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- TEORIA DELLA MAPPA COGNITIVA (IL RUOLO DEI LOBI TEMPORALI MESIALI NELLA MD):

l’ippocampo sarebbe soprattutto coinvolto negli aspetti spaziali della MD, esso media la

memoria per le relazioni spaziali attraverso gli oggetti presenti nell’ambiente (sistema

allocentrico), la maggior evidenza consiste nella scoperta delle cellule per i luoghi (place cells:

danno una risposta selettiva quando l’animale è in una determinata posizione all’interno

dell’ambiente circostante) ->risposta di 8 cellule ippocampali durante l’esplorazione di

un’area circolare: ciascuna di esse codifica selettivamente la permanenza dell’animale nella

corrispondente locazione spaziale.

-Place cells nell’ippocampo umano: registrazioni intracraniche su pazienti epilettici che

giocavano a taxi driver (accompagnare i personaggi in diverse zone della città) hanno

mostrato un neurone ippocampale era attivo solo quando il taxi si trovava nel riquadro rosso

-> in generale le cellule sensibili alla posizione in un luogo sono prevalentemente

nell’ippocampo ma anche nella corteccia paraippocampale, nell’amigdala e nella corteccia

frontale. Tassisti londinesi con anni di esperienza hanno un ippocampo posteriore

significativamente più sviluppato di quello dei controlli (dimensione correlata agli anni di

esperienza) = I sistemi di circuiti ippocampali sembrano diventare più complessi in funzione

della MD spaziale.

labirinto acquatico di Morris (MD spaziale).

TEST:

-LA TEORIA DELLA MEMORIA RELAZIONALE: è più generale perché cerca di includere

funzioni non spaziali dell’ippocampo, esso infatti non rappresenta lo spazio in quanto tale ma

place cells

la relazione (non necessariamente spaziale) tra elementi simbolici, infatti le più

che rappresentare una topologia globale dell’ambiente, codificano relazioni tra sottoinsiemi di

oggetti; inoltre la loro attività è anche influenzata da variabili non-spaziali, come la velocità di

movimento del roditore o la presenza di ricompense nell’ambiente. Quindi l’ippocampo

codificherebbe relazioni complesse tra elementi spaziali, temporali e motivazionali. Un

compito di associazione degli odori->

esempio di come codifichi associazioni sovrapposte è il

coppie di contenitori di sabbia con odori diversi in cui sono nascoste ricompense e il roditore

impara a preferire i contenitori con odore associato alla ricompensa, o impara anche relazioni

più complesse (es. il contenitore A è preferibile a B, che è preferibile a C e così via); tuttavia

con lesioni al fornice (distruzione di efferenze all’ippocampo) i roditori ricordano le relazioni

tra coppie originarie ma non quelle più complesse (tra coppie diverse: A>B>C>D) =

l’ippocampo è necessario per l’apprendimento di relazioni (simboliche) di ordine superiore.

associazione di odori (MD non-spaziale).

TEST:

- TEORIA DELLA MEMORIA EPISODICA: le due precedenti teorie partono da dati su animali,

nell’uomo le lesioni ippocampali provocano deficit di memoria episodica ma non semantica

(K.C.: amnesia retrograda su tutto l’arco di vita ed anterograda per la memoria episodica, ma

non sulle conoscenze semantiche, es.come giocare a scacchi). Quindi l’ippocampo è

necessario solo per memorizzare eventi episodici/autobiografici.

La teoria episodica è avvalorata da evidenze a livello anterogrado: a seguito di lesioni

ippocampali che portano all’amnesia anterograda è ancora possibile apprendere conoscenze

semantiche (bambini con lesioni ippocampali legate a complicazioni alla nascita, durante la

scuola hanno un normale apprendimento ma non di eventi episodici).

La teoria episodica è anche suffragata da una doppia dissociazione: lesioni all’ippocampo-

>deficit episodico, lesioni alla corteccia temporale anteriore sx ->deficit semantico (provoca

demenza semantica ma hanno buone prestazioni in test di memoria episodica, come la copia

a memoria di una figura complessa, ma scarse prestazioni in test di memoria semantica).

Inoltre l’ippocampo è associato più alla reminiscenza che alla familiarità. Un modo per

distinguere reminiscenza/ familiarità è basato sull’introspezione ->a dei soggetti viene chiesto

di classificare le loro risposte ad un test di memoria episodica come risposte basate sulla

reminiscenza o conoscenze MA l’ippocampo si attiva solo nel primo caso.

IL CONTRIBUTO DELLA CORTECCIA PREFRONTALE ALLA CODIFICA E AL RECUPERO

Il recupero episodico si caratterizza per una certa approssimazione, che viene via via affinata

tramite un processo di monitoraggio e recupero stesso. Questo processo è qualitativamente

diverso dal recupero semantico (in cui in genere un’informazione o torna o non torna alla

mente); il recupero episodico richiede in genere del tempo nel quale l’attenzione resta

focalizzata su un dato momento del passato e uno sforzo cognitivo.

Prove di attività sostenuta nella corteccia frontale dx durante il recupero episodico: attività

elettrica registrata da un elettrodo frontopolare dx (corteccia prefrontale) con un compito con

una sequenza di 10sec.e uno stimolo a ogni 2sec. e occorre dire se lo stimolo è nuovo o

vecchio (compito episodico) o se è vivente o no (compito semantico)-> il recupero episodico

produce un lento incremento dell’attività positiva per tutta la sequenza (possibile base per lo

“sforzo” di recupero). Studi fMRI confermano l’attività sostenuta nella corteccia prefrontale dx

quando il recupero richiede un controllo elevato.

