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Estratto del documento

2) VALORE E PREZZI DELLE MERCI (PREZZO REALE E PREZZO NOMINALE)

3) PARTI COSTITUENTI IL VALORE DELLE MERCI

4) CLASSI SOCIALI E DISTRIBUZIONE DEL REDDITO

5) RICCHEZZA E PROCESSO DI ACCUMULAZIONE

6) PREZZO NATURALE DELLE MERCI E RUOLO REGOLATORE DEL MERCATO

1) ORIGINE DELLA MONETA E VALORE DELLE MERCI

La società civile del sistema economico

che Smith ha difronte è commerciale in

cui gli individui sono tutti mercanti in

senso lato, per il motivo spiegato nella prima foto. C’è una complicazione legata al fatto che quali

sono gli strumenti che consentono lo scambio.

I metalli perché possono essere conservati con minori perdite, rispetto ad altri tipi di beni gli uomini

hanno deciso di usare i metalli possono essere divisi in sottomultipli e riuniti all’occorrenza

E’ in questo modo che la moneta è diventata in tutti i popoli civili lo strumento universale con

l’intervento del quale beni di ogni genere vengono comprati e venduti.

Ma è davvero andata così? Davvero la moneta nasce a supporto degli scambi per di più degli

scambi di mercato? Davvero la sua principale funzione è quella di essere mezzo di scambio?

I fei: enormi dischi circolari di pietra ricavati da rocce calcaree e bucati centralmente, ancora agli

inizi del XIX secolo erano utilizzati dagli abitanti di Yap. Vennero scoperti nel 1903

dall’antropologo William H. Furness studia il modo in cui la popolazione approccia i rapporti

sociali

I fei sanzionavano una avvenuta transazione tra gli isolani, non erano mezzi di scambio o di

pagamento, ma esprimevano contabilmente il saldo egli scambi che non erano di mercato tra glia

abitanti. Erano un’unità di conto la moneta non nasce come strumento di commercio, nel caso

dei fei aveva la funzione di unità contabile esprimendo come debiti e crediti venivano saldati,

alcune volte non venivano nemmeno scambiati. Cambiavano di mano in occasione del

riconoscimento pubblico della transazione. Erano una tecnologia di pagamento che consentiva il

riconoscimento di debiti e crediti. 

Nasce insieme ad altre due tecnologie fondamentali che affermano la transazione tra soggetti

scrittura e contabilità.

Gettoni di argilla come mezzi di pagamento vennero poi utilizzati anche dai mercanti ma in un

secondo momento iniziarono a ricoprire anche la funzione di mezzi di scambio.--> è la moneta che

crea il mercato e viceversa.

La visione di Smith si pone come visione mainstream, sull’isola di Yap Keynes scrive un lungo

articolo meravigliato da questa scoperta era lui stesso sostenitore della moneta come unità di

conto

Un antropologo americano Graeber ha scritto che i manuali di economia parlano di villaggi

immaginari perché non possono parlare della realtà. Perfino alcuni economisti sono stati costretti ad

ammettere he la terra del baratto evocata da Smith in realtà non esiste.

Il mito del baratto e della successiva evoluzione monetaria non può scomparire perché centrale nel

discorso dell’economia Così come è stato impostato dagli economisti classici,,, che ritenevano che

essa operasse in base a leggi simili a quelle che governavano il mondo fisico identificate da

Newton.

IL naturalismo degli economisti classici , la cui origine abbiamo rintracciato fino al 600 con il

giusnaturalismo. 

Valore di scambio delle merci concetto trasversale che passa lungo tutte le epoche, per Smith la

parola valore ha due significati:

-  

La parola valore esprime l’utilità di un oggetto particolare VALORE D’USO valore

oggettivo di un bene che dà al suo possessore utilità di un oggetto particolare non

soggettiva di cui parlavano gli economisti italiani e Turgot a fondamento della teoria del

valore soggettivo

- 

Il potere di acquistare altri beni che il possesso di quell’oggetto comporta VALORE DI

SCAMBIO

Poi introduce il paradosso del valore, le cose che hanno il maggior valore d’uso hanno poco o niente

valore di scambio e viceversa. (es. acqua con tanta utilità ma non può essere utilizzata come

scambio) ( diamante con poco valore d’uso ma molto valore di scambio) ne parla in questa foto

successiva

3 declinazioni di prezzo di Smith: DOMANDA 

Prezzo reale prezzo nominale e prezzo naturale fanno riferimento a tre ambiti concettuali

2) VALORE E PREZZI DELLE MERCI

(PREZZO REALE E PREZZO NOMINALE)

“Il valore di una merce per chi la possiede e ha

bisogno di scambiarla con un altro prodotto è

esattamente uguale alla quantità di lavoro che essa

lo mette in grado di comprare o di comandare”

teoria del valore lavoro comandato una merce

per chi la possiede e la vuole scambiare ha un

valore che dipende dalla quantità di lavoro che

quella merce può comandare (comprare) sul

mercato implicita in questa affermazione è il

fatto che la quantità di lavoro che io ho impiegato

per produrre un bene x è inferiore alla quantità di lavoro che io compro con quella merce una volta

che la scambio sul mercato teoria del valore lavoro comandato, il lavoro che acquisisce è

superiore al valore contenuto nella merce

 abbiamo due cose la quantità di lavoro (la sostanza a cui ricondurre il valore di scambio delle

merci teoria del valore lavoro oggettiva)

