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•FRAZIONE GLICERIDICA
•FRAZIONE STEROLICA
I grassi più soggetti all’irrancidimento ossidativo sono quelli che in seguito a rettifica hanno
perso gli antiossidanti naturali.
• -autossidazione (ossidazione diretta) della frazione gliceridica
• -autossidazione (ossidazione diretta) della frazione sterolica
• -lipoperossidazione (ossidazione indiretta) della frazione gliceridica
• -lipoperossidazione (ossidazione indiretta) della frazione sterolica
1) Autossidaizone diretta della frazione gliceridica:
L’autossidazione degli acidi grassi e’ l’insieme di reazioni dovute alla reazione
dell’ossigeno con gli acidi grassi. Si ottengono prodotti finali quali aldeidi e chetoni insaturi
che contribuiscono al caratteristico sapore rancido (irrancidimento ossidativo). Puo’
verificarsi durante la conservazione e nelle operazioni di cottura . E’ una reazione
radicalica che inizia con la scissione omolitica di un legame C-H nell’acido grasso e
formazione di un radicale dell’acido.
E' quindi quell'insieme di reazioni dovute alla reazione con l'ossigeno e acidi grassi. E' una
reazione che avviene a carico dell'ossigeno; tuttavia l'ossigeno dell'aria è poco reattivo,tal
quale (fortunatamente).
L'ossigeno deve essere attivato, si può attivare con la luce, con radiazioni o con metalli di
transizione. Queste forme di ossigeno attivato sono di 3 tipi: radicale anione superossido,
anione idrossilico e acqua ossigenato.
L'ossigeno e i suoi derivati:
Nei sistemi biologici, uno dei principali intermedi per la formazione di radicali liberi è
l'ossigeno. L'ossigeno pur essendo assolutamente necessario per la vita degli organismi
aerobici (animali, piante e batteri aerobici), si dimostra tossico quando la sua
concentrazione supera anche di poco quella presente nell'aria. E' tossico, non di per sè, in
quanto è scarsamente reattivo, ma a causa dei vari intermedi di riduzione, molto più
reattivi dell'O2 molecolare
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L’attivazione dell’ossigeno può essere provocata
da catalizzatori chimici, es. metalli di transizione
(in forma ionica o ancora più efficacemente in
forma legata ad es. ferro emico), dalla luce o da
altre radiazioni, da enzimi quali la lipossigenasi
(presenti nei tessuti vegetali o animali). L'azione
catalizzatrice dei metalli di transizione nella fase
iniziale del processo
L’azione catalizzatrice della luce richiede il ricorso a pigmenti fotosensibili es. clorofilla, che
utilizzano l’energia luminosa per
• Originare anche in questo caso forme attivate di ossigeno (radicale anionico
superossido, perossido di idrogeno)
• Trasformare ossigeno tripletto in ossigeno singoletto che si addiziona direttamente al
doppio legame del lipide insaturo.
Abbiamo QUINDI formato un ossigeno attivato che può essere il radicale idrossilico, o il
perossido di idrogeno o il radicale superossido sono in grado di rompere un legame
(quello che si rompe all'inizio della 1^ reazione) → ha inizio la reazione di ox.
La reazione è promossa da luce, calore, tracce
di metalli, enzimi (lipossidasi)…
Reazione riassunta nella slide con scissione
omeolitica tra un atomo di H e un C di generico
lipide L (un legame si scinde in maniera tale che
un e- va da una parte e un e- va dall'altra).
RH --> R• + H•
fase di durata variabile che dipende da diversi fattori quali: la temperatura, la luce , la
presenza metalli, che catalizzano la formazione dei radicali. Si formano i primi radicali,
data la maggiore possibilita’ di delocalizzazione dell’elettrone e la conseguente maggiore
stabilita’ del radicale, gli acidi grassi maggiormente coinvolti sono gli acidi insaturi e tra
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essi I poliinsaturi. Gli acidi saturi sono coinvolti solo in minima parte. Dai monoinsaturi si
formano i radicali in posizione allilica rispetto al doppio legame e dai poliinsaturi i radicali in
posizione allilica o quello ottenuto per scissione omolitica del legame CH del ponte
metilenico (posizione doppiamente allilica) tra i due doppi legami. L’elevata reattivita’ dei
radicali che si formano rende possibile un attacco a strutture cellulari fondamentali (ad es.
DNA o RNA) e per questo I radicali possono avere effetto mutageno e oncogeno.
Quali sono i legami che possono
rompersi facilmente?
I legami C-H di un metile terminale hanno
un'energia di legame pari a circa 100
kcal\mol; i legami C-H di un C
allilico (che si trova in alfa a un doppio
legame) 75 kcal\mol; invece i legami C-H
di C doppiamente allilico (ha un doppio
legame da una parte e uno dall'altra)
hanno un'energia di 50 kcal\mol. Il più
debole è l'ultimo, quello che ha la minor
energia di legame e sarà il primo a
rompersi. Mentre difficilmente si
romperanno i legami del metile terminale.
Degli acidi grassi saturi difficilmente subiscono questo tipo di reazione e anzi sono molto
stabili all'ox diretta. Diversamente basta un'insaturazione per creare un C di tipo allilico e
avere facilemente un'ox. Ancor peggio con i polinsaturi.
Questa reazione di induzione che dà inizio a tutta la catena avviene a carico dei lipidi
insaturi, e i lipidi saturi sono praticamente immuni a questa reazione. Questa reazione
avviene soprattutto a carico dei polinsaturi.
