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SOGNO O REALTÀ?
Non c’è una verità incontrovertibile per nessuno e il piano della
coscienza è talmente labile che non sappiamo se sia sogno o
realtà , c’è un dubbio che si estende a tutti i livelli della vita.
L’uomo vero
I confuciani= esortano l’uomo ad esaltare la propria umanità.
Zhuang zi =a fonderla con il Dao. Nel Zhuangzi si delinea la
figura del Santo, dell’uomo vero, dove non esiste
demarcazione fra Cielo e Uomo, è esente da ogni tipo di
,ha lo spirito libero
preoccupazione o inquietudine ed è in unità
,gode di totale pienezza
con se stesso e ogni cosa .
La potenza del santo è la potenza o virtù (de) del dao, questa
potenza è la quintessenza del qi, energia vitale e influsso
unga
spirituale, la fusione con il Dao avviene solo con una l
pratica di affinamento il cui esito consiste nel considerare le
cose come farebbe uno specchio, non per impadronirsene ma
per distaccarsene .Il QI è l’energia vitale che si trova la nostro
interno e lo dobbiamo sviluppare con esercizi di respirazione,
ginnici, diete particolari etc...
La politica
Zhuangzi nega esplicitamente l’opportunità per il saggio di
dedicarsi alla vita sociale e politica
LAOZI
Nel VI-V sec. sarebbe vissuto Laozi e ha aperto la via taoista
mentre Zhuangzi è individuato come successore. L’autore vive
non prima del 250 a.C. e i suoi interessi principali sono
caratteristici del periodo finale degli stati combattenti
precedente l’unificazione dell’impero cinese nel 221 a.C.
Sulla sua esistenza non si sa nulla di sicuro neppure se sia mai
esistito.
Mentre era incaricato alla conservazione degli archivi dei Zhou,
demoralizzato dal loro declino. Sarebbe partito per dirigersi ad
ovest ma prima di andarsene scrisse il classico della via e della
virtù “Daodejing”
Il CLASSICO DELLA VIA E DELLA VIRTÙ, DAODEJING
Nota anche con il titolo di Laozi, l’opera è diversa in quanto
struttura: una poesia in versi ritmati, rimati e rimasta, piuttosto
criptica nonostante la sua semplicità, che corrisponde alla
ricerca forse di una forma che corrispondesse alla difficoltà
dell’argomento da trattare. Il pensiero procede per aforismi,
metafore, si astiene da ogni datazione e da ciò scaturisce il
vasto numero di interpretazioni. Viene ripetuto il concetto del
non agire, non forzare niente alla realtà, il zhen ren non
agendo, nulla distrugge, non si impadronisce di nulla e non ha
nulla da perdere.
IL NON AGIRE WU WEI uscire
Il problema più pressante durante gli Stati combattenti é
violenza sopravvivere
dal circolo vizioso della e come a
superpotenze che si distruggono a vicenda.
-Lao respinge il moralismo confuciano tanto quanto l’attivismo
moista avvalendosi dei loro stessi termini per accusarli di aver
provocato il declino del Dao.
Quindi il non far nulla ,il non agire ,è il miglior modo di
rimediare, aldilà dell’aspetto provocatorio bisogna capire cosa
significa il non agire.
Lao parte dalla constatazione che nel mondo naturale e in
quello umano la forza finisce sempre per ritorcersi contro se
stessa, quindi astenendosi dall’aggredire e quindi non cadendo
nella spirale senza fine della violenza , il non agire cerca di
spezzare questo cerchio.
Quindi l'uomo vero, ZHENREN è colui che è capace di
allontanarsi da tutte queste false idee di dominio e sa vivere in
maniera naturale senza avere pretese. Egli sa vivere in sintonia
con questo principio. L’umanità nel senso confuciano è dunque
un ostacolo al raggiungimento di questo livello superiore.
LA METAFORA DELL’ACQUA
Laozi fa ricorso alla metafora dell’acqua spesso usata ,già
incontrata con Mencio, con Laozi richiama i trattati di strategia.
L’acqua rappresenta l’elemento più umile e il più
senza opporre resistenza al
insignificante in apparenza che
nulla riesce ad avere la meglio sui materiali ritenuti più solidi,
questa metafora è spesso frequente nei pensatori cinesi e
anche l’associazione con il Dao di cui è la configurazione per
eccellenza.
L’acqua scaturisce da una fonte unica e costante e si manifesta
in molteplici forme, è al margine fra il nulla e il qualcosa ,fra il
non c’è e c’è , dà vita ad ogni cosa .
In questo troviamo il simbolo dell’elemento femminile dello
conquista lo YANG per attrazione,
YIN che dall’immagine della
femminilità scaturisce quella della madre e vediamo che il
Laozi privilegia il lato femminile rispetto all’ordine confuciano
dove prevale lo Yang ed è centrato sulla figura del padre.
La tecnica del non agire e anche le base delle arti marziali
come il Judo.
Dalla vincita del non agire sull’agire si ha terreno comune con il
ritualismo confuciano che poggia sull’efficacia di un Dao
armonioso.
PARADOSSI: Notiamo quindi vari paradossi( il debole,
l’ignoranza, il non agire, il lato femminile) dove viene preferito
il più debole ma senza escludere il forte, dato che le coppie di
opposizione nel pensiero cinese sono di carattere
complementare es. Yin e Yang.
