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Modelli delle Funzioni Esecutive
- Modelli unitari: descrivono le Funzioni Esecutive come un unico costrutto.
Sistema Attentivo Supervisore: sistema di controllo delle operazioni cognitive.
Esecutivo Centrale: sistema di controllo che opera sui dati provenienti da diversi sottoinsiemi e li collega con la memoria a lungo termine.
- Modelli sequenziali: descrivono le Funzioni Esecutive sulla base del contributo al superamento di un compito complesso.
Modello di Problem Solving: scinde gli step per svolgere un compito; si parte dal problema, si pianifica, parte di esecuzione con mantenimento nella Memoria di Lavoro, valutazione per poi ripartire da capo.
- Modelli frazionati: Funzioni Esecutive con diverse componenti ma correlate. Più usati.
Modello di Lazak: 4 domini (volizione, pianificazione, intenzione ad agire, azione).
Modello di Miyake (2000): tre principali componenti: inibizione, updating, shifting. Non va in conflitto con il modello di memoria di lavoro.
Modello multicomponenziale (Diamond, 2013): prevede una serie di processi mentali top-down con concentrazione e...
attenzione molto centrale. Si riassume in: tre funzioni principali (memoria di lavoro, controllo inibitorio e flessibilità cognitiva) che fanno riferimento a processi superiori (ragionamento, problem solving e pianificazione)
La valutazione delle FE:
- Difficoltà di valutazione perché strettamente correlate tra loro
- Valutazione indiretta (Questionari) o diretta (Test specifici)
- Test specifici valutano una EF prevalentemente, ma anche le altre influenzano
- Non ecologiche
- Troppo strutturati e semplificati rispetto vita reale
- Rapporto uno a uno
Principali strumenti di indagine delle FE:
- CORTECCIA PREFRONTALE DORSOLATERALE → Wisconsin Card Sorting Task (WCTS) capacità di adattarsi alle richieste del compito = cambio regola. Valuta la flessibilità cognitiva.
- Torre di Londra anticipare e tenere a mente le conseguenze di un'azione sulle altre. Limite dimosse per ogni trial.
Tre obiettivi: formulare un piano generale; identificare
sotto – obiettivi ed organizzarli entro una sequenza di movimenti; conservare i sotto – obiettivi e il piano generale nella memoria di lavoro. - Trial Making Test (TMT) CORTECCIA ORBITOFRONTALE - Iowa Gambling Task (IGT) CORTECCIA CINGOLATA ANTERIORE→ - Go No-Go stimoli Go = attenzione; stimoli No-Go = inibizione della risposta impulsiva→ - Stroop Task nomina di colori, ignorando le parole il più velocemente possibile Questionari: BRIEF – 2 (Behaviour Rating Inventory of EF; approccio multi – informant); QuFELezione del 29/11/2021 LE FUNZIONI ESECUTIVE – dott.ssa Crisci Funzioni esecutive è un termine ombrello all’interno del quale possiamo inserire: - Attenzione: allert, sostenuta, selettiva - Inibizione = capacità di inibire un comportamento automatico, può essere esecutiva (inibire stimoli irrilevanti per svolgere attività necessarie), inibizione motivazionale (inibire stimoli piacevoli in funzione di stimoliSuperiori
- Working memory = sistema multicomponenziale, ha parte verbale e visuospaziale
- Shifting = permette di spostare i nostri comportamenti sulla base degli stimoli esterni (flessibilità cognitiva)
- Pianificazione = abilità che ci permette di prevedere l'obiettivo, di scomporlo in sotto obiettivi e di monitorare i processi e le nostre capacità.
Tre tipi di modelli delle FE
- Modelli unitari = descrivono le FE come un unico costrutto
- Modelli sequenziali = descritte sulla base di una gradazione, da meno complesse a più complesse
- Modelli frazionati = FE diverse componenti ma molto relate l'una all'altra
Modello di Miyake del 2000: individuate 3 componenti: inibizione, memoria di lavoro, flessibilità cognitiva. Queste tre funzioni esecutive sono fortemente interrelate tra loro ma è possibile individuare deficit specifico in ognuna di esse.
Modello di Diamond (multicomponenziale): funzioni esecutive come famiglia di processi
mentali top-down(che vengono dall’interno e su cui abbiamo un controllo); sono necessarie per l’adattamento, sono necessarie se no porteremo sempre avanti azioni automatiche.
Individua le due funzioni basilari (inibizione e memoria di lavoro) che portano allo sviluppo della flessibilità cognitiva, queste 3 in interazione tra loro portano allo sviluppo delle FE di alto livello (ragionamento, problem solving e pianificazione).
Neuropsicologia = si occupa di comprendere come funzionano, come valutare e come potenziare le FE. In età evolutiva (neuropsicologia in età evolutiva) è complicato effettuare questi processi perché l’ambiente e la famiglia influenzano + storia educativa.
La valutazione delle FE è difficile perché sono fortemente correlate tra loro, difficile valutarle senza l’influenza delle altre. Può avvenire in maniera indiretta (questionari, ma abbiamo opinione dei genitori, non misura effettiva) o diretta
(non ecologici, troppo strutturati e semplificati rispetto alla vita reale).
Diverse batterie e test:
- Nepsy II: principale batteria di valutazione neuropsicologica, tra i 3 e i 16 anni. Composto da 33 test che fanno riferimento a 6 domini cognitivi. Obiettivo: valutare punti di forza e debolezza del bambino, analizza specifici deficit associati a profili disfunzionali, permette di comprendere se il deficit è primario o secondario. È molto giocoso, quindi attira l'attenzione del bambino. Aspetti negativi: taratura non è adeguata, campione molto piccolo.
