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VIRGILIO

Sulla vita di Virgilio l'antichità ci ha trasmesso numerose notizie e biografie. La più antica è la Vita Vergilii di Elio Donato, il quale prese spunto probabilmente da Svetonio. I dati certi sono pochi. Virgilio era un uomo schivo e dedito agli studi, dunque i grammatici vollero modificare e abbellire la sua vita. Secondo Donato: Virgilio nacque il 15 ottobre del 70 a.C., ad Andes, presso Mantova. La nascita del poeta sarebbe stata accompagnata da una serie di premonizioni: la madre avrebbe sognato di partorire un ramo d'alloro, che subito avrebbe messo radici diventando un albero; inoltre, il bimbo appena nato non avrebbe pianto come tutti gli altri bambini, ma avrebbe mostrato un volto dolce e tranquillo. Infine, un pioppo piantato per festeggiare la nascita sarebbe cresciuto in maniera straordinaria, tanto da divenire oggetto di culti della fecondità con il nome di Arbor Vergilii, l'albero di Virgilio. La sua famiglia avrebbe avuto origini.modeste: il padre avrebbe fatto il vasaio o forse il bracciante agricolo e avrebbe aumentato il patrimonio con l'acquisto di boschi e con l'allevamento delle api.
Virgilio frequentò le migliori scuole del tempo, prima a Cremona, poi a Milano, a Roma e a Napoli, dove seguì le lezioni del filosofo epicureo Sirone.
Non ebbe mai bisogno di lavorare.
Quindi, proveniva da una famiglia modesta o da una famiglia così ricca grazie alle vaste proprietà terriere?
Virgilio non visse molto bene durante le tensioni fra Marco Antonio e Ottaviano.
Nel 41 a.c., le terre mantovane vennero confiscate e distribuite ai veterani dopo la battaglia di Filippi.
Secondo alcune fonti, Virgilio non è stato vittima di questo pericolo, grazie alle sue conoscenze.
Ma secondo altre testimonianze, il poeta ha perso gran parte dei suoi possedimenti.
Questi eventi vengono accennati nelle sue Bucoliche.
Virgilio viene ammesso al circolo degli amici di Mecenate, collaboratore di Augusto, e

In suo onore compose le Georgiche (Virgilio parla dei campi in tempi sospetti, sembra che ci sia una sincronia fra lui e Augusto), che esaltavano il lavoro dei campi e che furono lette dallo stesso Augusto. Probabilmente Mecenate lo pressava con degli ordini non leggeri (haud mollia iussa) affinché pubblicasse le Georgiche, ma lui, da perfezionista, voleva continuare a migliorare i suoi versi.

Dal 29 a.c., si occupò dell'Eneide, in cui celebrava la storia sacra di Roma e della gens Iulia, la famiglia di Augusto. Lasciò qua e là spezzoni di versi provvisori.

MORTE: A 50 anni viaggiò in Grecia, ma dovette ritornare in Italia per motivi di salute. Morì il 21 settembre 19 a.c.

EDIZIONE POSTUMA DELL'ENEIDE: Virgilio avrebbe voluto che la sua opera venisse bruciata, ma Augusto ordinò ai suoi due amici (di Virgilio), Vario e Plozio, di pubblicare i suoi versi, anche se incompleti.

IL SUO ASPETTO: Era un uomo alto e robusto, ma molto timido e riservato.

MODELLI DI VIRGILIO

Bucoliche: Teocrito

Georgiche: Esiodo, Arato, Nicandro e Lucrezio

Eneide: Omero, Apollonio Rodio, Nevio ed Ennio

TEMI DI VIRGILIO

Locus amoenus: idealizzazione della civiltà delle origini

Politica: ritorno dell'età dell'oro.

Nobiltà del lavoro: Mos maiorum, valore fondante la pietas e ritorno agli antichi valori.