Tornando indietro ...
Dalla fase di induzione si forma un radicale H e un radicale allilico. A questo punto questo
radicale L● è fortemente reattivo e quindi può andare a regire con l'ossigeno dell'aria.
Sebbene abbastanza stabile l'ossigeno reagisce. L'O si addiziona alla molecola e si
forma il radicale idroperossido LOO●. Quest'ultimo può andare a rompere un'altra
molecola di un lipide LH che abbia un C allilico sufficientemente reattivo (perchè debole).
Questo radicale va a autoalimentare la reazione, che è una reazione a catena. Si forma
allora un altro radicale e un idroperossido LOOH. Questa fase è detta di
propagazione,perchè i composti che si formano vanno a alimentare la reazione di inizio. I
primi prodotti che si formano sono sufficientemente stabili per essere dosati.
I radicali reattivi che si sono formati possono
reagire con l’ossigeno per dare radicali
idroperossido che a loro volta reagiscono con
una specie neutra generando un altro radicale
mentre si forma l’idroperossido (prodotti della
ossidazione primaria). Solo raramente 2 radicali
si incontrano tra loro e si neutralizzano per cui
una volta che questa fase si e’ innescata si
automantiene.
Esempio di Lipide monoinsaturo LH → Autossidazione di un acido grasso monoinsaturo.
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Come visto sopra il legame C-H si può scindere a livello allico e si forma il radicale allilico.
Il radicale reagisce con l'ossigeno dell'aria,quello non attivato e si forma il radicale
idroperossido. Quest'ultimo reagisce con un'altra molecola di un monoinsaturo (lo stesso o
un altro) e si forma l'idroperossido ma contemporaneamente si è formato un altro radicale
che andrà a alimenatare la reazione.
Quando si forma L• potrebbe succedere che il doppio legame vicinale potrebbe rompersi e
slittare, potrei quindi avere una sorta di risonanza con il doppio legame. Quindi il doppio
legame potrebbe aprirsi e richiudersi, in virtù della risonanza elettronica. Nel momento in
cui un doppio legame si apre e si richiude, si richiude nella forma termodinamicamente più
stabile che è quella trans. Possiamo in questa fase ottenere,oltre agli idroperossidi che
sono i prodotti primari della reazione, degli acidi grassi trans.
Nella fase di propagazione si ottengono idroperossidi che sono detti prodotti primari della
reazione diretta; soltanto in casi rari la reazione si arresta nel momento in cui si uniscono 2
forme radicaliche a dare una forma neutra. La possibilità che in una matrice in cui è
dilagata questa reazione a catena è altamente improbabile che due forme radicaliche si
incontrano. Quindi una reazione di ox inzia è dilagante ed è difficilmente interromperla.
Gli idroperossidi per un piccolo tempo si possono dosare ma poi subiscono reazioni di
decomposizione per avere forme più stabili, che sono i così detti prodotti secondari di
un'ox. Prodotti secondari che sono epossidi, alcoli,chetoni,acidi carbossilici e spesso sono
responsabili dell'odore e sapore di rancido (evidenziabili anche dal punto di vista
sensioriale)
Si ha una degradazione degli idroperossidi formatisi che sono instabili ad alcoli, aldeidi e
chetoni (che possono anche polimerizzare). E’ in questa fase che si formano le sostanze
volatili responsabili del caratteristico sapore rancido e definiti come prodotti di ossidazione
secondari. Questi sono soprattutto aldeidi e chetoni, ma anche alcoli, acidi carbossilici ed
epossidi. Questi composti, che possono anche polimerizzare, formano le sostanze volatili
responsabili del caratteristico odore e sapore rancido In questa fase si possono formare
tracce di acidi grassi con doppi legami coniugati o in forma trans.
QUINDI: si ha una degradazione degli
idroperossidi formatisi che sono instabili
ad alcoli, aldeidi e chetoni (che possono
anche polimerizzare). E’ in questa fase
che si formano le sostanze volatili
responsabili del caratteristico
sapore rancido e definiti come prodotti di
ossidazione secondari. Questi sono
soprattutto aldeidi e chetoni, ma anche
alcoli, acidi carbossilici ed epossidi.
Questi composti, che possono anche
polimerizzare, formano le sostanze
volatili responsabili del caratteristico
odore e sapore rancido .
In questa fase si possono formare tracce
di acidi grassi con doppi legami coniugati
o in forma trans.
E’ quindi importante tenere presente che questi fenomeni proseguono anche alle
temperature normalmente usate per la surgelazione dei prodotti alimentari e che
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conseguentemente prodotti ricchi di acidi insaturi o poliinsaturi, come le carni di pollo e
tacchino e i pesci, devono essere conservati per tempi limitati e se possibile devono
essere trattati in maniera tale da limitare questi fenomeni (es. glassatura del pesce).
Il pesce è quello più suscettibile di degradazione e in particolare è suscettibile di ox,
perchè fortemente ricco di acidi grassi insaturi, seguito da carni di pollame e poi dalle carni
rosse tipo manzo che hanno per lo più acidi grassi saturi.
Inoltre quando congeliamo un prodotto ittico si fa ghiacciare dell'acqua sulla sua superficie
(glassatura) proprio per evitare il suo contatto con l'ossigeno e evitare il dilagare di questa
reazione.
Riepilogo:
Passiamo alla frazione sterolica
2) autossidazione della frazione steroli