Ruolo della cPF dorsolaterale dx nel monitoraggio delle informazioni recuperate: compito

basato sul riconoscimento di stimoli nuovi/vecchi seguito dalla valutazione sulla sicurezza

della risposta ->la corteccia prefrontale dorsolaterale dx si attiva tanto più quanto il soggetto

è insicuro della risposta data e ciò indica uno sforzo nel recupero (un processo di

monitoraggio e ricerca dell’informazione da recuperare è più impegnativo). Pazienti con danno

esteso alla cPFDL dx conferma la compromissione del monitoraggio (tasso molto alto di falsi

allarmi, con parole nuove/non studiate che vengono classificate come vecchie/studiate) =

mancato monitoraggio/inibizione di informazione inesatta.

IL RUOLO DELLE LESIONI AI LOBI FRONTALE NELLA MD: Le lesioni frontali causano in genere

solo deficit lievi della MD e solo in certi compiti, in particolare quando è necessario l’utilizzo di

strategie per il recupero dell’informazione (es. memoria del contesto, dell’ordinamento

temporale, della fonte dell’informazione..). Test di MD per pazienti frontali, controlli della

stessa età e controlli più giovani: presentazione di fatti non noti (prima dello studio), viene poi

testato il ricordo di tali fatti e, se la risposta è corretta, viene chiesto quando è stato appreso il

fatto (se durante l’esperimento o prima)->i pazienti frontali non hanno problemi di

richiamo/riconoscimento di fatti ma molti problemi nell’identificare la fonte. I deficit nella

memoria del contesto nei pazienti con danno frontale potrebbero riflettere un danno dei

processi di codifica o/di recupero. -> Il giro frontale inferiore sx è stato associato a una

codifica episodica efficace (probabilmente per il suo ruolo nell’elaborazione semantica),

mentre il giro frontale medio sx è associato all’organizzazione delle informazioni durante la

codifica e il recupero. La corteccia prefrontale dorsolaterale dx è associata ai processi di

monitoraggio.

IL CONTRIBUTO DELLA CORTECCIA PARIETALE POSTERIORE ALLA CODIFICA E AL

RECUPERO

Ruolo delle regioni parietali e della linea mediale posteriore nella memoria dichiarativa:

Regioni parietali posteriori laterali (IPS, IPL) sono spesso attive durante il recupero (ciò

confermato da studi ERP, PET e fMRI), ma anche regioni della linea mediale posteriore (vedi

ruolo del precuneo: si attiva maggiormente per il recupero di parole che evocano immagini

visive ed è stato suggerito che potrebbe contribuire al recupero tramite ricostruzione visiva

degli elementi memorizzati) attivazioni parietali dorsali (legate all’attenzione top-down)

sono associate alla familiarità e al riconoscimento con bassa sicurezza, mentre quelle ventrali

(legate all’attenzione bottom-up) sono associate al recupero e al riconoscimento con sicurezza

elevata. Durante la codifica invece le regioni parietali dorsali sono associate ad una codifica di

successo, mentre quelle ventrali a una codifica fallimentare (esse sono associate

successivamente all’oblio). Discrepanza di regioni parietali ventrali: recupero di successo/

codifica fallimentare.

RUOLO DELLE CORTECCE SENSORIALI NELLA MEMORIA DICHIARATIVA

Alcune teorie postulano che le tracce mnestiche siano immagazzinate nelle regioni corticali

inizialmente coinvolte nell’elaborazione delle caratteristiche dello stimolo. Le rappresentazioni

mnestiche più astratte risiederebbero invece nelle aree associative della corteccia temporale

ventrale e laterale; questa ipotesi prevede che le aree coinvolte durante la codifica

riattivino

dell’evento si durante il recupero dell’evento, in quanto riepilogano l’esperienza

originaria.

IL CONSOLIDAMENTO MNESTICO: La codifica non è completata immediatamente ma

consolidamento sinaptico

richiede un processo di che coinvolge espressione genetica, sintesi

consolidamento di sistema

di proteine e plasticità sinaptica. Il (sistemico) consiste nella

formazione di connessioni dirette tra tracce corticali che fa si che esse siano accessibili

indipendentemente dall’ippocampo (teoria standard).

LE TEORIE SUL CONSOLIDAMENTO SISTEMATICO DELLA MEMORIA DICHIARATICA:

-TEORIA del consolidamento STANDARD: l’ippocampo (che dialoga con le strutture

sottocorticali) inizialmente codifica rapidamente una rappresentazione integrata di un

evento/concetto e la rappresentazione viene poi lentamente trasferita nella corteccia (si

formano associazioni dirette tra unità corticali grazie alla riattivazione di ricordi ripetuto nel

. Il recupero

tempo) fino a diventare indipendente dalle strutture sottocorticali e ippocampo

dei ricordi consolidati e non: l’ippocampo è necessario perché controlla le aree in cui si

formano le tracce mnestiche specifiche per caratteristiche visive, uditive ecc.dell’evento e

l’accesso al ricordo avviene tramite una ri-attivazione dell’ippocampo finché il ricordo non è

del tutto consolidato (lesione all’ippocampo è devastante per la rappresentazione integrata in

questa fase, mentre in compiti impliciti –priming- attiverebbero direttamente delle

rappresentazioni specifiche, visive o uditive, senza troppi danni); quando

Dettagli
A.A. 2021-2022
36 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara.pelliccioni92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dei gruppi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Averardi Riccardo.