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OSSALACETATO:
- Amminoacidi: aspartato
- Può essere collettore del proprionato
- Acidi grassi a numero dispari di C
TRIOSO FOSFATI:
- Glicerolo convertibile in glucosio, il suo trioso fosfato; glicerolo deriva da
degradazione trigliceridi
La gluconeogenesi sfrutta tutte le reazioni reversibili della glicolisi in senso inverso:
- Fosfoenolpiruvato G3P
- G3P fruttosio-1,6-bifosfato
- Fruttosio-6P glucosio-6P
Le altre reazioni non sono reversibili, quindi gluconeogenesi sfrutta altre reazioni
irreversibili con intermedi comuni
PRIMA TAPPA
Conversione del piruvato in fosfoenolpiruvato
Somma di 2 reazioni:
1. Conversione mitocondriale di piruvato in ossalacetato (biotina-ATP-
dipendente)
2. Ossalacetato perde un gruppo COOH come CO2, formando doppio legame e
quindi enolo (fosfoenolpiruvato)
REGOLAZIONE:
1. Piruvato Ossalacetato
Processo mitocondriale, quindi elevati livelli di Acetil-CoA promuovono reazione
2. Ossalacetato Fosfoenolpiruvato
Processo sia mitocondriale che citoplasmatica
Regolazione ormonale inversa rispetto a glicolisi:
Insulina: inibisce
Cortisolo: attiva
Glucagone/adrenalina: attiva
NADH/H+
Servono equivalenti riducenti per proseguire, perché devo trasformare
fosfoenolpiruvato in G3P, ma il primo ha uno stato di ossidazione maggiore rispetto a
G3P
Ho 2 vie alternative per svolgere la prima tappa, che mi permettono di recuperare
equivalenti riducenti: posso partire da lattato oppure da piruvato
1. Parto da LATTATO
Lattato è forma ridotta del piruvato, quindi lo ossido per convertirlo a piruvato con
enzima lattico deidrogenasi, riducendo NAD NADH
Il piruvato nel mitocondrio viene convertito ad ossalacetato, che viene convertito a
fosfoenolpiruvato, che viene poi trasferito a livello citoplasmatico con un trasportatore
2. Parto da PIRUVATO
Direttamente trasferito nel mitocondrio e viene convertito ad ossalacetato, che non
può uscire dal mitocondrio.
Viene quindi ridotto a malato, ossidando NADH NAD
Malato ha trasportatore che lo porta in citoplasma, dove viene riossidato ad
ossalacetato, riducendo NAD NADH
UTILIZZO DI GLICEROLO
Enzima glicerolo chinasi converte glicerolo in glicerolo-3P nel fegato
Il glicerolo-3P viene poi ossidato a diidrossiacetonfosfato, in equilibrio con G3P
G3P condensa in fruttosio-1,6-bifosfato
A questo punto l’enzima fruttosio-1,6-bifosfato fosfatasi converte il fruttosio-1,6-
bifosfato in fruttosio-6P
REGOLAZIONE:
L’enzima è inibito dal fruttosio-2,6-bifosfato, il principale attivatore della
fosfofruttochinasi 1 nella glicolisi
Anche in questo caso c’è una proteina bifunzionale, che può agire da chinasi o
fosfatasi a seconda della fosforilazione
Se fosforilata fa diminuire i livelli di fruttosio-2,6-bifosfato, quindi:
- Glucagone/adrenalina favorita la gluconeogenesi
- Insulina sfavorita gluconeogenesi, viene favorita glicolisi
ULTIMA TAPPA
Enzima glucosio-6P fosfatasi è associato al RE, con sito catalitico rivolto nel lume
del RE
Servono trasportatori per:
- Glucosio-6P interno
- Glucosio esterno
- Fosfato esterno
REGOLAZIONE:
- Concentrazione di glucosio-6P
- Cortisolo attiva
- Insulina inibisce
PROCESSO:
Glucosio-6P entra nel reticolo, convertito in glucosio, esportato dal reticolo come
glucosio + Pi e glucosio può andare in circolo
Perché gluconeogenesi è solo epatica?