Questi paradossi si fondano su una legge naturale , quella
ciclica secondo cui tutto ciò che è forte è stato debole all’inizio
ed è destinato a riesserlo. Nel debole, nel passivo hanno
origine il forte e l’attivo , ogni cosa ritorna alle origini.
Quest’illuminazione è alla base della tolleranza
taoista ,senza nessuna motivazione morale ma si tratta di una
legge naturale: come il corso d’acqua che scorre più basso
IL SANTO
comanda sugli altri dato che se ne arricchisce ,
TAOISTA ponendosi in basso rispetto agli altri deve far
confluire gli altri nel suo stesso senso. Agire tramite il non
agire. seguire il flusso, di non nuotare contro
Il laozi propone quindi di
corrente come il nuotatore di Zhuangzi che segue il Dao.
Questa metafora di acqua e corrente rappresenta la frattura fra
ciò che è naturale e moralità, fra Cielo e Uomo.
Per il Laozi anche la natura è priva di senso morale.
I taoisti a differenza dei confuciani che valorizzano il mezzo
,sono alla ricerca del centro.
VALORE POLITICO DEL NON AGIRE
Laozi a differenza di Zhuangzi sostiene che più la vita del
popolo sarà semplice, primitiva, più sarà facile governare
seguendo il corso naturale delle cose. La società ideale di Laozi
è quindi in uno stato primitivo dove l’assenza di morale, leggi,
guerre e punizioni non permette agli individui di essere
aggressivi tra di loro. Ma in tal modo si instaura un ordine
fondato sull’assicurazione di un minimo di benessere materiale
e sull’ignoranza dei governati, a i quale si risparmia la fatica di
pensare o di considerare un progresso.
Il Laozi quindi da adito al legismo, infatti è alla base di
alcune nozioni fondamentali ed è fonte diretta di ispirazione
per il suo più grande teorico Han feizi , da vita a ciò che sarà il
totalitarismo legista.
RITORNO ALLA NATURALEZZA E ALL’ORIGINE.
Non agire significa astenersi da ogni azione non naturale e
intenzionale quindi; il tema centrale del non agire conduce a un
ritorno alla natura originaria.
Laozi utilizza spesso la figura del neonato, rappresenta
l’energia vitale allo stato puro che ogni essere deriva dalla
potenza del dao, è il soffio originario ancora intatto. La vita
umana è un continuo disperdere di questo soffio che si può
evitare solo coltivando e alimentando il proprio qi.
I temi del non agire e dell'in contaminamento della natura
implicano quello del ritorno, all’Origine, al Dao, come nel
Zhuangzi esiste:dao=una via ; Dao=La via, realtà ultima nella
sua totalità, è la prima parola nel Laozi.
Già dai primi versi evoca l’Indicibilità, ma anche un aspetto
denominabile dal momento che genera
dicibile, il Dao diventa
Cielo-Terra e assume il nome di “Madre di 10.000 esseri”.
Nel Laozi, non sono i nostri sensi ad ingannarci facendoci
cogliere solo delle apparenze ma le distinzioni attraverso le
categorie del linguaggio, falsano e limitano i sensi, causano i
desideri, impulsi, invece il Dao è quiete.
VIA NEGATIVA? regressione
RITORNO- qui vi è il segreto del Dao, è a uno
stato primitivo di naturalezza, regredendo ancora di più
allo stato puro del c’è e poi al non c’è ancora, uno stato
originario di fusione, di ciò che va da sé.
Il procedimento di comprensione è quindi a ritroso, una via
negativa.
opposizione alla via confuciana
Esplicita che è un cammino
progressivo e fondata sull’apprendere.
Invece per Laozi questo cammino a ritroso designa il de ,Virtù,
potenza del dao. 墨子
LA SFIDA DI MOZI
Origini non aristocratiche, E’ vissuto fra la morte di
Confucio 479 e la nascita di Mencio, in piena transizione fra
l’epoca delle primavere ed autunni e gli Stati combattenti. E’
originario di uno dei piccoli stati feudali della pianura centrale;
è differente da Confucio non solo per il tono, ma anche nel
modo di presentarsi ,ad esempio nel Mozi a differenza dei
Dialoghi, abbiamo poche informazioni sul personaggio.
Probabilmente Mozi apparteneva agli artigiani , di qui il
prevalere di un criterio utilitaristico. Egli si dedica anche alle
tecniche militari. Inizialmente fu un discepolo della scuola
confuciana ,nonostante faccia anche lui riferimento ai classici,
sostituisce l’uomo “di valore” con l’uomo “capace”, uno dei
primi colpi inferti ai privilegi dell’aristocrazia feudale, e bolla i
legami familiari ,tanto importanti per Confucio, come inutili
se non dannosi. Con Mozi la rottura rispetto alla tradizione dei
Zhou si fa più netta.
La scuola moista è una comunità fortemente strutturata e
organizzata, sotto il comando di un maestro. Nel Mozi:
-1° parte: saggi su vari argomenti ,in netto contrasto con i
Dialoghi.Sono figurate le 10 tesi a cui la comunità moista
aderisce. -2°: “Canone moista”,
cioè logica. -3°:tecniche militari.
Le tesi del Mozi sono sorprendenti per il loro intento di non
rimettersi al principio d’autorità, rifiutandosi di far riferimento
alla tradizione, devono dotarsi di fondamenti razionali. Così
compare il termine Bian, discutere, distinguere.
Un discorso razionale deve essere privo di ogni riferiment