JOSEPH SCHUMPETER L’IMPRENDITORE INNOVATORE
◼L’imprenditore innovatore realizza un profitto (inteso come reddito residuale positivo in termini
Ricardiani ) sfruttando le situazioni di rendita che gli derivano dall’introduzione nei processi
produttivi, delle innovazioni descritte prima [p. 169 e 193]
IL PROFITTO è la contropartita dell’atto innovativo → Il profitto ha natura di rendita di
monopolio, premia l’imprenditore innovatore
TALE NATURA E’ PERO’ TEMPORANEA PERCHE’? il sistema emula le innovazioni (altri
impreditori)
Teoria dello sviluppo economico
Per il diffondersi dell’innovazione e dei connessi fenomeni concorrenziali.
S. ha due diverse nozioni di concorrenza:
•- concorrenza di mercato: si esercita tramite il meccanismo dei prezzi (agisce sul breve periodo)
•- concorrenza dinamica: “distruzione creatrice” (agisce sul medio periodo) il mercato elimina
coloro i quali non riescono ad adeguarsi alle condizioni produttive
Per questi motivi tende quindi a ristabilirsi un equilibrio di tipo stazionario, Il profitto scompare, o
meglio viene “socializzato”, trasformandosi in beneficio per i consumatori. Tuttavia il sistema ha
acquisito l’innovazione compiendo un salto qualitativo. l’innovazione ha mutato il sistema
JOSEPH SCHUMPETER IL BANCHIERE “eforo dello scambio”
Il secondo grande demiurgo del modello schumpeteriano è il Banchiere, «eforo dello scambio»
(originariamente la massima magistratura di Sparta)
Connessa alla sua funzione è quella relativa alla moneta A cosa serve la moneta? [p. 106-107]
La Moneta è credito (potere d’acquisto) e il credito determina lo sviluppo economico
« la moneta […] non è altro che uno strumento di credito, un titolo che dà accesso agli unici mezzi
di pagamento definitivi, ossia i beni di consumo» ERGO….
◼ Nella fase iniziale di messa a punto le innovazioni sono poco remunerative hanno un rischio
elevato , da ciò la necessità del credito
◼ Attraverso il credito i banchieri non solo trasformano il risparmio in investimento, ma creano
moneta ex novo, liquidità aggiuntiva, nuovo e potere d’acquisto che si concretizza in nuovo stock di
capitale
Le banche commerciali creano moneta ed espandono la circolazione monetaria
◼ QUAL E’ LA CONSEGUENZA DI TALE CIRCOSTANZA?
“L’imprenditore non è mai colui che si assume il rischio. … • Sebbene infatti una garanzia possa
essere offerta dall’eventuale patrimonio dell’imprenditore tale patrimonio non è essenziale anche
se vantaggioso. • Ma anche se l’imprenditore finanzia se stesso con profitti precedenti o se
contribuisce con i mezzi di produzione della sua azienda statica, il rischio lo riguarda come
capitalista o possessore di beni, ma non come imprenditore. Per quanto possa rischiare la sua
reputazione, la responsabilità economica diretta di un insuccesso non lo riguarda mai” ma
riguarda i banchieri
◼ L’erogazione di credito darebbe perciò vita a un “risparmio forzato” nel senso che, attraverso i
fenomeni inflattivi - determinati dalla creazione di liquidità dei banchieri – vengono sottratte risorse
al consumo ed agli investimenti tradizionali destinandole all’investimento innovativo
◼ IN QUESTO QUADRO CONCETTUALE COS’E’ L’INTERESSE (sul capitale prestato)?
◼ Pur sostenendo inizialmente che “l’interesse è un premio del potere d’acquisto presente su quello
futuro”(cfr. Bohm Bawerk e il concetto di preferenza temporale), Schumpeter non si allinea al
pensiero marginalista
◼ La spiegazione dei marginalisti non coglie l’essenziale
◼ “L’essenziale è rappresentato dal grande fenomeno sociale che risiede nell’interesse sui prestiti
produttivi”
◼ «L’interesse è un prodotto dello sviluppo»
IN QUESTO CASO
◼ L’interesse (produttivo) è un fenomeno puramente monetario: Esiste solo nella misura in cui
esiste il profitto
JOSEPH SCHUMPETER LO SVILUPPO CICLICO (Business Cycles – 1939) parte da un
interrogativo sul modo di essere del capitalismo
• Qual è l’impatto delle innovazioni introdotte dall’imprenditore – innovatore schumpeteriano
sull’andamento del sistema economico?
• Cosa descrive meglio quest’ultimo?:
• Un flusso circolare • oppure • Uno strappo continuo caratterizzato da fasi up e fasi down?
l’ultima risposta di shumpeter
S. ritiene tipico del capitalismo l’andamento ciclico, influenzato a sua volta non dalle scelte del
consumatore ma dalle scelte dell’imprenditore
JOSEPH SCHUMPETER LO SVILUPPO CICLICO (Business Cycles 1939; significativo il
sottotitolo)
• L’idea di fondo è quella di depurare la teoria tradizionale dalle sue più evidenti incongruenze
• Dinnanzi all’ingenuo ottimismo che faceva del capitalismo l’incarnazione della giustizia sociale S.
reagisce con forza
• L’attacco teorico è diretto in primo luogo alla teoria della distribuzione (in particolare la
«mengeriana» teoria dell’esaurimento)
• il fatto che ogni fattore produttivo venga pagato in base al contributo marginale offerto alla
produzione non significa che esso riceva in proporzione a quanto ha effettivamente offerto.
