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Weber e il compromesso tra aspetto soggettivo e obiettivo
Weber trova un compromesso tra aspetto soggettivo e l'obbiettivo di formulare generalizzazioni sostenibili (non assolute). Se tutte le scienze storico sociali devono tener conto delle dimensioni soggettive proprie, Weber propone una visione dei compiti tra le discipline. Tutte le scienze storico-sociali sono comprendenti, ma la storia deve spiegare il passato con metodo ideografico e la sociologia può formulare generalizzazioni entro certi limiti. In virtù di processo interpretativo possiamo capire il senso dell'agire sociale e non generalizzarlo, ma per Weber non è questo compito della sociologia. Per sostenere una generalizzazione di fronte a una varietà di agire, bisogna avere come strumento un idealtipo o tipo ideale. Esso è una forma particolare del soggetto costruito in maniera particolare, lo costruisce l'interpretatore a partire dai diversi agire sociali, in base alle proprie preferenze teoriche, di ricerca e alle proprie indagini. Egli
individua caratteristiche/categorie, le astrae e ne fa un concetto/ideatipo, attraverso il quale si può indagare ogni tipo di agire sociale. Ci si chiede in quale misura un agire può essere interpretato tramite categoria astratta, a partire dall'osservazione di uno o più casi. Il concetto di idealtipo è astratto, un utopia che può non trovarsi mai nel concetto stesso. Magari non trovo fenomeni concreti che corrispondono al mio idealtipo, essi servono solo a generalizzare un concetto che non esiste nella realtà. Nel caso del capitalismo, esso può essere analizzato come fenomeno storico. Per Weber ci sono stati altri capitalismi ma mai moderni come l'attuale, che è caratterizzato da uno spirito. Posso quindi ideare un idealtipo di un fenomeno storico che si presenta in una pluralità di casi, per comprenderlo meglio (stato, classe e altri apparati complessi). Ricercatori diversi quindi possono formulare domande diverse.
e quindi idelatipi diversi, condizionati dai loro orientamenti di valoreche considerano come significativi alcuni aspetti e non altri. Osservo vari tipi di stato,isolo le caratteristiche e ne faccio un idealtipo per indagare i vari stadi di burocrazia.Prendendo le caratteristiche di vari stati, può anche non coincidere con nessun altrostato una caratteristica di tipo A. Nonostante ciò si possono unire più caratteristiche A-B-C, in modo tale che la burocrazia o lo stato si rispecchi nel mio idealtipo secondoquesti aspetti (è un'astrazione).I diversi tipi ideale di agire sono: rispetto allo scopo, al valore, affettivo etradizionale. Questi almeno sono quelli formulati da Weber, isolando a partire dalle suedomande e preferenze, alcune caratteristiche che fermano tipi ideali.-Nell'agire rispetto allo scopo, egli parla di come un soggetto agisca per raggiungere unobbiettivo.- L'agire rispetto al valore è interpretabile seguendoL'orientamento razionale di un valore e non dell'obbiettivo (capitano della nave), essi agiscono perché credono nell'agire indipendentemente dalle conseguenze. E' un agire razionale, ma diversamente dalla razionalità formale basata sul calcolo dell'agire rispetto allo scopo, qua si ha consapevolezza delle conseguenze ma non si tiene conto di esse nell'agire. Il capitano che non abbandona la nave finché non è stata completamente sfollata sa dirischiare la vita ma deve, è un obbligo morale (razionalità sostanziale).
L'agire tradizionale è orientato da una consuetudine, si fa così perché si è sempre fatto così (socializzazione ad un comportamento).
L'agire affettivo è legato da un emozione, o da una relazione affettiva nei confronti di colui verso cui è rivolto l'agire.
Detto ciò però, non tutti gli agire sono riconducibili a questi idealtipi.
Fare regali di Natale, ad esempio, può essere collocato in diverse categorie:
- Agire rispetto allo scopo (obbiettivo di avere qualcosa in cambio)
- Agire rispetto al valore (sentirsi obbligati a farli)
- Agire affettivo (fare i regali perché si desidera farlo)
- Agire tradizionale (fare i regali perché è una consuetudine)
Si può quindi rientrare in queste categorie o in altre al di fuori di queste. Quasi nessun agire è riconducibile ad una sola categoria.
Le teorie della modernizzazione adottavano in parte la metodologia di Weber. Essa consiste nell'osservare casi specifici di successo economico (ad esempio la Gran Bretagna), formulare idealtipi e individuare alcune caratteristiche come la creazione di sistemi politici democratici, l'agire prevalente di tipo universalistico e la logica di mercato. Queste tre caratteristiche creano un idealtipo da utilizzare per analizzare gli altri stati.
Incomincio quindi a pensare in termini di presenza o assenza di caratteristiche: chi non le ha è considerato sottosviluppato.
