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GABRIELE D’ANNUNZIO
VITA
Nacque a Pescara il 12 marzo 1863 compì gli studi a Prato. Più tardi si trasferì a Roma
dove entrò in contatto con ambienti letterari e iniziò a collaborare con giornali e
riviste. Il suo tenore di vita però lo porta a contrarre ingenti debiti e per sfuggire ai
creditori si trasferì a Napoli. Successivamente tentò di entrare in politica e dopo aver
conosciuto Eleonora Duse nel 1897, si trasferì con lei a Firenze dove si dedicò ad opere
Laudi
teatrali e poetiche, in questo periodo scrisse le (1903). Dopo qualche anno,
D’Annunzio si traferì in Francia, rientrando in Italia allo scoppio della guerra e
distinguendosi come uno dei più convinti interventisti. D'Annunzio con i suoi discorsi
divenne un poeta vate capace di guidare l'intero popolo italiano verso un grande
obiettivo nazionalistico e imperialistico. A guerra finita i trattati assegnarono la
Dalmazia con la città di fiume alla Jugoslavia, e D'annunzio iniziò a parlare di vittoria
mutilata, si rese poi protagonista dell’occupazione della città di fiume avvicinandosi al
partito fascista nascente. Morì il 1° marzo 1938.
PENSIERO E POETICA (parte 1)
D’Annunzio fu un autore versatile, la sua produzione poetica può essere suddivisa in
Primo vere,
tre fasi: la prima fase incentrata sul classicismo di Carducci, ricordiamo
molto criticata per l'eccessiva libertà di temi e della forte sensualità; la seconda fase,
Campo novo
influenzata dal Decadentismo e dall'Estetismo, ricordiamo la raccolta
dove alla tecnica compositiva tradizionale si affiancano uno stile nuovo. L'influenza del
il Piacere
decadentismo e dell'estetismo si trovano soprattutto nel romanzo incentrato
sulla bellezza del protagonista Andrea Sperelli deciso di fare della propria vita un'opera
d'arte. E infine la terza fase, incentrata sulla narrativa russa, D'Annunzio infatti si
interessò al romanzo russo di Tolstoj e riprese temi come la purezza, la bontà d'animo
L'innocente
e la natura. Il modello russo diede forma al romanzo che ha come
protagonista Hermil, un uomo romano che racconta tutte le vicende che lo hanno
portato ad uccidere un innocente. Tullio è la seconda incarnazione dopo Sperelli di
D’Annunzio, egoista e geloso cerca di recuperare il rapporto con la moglie attraverso
la bontà e purezza, virtù che in realtà non gli appartengono. Dal punto di vista stilistico
vi è una struttura sintattica elegante e armoniosa, il lessico ricco e prezioso con molta
musicalità e parti dialogate. D’Annunzio nella sua produzione viene influenzato da
Nietzsche, che aveva teorizzato la figura del superuomo, tanto da applicare tale figura
al poeta, ritenendolo essere superiore. Questa figura non venne applicata solo in
campo artistico ma anche in quello ideologico e politico, il superuomo portò in
D'Annunzio una grande creatività scrivendo dei cicli di romanzi (il ciclo della rosa, del
giglio e del melograno) e raccolte poetiche come Le Laudi. La figura del superuomo è
Il Trionfo della morte, Il Piacere e L'Innocente
presente in quattro romanzi: che dopo è
Le vergini delle rocce,
il terzo romanzo del ciclo della rosa; qui vi è l'esaltazione
dell'ideologia nazionalistica e imperialistica, è l'unica opera effettiva tra i Romanzi del
Il fuoco
Giglio perchè gli altri due rimasero solo un progetto; (1900), dove è presente
anche l'estetismo, è l'unico romanzo realizzato tra i Romanzi del melograno. Il fuoco è
un'opera autobiografica dove viene descritto l'amore di D'Annunzio per Eleonora Duse.
Forse che si forse che no.
E infine D'Annunzio tra il 1898 e il 1908 si dedicò ai
componimenti teatrali mettendo in scena il culto del superuomo, le passioni sensuali e