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CRITICHE
1. Contenuto e sistema di codifica dei dilemmi morali (Kurtiness & Greif, 1974): il contenuto dei dilemmi è adatto ad una morale maschile e non femminile.
2. Campione non equilibrato (Gilligan, 1982): più soggetti di genere maschile.
3. Concezione stadiale (Turiel, 1983; Bandura, 1986): anche il comportamento morale si apprende all'interno delle interazioni e non all'interno di rigidi intervalli di tempo.
RISPOSTE
A. standardizzato lo scoring;
B. validità della sequenza stadiale (con l'età aumenta il pensiero convenzionale e diminuisce quello pre-convenzionale);
C. lo sviluppo morale è sotteso allo sviluppo cognitivo.
57. Critica la concezione stadiale di Kohlberg.
Il ragionamento morale (comportamento morale) è appreso grazie all'interazione sociale del bambino con adulti e coetanei.
L'apprendimento sociale dipende dall'esperienza del bambino e non è vincolato al suo livello.
competenza morale e performance morale. evolutivo e alle tappe di sviluppo.Include premi, incentivi eCapacità del soggetto di mettere motivazioni ad agire in manierain atto un comportamento morale.morale – include ciò che ilsoggetto sa fare, le norme checonosce e le abilità cognitive adattuare un comportamento.Dunque, lo sviluppo morale è dato da una combinazione di fattori sociali e cognitivi che siapplicano all’autocontrollo, il soggetto adotta dei modelli di “cosa è giusto e cosa è sbagliato”come guida e/o deterrente per il comportamento.L’interazione sociale consente al bambino di apprendere dei meccanismi di pensiero (otto) ingrado di quantificare la responsabilità e la gravità di un’azione in base alle norme moraliinteriorizzate. –MECCANISMI DI DISIMPEGNO MORALE: sono dei dispositivi cognitivi interni all’individuo–socialmente appresi che liberano l’individuo
stesso da sentimenti di autocondanna (nocivi per l'autostima) quando viene meno il rispetto di una norma. I meccanismi di disimpegno morale inibiscono la "sanzione interna" che segue la condotta non morale. Sono meccanismi usati maggiormente in età adulta perché i processi cognitivi sono affinati e, dunque, per il soggetto è più semplice trovare una giustificazione al proprio comportamento.
Quali sono i meccanismi di disimpegno morale:
Giustificazione morale → I. faccio appello a fini superiori per coprire il carattere indegno della condotta. → Etichettamento eufemistico
II. attenuo il carico espressivo della condotta facendo appello a una distorsione concettuale del vero significato dell'azione. → Confronto vantaggioso
III. l'individuo fa un confronto tra la sua azione e altre peggiori ridimensionando la valenza immorale della sua condotta.
Dislocamento delle responsabilità → IV. la responsabilità della
condotta è spostata dall'individuo ad un terzo (es. autorità) che assume il ruolo di causa della condotta immorale. → Diffusione della responsabilità
l'individuo si discolpa sostenendo che le colpe sono di tutti e per questo non possono essere imputate al singolo (sono di tutti e non sono di nessuno). Distorsione delle conseguenze → minimizzo le conseguenze delle proprie azioni non considerando gli effetti.
Deumanizzazione → l'individuo propone un'assenza di sentimenti nelle vittime che dovrebbero fermare la condotta immorale di un altro. → Attribuzione della colpa
l'individuo cerca di convincere che la condotta immorale da lui messa in atto è stata meritata dalla vittima.
Carol Gilligan CRITICA A KOHLBERG: Campione costituito prettamente da maschi. Le donne accordano centralità alle questioni legate alle relazioni, alla responsabilità e alla cura (risposte ai dilemmi morali): vedono il mondo
in termini di legami e considerano spaventoso l'isolamento. Gli uomini vedono il mondo in termini di autonomia, possono sentirsi minacciati dall'intimità. Moralità = PRENDERSI CURA. 1. La cura di sé per la propria sopravvivenza ✓ L'individuo si sente isolato e privo di legami. ✓ Il sé è l'unico interesse. ✓ Non esistono conflitti tra i propri bisogni e quelli degli altri: solo i propri vengono riconosciuti. ✓ La transizione allo stadio successivo si ha quando si arriva a considerare questa posizione egoista. 2. La cura degli altri ✓ Nuova comprensione del legame tra sé e gli altri. ✓ Concetto di responsabilità che implica il sacrificio di sé. ✓ Il bene corrisponde alla cura degli altri. ✓ I bisogni degli altri vengono soddisfatti; i bisogni del sé vengono ignorati o riconosciuti solo a prezzo della colpa. La transizione allo stadio successivo si ha quando la negazione del sé viene1. La cura dell'integrità si riconosce la legittimità della cura di sé.
2. La tensione tra egoismo e responsabilità viene affrontata nelle dinamiche di relazioni: tra sé e gli altri vi è un rapporto di interdipendenza.
3. Negare la legittimità dei bisogni del Sé corrisponde in ultima analisi a danneggiare gli altri oltre che se stessi.
In conclusione: la morale descritta da Kohlberg è orientata verso l'autonomia individuale. Gilligan propone due percorsi evolutivi:
- Uno per gli uomini: basato sulla separazione e sul diritto.
