FASE ILLUMINISTICO GNOSEOLOGICA
Coincide con il periodo in cui lascia l’insegnamento fino al 1883, con la pubblicazione dell’opera
“Zarathustra”, con questa fase Nietzsche abbandona la forma del trattato, utilizzando aforismi.
Scegli l’aforisma dopo aver letto Eraclito e Pascal.
Con questa fase Nietzsche mantiene sempre l’atteggiamento di accettare e ad affermare la vita, ma
abbandona l’estetismo (caratteristica della fase precedente), questo comporta uno distacco da
Schopenhauer il cui pessimismo è definito “pessimismo dei vinti”, c’è inoltre il distacco da Wagner in
quanto non è più l’arte che consentirà di uscire dalla decadenza ma è la scienza.
La scienza è intesa da Nietzsche come lo strumento che produce nuovi atteggiamenti che
consentono di liberare la mente dal quelle che sono le false nozioni e le false verità, i falsi concetti
che la metafisica tradizionale ha prodotto.
Per Nietzsche non esistono verità, non esistono fatti certi o assoluti.
Quello che porrà al centro Nietzsche è il tema del divenire (Eraclito) e della fedeltà alla terra. L’opera
che segna l’inizio di questa fase è “umano troppo umano”, opera dedicata a Voltaire. Si chiama
periodo illuministico non per la fiducia nella ragione ma perché dagli illuministi Nietzsche riprende
l’atteggiamento critico, nei confronti della morale occidentale e della morale ebraico cristiana.
1. La morale occidentale ha prodotto delle catene per l’uomo, in quanto ha proposto un atteggiamento
di tipo trascendente all’uomo, perché la morale occidentale ha fatto sì che ogni azione e pensiero
dell’uomo fosse posto come dovere per il dovere (Kant).
Inoltre verrà criticato da Nietzsche tutti quelli che sono i precetti, gli ordini e i principi (uguaglianza,
fraternità, verità) che hanno caratterizzato la civiltà occidentale, quello che vuole fare Nietzsche è
mettere in discussione ciò che per millenni era considerato certo, perché dietro a questi principi che
sono considerati valori eterni non c’è nient’altro che gli istinti, i bisogni e i desideri dell’uomo.
In particolare dietro alla morale c’è l’istinto di conservazione e la ricerca del piacere, quelli che noi
consideriamo valori non sono altro che degli abbellimenti che si sono costituiti nel tempo.
Per arrivare a smascherare questi aspetti Nietzsche utilizza un metodo che è critico genealogico,
critico perché l’elemento del criticare diventa lo strumento d’indagine, genealogico perché questo
termine deriva da “genealogia”, si occupa di studiare i rapporti di dipendenza della famiglia, Nietzsche
si rifà a questo metodo per dimostrare l’origine storica delle idee morali, infatti dice Nietzsche il
filosofo deve comportarsi come uno scienziato in quanto l'obiettivo del filosofo è quello di costruire
una chimica dei sentimenti e delle idee, deve analizzare in ogni sua singola parte i sentimenti, i
desideri, i valori, in modo da arrivare a scoprire cosa c’è dietro a questi valori e far emergere il lato
materiale e istintuale che caratterizza ogni impulso morale (per esempio la genealogia dell’idea di
amore c’è il desiderio di possedere sessualmente l’altra persona).
Nietzsche dice che chiamiamo amore ciò che è egoismo cioè il desiderio di possedere e avere l’altro.
Questo metodo è utilizzato da Nietzsche per mostrare come dietro a tutti quelli che sono i valori, i
sentimenti religiosi, etici ed estetici, non sono altro che frutto della mortificazione degli istinti vitali
dell’uomo.
Questo metodo Nietzsche lo utilizza anche per criticare la morale ebraico cristiana.
2. La morale ebraico cristiana, per Nietzsche è una forma di platonismo per il popolo, fa riferimento al
platonismo in quanto Nietzsche vede negativamente la filosofia di Platone, il platonismo invece viene
visto come l’origine della crisi del valore in quanto Platone ha introdotto le idee, cioè i due mondi (il
mondo sensibile e soprasensibile), quindi da Platone in poi c’è stata questa distinzione tra i due piani
dell’essere.
Questo per nietzsche non è corretto n quanto sostiene che il mondo soprasensibile sia una favola
(non ha valore).
La morale ebraico cristiana, esattamente come il platonismo, celebra il fato che esistano due mondi
ma anche quelli che sono i valori opposti alla vita, ovvero celebra l’amore per il prossimo, celebra
l’uguaglianza, favorisce il senso di colpa e questi per Nietzsche non sono valori ma disvalori in quanto
portano a una morale della decadenza, a “una orale degli schiavi o del gregge”.
Dietro a questa morale si nasconde il risentimento di spiriti deboli, di spiriti che non sono stati in grado
di affrontare la vita e si sono quindi creati questa tavola di valori in cui prevale passività,
rassegnazione, compassione e sofferenza (non sono valori per Nietzsche). Nietzsche sta attaccando
la morale ebraico cristiana in quanto vede il cristianesimo come la religione della compassione, non
sta però criticando Cristo.