“Il prezzo reale di ogni cosa, ciò che costa realmente a chi ha bisogno di procurarsela, è la pena e il

disturbo di procurarsela. Il lavoro è stato il primo prezzo, la moneta che si è pagata per l’acquisto di

qualunque cosa. Non è stato né con l’oro né con l’argento ma con il lavoro che tutte le ricchezze del

mondo sono state originariamente acquistate”

“In ogni tempo e luogo uguali quantità di lavoro si può dire abbiano lo stesso valore per il

lavoratore. Nel suo stato ordinario di salute e destrezza egli deve sacrificare la stessa quota del suo

riposo, della sua libertà, della sua felicità”. l’unità di misura ultima che serve per contabilizzare

il valore di scambio di una merce che non variando mai è la sola misura reale mediante la quale il

valore di tutte le merci può essere confrontato

“Il lavoro, non variando mai nel proprio valore, è la sola misura reale mediante la quale il valore di

tutte le merci può essere in ogni tempo e luogo stimato e confrontato”. E tuttavia …………………

Prezzo reale delle merci: qual è il valore da ricondurre

Diverse parti di cui questo prezzo di compone rispetto alla precedente riflessione economica

compie un passo in avanti, all’interno troviamo redditi che remunerano le diverse classi sociali

TRASFORMAZIONE DEL VALORE DI PREZZO una volta emesse sul mercato si nota una

discrepanza tra il prezzo reale e nominale 

3)PARTI COSTITUENTI IL VALORE DELLE MERCI come avveniva lo scambio prima?

“In quello stadio primitivo e rozzo della società che precede l’accumulazione dei capitali e

l’appropriazione della terra […]. se in un popolo di cacciatori, ad esempio, uccidere un castoro

costa usualmente un lavoro doppio rispetto a quello che occorre per uccidere un cervo, un castoro si

scambierà naturalmente per due cervi. È naturale che ciò che è di solito il prodotto del lavoro di due

giorni o di due ore abbia un valore doppio di ciò che è di solito il prodotto del lavoro di un giorno o

un’ora […]. In questa situazione l’intero prodotto del lavoro appartiene al lavoratore

LAVORO CONTENUTO (1 giorno o un ora ecc) = LAVORO COMANDATO

Situazione in cui non c’è accumulazione o appropriazione della terra, in questo stadio rozzo e

primitivo della società i prodotti si scambiano secondo le qualità di lavoro contenuto succede che

l’intero prodotto del lavoro va al lavorator, il lavoro contenuto è uguale al valore comandato

E’ implicito che il lavoro comandato è maggiore del valore contenuto, nelle società con divisione

del lavoro e con proprietà privata della terra non tutto il prodotto del lavoro torna al lavoratore

Non appena i fondi si sono accumulati nelle mani di singole persone alcune di loro naturalmente le

impiegheranno nel mettere al lavoro gente operosa a cui forniranno il materiale e mezzi di

sussistenza allo scopo di trarre profitto dalla rendita delle loro opere, di ciò che il loro lavoro

aggiunge al valore del materiale. la rendita rappresenta la prima deduzione

Mentre nello stadio precedente primitivo, tutto il prodotto del lavoro ritornava al lavoratore in una

società con divisione del lavoro il prodotto del lavoro deve essere condiviso con altre figure i

proprietari della terra che la affittano e si aspettano una rendita, e dall’imprenditore agrario che

sfrutta braccianti e si attende un profitto che rappresenta una seconda deduzione dal totale del

lavoro Smith afferma he il lavoro comandato è maggiore del valore contenuto

• Nello scambiare il manufatto finito con moneta, col lavoro o con altri beni, oltre a quanto basti per

pagare il prezzo dei materiali e dei salari degli operai, il lavoro contenuto, qualcosa deve essere dato

per i profitti dell’imprenditore dell’opera il quale rischia per intraprendere l’impresa.

• Il valore che gli operai aggiungono ai materiali si divide dunque in questo caso in due parti, una

delle quali paga appunto i loro salari, mentre l’altra paga i profitti di chi impiega il complesso dei

fondi che ha anticipato per i materiali e il salario.

• Costui non potrebbe avere alcun interesse ad impiegare gli operai se dalla vendita delle loro opere

non si attendesse qualcosa in più di quanto sufficiente a rimpiazzare i suoi fondi e non potrebbe

avere alcun interesse at utilizzare dei fondi grandi piuttosto che piccoli se i profitti non

mantenessero un certo rapporto con l’ammontare dei suoi fondi.

• E questo anche per quanto riguarda i proprietari di terre.

CONCLUSIONE:

In questa situazione di divisione del lavoro nello stadio progredito della società non sempre tutto il

prodotto del lavoro appartiene ai lavoratori

• Nella maggior parte dei casi essi dovranno spartirlo con i proprietari dei fondi che lo affittano e la

quantità di lavoro normalmente impiegata nel procurarsi o nel produrre la merce, non è più l’unica

circostanza che può regolare la quantità di lavoro che dovrebbe comunemente acquistare o

comandare o ricevere in cambio, è evidente che una quantità addizionale deve spettare ai profitti dei

fondi che hanno anticipato i salari e fornito i materiali di quel lavoro”.

D

Dettagli
A.A. 2024-2025
90 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/04 Storia del pensiero economico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher usernamenonancorainuso04 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero economico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Fornasari Massimo.