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Il superuomo sta oltre l'uomo del presente come l'uomo sta oltre la scimmia.
Tutte queste formule evoluzionistiche hanno ricevuto interpretazioni fuorvianti, che hanno
portato a pensare il superuomo come un Supereroe. Sia la Sorella che il nazismo hanno
supportato questo pensiero. Ma è sbagliato interpretare il superuomo come un'evoluzione di
tipo darwiniano.
Si preferisce tradurre Ubermensch anzi come oltreuomo, Per marcare una forte differenza
tra il tipo di umanità che vagheggia nietzsche e un concetto di umanità come puro concetto
di forza.
Nietzsche è un antipositivista, dice spesso sono i più deboli a prevalere nella lotta per la vita
e che l'ambiente non è sempre determinante.
Aggiunge che nella società umana non si sia formata una élite stabile, un progresso rispetto
a certi grandi movimenti, l'umanità sembra invece più improntata verso un regresso, rispetto
alla grecia.
Idealismo Hegeliano e Cristianesimo sono la dimostrazione di ciò.
Nietzsche non intende l'Ubermensch come un miglioramento progressivo nella storia (come
Hegel) e quindi chi è l'oltreuomo?
La figura dell'Ubermensch è luminosa, dona la virtù, redime, è l'eroe affermatore per
eccellenza, c'è una disposizione dionisiaca verso la vita, è animato da un gioioso fatalismo,
disposizione temperata da un pessimismo coraggioso, che gli fa assumere su di sé il peso
delle contraddizioni della vita. L'Ubermensch pecca di Hybris, l'indifferenza di chi è oltre il
bene e il male, è in grado di salvare l'uomo dal nichilismo. Del barbaro mantiene la velocità
dell'istinto e non ha morale.
L'Ubermensch sarà giudicato dai buoni come il diavolo, perché non capiscono che
all'oltreuomo deve essere concesso tutto, poiché è lui che dovrà fare del mondo deserto una
contrada fertile.
Nietzsche ha difficoltà ad identificare l'oltreuomo con un personaggio esistente, sotto il
profilo più strettamente filosofico, l'Ubermensch si identifica per la sua fedeltà alla terra,
rifiuta un oltremondo, consapevole della perdita dell'aldilà, riconosce in questo solo il riflesso
della terra, a cui si rivolge come a prima si rivolgeva ad un aldilà.
La terra è la possibilità di una guarigione, non è l'Ubermensch al posto di dio, ma la terra al
posto di dio, ora è peccare contro alla terra peccato immondo.
L'Ubermensch rivela il fondo dionisisaco, mai abbandonato nella filosofia di Nietzsche, la
grandezza dell'Ubermensch è saper accettare la terra come transizione e tramonto.
Eterno ritorno
È senza dubbio uno dei nodi concettuali più complessi.
La prima intuizione dell'eterno ritorno ce l'ha nel 1881, il primo scritto è nella Gaia scienza.
3 anni dopo Nel terzo libro dello Zarathustra da uno scritto completo.
Il tempo non ha fine, il divenire non ha scopo, dunque il corso del mondo non è retto da
nessun disegno provvidenzialistico morale, il modo non viaggia in modo rettilineo, né verso il
trascendente, l'uomo moderno è prigioniero di una falsa concezione del tempo. Il passato
incombe su di noi in maniera irreversibile e il futuro ci impedisce di vivere il presente. La
linea del tempo è una concezione di origine Ebraico-Cristiana.
A questa concezione, Nietzsche propone una concezione ciclica, di origine presocratica e
orientale, ogni momento scandito nel tempo è destinato a ripetersi infinite volte in eterno.
Quindi se tutto si ripete non esistono scopi morali o religiosi.
Il rischio possibile è quello di interpretare l'eterno ritorno in senso fatalistico, la ciclicità del
tempo non rende tutto inutile, l'uomo superiore vuole la ciclicità del tempo, accoglie il senso
compiuto di ogni istante come senso di tutto.
Il significato di un evento in una sequenza lineare si individua solo nella concatenazione del
tempo. In una sequenza ciclica l'attimo deve essere vissuto per se stesso, come se fosse
eterno. L'Ubermensch vuole cogliere l'attimo.
Vivi questo attimo in modo tale da desiderare di riviverlo.
Solo l'uomo veramente felice potrebbe volere la ciclicità del tempo, e solo in una visione
circolare del tempo ciò è possibile. Ogni istante infatti non dipende da nessun'altro istante.
L'Ubermensch è quindi il protagonista della visione del tempo circolare. Soltanto in un eterno
ritorno si può avverare la sua volontà di potenza.
Volontà di Potenza:
Ancora una volta la radice del concetto di volontà di potenza è greca, la radice della parola è
competizione. Nietzsche rifiuta l'immagine sbiadita che il mondo accademico ha dato
dell'umanesimo greco, che sta nel gusto per la distruzione, nella gioia di vincere, la lezione
dei greci è che non esiste vita senza una tendenza alla potenza.
Una delle determinazioni del concetto di potenza è quella che la intende come impulso a
oltrepassare se stessi.
Nietzsche pensa che la volontà di Schopenhauer sia un significato sospeso nell'aria.
L'esempio più frequente è quello dell'artista creatore, che costruisce e da forza alla volontà
di potenza.