Per svilupparsi deve aderire a queste categorie. Questodivenne il metodo fondamentale, da cui Weber metteva in guardia. Il cosidetto "letto diPropuste". Propuste era un brigante che abitava in un posto dove passavano moltiviandanti. Egli li ospitava e li faceva stendere sul letto di propuste, se erano più lungitagliava le gambe mentre se erano più corte le allungava. L'idealtipo britannico diventa illetto di propuste per qualunque altra esperienza storica, vanno maneggiati con cura gliidealtipi.La sociologia quindi si propone di capire l'agire e spiegarne la causa. Weber limita laspiegazione causale, esclude del tutto l'univocità di un nesso causale del perché uncerto fenomeno si è modificato. Un'associazione causale si basa su una logica, ma ciònon porta a dire che una conseguenza è sempre necessaria a qualcosa. Non si puòpremettere di aver colto tutti gli elementi significativi in una rete di
comunicazoni di undato contesto storico sociale. Probabilmente ci sarà un altro fenomeno su cui non ho indagato, che è più significativo o concorre alla spiegazione di una conseguenza. Non si possono spiegare quindi tutti i fenomeni, e la scienza sociale è quindi di portata limitata rispetto a quanto si pensasse. Weber assume il concetto di razionalizzazione come centrale nel racconto della specifica traiettoria storica che ha caratterizzato l'occidente moderno. Weber costruisce una grande narrazione chiamata a rispondere alla domanda "perché è stato l'Occidente a conquistare il primato in termini di ricchezza su scala mondiale?" e a giustificare questo primato. Nella sociologia delle religioni, un grande studio in cui Weber analizza in modo comparato le etiche economiche delle grandi religioni mondiali, nell'introduzione all'etica protestante e lo spirito del capitalismo, prende ispirazione dalla domanda "perché è stato l'Occidente a conquistare il primato in termini di ricchezza su scala mondiale?".in Occidente e soltanto in Occidente si sono avute una serie di fenomeni culturali dotati di una valenza universale?". Questa è la premessa del libro dell'etica protestante. Nel dare una risposta emerge come WEBER centrale il processo di razionalizzazione, sempre più ambiti dell'agire in occidente sono caratterizzati da un processo di razionalizzazione. Gli individui si comportano orientati verso un agire rispetto allo scopo. La domanda diventa perché e da dove viene fuori. Il lavoro si risolve argomentando in direzione di una specificità del protestantesimo e la sua versione calvinista rispetto alla creazione di una condizione che favorisca questo atteggiamento razionale. Quello che si cerca di spiegare è la nascita del capitalismo, tema centrale delle civiltà moderne. La domanda più precisamente è "cosa ha fatto sviluppare il particolare capitalismo moderno e perché ha qualcosa di caratteristico rispetto alle"
altre forme storiche di capitalismo". Per intenderci, sistemi definibili come capitalistici si sono già avuti, dal 10.000 a.C. fino al 1500 la logica era degli imperi mondo, ma non significa che non c'erano sistemi capitalisti. Semplicemente non erano quelli predominanti. Il sistema mondo moderno è caratterizzato dalla sopravvivenza del capitalismo, e richiede una serie di caratteristiche per formare un idealtipo. In primo luogo, il lavoro formalmente libero cioè la fine della schiavitù, lo sviluppo di mercati aperti e relazioni commerciali più vaste, la separazione tra famiglia e impresa e lo sviluppo di un diritto formalmente istituito per i lavoratori che istituiscono un'impresa. Quello che emerge è un sistema economico al cui interno i soggetti agiscono al fine di stabilire un guadagno in modo formalmente libero utilizzando le congetture dello scambio, il soggetto tipico è il proprietario dell'impresa capitalista che ha
Un capitale e tende a rinvestirlo per creare profitti e così via. L'aspetto nuovo di Weber secondo cui caratterizza il capitalismo occidentale è l'etica protestante e lo spirito del capitalismo. Lo spirito del capitalismo è una mentalità, quindi una disposizione culturale favorevole alla razionalizzazione. Questa mentalità è caratterizzata da un ethos razionale e si manifesta a livello culturale, viene ricondotta da Weber a espressioni culturali e in questo senso alle religioni. Weber ritiene di rintracciare nell'etica economica del protestantesimo una serie di elementi che favoriscono la creazione di questa mentalità razionale. Nel protestantesimo c'è qualcosa che favorisce la creazione di questo spirito del capitalismo, ossia l'enfasi data alla vita mondana. A caratterizzare il protestantesimo a partire dalle 95 tesi di lutero del 1517 è una sopravvalutazione dei compiti mondani rispetto a quelli trascendenti spirituali.
Si tratta di rintracciare in quelle che Weber definisce etiche economiche, conseguenze non volute di una particolare etica/religione. Si traducono nel favorire un senso dell'agire rispetto al quale gli individui agiscono rispetto allo scopo e quindi una mentalità tipica del capitalista. Weber indaga nelle varie religioni per trovare un senso nell'agire delle civiltà moderne di tipo capitalistico. Corrisponde a Weber l'impegnarsi in maniera costante nella propria attività professionale e il bisogno che colui che ha dato rilevanza ai sui compiti mondani non goda dei frutti del proprio lavoro. Ciò perché un soggetto che intraprende un'attività economica orientata al profitto combina i propri mezzi con l'obbiettivo di conseguire un profitto. Il capitalismo è però la ricerca incessante del profitto come dice Marx. I soldi guadagnati nella vita mondana vanno reinvestiti e non spesi, l'atteggiamento è di unagire orientato al profitto in maniera continuativa per reinvestire i guadagni nell'impresa e non essendo spesi in