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Cap.6 Le scelte pubbliche
Le decisioni di spesa per i beni pubblici sono generate da un processo
politico
6.1 Meccanismi pubblici di allocazione delle risorse
Per giungere a un’efficiente allocazione delle risorse nella produzione di beni
privati bisogna affidarsi al sistema dei prezzi. L’equilibrio nei mercati privati si
determina nel punto di intersezione tra la curva di domanda e quella di
offerta.
Le decisioni di allocazione delle risorse nel settore pubblico sono prese in
modo del tutto diverso rispetto al settore privato. Gli individui eleggono dei
rappresentanti che a loro volta votano un bilancio pubblico, e la spesa viene
poi effettuata da una varietà di entità amministrative.
6.1.1 Il problema della rilevanza delle preferenze
Mentre gli individui posso esprimere le loro opinioni sulla desiderabilità di un
bene privato piuttosto che un altro con una azione decidere o meno di
comprarlo, essi non possono esprimere in modo efficace le loro opinioni sulla
desiderabilità di un bene pubblico piuttosto che un altro. Nel caso delle
decisioni private chi decide conosce le proprie preferenze. Nel caso delle
decisioni pubbliche chi decide deve accertare le preferenze di coloro per
conto dei quali egli sta decidendo. Questa è la prima differenza tra
allocazione pubblica delle risorse e quella privata.
6.1.2 Le preferenze individuali per i beni pubblici
Le decisioni collettive sono difficili da prendere perché individui diversi hanno
punti di vista diversi. Le differenze tra gli individui possono dipendere da 3
motivi:
Dai gusti (alcuni preferiscono parchi pubblici, istruzione altri beni
1. privati)
Dal reddito (gli individui più ricchi preferiscono spendere di più per tutti
2. i beni sia pubblici sia privati)
Dalle imposte (quando lo Stato spende di più in beni pubblici i più
3. ricchi devono pagare una quota elevata del costo addizionale) Nel caso
di beni privati, ricchi e poveri pagano lo stesso prezzo; per i beni
pubblici, in realtà, i più ricchi normalmente devono pagare un prezzo più
alto 8
Il prezzo-imposta è l'ammontare addizionale che un individuo deve pagare
quando la spesa pubblica aumenta di 1 €.
Il prezzo-imposta moltiplicato per la spesa pubblica totale dà l'imposta totale
pagata dall'individuo (debito d'imposta). Un prezzo-imposta più alto, di per
se, implica che gli individui più ricchi vorrebbero un livello più basso della
spesa per beni pubblici.
Con un effetto reddito che conduce ad una domanda desiderata maggiore e
un effetto prezzo che conduce ad una domanda desiderata minore, il segno
dell'effetto netto è ambiguo.
Con un'imposta uniforme il prezzo-imposta è semplicemente 1/N ed il
gettito dell'imposta è pari a G/N
Con un'imposta proporzionale ognuno paga la stessa percentuale del
reddito. Il prezzo-imposta può essere calcolato facilmente se Y è il reddito
medio, NY è il reddito totale; se t è l'aliquota d'imposta, allora tNY è il gettito
complessivo.
Quest'ultimo deve essere uguale alle spese pubbliche: G=tNȲ; pertanto
l'aliquota è pari a: t=G/NȲ; Il debito d'imposta di un individuo con reddito pari
Ȳ
a Y è dato da: tY = GY /N .
i i i
Con un'imposta progressiva l'imposta pagata aumenta più che
proporzionalmente rispetto al reddito, con un imposta regressiva aumenta
meno che proporzionalmente.
Dato il prezzo-imposta di un individuo, possiamo derivare il suo livello
preferito di spesa per beni pubblici come illustrato nel grafico 6.1
Individui con redditi diversi hanno vincoli di bilancio diversi; i livelli di spesa
per beni pubblici preferiti da ciascuno sono indicati dai punti di tangenza tra le
curve di indifferenza ed i vincoli di bilancio.
I vari individui preferiranno livelli di spesa pubblica diversi.
Con un'imposta proporzionale, i più poveri pagano prezzi-imposta più
bassi e ciò tende a far sì che il loro livello preferito di spesa G sia più
p'
alto. I poveri hanno redditi più bassi e perciò domandano una quantità
inferiore sia di beni pubblici sia di beni privati. L'effetto netto è ambiguo.
Con un'imposta uniforme si ha soltanto l'effetto reddito (Grafico B),
pertanto gli individui ad alto reddito preferiranno livelli più elevati di
spesa pubblica. 8
Con un'imposta progressiva sul reddito, i soggetti a basso reddito
avranno un prezzo-imposta più basso rispetto al caso dell'imposta
proporzionale, pertanto il loro livello di spesa sarà anche maggiore che
con l'imposta proporzionale.
La figura 6.2 ci mostra come l’utilità dipenda dal livello della spesa pubblica il
livello preferito di spesa si ha nel punto G* il punto in cui l’utilità è massima.
6.1.3 Il problema dell'aggregazione delle preferenze
Nel mercato privato l’impresa non deve bilanciare le richieste e gli interessi di
un gruppo contro quelli di un altro. Se un individuo e disposto a pagare un
prezzo superiore al costo marginale di produzione l’impresa venderà il suo
bene all’individuo. Le decisioni sono prese su base individuale. Invece nel
settore pubblico le decisioni sono prese su base collettiva.
