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Leadership e politica internazionale negli anni '60

L'URSS e il cambiamento di leadership

Dopo la morte di Kennedy, diviene presidente Johnson, che occuperà la carica dal 1963 al 1968. La leadership è cambiata anche in URSS, visto che dal 1964 Kruscev non è più presidente, vittima delle promesse fatte e delle eccessive dichiarazioni sulle possibilità dell'URSS di recuperare il gap con gli USA in ambito economico e di aspettativa di vita. La leadership sovietica era infatti preoccupata da queste dichiarazioni perché aveva capito che si prometteva quello che non si poteva mantenere. Vi furono poi anche problemi legati ai raccolti agricoli che andarono male; l'URSS, che era stato il granaio d'Europa, si trovava ad acquistarlo all'estero. I vertici del partito decidono di estromettere Kruscev che morì di vecchiaia dopo pochi anni, evento che ci dimostra che anche nella gestione di problemi di questo genere (il pensionamento forzato di un leader) la società sovietica era migliorata ed aveva quantomeno abbandonato il sistema di eliminare fisicamente gli oppositori.

Al posto di Kruscev si proponevano delle figure meno carismatiche, si trattava di una generazione di burocrati, i cosiddetti uomini di apparato. Si impianta, così, una direzione collegiale che vede come uomo più forte il segretario del PCUS, Leonid Breznev. La direzione collegiale adotterà dei toni molto più morbidi, restando a capo della Russia fino al 1985. Quando erano arrivati al potere erano tutti almeno ultra cinquantenni tant'è che nella storiografia, per definire questa classe dirigente sovietica, si parla di gerontocrazia. È questa situazione a portare alla firma dei trattati di non proliferazione atomica con gli USA. La società sovietica cristallizzata ha interesse a non lanciare sfide enormi e a gestire l'esistente. Dopo che i membri del gruppo, uno alla volta, muoiono, emerge la figura di Gorbachev, relativamente giovane rispetto ai leader che lo avevano preceduto.

La situazione internazionale: Vietnam e Africa

Nel frattempo nel mondo vi erano delle aree di crisi ed una di queste era il Vietnam. Si trattò di un conflitto molto localizzato, che non sembrò mai poter diventare un conflitto globale come invece era capitato con la guerra di Corea. Altro terreno di scontro fu l'Africa, dove i numerosi conflitti locali dettero l'occasione alle superpotenze di cercare di esercitare una propria influenza e fu soprattutto l'URSS ad avere mire espansionistiche in termini di influenza. In Portogallo vigeva un regime parafascista con a capo Marcelo Caetano ma quando cadde, le colonie furono abbandonate. L'URSS si fece avanti per imporre la propria influenza, attraverso l'invio di militari cubani. Gli USA risposero usando truppe dei paesi africani confinanti che erano stati inseriti nella sfera di influenza occidentale.

La guerra dei sei giorni (1967)

Dopo la crisi di Suez la situazione era tornata allo status quo ante. L'ONU era intervenuto con truppe di interposizione situate nella penisola del Sinai. In Egitto c'è ancora Nasser e ci troviamo negli anni della sua massima popolarità. Nasser aveva chiesto e ottenuto il ritiro del contingente ONU dalla penisola del Sinai e si era pesantemente riarmato. Nel '56 gli USA non avevano accettato che la Banca Mondiale concedesse le risorse per realizzare la diga di Assuan e questo aveva portato alla nazionalizzazione del canale; gli americani avevano avuto timore che Nasser fosse legato ai sovietici, cosa all'epoca non era vera ma che si verificò dopo il '56, quando ottenne importanti aiuti militari dalla Russia, anche se Nasser non considerò mai il modello sovietico adatto alla società egiziana.

L'Egitto chiuse la via marina sul golfo di Aqabah bloccando così un'altra strada che Israele utilizzava per i commerci. Gli Israeliani capirono che si sarebbe presto verificato un conflitto che avrebbe visto l'Egitto e la Siria scendere in campo con una forza militare rinnovata. Si decise quindi di anticiparlo nel giugno del 1967 e con un'azione della durata di soli 6 giorni ottenne una netta vittoria, soprattutto grazie alla distruzione al suolo di tutta l'aviazione egiziana che venne attaccata a sorpresa da quella israeliana. La penisola del Sinai venne totalmente occupata fino al canale di Suez, tranne proprio quest'ultimo. L'Egitto è il fronte principale della guerra, ma se ne apre uno anche verso la Giordania che alla fine degli anni '40 aveva occupato la Cisgiordania. Più a nord l'esercito siriano che si stava avvicinando al confine israeliano per entrarvi fu sconfitto nelle alture del Golan che furono occupate da Israele. Israele aveva raggiunto una vittoria ampia molto brevemente e da quel momento iniziarono gli insediamenti di coloni in Cisgiordania, in quelle zone che dovevano essere riservate al nascente stato di Palestina, rendendo così ancora più intricata la situazione.

