratori di AT per lo sviluppo personale sono:
Principio di Evasione o Divertimento, che è considerato come il più
importante nei laboratori di AT per lo sviluppo personale. Quando si
partecipa a un laboratorio di AT bisogna essere capaci di dimenticarsi di ciò
che ci circonda, di astrarci dal mondo reale per introdurci nel mondo del ! 6
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laboratorio. Il laboratorio condurrà al piacere dello scaricarsi e liberarsi dalle
tensioni.
Tenendo in considerazione questo principio, il gioco deve essere un
ingrediente indispensabile nei laboratori di AT per adulti. Con i bambini,
arte e gioco sono tuttavia parte di una stessa attività essendo più difficile la
differenziazione teorica tra attività artistiche e attività ludiche.
COME SI ARRIVA ALLA ROTTURA ADULTA TRA
CREAZIONE ARTISTICA E GIOCO?
Risulta ovvio commentare che l’atteggiamento di un bambino di fronte alla
creazione artistica è molto diverso da quella di un adulto. Così, per un
bambino l’attività artistica è un gioco in più che intercala tra altre attività e
pertanto qualsiasi tipo di espressione artistica: plastica, musicale, corporale,
ecc. è quindi una delle attività più gratificanti durante l’infanzia poichè non
è diversa dal gioco.
Nella mente dell’adulto, invece, la creazione artistica si basa su
convenzionalismi culturali e commerciali ed è quindi subordinata al risultato
finale, rimanendo totalmente dissociata dalla connessione che l’infante
stabilisce tra arte e gioco.
Così, dalla prospettiva dell’adulto, arte e gioco sono due entità differenti
anche se nel bambino fanno parte di una stessa manifestazione.
Come si arriva a questa rottura? Perché i bambini smettono di
disegnare?
Se tutti i bambini provano piacere nel disegnare, tuttavia, sono moltissimi
gli adulti che non disegnano e che dicono di non saper disegnare; è chiaro
quindi che prima o poi succede qualcosa che spinge all’abbandono
dell’espressione plastica. Cosa può succedere? L’unica conclusione a
riguardo è che si tratti di un fenomeno complesso.
Dalle spiegazioni socio educative sarà la propria esperienza del bambino ad
indicare se il disegno non viene più ritenuto interessante una volta raggiunta
l’età scolare e così, un’attività che piaceva tanto e che si praticava con
frequenza inizia ad essere sottovalutata al punto da non svilupparsi più. La ! 7
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mancanza di pratica fa sì che le produzioni siano “povere” come quando si è
piccoli e, quindi, si spinge il bambino a credere che non sia stato bravo
abbastanza per disegnare e abbandona la pratica.
Secondo le teorie psicologiche, l’auge creativo dei primi anni può essere
spiegato facilmente dalle caratteristiche cognitive dell’infanzia.
L’età compresa tra i 2 e 5 anni è segnata da quella che si chiama
“rivoluzione della conoscenza” nella quale il bambino inizia a conoscere,
studiare e dominare i simboli della propria cultura, e impara a combinarli
liberamente per comunicare con il mondo. È la tappa in cui il bambino
impara a parlare, a disegnare, a usare il gioco simbolico, cioè, a usare i
linguaggi che ha a sua disposizione.
Questo auge creativo è seguito nella maggior parte dei casi da un
progressivo declino, il cui inizio coincide con la frequentazione della scuola
e che finirà dando come risultato una scissione assoluta tra manifestazione
artistica e manifestazione ludica.
Viene segnalato come i bambini, poco dopo il loro ingresso a scuola, inizino
a perdere interesse per le attività artistiche e i loro disegni piano piano
perdano l’originalità iniziale lasciando posto alla ricerca sempre maggiore di
un realismo retto dalle pretese di essere fedeli ai criteri estetici della società.
Questa tappa si definisce come “tappa letterale”, a causa della letteralità che
a partire da questo momento i bambini conferiscono alle loro opere e che,
secondo loro, corrisponde a un momento necessario dello sviluppo in cui
iniziano a prendere una maggiore coscienza degli standard della loro cultura
e dell’importanza di seguire quei modelli.