- Uno per le donne: incentrato sull'attaccamento (sul legame e sulla relazione) e la responsabilità.
Tale diversità viene spiegata con la cura dei bambini universalmente assegnata alle donne: in continuità con la relazione primaria con la madre; i maschi scelgono in base...
Asimmetrica (o verticale), ossia la relazione con l'adulto basata sul rispetto delle regole, ma anche sulla protezione e centrata sullo sviluppo delle competenze del bambino; 2. Simmetrica (o orizzontale), ossia la relazione con i coetanei basata sull'uguaglianza e sulla reciprocità, dove il bambino impara a negoziare, a condividere, a rispettare gli altri e a gestire i conflitti. Le relazioni sociali sono fondamentali per lo sviluppo del bambino, poiché attraverso di esse egli impara a comunicare, a collaborare, a condividere emozioni e a sviluppare un senso di appartenenza e di identità sociale. Le relazioni con gli altri influenzano anche lo sviluppo cognitivo, emotivo e linguistico del bambino. È importante quindi favorire e promuovere relazioni positive e significative all'interno del contesto sociale in cui il bambino si trova, sia a livello familiare che educativo. Questo può avvenire attraverso attività di gioco, di collaborazione, di condivisione, di ascolto reciproco e di rispetto delle regole. In conclusione, il bambino si relaziona ed entra in interazione con gli altri fin dai primi anni di vita, e queste relazioni sociali sono fondamentali per il suo sviluppo globale.Simmetrica (o orizzontale), ossia la relazione con i coetanei basata sulla discussione e sul confronto rispetto alle esperienze, nonché sulla reciprocità e cooperazione. VYGOTSKIJ → sottolinea l'importanza anche del "pari più competente" nel lavoro sulla ZSP del bambino/ragazzo.
Lo sviluppo del legame sociale
RELAZIONE PERIODO
PRIMA INFANZIA
CON I SCOLARE
INFANZIA
GENITORI
Di tipo VERTICALE: La prima relazione di tipo sociale, la relazione più significativa dell'infanzia dell'individuo, che il bambino affronta è quella con i genitori, hanno duplice ruolo:
- Caregiver (soddisfare i fabbisogni fisiologici e di natura affettiva dell'individuo)
- Compagno di giochi (l'adulto è sia colui che gioca con il bambino guidando l'interazione ludica sia colui che facilita la relazione del bambino con i coetanei).
L'esperienza del nido.
Pochi mesi – 1 anno il bambino "esplora"
l'altro; l'attività privilegiata è il: "gioco parallelo" = due bambini, seppure vicini, giocano in maniera indipendente senza interagire tra di loro, si tratta di una relazione unidirezionale;- 1 anno: primi comportamenti di interazione (contatto oculare, gesti, prime verbalizzazioni) e di reciprocità, ossia il bambino comprende anche tra lui e l'altro possono esserci degli inizi di iniziative sociali, comprende inoltre come può mantenerle attraverso lo "scambio".
- 2 anni: il bambino avvia e regola le interazioni sociali con l'altro attraverso l'integrazione delle modalità comunicative; si possono notare degli scambi sociali veri e propri che risultano più complessi per il bambino perché deve diventare un agente attivo;
- 2-3 anni: aumenta la frequenza dello scambio sociale facilitato dallo sviluppo linguistico, il bambino inizia a giocare in maniera ancora più
reciproca; si passa dal gioco parallelo al giocoprotoamiciziecooperativo; nascono le prime (Howes, 1983) che hanno un carattere selettivo,sono basate su un legame preferenziale dettato dalle simpatie/antipatie del bambino.
A 3 anni Il bambino ha interiorizzato la capacità di relazionarsi all'altro e all'interno del contesto scolastico inizia scambi sociali con i coetanei; il bambino inizia comprendere l'alternanza del turno all'interno delle attività di gioco che assumono un carattere gruppale. Le attività di gruppo sono favorite dalle competenze linguistiche e simboliche del bambino. Il bambino passa dalla proto-amicizia (verso un solo coetaneo) all'amicizia variegata (verso più coetanei) perché spinto dalla curiosità verso gli altri; Potrebbe mantenere il rapporto preferenziale solo un coetaneo, legame che assume un valore affiliativo.
STATUS DEI PARI
✓ Bambini popolari o leader → sono bambini
eletti dai pari come migliori amici e raramente non piacciono ai compagni di gruppo;- Bambini medi → sono definiti in maniera media dai compagni in termini di aspetti positivi e negativi;
- Bambini trascurati → sono dei bambini che possiamo definire invisibili perché non sono identificati come migliori amici ma neanche come bambini antipatici;
- Bambini rifiutati → sono dei bambini i cui comportamenti, tendenzialmente aggressivi, li porta a non essere considerati migliori amici e risultare antipatici ai compagni;
- Bambini controversi → sono bambini che risultano migliori amici di qualcuno e, al contempo, sono considerati antipatici dagli altri.