Cristo è ammirato da Nietzsche, questo perché Nietzsche vede in Cristo l’uomo fiero, un uomo che è
morto per i suoi ideali di vita, tanto che lo definisce “santo anarchico”, anarchico in quanto con la sua
abilità ha voluto discostarsi dalla tradizione, tanto da fare un parallelismo tra Cristo e Dioniso(fu
sbranato dai titani che gli lasciarono intatto solo il cuore e poi dionisio rinasce dal cuore), in quanto
entrambi affrontano il martirio, la passione e la resurrezione.
Tra Cristo e Dionisio però c’è una differenza, ovvero per Cristo la sofferenza è lo strumento che
consente di accedere alla vera vita questo però non c’è in Dionisio, anzi il dolore è parte integrante
della vita secondo Dionisio e va accettata in quanto parte della vita.
L’obbiettivo di Nietzsche attraverso questa critica alla orale ebraico cristiana è quello di proporre una
nuova orale, “una morale dei signori”, una nuova morale dove buono è sinonimo di nobile, superiore,
colui che per natura ricerca quelli che sono valori come la forza, come la salute, come la fedeltà alla
terra (il ritorno agli istinti), storicamente vede un tentativo di realizzare questa morale in Cesare
Borgia.
Cattivo invece in questa morale sarà ciò che è ordinario, ciò che è inferiore, chi ricerca la passione.
Questo è possibile perché per Nietzsche non è qualcosa di determinato ma l’uomo appare come una
possibilità indeterminata.
L’uomo che si libera da questa morale viene identificato da Nietzsche come il viandante, questo è
caratterizzato dallo spirito di avventura, è uno spirito di provvidenzialità, non è qualcosa di ordinario.
Questo uomo libero dalla morale (viandante) è coli che grazie alla scienza che è gaia (liberatrice)
riesce ad emanciparsi dal passato e accetta quella che è una vita che è qualcosa di transitorio e
libero.
È un uomo che sarà libero, pienamente autosufficiente, un uomo che sa darsi delle leggi che gli
consentono di affermare se stesso, l’uomo a cui pensa Nietzsche non esiste e appartiene al futuro,
questo uomo è l’oltre uomo, un uomo che quindi deve ancora venire, un uomo che
per arrivare dovrà essere vincitore di dio, vincitore del nulla e fedele alla terra (ritornare agli istinti).
1. VINCITORE DI DIO, è legato all’aforisma della morte di dio, aforisma riportato nell’opera “gaia
scienza”.
Dio per Nietzsche è il simbolo di qualsiasi prospettiva di tipo metafisico, sia dal punto di vista religioso
sia dal punto di vista filosofico.
Dio è la personificazione di tutte quelle che sono state le credenze religiose, metafisiche che ha
prodotto l’umanità, credenze che hanno sempre dato sicurezza all’uomo, ordine e garanzia, quando in
realtà questo non è vero secondo Nietzsche perché “dio è la più antica delle bugie vitali”.
Dio nasce dalle paure dell’uomo di fronte alla vita per Nietzsche.
Il pazzo, l’uomo folle rappresenta il filosofo ma anche il profeta di questo oltreuomo, le persone che
non credevano a Dio, Nietzsche fa riferimento ai filosofi come Marx che in maniera molto superficiale
hanno sostenuto l’ateismo senza andare a capire cosa ci sia veramente dietro dio, proprio il “ridere” è
il fatto che questi filosofi non abbiano compreso il vero significato di dio.
“Come abbiamo potuto berci tutto il male”, qui Nietzsche vuole fare riferimento che non sia un
impresa facile uccidere dio, è tanto difficile quanto difficile è cancellare l’orizzonte, e questo senso di
smarrimento dall’aver ucciso dio, dalle certezze e dai punti di riferimento che vengono a mancare
viene espresso con espressioni quali “il precipitare nello spazio vuoto”, “la mancanza di un alto e un
basso” mancanza di un punto di riferimento. Chi può accettare questo sono soltanto pochi individui,
un uomo capace di trasformarsi ( oltreuomo). Questo concetto è espresso da Nietzsche con "la
necessità di divenire noi stessi". Il fatto che allude a ciò che gli uomini sono pronti è espresso con "
sono venuto troppo presto il mio tempo non è ancora giunto.
La morte di Dio riassume in sé tutti gli esiti della soppressione della metafisica e della morale, non è
una dimostrazione della non esistenza di Dio, è un annuncio di un evento e non vuole dimostrare
nulla né pretendere adesione.
Questo annuncio è una critica da parte di Nietzsche alla cultura e alla civiltà occidentale perché Dio è
l'essere metafisico per eccellenza ovvero tutto ciò che i filosofi e i teologi hanno identificato con dio.
Dio è una grande bugia che ha avuto la funzione storica di consolare gli uomini e di aiutarli a
sopportare la loro condizione di sofferenza e di inadeguatezza. Per Nietzsche è giunto il momento di
ucciderlo, ovvero fare a meno di Dio . Uccidendo dio gli uomini hanno perso qualsiasi orizzonte di
verità ( ogni certezza), l'universo di Nietzsche ha senso quando non c'è più una componente
metafisica.
Con la morte di Dio finisce l'era socratica, l'era della metafisica. All'uomo è data una nuova possibilità,
ed è l'uomo che deve costruirsi qualcosa di diverso,di nuovo non più vincolato dalla tradizione.
La gran parte degli uomini però nome di pronto a questo perché non vogliono essere lasciati da soli,
hanno bisogno di punti d