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LE AZIONI SOCIALI

●​ la sociologia è una scienza che cerca di comprendere attraverso un processo

interpretativo l’agire sociale, individuandone le cause.

●​ Le cause consistono nell’agire umano in quanto dotato di senso.

●​ Compito dello scienziato sociale è individuare il significato che le singole persone e i

gruppi danno alla propria azione, immedesimandosi in esse per comprenderlo. Egli

cerca anche di capire quali sono le condizioni che danno origine a certi

comportamenti e certi eventi, estrapolando dalle vicende del presente e del passato

dei tipi ideali.

●​ Il tipo ideale (idealtipo) è un modello interpretativo che deriva da generalizzazioni

tratte dai casi concreti, ma funziona esso stesso da modello di riferimento per

interpretare e confrontare le azioni degli uomini in numerosi casi ed eventi.

●​ Le azioni possono essere suddivise secondo tipi ideali di agire.

●​ Le persone e i gruppi agiscono razionalmente in vista dei loro scopi. Weber classifica

le azioni sociali in 4 specifiche tipologie in base agli scopi:

1.​ AZIONI STRUMENTALI→ sono quelle che il soggetto decide di compiere in

vista di un determinato scopo pratico, valutando razionalmente quali siano i

mezzi più idonei a conseguirlo (es.: costruire un edificio o edificare una città);

2.​ AZIONI MORALI→ sono quelle che un soggetto compie guidato da un

principio etico oppure da un valore (es.: lottare per la libertà o per i cristiani

del Medioevo “liberare la Terra Santa”);

3.​ AZIONI TRADIZIONALI→ sono quelle che riflettono abitudini consolidate o

regole sociali seguite in automatico, routinario; esse sono acquisite all’interno

del proprio gruppo culturale (es.: le formule con cui ci si saluta, ma anche

gesti rituali come farsi il segno della croce);

Gli scopi possono avere anche una natura meno razionale, come voler

esprimere un sentimento:

4.​ AZIONI AFFETTIVE→ sono quelle che nascono da semplici bisogni emotivi

del soggetto (es.: quando si è presi dall’ira).

●​ Quindi oggetto della sociologia, secondo Weber, sono le azioni sociali, cioè quei

comportamenti individuali che hanno un significato sociale, nel senso che sono

influenzati dalla presenza di altri individui o da ciò che il soggetto agente si aspetta

da loro. Ad esempio, se un uomo apre un ombrello per ripararsi dalla pioggia compie

un’azione intenzionale, ma non sociale; se lo apre per riparare una signora in segno

di cortesia la sua azione acquista un significato sociale.

1. Se è un mezzo per accaparrarsi le grazie della signora, l’azione sarà strumentale;

2. Se l’uomo è guidato da un moto di generosità, l’azione sarà di tipo morale;

3. Se l’uomo segue una consuetudine che ha visto praticare da altri, senza interrogarsi sul

suo valore, l’azione sarà tradizionale;

4. Se la signora è la fidanzata, l’azione è probabilmente di tipo affettivo.

GLI IDEALTIPI

●​ studiare le azioni sociali occorre seguire il procedimento interpretativo basato

sull’empatia e sulla riproduzione dei vissuti altrui, come indica la tradizione

storicistica. Tuttavia affinché i risultati ottenuti abbiano dignità di discorsi scientifici,

l’interpretazione non può ridursi a descrivere casi singoli, ma deve sfociare in una

concettualizzazione abbastanza generale da consentire spiegazioni e teorie

●​ ciò che si ricava dalla comprensione delle azioni sociali è il tipo ideale (modello

concettuale)

●​ studiando le azioni sociali dei protestanti ricostruiamo il tipo ideale dell’etica

protestante, entrando nelle interazioni dei commercianti e degli imprenditori che

seguono il principio della libera concorrenza ci si profila il tipo ideale dell’economia di

scambio e in modo simile possiamo pervenire a un’infinità di altri tipi ideali, come

capitalismo moderno, artigianato, economia cittadina, burocrazia, feudalesimo.

●​ Nella metodologia di Weber il tipo ideale è il ponte tra storicismo e positivismo,

comprensione e spiegazione, ri’ costruzione dei vissuti dall’interno e teoria della

società. È la nozione fondamentale per edificare la sociologia comprendente.

●​ è un modello e si distingue dalla teoria perché a differenza di questa non pretende di

riprodurre la realtà.

●​ costrutto concettuale con un grado di generalità intermedia quelli assai astratti

adoperati dai positivisti e quelli troppo particolari degli storicisti. Da un lato non perde

di vista le peculiarità della situazione specifica/ dall’altro consente di fare confronti tra

situazioni simili.

●​ Il tipo ideale viene ricavato dalla realtà concreta, ma se ne discosta, perché il

ricercatore seleziona determinati elementi, ne accentua alcuni più di altri e crea un

complesso di collegamenti più unitario e coerente di quello che nei fatti esiste.

L'idealtipo costituisce un’esagerazione concettuale della realtà empirica: ad esempio,

quando lo studioso pensa all’etica protestante, ha mente un insieme di tratti tipici

strettamente interconnessi. Trascura tratti meno tipici, che pure possono esserci o

comparire in alcuni casi e dà alla dottrina e al comportamento morale dei protestanti

un’organizzazione e una sistematicità superiori a quelle che in genere si riscontrano.