Enzima glucosio-6P-fosfatasi è espresso solo nel fegato
Questo perché se una cellula è in grado di produrre glucosio deve avere la possibilità
di contrastare l’eccesso, esportandolo in circolo: per questo epatociti esprimono
GLUT2, un trasportatore a bassa affinità ed alta capacità, che rende l’epatocita l’unica
cellula da cui il glucosio può sia entrare che uscire.
GLUCONEOGENESI COSTITUTIVA O LEGATA ALLE ATTIVITÀ
Negli eritrociti non ci sono mitocondri, quindi solo glicolisi anaerobia, si forma lattato,
che può essere immesso in circolo, arrivare al fegato, dove viene riconvertito a
glucosio, recuperando fonte energetica.
La gluconeogenesi consuma più di quanto recuperi la glicolisi, però permette di non
sprecare il potenziale energetico del lattato prodotto anaerobicamente (ciclo di Kori)
GLICOGENO
Glicogeno è fonte di riserva energetica, da cui posso ricavare glucosio
RISERVE ENERGETICHE:
- Glucosio circolante = 12g
- Glicogeno = 450g, garantisce approvvigionamento glucosio ai tessuti
dipendenti
- Trigliceridi = 15kg; stato di ossidazione minore rispetto a glucosio, molto
performanti
- Proteine, usate per generare energia attraverso gluconeogenesi solo in
condizioni di necessità
Glicogeno accumulato in 2 tessuti, epatico e muscolare
- Muscolo usa glicogeno come riserva di glucosio per se stesso
- Glicogeno accumulato nel fegato contribuisce al controllo della glicemia
sistemica
STRUTTURA GLICOGENO
Struttura ramificata: catene lineari di glucosio alpha 1-4 + punti di ramificazione alpha
1-6, da cui partono altre catene lineari alpha 1-4
Glicogeno ha solo 1 estremità riducente, perché solo un C1 è libero e non impegnato
in legami, mentre tutti i C esposti sulla superficie sono C4
Enzimi per degradazione: alpha amilasi, lavora solo su legami alpha 1-4
Il granulo di glicogeno comprende:
- Polimero di glucosio
- Enzimi che agiscono sul granulo, in senso di sintesi e degradazione
- Elementi di regolazione del metabolismo
SINTESI GLICOGENO
Enzima fosfoglucomutasi converte glucosio-6P in glucosio-1P: enzima ha una
serina fosforilata, permette trasferimento gruppo fosfato in posizione C1, formando
intermedio glucosio-1,6-bifosfato; ora fosfato in 6 viene trasferito sulla serina
dell’enzima e si forma glucosio-1P
Per la sintesi di glicogeno serve glucosio-1P, mentre per entrare in glicolisi è
necessario glucosio-6P, quindi a seconda delle esigenze interconvertono
Serve glucosio-1P perché ha estremità non riducente libera, ma bisogna attivarlo,
perciò enzima
UDP-glucosio pirofosforilasi lo converte nel gliconucleotide UDP-glucosio,
trasferendo un UMP dall’UTP sul glucosio, liberando Pi
La formazione di Pirofosfato fa da driver di reazione, in quanto Pi va incontro a
idrolisi spontanea formando due molecole di P inorganico, sottraendo Pi all’equilibrio
Enzima glicogeno sintasi permette allungamento delle catene lineari, trasferendo
UDP-glucosio sull’estremità 4, formando legame alpha 1-4 glicosidico
ENZIMA RAMIFICANTE
Glicogeno sintasi lavora solo su catene lineari, quindi enzima 1-4/1-6 trans-
glicosilasi trasferisce una catena 1-4 su una posizione 1-6
L’enzima ramificante può trasferire solo una catena di almento 7 residui di glucosio, su
un C6 che disti almeno 4 residui di glucosio dal più vicino punto di ramificazione
GLICOGENINA
Proteina associata al granulo di glicogeno, sfrutta il suo residuo di tirosina che può
accettare un residuo di glucosio proveniente dall’UDP-glucosio
A questo punto agisce come un glicogeno sintasi like, permettendo condensazione di 7
unità di glucosio con legami alpha 1-4
Questa catena è riconosciuta dalla glicogeno sintasi come catena di glicogeno lineare,
su cui lavora generando altro pezzo di catena a 7 residui
Interviene l’enzima ramificante che sposta sulla catena crescente un pezzo di catena
oligosaccaridica, generando un granulo minimale di glicogeno
L’enzima ramificante deve sempre lasciare una catena di 7 residui attaccata alla
glicogenina, altrimenti questa non sarà più riconosciuta dalla glicogeno sintasi, quindi
in realtà nel glicogeno non c’è un’estremità riducente libera, è sempre legata alla
glicogenina
GLICOGENO FOSFORILASI
2 enzimi coinvolti:
- Glicogeno fosforilasi
Rompe i legami alpha 1-4, partendo dalle estremità non riducenti. Ha come coenzima
il piridossalfosfato ed utilizza Pi come accettore.