Amore: dannoso per l'uomo (si vede che si è ispirato a un modello greco), partecipazione emotiva.

BUCOLICHE

Prima opera di Virgilio, che significa "canti pastorali", che rimanda al genere di Teocrito.

Teocrito è celebre per aver inventato la poesia bucolica, cioè sui pastori, la natura e l'amore (infatti "bucolica" deriva dal greco, da bous).

Le Bucoliche si concentrano su un paesaggio, un locus amoenus (luogo idealizzato, amornioso).

Virgilio menziona l'Arcadia.

L'Arcadia è il locus amoenus dei pastori descritti da Virgilio, un mondo di arte e musica.

Non è un luogo reale.

ma un paesaggio nato dal sentimento e dalla memoria. Al ricordo, si unisce il rimpianto del passato. Raccolta di 10 componimenti, chiamati ecloghe. Le ecloghe dispari hanno struttura di dialogo, mentre quelle pari espositivo-narrativa. Le due ecloghe più importanti sono la prima e la quarta. PRIMA ECLOGA Virgilio scrive del dialogo fra i due pastori, Titiro e Melibeo, che riguarda l'espropriazione delle terre (il primo può continuare a vivere la sua vita di sempre, mentre l'altro si lamenta perché deve lasciare i campi e andare verso l'ignoto, in esilio). I personaggi non sono dell'età di Virgilio e infatti si trovano in un mondo inventato, ma che comunque si riferisce all'attualità di Virgilio. Virgilio si immedesima in entrambi i personaggi. C'è un riferimento a Ottaviano, visto come un dio. Perché Virgilio si immedesima in entrambi i personaggi? In Titiro, perché anche lui può continuare la sua vita disempre e venera Ottaviano. In Melibeo, perché questo denuncia la violenza delle guerre civili.
QUARTA ECLOGA
Pascoli si rifà a questa, e infatti riprende il primo verso, nelle sue Myricae. Virgilio, nel primo verso, dice di aver parlato fino ad allora di argomenti leggeri e che vuole elevare il suo tono ("non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici"). Inoltre, fra questi fenomeni, vediamo una previsione della morte di Cesare (probabilmente ci fu un'eclissi). C'è il desiderio del ritorno alle origini, fino all'età dell'oro. Virgilio parla della nascita di un misterioso puer, destinato a rinnovare il mondo e a riportare l'età dell'oro. Secondo i cristiani è una profezia in correlazione al Messia, secondo alcuni si riferisce a Asinio o al nipote di Ottaviano.
IL PUER
Dante fece riferimento alla quarta ecloga nel Purgatorio. Stazio dice a Virgilio che si è convertito grazie ai versi di quella ecloga. Quindi,

Il puer di cui parla Virgilio è sul serio Gesù? Il primo ad avere questa idea fu l'imperatore Costantino: interpretò la vergine evocata da Virgilio come la Vergine Maria e il misterioso puer come Gesù.

RITORNO ALLE ORIGINI

Un tema molto importante è il ritorno alle origini (individualmente, all'infanzia e all'adolescenza, collettivamente alle origini della civiltà).

Contrasti:

Natura - cultura

Utopia - realtà

SOMIGLIANZE E DIFFERENZE CON TEOCRITO

In comune:

Il metro (esametro);

Il canto amebeo (botta e risposta nel dialogo);

Il registro stilistico;

I paesaggi idealizzati sono perfetti per le vicende amorose

Differenze:

Piena adesione sentimentale in Virgilio (tendenza che accentua il pathos)

All'interno dei paesaggi, Virgilio aggiunge grandi avvenimenti storici (l'espropriazione delle terre).

LO STILE

La lingua è semplice.

SECONDA ECLOGA:

Alexi, parla di un pastore innamorato di un giovane, Alexi. Amore non corrisposto di

tipoomosessuale che potrebbe stupire i commentatori scolastici, ma Virgilio all'epoca voleva esplorare tutte le possibilità del genere bucolico.