8
Quindi ogni qualvolta si deve prendere un decisione nel settore pubblico
bisogna farlo per l’intera collettività però questo non risulta facile perché ogni
individuo ha le sue preferenze, come soluzione si è deciso di ricorre al
voto e di solito quello usato in democrazia è il voto a maggioranza semplice.
6.1.4 Il voto a maggioranza e il paradosso del voto
A volte nel caso in cui vi siano più di due alternative, la votazione a
maggioranza non conduce a un esito chiaro. Affinché un voto a maggioranza
abbia un equilibrio è necessario che vi sia un’alternativa che possa vincere a
maggioranza contro ogni altra alternativa. Un noto filosofo francese
Condorcet notò come sia possibile che non esista un equilibrio del voto a
maggioranza. Il paradosso del voto (inesistenza dell’equilibrio del voto a
maggioranza) quando si verifica l’andamento ciclico del voto non esiste un
vincitore chiaro. Indipendentemente dall’ordine con il quale le alternative sono
sottoposte al voto a maggioranza, esso non assicura in tutti i casi il
raggiungimento di una decisione semplice.
6.1.5 Il teorema dell’impossibilità di Arrow
Un meccanismo politico, quindi un sistema di aggregazione delle preferenze,
ideale dovrebbe possedere le quattro caratteristiche seguenti:
Transitività: Se A è preferito a B e B a C allora A dovrebbe essere
1. preferito a C, ma questo non è il caso. Il voto a maggioranza non
presenta questa proprietà infatti tende ad un andamento ciclico del voto
Scelta non dittatoriale: in una società democratica questo non è
2. possibile perché gli esiti del voto non possono riflettere le preferenze di
un solo individuo.
Indipendenza da alternative irrilevanti: l’esito dovrebbe essere
3. indipendente da alternative irrilevanti. Cioè tra due alternative il risultato
non deve dipendere dall’eventuale presenza di una terza alternativa.
Dominio non ristretto: Il meccanismo deve funzionare
4. indipendentemente dall’insieme delle preferenze e dalla gamma di
alternative tra cui si deve scegliere.
Arrow ha dimostrato che non esiste una regola che soddisfi tutte le proprietà
desiderate questo risultato è noto come teorema dell’impossibilità di Arrow
Il suo teorema suggerisce che, a meno di non conferire poteri dittatoriali a
qualcuno, non ci si può attendere che lo Stato agisca con lo stesso grado di
coerenza e razionalità di un singolo individuo. Non esiste un modo per
aggregare le preferenze di individui diversi soddisfacendo le caratteristiche
8
desiderate di un meccanismo di scelta e che non esiste un sistema di
votazione nel quale gli individui votino sempre secondo le proprie vere
preferenze.
6.1.6 Preferenze uni-modali ed esistenza di un equilibrio del voto a
maggioranza
Sebbene il teorema di Arrow dimostri che non esiste una regola di voto che
soddisfi sempre le proprietà desiderabili di un meccanismo di scelta sociale,
vi sono particolari condizioni nelle quali il semplice sistema di voto a
maggioranza produce sempre un esito ben definito: è il caso delle
preferenze uni‐modali
L’utilità, quindi, diminuisce all’aumentare della spesa pubblica. Questa
persona preferisce quindi un livello elevato di spesa piuttosto che una spesa
nulla, ma una spesa nulla a un livello intermedio di spesa. In un caso del
genere, è possibile che il voto a maggioranza non abbia un equilibrio.
Le preferenze riguardanti un singolo bene pubblico sono di solito uni‐modali.
Quando si tratta di scelte riguardanti più di un bene pubblico, gli ordinamenti
raramente risultano uni‐modali.
6.1.7 L’elettore mediano
La regola del voto a maggioranza in presenza di distribuzione uni-modale
conduce ad un risultato netto cioè esiste un equilibrio. Quando le preferenze
sono uni-modali possiamo ordinare gli individui. L’individuo mediano è colui
che si trova esattamente a metà dell’ordinamento: metà individui preferiscono
livelli più alti e l’altra metà livelli più bassi. Il livello di spesa pubblica
8
efficiente per l’elettore mediano dipenderà dal livello del reddito e dal tipo di
imposta.
6.1.8 Inefficienza dell’equilibrio del voto a maggioranza
Poiché il livello della spesa per beni pubblici è determinato dalle preferenze
dell’elettore mediano analizzando le scelte di quest’ultimo e confrontandole
con le condizioni di efficienza è possibile stabilire se la spesa pubblica sia
troppo elevata ovvero troppo bassa.
Se l’elettore mediano tiene conto solo dei benefici e dei costi privati, i suoi
benefici e i suoi costi sono inferiori ai benefici sociali totali. La spesa pubblica
sarà eccessiva ovvero inadeguata. Le decisioni dell’elettore mediano
dipendo dal prezzo-imposta. Ȳ
Reddito medio uguale al reddito dell’elettore mediano Y = distribuzione
m
perfettamente simmetrica (grafico A); (grafico B) qui la distribuzione non è
simmetrica, la tipologia d’imposta è rilevante se in questa situazione c’è
tassazione proporzionale l’elettore mediano rivelerà preferenze non
Ȳ).
efficienti/inefficienti (Y <
m
Secondo la teoria dell’elettore mediano esiste una tendenza forte ad offrire
una quantità eccessiva di beni pubblici. L