• Perciò dalla teoria marginalista non si può dedurre alcun principio di giustizia sociale.
• Inoltre se - come crede S. - la distribuzione non “esaurisce” completamente il prodotto sociale c’è
spazio per considerare come tipico del capitalismo l’andamento ciclico, influenzato non dalle scelte
del consumatore ma dalle scelte dell’imprenditore (p. 21)
La diversa intensità e portata dei processi innovativi (sciami) determina l’irregolarità dei cicli
Esistono:
• oscillazioni brevi (i c.d. cicli Kitchin o delle scorte =
40 mesi)
• cicli ordinari (cicli Juglar = 10 anni legati
all’andamento del PIL )
• cicli più lunghi (di circa 50-60 anni, i c.d. cicli
Kondratiev legati a innovazioni epocali). I cicli sono
interconnessi; inoltre alcuni evidenziano meglio in certi
paesi rispetto ad altri
Di grande interesse è il ciclo di Kondratiev
che ha la caratteristica sinusoidale. Nel primo
ciclo la fase up corrisponde all’innovazione
tecnologica con la macchina al vapore e la
produzione di cotone ecc (scritti
sull’immagine) a partire dagli anni 90 si avvia
un nuovo ciclo nella fase up dovuta
all’innovazione della tecnologia e ora nella
fase down. Cosa influenza questo andamento
ciclico? distruzione creatrice il processo non ritorna alle origini ma trova un nuovo equilibrio
in una situazione differente
Nella costruzione schumpeteriana la fase discendente del ciclo inoltre può essere aggravata da
spinte deflative che non tendono all’equilibrio, e da fasi depressive profonde e di lunga durata
Ciò ha la funzione di espellere definitivamente dal mercato le attività inefficienti rese possibili dalle
situazioni di rendita della fase espansiva
Questo aspetto relativo all’instabilità del capitalismo, tema che negli anni 30 interroga tutti gli
economisti i quali si chiedono del destino del sistema economico che aveva fallito con la crisi del
29, è ripreso nell’ultimo volume.
CAPITALISMO, SOCIALISMO E DEMOCRAZIA (1942)
L’ECLETTISMO METODOLOGICO
Nel volume convivono diversi orientamenti economici, politici e sociologici.
• Schumpeter stabilisce innanzitutto i confini tra la sua teoria e quella marxiana.
• Come per Marx anche per S. il capitalismo si sviluppa in fasi cicliche, per fattori interni (tuttavia,
diversi: per il primo, il plusvalore, per il secondo, l'innovazione)
• In ogni caso per entrambi, esso è destinato ad essere sostituito dal socialismo: questa
osservazione viene fatta in un momento critico per il capitalismo
• Può sopravvivere il capitalismo? No, non lo credo (Prologo al volume)
• Schumpeter rifiuta però la concezione di Marx secondo cui le istituzioni sociali sono mere
sovrastrutture dei rapporti di produzione e soprattutto, non concorda con Marx circa le cause per cui
il capitalismo entrerà in crisi irreversibile. per shumpeter c’è un collegamento tra le
sovrastrutture e i rapporti di produzione
La sua idea è coerente con la teoria dell’imprenditore innovatore.
Nella fase del trust si creano oligopoli, ci sono accordi e alleanze capitalismo manageriale.
L’innovazione tecnologica diventa di routine.
JOSEPH SCHUMPETER CAPITALISMO CONCORRENZIALE E TRUSTIFICATO
In questa fase crolla l’iniziativa imprenditoriale elementi come la personalità e la volontà
dell’imprenditore contano sempre meno
Essi lasciano spazio ad ambienti e soggetti assuefatti alla trasformazione economica, il progresso
tende a “spersonalizzarsi” ed è sempre più spesso il frutto di team specializzati che producono
quanto richiesto facendolo funzionare in modo prevedibile e controllabile, l’innovazione stessa
diventa una routine e <ciò che era comando personale operante in virtù dell’energia del singolo e
della sua responsabilità diretta nella vittoria> svanisce finendo con il minare la posizione sociale
dello stesso imprenditore.
Capitalismo, socialismo e democrazia
• Si affievolisce il ruolo demiurgico, creativo dell’imprenditore
• Si attenua anche l’originale etica individualistica del capitalismo
• si affermano grandi strutture burocratizzate, e una società nel complesso più favorevole
all’intervento statale e a forme di economia pianificata
Viene meno anche la classe sociale che l’imprenditore rappresenta
JOSEPH SCHUMPETER CAPITALISMO CONCORRENZIALE VS CAPITALISMO
TRUSTIFICATO
• La situazione non rimane circoscritta al solo imprenditore ma si allarga all’intera classe borghese
• Poiché economicamente e sociologicamente, direttamente e indirettamente, la borghesia dipende
dall’imprenditore e come classe vive e morrà con lui.
• In realtà la pessimistica previsione nel breve periodo è ben lontana dal verificarsi.
John Maynard Keynes 1883- 1946
Una biografia “straordinaria”
Nasce il 5 giugno 1883
La casa di Maynard era frequentata dall’elite dell’intellighenzia cantabrigense, tra cui Alfred
Marshall e Henry Sidgwick (uno dei più autorevoli filosofi britannici)
Studia a Eton e poi al Cambridge ( 1902 King’s College di ) con una borsa di stud
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Storia del pensiero economico - 1°parziale
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Storia del pensiero economico 2
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Storia del pensiero economico parte 2
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Storia del pensiero economico