DECIMA ECLOGA:

Gallus, elogio a Gallo Cornelio. Parla di innamorato infelice, tradito da una donna con un soldato. Virgilio sembra esortare Gallo Cornelio ad abbandonare lo stile di vita e di poesia propria del poeta amante, ma lui rifiuta.

GEORGICHE

Titolo greco, significa "canti agricoli". Si passa alla civiltà del lavoro agricolo, il senso del duro lavoro quotidiano. È un poema unitario in quattro libri, suddivisi in due sezioni: una dedicata alle piante, l'altra agli animali. Virgilio fa una sezione di fenomeni atmosferici che il contadino deve saper interpretare.

I libri:

I (Arva= campi): lavori nei campi, tempi per i lavori, previsioni, come bisogna interpretare i fenomeni naturali

II (arbores): coltivazione, patriottismo, elogio della vita campestre.

III (pecudes): allevamento bestiame, amore cieco, epidemia del

bestiame nel NoricoIV (apes): api, mito di Aristeo e Orfeo

Nel primo libro, Virgilio parla dei campi, dei fenomeni naturali da saper interpretare e prevede le guerre civili dopo la morte di Cesare. Si rifà a ai Fenomeni di Arato e alle Opere e I Giorni di Esiodo.

Nel secondo libro parla delle piante, elogia l'Italia comparandola agli altri luoghi geografici, soprattutto con l'Oriente (facendo riferimento dunque a Marco Antonio). E continua a elogiare la vita agricola.

Nella terza, parla del bestiame, di come vada trattato e dell'epidemia del bestiame Norico, rifacendosi all'epidemia ad Atene di Lucrezio e di Tucidide (questo aveva parlato dell'epidemia da un punto di vista scientifico e medico, mentre Virgilio si basa più sul pathos).

Nel quarto libro parla delle api e poi conclude con il mito di Aristeo e Orfeo

GENERE LETTERARIO

Il suo genere è quello epico didascalico. Si rifà ai modelli ellenistici. Nella poesia ellenistica, il genere

epico-didascalico finiva per dare spazio allo sfoggio della propria erudizione. Infatti la poesia diventava una sfida tecnica: saper rendere piacevole una materia difficile. Infatti molti autori della poesia ellenistica usavano la materia trattata solo per vantarsi della propria cultura. I suoi modelli sono le opere e i giorni di Esiodo, i Fenomeni di Arato e le Georgiche di Nicandro. RAPPORTO CON LUCREZIO Il modello più importante è Lucrezio. Infatti anche lui cerca di proporre un ideale e uno stile di vita: l'onestà e la laboriosità del contadino romano. NECESSITÀ DEL LAVORO E UMANIZZAZIONE DELLA NATURA A differenza di Esiodo, Lucrezio credeva che l'uomo in origine non fosse in una condizione felice ma ferina e si sarebbe poi liberato da essa con le proprie forze. Virgilio riprende l'opinione di Lucrezio creando la sua: l'età dell'oro non sarebbe stata felice, bensì inflitta da un torpore, cioè il veternus.l'apatia. Sarebbe stato poi Giove a porre fine a questa età e ad aggiungere la necessità del lavoro. Dunque, mentre Esiodo considerava l'intervento di Giove una punizione, Virgilio lo considera un atto provvidenziale della giustizia. PROPAGANDA I tempi in cui Virgilio scrive le Georgiche sono sospetti: lui parla della nostalgia nei confronti dell'antica civiltà contadina proprio quando Augusto cerca di restaurare gli antichi valori romani. Non si sa se fosse solo un caso che i due fossero in sintonia o semplicemente l'opera fosse una commissione con l'obiettivo di compiacere il regime. Anche perché Virgilio celebra la figura di Ottaviano come una divinità. Sicuramente la pubblicazione è
Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
8 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ciceronisstan di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Foti Agata.