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(LPF).
Nel contesto della corsa, è fondamentale analizzare dettagliatamente la LSP e la LSF, in
particolare per quanto riguarda il loro coinvolgimento nei movimenti di flesso-estensione. È
importante, tuttavia, non trascurare il ruolo significativo delle altre linee miofasciali, che
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contribuiscono anch'esse in modo essenziale alla dinamica complessiva del movimento.
1.6.3.2 La Linea Superficiale Posteriore
La Linea Superficiale Posteriore (LSP) è un concetto anatomico che descrive un sistema di
miofascia che supporta e protegge la parte posteriore del corpo umano. Si estende dal fondo
del piede alla testa, passando per le ginocchia e la fronte. In posizione eretta, la LSP funziona
come una linea continua che sostiene il corpo, prevenendo una postura eccessivamente
curvata e limitando la flessione in avanti, mantenendo così il corpo eretto.
Questo richiede un equilibrio tra contrazione e rilascio muscolare e la presenza di fibre
muscolari resistenti. Particolari strutture come il tendine d'Achille, i tendini posteriori della
coscia, il legamento sacrotuberoso e altri contribuiscono a questa funzione.
In termini di movimento, la LSP favorisce l'estensione e l'ipertensione, con l'eccezione
della flessione delle ginocchia. La LSP è fondamentale per la postura e il movimento sul
piano sagittale, e uno squilibrio tra le due LSP (una a destra e una a sinistra) può apportare
compensazioni posturali come la limitazione della dorsiflessione della caviglia,
l'iperestensione del ginocchio, l'accorciamento degli ischiocrurali, e problemi nella colonna
vertebrale.
1.6.3.3 La Linea Superficiale Posteriore nel dettaglio
Myers descrive la LSP partendo dal basso (fig. 1.7), la descrizione non cambierebbe
partendo dall'alto. Le fasce, i muscoli della parte inferiore del piede, inclusa la fascia plantare,
i tendini e i flessori brevi delle dita, si uniscono in un'aponeurosi che passa davanti al
calcagno, formando una sorta di corda d'arco che sostiene l'arco plantare longitudinale.
Le fasce continuano oltre il calcagno, estendendosi attraverso il periostio, una membrana
che riveste l'osso. La fascia plantare è in continuità con tutto ciò che è attaccato al periostio.
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Seguendo il periostio intorno al calcagno si giunge al tendine d'Achille, che è sostenuto da tre
strutture miofasciali: il muscolo soleo, il gastrocnemio e il piccolo plantare.
Il calcagno è un componente chiave della "biotensegrità" del piede, fungendo da supporto a
compressione che mantiene l'equilibrio e il tono appropriato dei tessuti molli che si estendono
dal ginocchio alle dita dei piedi. Il calcagno ha un'azione di leva rispetto ai muscoli che
stabilizzano l'articolazione della caviglia.
Esaminando l'anatomia muscolare dalla regione del ginocchio fino all'anca, osserviamo che
la struttura miofasciale continua lungo i muscoli ischiocrurali, estendendosi fino alla parte
posteriore dell'osso ischiatico.
La funzionalità distinta dei muscoli ischiocrurali mediali e laterali è meno conosciuta. I
primi contribuiscono alla rotazione interna della tibia quando il ginocchio è piegato, mentre il
secondo è responsabile della rotazione esterna. Questa capacità di funzionare separatamente è
cruciale in attività sportive come la danza jazz, lo sci, il calcio e il rugby, dove il movimento
dell'anca e la pressione sul ginocchio sono variabili. Tuttavia, durante la corsa, dove avviene
principalmente la flessione e l'estensione, tale separazione non è necessaria, poiché questi
meccanismi funzionano insieme.
Proseguendo dall'anca all'osso sacro, si incontra una sfida nel seguire i meridiani
miofasciali, dato che nessun muscolo si attacca direttamente alla tuberosità ischiatica. Il
gluteo maggiore copre l'inserimento degli ischiocrurali ma appartiene a un diverso strato
fasciale. Seguire altri muscoli come il quadrato femorale cambierebbe radicalmente la
direzione, rompendo le regole dei Meridiani Miofasciali. Tuttavia, considerando la fascia, si
nota che il legamento sacrotuberoso forma quasi una continuazione degli ischiocrurali,
salendo dalla tuberosità ischiatica e attraversando il confine laterale del sacro (Myers, 2006).
I muscoli erettori della colonna (che si estendono dal sacro all'occipite) interagiscono con
altre strutture muscolari e fasciali per supportare e mobilizzare la colonna vertebrale. Secondo
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Myers i muscoli suboccipitali, giocano un ruolo cruciale nell'orientamento e nel movimento
della testa, influenzando così la postura dell'intera colonna vertebrale. Questi muscoli sono
collegati non solo al movimento fisico ma anche alla percezione sensoriale. Partendo
dall'occipite, la LSP si estende verso l'alto passando sopra l'occipite e raggruppandosi nella
galea aponeurotica, o fascia dello scalpo. Questa area comprende i muscoli occipitali e
frontali, che sono orientati nella stessa direzione della LSP. La linea termina con una forte
inserzione sul sopracciglio o bordo sopra-orbitale, sull'osso frontale, vicino alla cavità
orbitale. Fig. 1.7 Binari e stazioni della Linea Superficiale Posteriore. Myers 2006
Tabella 1.1 Binari e stazioni della Linea Superficiale Posteriore. Myers 2006
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1.6.3.4 La linea superficiale frontale (LSF)
A questo punto è necessario descrivere la linea superficiale frontale (Fig. 1.08) in quanto si
collega alla linea superficiale posteriore (Fig. 1.09) come vedremo in seguito nella
descrizione.