Questa tappa letterale è, per alcuni teorici, un processo normale evolutivo
mentre per altri è il risultato del sistema educativo attuale che, lungi dal
potenziare la creatività, ciò che causa è un declino di questa. Infatti ciò che
rende i bambini creativi permettendogli di associare la creazione artistica al
gioco, è la capacità dell’adulto nell’educarli a non aver paura di sbagliare;
sono quindi gli adulti del loro ambiente coloro che insegnano che nella
nostra società la manifestazione artistica è qualcosa riservato solamente a
pochi eletti, così come che la manifestazione ludica è qualcosa
esclusivamente riservato ai bambini. ! 8
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Principio dell’Universalità. I laboratori di AT per lo sviluppo personale
possono essere offerti a tutti tipi di pubblico senza concentrarsi
esclusivamente su una determinata fascia di età o gruppo e senza
condizionamenti artistici per gli utenti.
Principio di Contestualizzazione. Questo principio suppone la vicinanza
sia dei procedimenti che dei contenuti alle caratteristiche contestuali dei
partecipanti.
Il principio di contestualizzazione è il risultato della generalizzazione del
Principio di Individualità, cioè, la necessità di pianificare i laboratori di
AT in relazione alle capacità, attitudini e interessi dei partecipanti.
Principio di Socializzazione. Approfittare dei laboratori di AT per
fomentare lo sviluppo e la realizzazione di attività che incidano su valori
cittadini e di progresso: tolleranza, solidarietà, rispetto dell’ambiente, ecc.
Principio di Creatività. La creatività nei laboratori di AT è sia il mezzo sia
il fine, per cui questo principio si riferisce sia a fomentare le attitudini
creative di tutti partecipanti sia a far entrare nell’attività le diverse proposte
estetiche. Questo principio spiega perché i laboratori di AT non siano
subordinati a determinate attività.
Principio di Intervento di Gruppo. Si tratta di un principio essenziale
all’interno della metodologia dei laboratori di AT per lo sviluppo personale
e l’intervento socio educativo. Questo principio, tuttavia, non elimina le
attività individuali dei partecipanti.
Principio di Partecipazione. I laboratori di AT implicano partecipazione,
che non è solamente la semplice assistenza, e quindi richiedono che siano
pianificati per generare atteggiamenti dinamici e attivi, creando le
condizioni personali e collettive che stimolino la partecipazione e la
creazione. ! 9
ARTETERAPIA ORIENTAMENTI METODOLOGICI
La partecipazione ai laboratori di AT deve essere graduale, in un processo
che oscilla da una partecipazione ricettiva fino a una partecipazione attiva,
che presuppone ottenere una maggiore motivazione intrinseca nei
partecipanti e quindi maggiore accettazione e soddisfazione personale.
In generale, i diversi livelli di partecipazione sono:
1. Informazione
Corrisponde al primo grado di partecipazione e coincide con
l’informazione previa che si
deve offrire in merito ai propositi del laboratorio e alle sue
caratteristiche.
2. Analisi
Le proposte dell’istruttore devono essere realizzate in funzione agli
interessi, alle necessità, ai gusti, alle
conoscenze previe, ecc.
3. Valutazione
Il gruppo, posteriormente all’analisi,
si manifesta valutando in modo critico
le proposte. A partire da questo
momento la partecipazione smette di
essere ricettiva per iniziare un livello di
partecipazione attiva nel quale si
apportano idee e opinioni.
4. Iniziativa
Si propongono azioni e si apportano idee concrete per migliorare e/o
adattare le proposte iniziali agli interessi o idiosincrasia dei
partecipanti.
5. Impegno
Si tratta del livello più avanzato di partecipazione, dove si assumono
impegni concreti per involucrarsi nello sviluppo del progetto. ! 10
ARTETERAPIA ORIENTAMENTI METODOLOGICI
Pianificazione dei laboratori di AT per lo sviluppo personale
Pianificare significa “pensare adesso a ciò che si farà dopo”, prevedere
l’organizzazione dei diversi mezzi e risorse necessarie per realizzare i nostri
obiettivi e anticiparsi alle diverse circostanze che possono presentarsi.
Gli interventi professionali di AT per lo sviluppo personale sono
caratterizzati da una pianificazione, cioè una riflessione precedente alla
messa in pratica del laboratorio che determini quello che si vuole
raggiungere con il laboratorio, che strutturi le attività che si realizzeranno e
che controlli i risultati dell’intervento.
Pianificare è l’azione che consiste nell’utilizzare un insieme di procedimenti
attraverso i quali si introduce una maggiore razionalizzazione e
organizzazione in un insieme di attività e azioni articolate tra di loro che,
previste in anticipo, hanno il proposito