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TRAGEDIA E FILOSOFIA
Nel contesto della "Nascita della tragedia" di Nietzsche, la sua analisi si concentra sulla dualità tra
● l'apollineo e il dionisiaco, elementi che caratterizzano la creazione artistica e l'essenza dell'arte tragica
greca. L'apollineo rappresenta l'ordine, la forma e l'armonia, mentre il dionisiaco simboleggia il caos,
l'estasi e l'irrazionalità.
Nel corso della sua analisi, Nietzsche esplora l'evoluzione di questa relazione attraverso diverse fasi:
● 1. **Fase Giovanile:** Qui, Nietzsche esamina la coesistenza di apollineo e dionisiaco nella Grecia
● presocratica. In questa fase iniziale, gli impulsi sono separati e opposti.
2. **Fase della Tragedia Attica:** Durante l'età della tragedia attica, rappresentata da Sofocle ed Eschilo,
● apollineo e dionisiaco si fondono in armonia, generando capolavori sublimi come risultato di una
perfetta fusione dialettica tra di essi.
3. **Decadenza nella Tragedia di Euripide:** Con l'avvento di Euripide, Nietzsche sostiene che
● l'equilibrio originario tra apollineo e dionisiaco viene minato. La razionalizzazione e la rappresentazione
realistica di avvenimenti quotidiani portano a una decadenza dell'arte tragica, con l'apollineo che
prevalere sul dionisiaco.
4. **Decadenza nella Filosofia di Socrate:** Nietzsche identifica la filosofia di Socrate, tramandata da
● Platone, come parte integrante del processo di decadenza. La razionalizzazione e l'ottimismo
razionalistico di Socrate minano la forza del dionisiaco, riducendolo a una mera rappresentazione
razionale.
La decadenza, secondo Nietzsche, rappresenta il declino della forza vitale e la perdita della profondità
● metafisica nella cultura greca. La tragedia, inizialmente un miracolo metafisico, perde la sua vitalità e si
trasforma in una forma più razionale e superficiale. La filosofia razionalistica di Socrate è vista come uno
degli elementi chiave in questo processo di decadenza.
SPIRITO TRAGICO E ACCETTAZIONE DELLA VITA. “METAFISICA DA ARTISTA”
Nietzsche celebra lo spirito tragico e dionisiaco, e così celebra la vita, che non può essere definita né
● ottimista né pessimista.
Da Schopenhauer egli deriva la visione della vita come dolore, distruzione, incertezza, dominata dal
● caos. Ma alla noluntas schopenhaueriana Nietzsche contrappone l’accettazione entusiastica dell’ essere
nella globalità dei suoi aspetti.
Dinanzi a una vita di dolore e sofferenza possiamo assumere due atteggiamenti: il primo è quello della
● rinuncia e della fuga (ascetismo), il secondo è quello di esaltare la vita e superare l’umano.
Nietzsche vede in Dioniso il simbolo del "sì" totale alla vita e al mondo, rappresentando tutte le passioni
● che accettano e celebrano l’esistenza: egli è infatti il dio dell’ebbrezza, della gioia, della fusione mistica
della collettività e dell’indistinto (perdita del principium individuationis), dell’ irrazionalità.
Nietzsche sostiene che solo l’arte è capace di comprendere la natura del mondo, definendo questa
● prospettiva come “metafisica da artista”. La tragedia, in particolare, diventa un veicolo per una profonda
comprensione della vita e del mondo, offrendo una “giustificazione estetica dell’esistenza”. Egli auspica
una rinascita della cultura tragica, incentrata sull’arte, soprattutto sulla musica, di cui scorge
un’incarnazione emblematica in Wagner.
STORIA E VITA
Nel periodo tra il 1873 e il 1876, Friedrich Nietzsche scrive le quattro Considerazioni inattuali, opere in
● cui esprime il desiderio di una rinascita della cultura tragica. Tuttavia, anziché proporre un progetto
alternativo di civiltà, Nietzsche si concentra principalmente sulla critica della cultura contemporanea.
Nella sua seconda opera inattuale, intitolata "Sull'utilità e il danno della storia per la vita" del 1874,
Nietzsche si oppone apertamente allo storicismo e alla storiografia, sostenendo che un eccessivo
interesse per la storia indebolisce la creatività umana fino a diventare una vera e propria "malattia".
Questo atteggiamento porta l'individuo del XIX secolo a una sorta di consumismo della storia, incapace
di generare nulla di nuovo e accontentandosi di un mero interesse superficiale.
Nietzsche sottolinea l'importanza dell'oblio come fattore fondamentale per la felicità e l'azione presenti,
● poiché consente di concentrarsi sul momento attuale anziché essere legati al passato. Tuttavia, riconosce
che sia ciò che è non storico sia ciò che è storico sono necessari per la salute di un individuo, di un
popolo e di una civiltà, a condizione che la storia sia al servizio della vita e non viceversa. La vita
rappresenta quindi la prospettiva con cui affrontare la storia e stabilire un rapporto produttivo con il
passato.
Nietzsche identifica tre tipi di storia: monumentale, antiquaria e critica. La storia monumentale, legata a
● coloro che cercano modelli e maestri nel passato, tende a idealizzare il passato e a incoraggiare
atteggiamenti estremi. La storia antiquaria, caratterizzata dall'amore e dalla fedeltà al passato, può
degenerare in una sorta di collezionismo ossessivo, mentre la storia critica, che mira a liberarsi del
passato per vivere appieno nel presente, può cadere nell'errore di giudicare il passato con l'arbitrio della
vita anziché con una vera giustizia.