- Trial making test
- Torre di Londra
- BIA (Batteria Italiana per l'ADHD)
- ASTRAS (giochi computerizzati che permettono di aumentare motivazione) sia valutazione che trattamento, obiettivo è avere profilo neuropsicologico, aspetto principale potenziare motivazione del bambino.
Si è passati da una visione monocausale ad una multifattoriale: all'interno di una stessa diagnosi non
tutti i bambini hanno lo stesso tipo di difficoltà con le stesse gravità. Avere diversi profili ci permette di avere un intervento mirato su quel bambino. Potenziamento delle FE, scopo dell'intervento neuropsicologico: - Fornire situazioni il più possibile ecologiche - Ripercorrere tappe dello sviluppo cognitivo con l'obiettivo di un adattamento alle esigenze dell'ambiente - Attivare processi metacognitivi che consentono di essere consapevoli e monitorare le proprie azioni Caratteristiche dei programmi di intervento: - Presupposti teorici: i meccanismi neuroplastici di "adattamento" che caratterizzano il funzionamento cerebrale si basano su un complesso network neurochimico che ha origine nei nuclei della base situati in profondità dell'encefalo. - I processi di adattamento pongono il cervello in condizioni di estrema flessibilità che li rende responsabili delle principali funzioni cognitive che modulano l'apprendimento. - IlIl neuropsicologo utilizza tali meccanismi di adattamento neuroplastico per elaborare e mettere in atto il progetto riabilitativo individualizzato, basato su un'attenta valutazione cognitiva-comportamentale-emotiva e socio-relazionale del contesto del paziente.
I modelli di riabilitazione neuropsicologica si strutturano come interventi integrati ed intensivi, che lavorano su una specifica funzione cognitiva. L'intervento è costantemente monitorato e riadattato alla luce dei bisogni della persona e dell'analisi della motivazione.
Accorgimenti: scaffolding, liste di controllo, coaching, modeling. Aiutano a sviluppare le funzioni esecutive.
La ADHD (deficit di attenzione e iperattività) è fortemente associata al deficit delle funzioni esecutive. Il modello di Barkley vede come centrale il deficit di attenzione. Ci sono anomalie nella ADHD, come la diminuzione della corteccia prefrontale destra (inibizione comportamentale), la maturazione più lenta e ridotta di queste aree e anomalie di connessione fronto-striatale.
Negli ultimi anni è stato evidenziato
deficitarie nelle FE, ma non sono emerse differenze significative tra i gruppi. Questo suggerisce che le difficoltà nelle FE non sono specifiche dei singoli disturbi, ma possono essere presenti in modo trasversale. 2. Studio sulle abilità di pianificazione e organizzazione in bambini con ADHD e dislessia. Risultati: entrambi i gruppi hanno mostrato difficoltà nelle abilità di pianificazione e organizzazione, ma i bambini con ADHD hanno avuto prestazioni leggermente migliori rispetto ai bambini con dislessia. Questo suggerisce che le difficoltà nelle FE possono essere presenti in entrambi i disturbi, ma possono variare in intensità. In conclusione, il deficit a livello inibitorio nel ADHD può essere identificato come core deficit dell'ADHD. Tuttavia, è importante considerare che molti bambini con ADHD non presentano difficoltà specifiche nelle FE e che le difficoltà nelle FE possono essere presenti anche in altri disturbi del neurosviluppo come la dislessia.inferiori rispetto a sviluppo tipico. Tra di loro però non sono emerse differenze significative. Conferma che i bambini con disturbo del neurosviluppo hanno difficoltà in FE, ma non è condizionante discriminante per diversi disturbi del neurosviluppo. Maggiore attenzione a livello comportamentale. 2. FE legate ad aspetti metacognitivi (autopercezione di competenza)? Autopercezione di competenza: percezione di competenza delle proprie abilità in diversi ambiti. Questo fenomeno viene definito positive illusory bias: discrepanza tra percezione del bambino e misura esterna di competenza. Principale ipotesi di questa sovrastima è attribuita a deficit FE. Due studi: primo su autopercezione delle abilità sociali. PIB misurato tramite questionario sia a genitori che a bambini. FE valutate tramite Nepsy e updating. Valutato anche linguaggio pragmatico. Risultati: bambini con ADHD sovrastimano le loro competenze e hanno difficoltà in ambito esecutivo ma anchein linguaggio pragmatico. Quale di queste due influenze è in relazione tra gruppo e PIB? FE non mediano rapporto tra gruppo e PIB in ambito sociale. Ma le abilità di linguaggio pragmatico mediano questa relazione.➔ Questo risultato è fondamentale perché ci permette di comprendere come per potenziare questa autopercezione di competenza almeno in ambito sociale dobbiamo focalizzarci sugli aspetti pragmatici. Sulla base di questa autopercezione possiamo andare a modificare i nostri comportamenti.
2° studio sull'autopercezione delle abilità matematiche. Valutato un gruppo di bambini con sviluppo tipico per capire se questa dispercezione potesse essere legata a tratti ADHD anche in popolazione a sviluppo tipico.
Risultati: tratti ADHD legati a dispercezioni sia in ambito generale che in ambito specifico (non solo visione degli insegnanti). Le abilità matematiche mediano