La Linea Superficiale Frontale (LSF), che collega la parte anteriore del corpo, si estende
dai piedi al cranio. La sua funzione principale è bilanciare la Linea Superficiale Posteriore
(LSP), supportando parti del corpo che superano la linea di gravità come il pube, la gabbia
toracica e il viso. La LSF è fondamentale nella postura, specialmente nell'estensione delle
ginocchia, e protegge gli organi interni dell'addome. Nella meccanica del movimento, la LSF
è coinvolta nella flessione del tronco e delle anche, nell'estensione delle ginocchia e nella
dorsiflessione dei piedi. I muscoli della LSF contengono una maggiore proporzione di fibre
muscolari a contrazione veloce, consentendo movimenti rapidi e potenti. Questa linea lavora
in contrasto con la LSP, che è più orientata alla durata e resistenza.
La Linea Superficiale Frontale (LSF) è costituita da tendini che iniziano dai piedi e si
estendono lungo la gamba. Include il peroneo sulla parte laterale e il tendine del muscolo
tibiale anteriore sulla parte mediale. La LSF influisce sui movimenti sul piano sagittale e
problemi in essa possono causare limitazioni nella flessione delle caviglie, estensione e altri
problemi posturali.
Proseguendo nella parte inferiore anteriore della gamba, la LSF passa sotto il retinacolo
degli estensori, un ispessimento fasciale vitale per mantenere i tendini in posizione. Questo
percorso include guaine tendinee lubrificanti per facilitare il movimento dei tendini. La LSF
avvolge i muscoli del compartimento anteriore della gamba e prosegue verso la coscia,
interagendo con la rotula e i quadricipiti. Il tibiale anteriore, il muscolo principale del
compartimento anteriore, contribuisce alla dorsiflessione e si oppone alla flessione plantare.
Infine, il retto femorale, si estende verso l'alto fino al bacino, mostrando una connessione
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fasciale addizionale con la spina iliaca antero-superiore in alcuni individui.
Nella parte superiore della tibia vi troviamo percorsi muscolari alternativi. Uno di questi
segue il bordo del tratto iliotibiale, conducendo lateralmente lungo la coscia fino alla spina
iliaca anteriore superiore (SIAS), formando una connessione meccanica con l'obliquo interno.
In modo simile, il muscolo sartorio si estende dalla tibia alla SIAS, relazionandosi all'obliquo
esterno. Queste traiettorie consentono diversi movimenti attraverso l'addome fino alle costole,
enfatizzando un collegamento diretto e verticale lungo la parte anteriore del corpo.
Nella parte più alta il retto femorale incontra un limite, dato che non vi sono strutture
muscolari o fasciali che proseguono verso l'alto da questo punto. Possiamo considerare la
relazione tra il retto addominale e il pube, che, nonostante non sia una connessione
miofasciale diretta, presenta un collegamento meccanico attraverso l'osso dell'anca. Il
Meridiano Miofasciale del retto femorale funziona come un unico binario per movimenti sul
piano sagittale, ma non in movimenti che coinvolgono rotazioni dell'anca o del tronco, pur
mantenendo una continuità in termini di postura e movimenti sagittali.
Salendo dalla sinfisi pubica incontriamo il retto addominale. È fondamentale considerare i
tre strati che compongono il retto addominale: l'aponeurosi fasciale anteriore, il muscolo
stesso e lo strato fasciale posteriore. Questi strati sono interconnessi e contribuiscono in modo
significativo alla funzione addominale complessiva. Il tono di questi strati può fornire
indicazioni sullo stato di salute del muscolo. Il retto addominale si estende fino alla quinta
costola, svolgendo un ruolo cruciale nella stabilità corporea e nella mobilità toracica,
particolarmente rilevante per la respirazione. La comprensione approfondita di queste
strutture è essenziale per valutare e migliorare la funzionalità addominale (Myers, 2006).
Per procedere dall'area della quinta costola, si può continuare attraverso il muscolo
sternale, o attraverso la fascia ad esso associata. Questo include la fascia sternale che si
estende sopra lo sterno, insieme alla fascia pettorale che si estende fino alle articolazioni
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sternocondrali lungo il bordo laterale dello sterno. Vi è un collegamento importante del
muscolo retto con la quinta costola (Linee Frontali delle Braccia). Qui, la fascia del retto
rappresenta un punto di transizione, dove tensioni o stiramenti possono propagarsi lungo
diverse linee in base al movimento, alla postura e alle necessità fisiche (Myers, 2006).
Partendo dall'area tra e sotto i bordi dei grandi pettorali, il percorso si estende verso l'alto
fino alla parte anteriore dello sterno.
Per continuare la LSF, bisogna esaminare il muscolo che si attacca sopra lo sterno, ovvero
lo sternocleidomastoideo (SCM). Lo SCM è un punto cruciale per il percorso della LSF,
portandola lateralmente e posteriormente verso il cranio.
La LSF influenza la flessione del tronco e l'iperestensione della parte alta del collo. Anche
la posizione dello scalpo è influenzata dalla LSF, in particolare nei movimenti dell'asterion, il
punto dove si incontrano occipite, parietale e temporale. In questa zona, la fascia dello SCM
si fonde con quella dello scalpo (Myers, 2006).
La LSF e la LSP sono due linee che attraversano rispettivamente la parte frontale e
posteriore de