Piridossalfosfato garantisce che il gruppo fosfato si leghi al C1 con lo stesso
orientamento che avrebbe il legame glicosidico: piridossalfosfato permette richiamo di
elettroni sul gruppo fosfato, mentre nell’anello glucidico abbiamo lo ione ossonio
carico positivamente, perciò il legame avviene dalla stessa parte del piano dell’anello,
ovvero da sotto, con lo stesso orientamento di un legame alpha 1-4, attivando il
glucosio nel modo corretto
- Enzima deramificante
Glicogeno fosforilasi lavora solo sulle catene lineari, perciò serve enzima che elimini le
ramificazioni
Glicogeno fosforilasi accorcia le catene, ma quando arriva vicino al punto di
ramificazione (4 residui) c’è troppo ingombro sterico, perciò interviene l’enzima
deramificante, una alpha-1,4-transferasi, trasferisce un residuo di 3 unita di C,
lasciando solo il residuo di glucosio del punto di ramificazione.
Lo stesso enzima ha un’attività glicosilasica, perché idrolizza il legame alpha 1-6
usando acqua, producendo l’unica quota di glucosio libero non fosforilato
MUSCOLO VS FEGATO
Nel muscolo, il glucosio-6P entra direttamente in glicolisi
Nell’epatocita c’è l’enzima glucosio-6P fosfatasi, che riconosce glucosio-6P e lo
converte in glucosio, che, se presente ad elevate concentrazioni intracellulari, può
essere immesso nel torrente sanguigno tramite GLUT2
REGOLAZIONE METABOLISMO DEL GLICOGENO
REGOLAZIONE ALLOSTERICA
Glicogeno fosforilasi:
- Stimolata da AMP
- Inibita da ATP
Glicogeno sintasi:
- Glucosio-6P: si lega a sito di regolazione, attivando l’enzima
A livello muscolare, la fosforilasi ha un sito di legame per i nucleotidi:
- Se si lega ATP forma chiusa dell’enzima, stato T
- Se si lega AMP forma attiva dell’enzima, stato R
A livello epatico, la fosforilasi ha un sito di legame per glucosio:
- In eccesso di glucosio stabilizza la forma chiusa, lo stato T
- In carenza di glucosio, stabilizzata la forma attiva, lo stato R
REGOLAZIONE COVALENTE
Glicogeno fosforilasi attiva se fosforilata, inattiva se defosforilata
Glicogeno sintasi attiva se defosforilata, inattiva se fosforilata
Una cascata di segnalazioni attiva una chinasi che fosforila entrambi gli enzimi,
attivandone uno ed inibendo l'altro
In generale:
- Fosforilazione degradazione glicogeno
- Defosforilazione sintesi glicogeno
Insulina: promuove defosforilazione, quindi sintesi di glicogeno
Glucagone e adrenalina: inducono fosforilazione, quindi degradazione di glicogeno,
attivando adenilato ciclasi, che produ