Vietnam

All'indomani dell'estromissione dei francesi dall'Indocina si tenne la conferenza di Ginevra (1954) che aveva visto la creazione di due stati sul modello coreano: Vietnam del nord (di influenza sovietica) e Vietnam del sud (di influenza occidentale). Il Vietnam del Sud, formalmente democratico, è un paese che resta sotto il controllo dei francesi che si appoggiano alle forze conservatrici tradizionali in chiave anticomunista. Gli USA, che verso il 58-59 entrano al posto dei francesi, vedono i limiti della società vietnamita ma ritengono che una trasformazione possa causare l'ingresso delle forze comuniste. Alla fine degli anni '50 la guerriglia di stampo comunista comincia a diffondersi anche al sud, sostenuta dal regime del nord e la Francia, presa da altri problemi soprattutto per via dell'indipendenza algerina, abbandona il paese. Gli USA subentrano così in una funzione di supplenza per impedire una vittoria facile dei comunisti. L'impegno cresce via via ma diventa enorme soprattutto con il successore di Kennedy, Lyndon Johnson.

Fino al '68-'69 lo scontro vedrà una crescita esponenziale che porterà decine di migliaia di soldati americani impegnati nella difesa del sud e a sostegno dell'intervento fu portata la teoria del domino: il Vietnam del sud era la prima pedina del sud est asiatico e se si fosse consentito al paese di cadere in preda del comunismo, poi questo si sarebbe diffuso a tutti gli altri paesi intorno creando problemi importanti ai commerci. Gli USA non si rendono conto che il regime di Saigon nella popolazione locale non ha appoggio, tanto che vi sarà un colpo di stato con l'appoggio degli USA che vedrà la morte del leader ma senza che la situazione migliori (in questo risiedono già le ragioni della sconfitta americana). Pur senza dichiarare guerra, gli USA cominciarono a bombardare il territorio del Vietnam del Nord, che ottenne rifornimenti ed armi dall'URSS e dalla Cina. Altro aspetto che si rivelerà decisivo per la sconfitta americana è il fatto che molti dei soldati che erano stati inviati nel Vietnam del Sud e che combatteranno anche verso il Vietnam del nord erano soldati di leva, non professionisti. L'afflusso continuo di soldati, il grande numero dei morti e l'impossibilità sempre più evidente di risolvere la situazione portarono ad una sempre maggiore critica da parte dell'opinione pubblica americana, fino a giungere a proteste sempre più consistenti. La guerriglia è sempre più forte, fino ad arrivare a colpire l'ambasciata americana di Saigon.

Italia e le trasformazioni politiche interne

De Gasperi aveva puntato tutto sulla cosiddetta legge truffa del 1953 ma il mancato raggiungimento del quorum da parte della DC pone fine alla sua carriera politica. Dopo questo evento vigerà una sorta di regola non scritta per cui la funzione di segretario della DC e quella del Presidente del consiglio saranno disgiunte e non si potranno ricoprire entrambe. La formula di governo della II legislatura consiste in un centrismo ridotto e indebolito, che fatica a stabilizzarsi, fino al 1960 i governi saranno brevi, con durata media inferiore all'anno e nella loro composizione sarà sempre presente la DC, affiancata da entrate ed uscite di PRI, PLI e PSDI.

Dopo il '56, a seguito della repressione sovietica in Ungheria, i socialisti decidono di distanziarsi dai comunisti che sostengono l'intervento sovietico vista che in Ungheria si sta realizzando una controrivoluzione guidata dal capitalismo. Dopo questa presa di distanza si comincia a valutare il fatto che i socialisti possano entrare nell'area di governo o sostenere la maggioranza, processo che si concretizzerà solo nel 1962, incontrando grandi resistenze da più parti, in primis all'interno del PSI ma anche all'interno della DC parte degli esponenti sarà contraria, visto che il PSI era stato un nemico fino a pochi giorni prima. Nel 1960 si forma un governo monocolore DC, presieduto da Tambroni, che aveva visto, per il suo sostegno, i voti del MSI come determinante.

Trasformazioni socio-economiche in Italia nei primi anni '60

L'Italia dei primi anni '60 è in movimento, investita dalla grande trasformazione industriale, milioni di persone si spostano dalle campagne alle città e dal sud al nord. Il processo di urbanizzazione stravolge il paesaggio geografico e sociale del paese: le città si allargano e nuove mode si diffondono, producendo conseguenze per gli anni a venire, anche in ambito politico. Nasce il centro-sinistra, che non rappresenta solo una riorganizzazione dei partiti, esso viene sentito come molto pericoloso da alcuni. Il PSI nel '56 aveva rotto l'alleanza con i comunisti e aveva preso una via autonoma che lo aveva portato a condannare l'Unione Sovietica e a riposizionarsi nel mondo politico europeo, approvando la NATO e avvicinandosi alle socialdemocrazie. Il processo dura vari anni, chiedendo di trovare nuovi accordi tra vecchi oppositori politici. Il tutto viene favorito da alcuni fattori: la presenza di un democratico come Kennedy nel ruolo di Presidente USA, che non esitava comunque a mostrare il lato forte quando necessario, come in Vietnam, dagli USA arriva un sostanziale ok all'ingresso dei socialisti nel governo italiano. Altra situazione che favorisce questa evoluzione è l'elezione del nuovo Papa, Giovanni XXIII che nel 1962 rinnova la Chiesa cattolica, inserendo la messa in italiano e avvicinando le gerarchie alla base.

Nel 1962 si forma un governo guidato dal leader della DC, Amintore Fanfani e formato oltre che dalla DC dal PSDI e dal PRI, il governo non aveva il sostegno dei liberali ma quello esterno del PSI, che si impegnava a votare a favore di alcuni provvedimenti. Nello stesso anno due leggi importanti vengono approvate proprio con il sostegno...

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

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