Nietzsche suggerisce che ogni tipo di storia ha sia aspetti positivi che negativi e che è fondamentale
● trovare un equilibrio tra conservazione del passato e capacità di vivere nel presente. La storia dovrebbe
servire da guida e ispirazione per il presente, anziché diventare un peso che impedisce il progresso e
l'evoluzione individuale e collettiva.
7. IL PERIODO ILLUMINISTICO
IL METODO GENEALOGICO E LA FILOSOFIA DEL MATTINO
Il periodo che segue il trattato "Umano, troppo umano" del 1878 segna una svolta significativa nella
● filosofia di Friedrich Nietzsche. Egli intende decostruire gli immutabili occidentali attraverso la ragione.
Questo periodo, coincidente con l'adozione di uno stile aforistico, è caratterizzato dal rifiuto delle
metafisiche tradizionali e delle forme artistiche idealizzate, incluso il pensiero di Wagner e
Schopenhauer, i quali vengono descritti come portatori di una "malattia" che compromette tutto ciò che
toccano.
Nietzsche abbandona gradualmente l'ottica artistica e metafisica, privilegiando invece un approccio
● basato sulla scienza e sulla riflessione critica. Questo cambiamento segna una rottura con la precedente
prospettiva "metafisica da artista", portando alla luce il valore della scienza come guida fondamentale
per comprendere la verità. L'arte, precedentemente vista come espressione di ideali mitici, perde la sua
centralità culturale a favore della filosofia educata agli ideali scientifici.
Per Nietzsche, la scienza non si limita alle discipline particolari, ma rappresenta un metodo di pensiero
● critico e genealogico, capace di liberare gli individui dagli errori e dalle illusioni del passato. Questo
metodo si concentra sull'analisi storica e genealogica, rivelando le radici umane di concetti e valori
considerati "sovrumani".
Due concetti chiave che emergono da questa nuova fase sono lo spirito libero e la filosofia del mattino.
● Lo spirito libero rappresenta colui che, grazie alla scienza, si emancipa dalle convenzioni del passato,
abbracciando una visione della vita come un libero esperimento senza certezze predefinite. La filosofia
del mattino riflette questa concezione della vita come transitoria e in continua evoluzione,
contrapponendosi alle tenebre del passato rappresentate dalla morale e dalla metafisica.
LA MORTE DI DIO
La "morte di Dio" è un concetto centrale nella filosofia di Nietzsche che si riferisce alla fine delle illusioni
● metafisiche legate alla credenza in un'entità divina che conferisca senso e ordine rassicurante alla vita
umana. Per Nietzsche, la credenza in Dio e nell'oltremondo ha rappresentato una fuga dalla vita e una
rivolta contro il mondo reale. Tuttavia, questa fede viene contestata come una costruzione illusoria volta
a mitigare la durezza dell'esistenza.
Nietzsche definisce "Dio" come una proiezione delle necessità umane, un'illusione che nasce dalla
● ricerca di un cosmo ordinato e benefico. Infatti Dio incarna i valori supremi di giustizia, bene e verità. In
realtà, secondo Nietzsche, il mondo è caratterizzato dalla sua crudele e disarmonica natura, lontana da
qualsiasi concezione di provvidenza. Gli uomini, per sopravvivere in un universo privo di senso
apparente, hanno dovuto creare metafisiche e religioni che offrissero una confortante "menzogna
consolatrice".
Tuttavia, agli occhi disincantati del filosofo, queste credenze si rivelano come mere finzioni e bugie di
● sopravvivenza, destinate a mascherare la realtà caotica e priva di senso. La "morte di Dio" rappresenta
quindi la consapevolezza dell'assurdità e dell'illusorietà delle credenze religiose e metafisiche.
La coscienza della "morte di Dio" implica una radicale sfida alla concezione tradizionale del mondo e dei
● valori, poiché mette in discussione le fondamenta stesse della morale e della religione.
IL GRANDE ANNUNCIO
Il racconto del "folle uomo" che annuncia la morte di Dio è uno dei passaggi più iconici e significativi
● nell'opera di Nietzsche, particolarmente nel libro "La gaia scienza". Il folle uomo, accendendo una
lanterna alla chiara luce del mattino e gridando incessantemente "Cerco Dio! Cerco Dio!", rappresenta
metaforicamente l'umanità che continua a cercare Dio nonostante la sua assenza evidente.
Il folle uomo afferma che Dio è morto e che noi stessi siamo i suoi assassini, poiché siamo stati noi a
● ucciderlo. Questo annuncio mette in discussione le fondamenta stesse della fede e della morale
tradizionale, implicando una radicale rottura con il passato e una sfida alla coscienza umana.
Nietzsche esprime attraverso questo racconto la consapevolezza della fine delle illusioni metafisiche e
● religiose, rivelando la necessità di affrontare la realtà senza il conforto delle credenze tradizionali. Il folle
uomo chiede come gli uomini possano consolarsi dopo aver ucciso Dio e si interroga su quale possa
essere il significato e il valore delle loro azioni in un mondo privo di divinità.
Il racconto del folle uomo riflette anche l'idea che molte persone continuano a credere nonostante le
● evidenze contrarie, aggrappandosi alla fede anche quando è confutata dalla realt&ag