●​ Nella realtà non ritroviamo praticamente mai il tipo ideale, non solo in quanto è

esagerazione concettuale, ma anche perché di solito più tipi ideali si mescolano

formare il tipo concreto

●​ è uno strumento euristico → mezzo utile nella e nello sviluppo della conoscenza.

Offre un parametro di riferimento rispetto al quale inquadrare ciascun caso concreto,

vedendo quanto vi si avvicina o se ne discosta.

L’ AVALUTATIVITÀ

●​ Lo scienziato non può fare a meno di valutare, perché sceglie di quale problema

occuparsi e di conseguenza astrae in un modo anziché in un altro, costruisce ed ai

tipi che selezionano e accentuano in un senso o in un altro.

●​ visione e quindi parziale è orientata, anche se nel suo lavoro deve sforzarsi di

scindere la costellazione dei fatti dai giudizi di valore Infatti il suo compito e gli

scriverei spiegare la realtà nei limiti dell'orizzonte che sei dato interessando sia un

determinato problema.

●​ contro lo stile di vista del sociologo come lo era per saint-simon, comte e Marx

●​ il sociologo non può consigliare la gente o guidare i politici, anche se con le sue

indagini e le sue teorie può aiutare chi deve decidere a chiarirsi le idee, non può

sostituirsi a lui, perché in ultima analisi stabilire come agisce implica una scelta di

valore che va al di là del campo della scienza.

●​ troviamo alla stessa tensione presente già in monteschio sulla preoccupazione per

le sorti del mondo moderno che aveva preso il sopravvento su quella per il distacco e

La neutralità scientifica.

LA TEORIA DELLA STRATIFICAZIONE

●​ Concezione della società più vicina a quella di Marx che ha quella di Comte e

Saint-Simon

●​ non è un organismo ben ordinato e funzionante ma un teatro di lotte dove si agitano

forze contrastanti

●​ stratificazione→ Disuguaglianza strutturata con gruppi e categorie sociali disposti in

ordine gerarchico come strati sovrapposti

●​ differenze da Marx→ la società è interattiva e tridimensionale. per Mars la divisione

in classe dipende da condizioni strutturali, non fa che rispecchiare la distribuzione

della proprietà e della ricchezza insieme alla società. Weber invece Pensa che siano

gli individui a creare le visioni attraverso le loro interazioni quotidiane. la gente si

aggrega sulla base di determinate caratteristiche formando gruppi esclusivi da cui è

tenuto fuori chi non ha i requisiti richiesti.

●​ contribuisce il fatto che il rapporto tra individui che hanno qualcosa in comune

ciascuno e rafforza la propria identità, i propri valori e le proprie convinzioni.

●​ la stratificazione è risultato della formazione di molteplici gruppi che si escludono a

vicenda, ponendosi l'uno in posizione di superiorità rispetto all'altro

●​ fattori di aggregazione degli individui:

1.​ economia

2.​ potere

3.​ cultura

Stratificazione tripartita → Accanto alla gerarchia di classe, su base economica,

esistono quello di appartenenza politica fondata sul potere e quella del ceto è legato

alla cultura

●​ interdipendenza tra le stratificazioni→ Le gerarchie si influenzano reciprocamente,

Esiste la conoscenza di classe per cui la cultura degli individui si plasma in base ai

loro interessi economici

●​ È possibile anche l'influenza inversa: l'appartenenza a un gruppo culturale può

condizionare la posizione economica: (es: protestanti calvinisti tendevano a riuscire

nel lavoro, nella produzione e nell'accumulazione di beni per effetto delle loro

convinzioni religiose. Credevano nella predestinazione, Perciò venivano a trovarsi in

una condizione drammatica di impotenza, perché non c’era nulla che potessero fare

per guadagnarsi la salvezza. La reazione psicologica più comune era quella di

impegnarsi metodicamente nella ricerca del successo sulla Terra per rassicurarsi,

dimostrando a se stessi di essere tra gli eletti: se riuscivano, evidentemente erano

prescelti da Dio)

●​ . La posizione culturale può influenzare anche quella nelle gerarchie di potere. Un

esempio classico studiato da Weber è quello dei mandarini cinesi, alti funzionari della

burocrazia imperiale. Per arrivare a occupare queste cariche era indispensabile

eccellere nell'istruzione del confucianesimo e superare difficili esami di letteratura e

religione. Solo quelli che condividevano certe competenze letterarie e religiose che di

per sé non avevano nulla a che fare con la pubblica amministrazione, erano ritenuti

degni di entrare a far parte del gruppo ristretto dei mandarini.

●​ la stratificazione sociale è instabile e soggetta a trasformazioni cicliche in cui a fasi di

cristallizzazione delle posizioni ne succedono altre di dispersione.

●​ Nella fase di cristallizzazione gli stessi gruppi tendono a trovarsi allo stesso livello

piano economico, del potere e della cultura. ciò si spiega perché chi sta ai vertici in

un settore cerca di arrivarci anche negli altri.

ORIGINI CULTURALI DELLA MODERNIZZAZIONE

●​ studio della modernizzazione

●​ si interroga futuro, sul Destino del mondo moderno E Si interessa alla genesi storica

della modernità

●​ Il nocciolo della modernizzazione è l'ind

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fra323 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bersanelli Marco.
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