L'arte non è quindi solo catarsi e sentimentalismo esasperato.
Il desiderio dell'uomo di superare se stesso dà significato alla volontà di potenza. Questo
significato fu malinteso per molto tempo.
In realtà la volontà di potenza è misurarsi sempre con qualcosa di più grande, alzare
l'asticella, superare noi stessi. Non solo un concetto di forza.
D'annunzio diede un'interpretazione spregevole della volontà di potenza.
Nell'artista creatore Nietzsche individua il miglior significato di volontà di potenza.
Nietzsche aiuta poco con il suo linguaggio, ma la volontà di potenza non è solo affermazione
sull'altro, di fronte al nulla dei valori è l'affermazione dell'individuo come volontà. Ecco
perché la morte di Dio segna la rinascita dell'uomo come unico responsabile delle proprie
scelte. Autoaffermazione. Il soggetto della volontà di potenza è chi sa mostrare al mondo un
proprio progetto. È una competizione che non riguarda tanto l'altro quanto noi stessi.
Questione Morale (Versione 1):
Con lo zarathustra si chiuda la parte costruttiva del pensiero di Nietzsche. Negli anni che
precedono la follia si sente legislatore di una nuova umanità, segue in modo ossessivo le
recensioni ai suoi scritti, è convinto che per cambiare gli uomini la sua dottrina debba essere
recepita.
In questo periodo tornano i temi dell'antistoricismo e l'utopia (rinnovamento generale della
civiltà).
La violenza distruttiva della sua critica è una novità, secondo lui è necessaria la distruzione
inesorabile dell'umanità come cultura e tradizione occidebtale, è la "Filosofia del Martello",
contro morale e religione. Nella Genealogia della morale e al di là del bene e del male.
La critica va a colpire:
● Le pretese della filosofia neokantiana di dare una fondazione universale e razionale
all'etica;
● L'orientamento evoluzionistico e positivistico che valorizza i valori morali;
● L'esistenza di principi etico morali assoluti;
L'idea di Nietzsche è in ogni caso colpire interamente la morale in quanto morale.
I comportamenti morali possono essere giudicati secondo i criteri di bene e male, dicendo
che il bene è superiore al male, ma se non fosse così, se ci fosse una regressione nel
bene?
La morale consiste nell'istituzione di un sistema di valori esistenziali ed autoevidenti
attraverso i quali chi li ha domina sugli altri.
Il lavoro critico di Nietzsche consiste nello svelare le tecniche psicologiche con cui l'uomo
assoggetta gli altri uomini. Nella figura dell'asceta Nietzsche si riferisce ai deboli che
agiscono in modo tale da sottomettere gli altri. L'asceta attraverso la morale intende
combattere l'energia più forte degli uomini per affermare se stessi.
La morale a livello spirituale è la legittimazione dei rapporti instaurati tra le classi sociali.
Entrambi le squadre elaborano la loro morale:
● La morale dei signori si basa sull individualità
● La morale degli schiavi è utilitaristica, diffidente, sul piano sociale pratica la
democrazia e il socialismo, il concetto di risentimento è al centro di questa morale.
Nietzsche è convinto che la società moderna sia controllata da questi.
La morale tende ad indebolire l'uomo, e l'uomo debole è più manovrabile.
L'uomo è l'unica creatura ad essersi separato dalla sua natura morale.
L'essere umano è spinto dalla morale nel credere in un antimondo dello spirito, allontanando
dalla sua natura, facendogli credere che i suoi istinti siano una vergogna. Ma la natura si
vendica, perché reprimere non vuol dire cancellare, gli istinti irrompono nel mondo, cercando
lì il loro necessario sfogo. Qui Nietzsche anticipa Freud, se comprimi gli istinti, fanno più
danni di quanti ne farebbero normalmente.
Quello che io nascondo non è distrutto, è lì, aspettando di venire fuori.
L'uomo espropriato dalle sue pulsioni naturali, appare un animale malato, la morale è il
sonno della vita, facendo dell'uomo forte il debole, risucchiato da un insieme di valori che
non esistono.
Non rimane che rispondere alla domanda, Come mai ha prevalso nella cultura il gregge?
Dobbiamo volgere lo sguardo al passato, nel mondo classico la morale dei signori
comprendeva anche la morale dei sacerdoti, il guerriero era corpo, il sacerdote spirito. Visto
che il sacerdote provava invidia per il guerriero, poiché questi avevano la forza fisica, la
sensualità, così antepose al corpo lo spirito. Questa morale culminò nel cristianesimo,
imponendo una religione improntata sul risentimento del più debole sul più forte.
Il cristianesimo fondato sulla soppressione degli istinti è una delle più grandi annientatore
della vita, il cristiano è un animale malato, vive una vita di rinuncia in cambio di nulla, è
necessaria una traslazione dei valori, dando una nuova esistenza e nuovi significati, che
hanno come protagonista l'Ubermensch, fuori da ogni schema normativo, risponde con
l'individualità del coraggio, senza mai rimproverare alla vita il suo volto doloroso.
Quando Nietzsche a più riprese parla di rinascita della cultura tragica, per lui il tragico e
quindi la morte dell'eroe non ha un giudizio di valore, l'Ubermensch è colui