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In alcune cellule come eritrociti e alcune cellule muscolari con
attività fisica molto breve ma alquanto intensa, il piruvato non
continua attraverso il ciclo di Krebs. La produzione di energia si
ferma quindi alla glicolisi. In questi casi si ha la glicolisi anaerobica. Gli
eritrociti non continuano il metabolismo del glucosio in quanto sono
privi di organelli cellulari (come i mitocondri) che sono necessari per
la fosforilazione ossidativa o respirazione cellulare. Le cellule
muscolari in condizioni di sforzi intensi ma brevi necessitano di molta energia in poco tempo e poichè l’intero
processo metabolico è molto lungo, la via metabolica che produce energia in modo molto rapido è la glicolisi.
Il piruvato viene quindi trasformato in lattato (acido lattico) in una reazione che necessita NADH il quale viene
ossidato. Successivamente l’acido lattico viene portato al di fuori della cellula, in cui è stato prodotto, da
trasportatori di membrana specifici e vieni immesso nel circolo sanguigno. Tramite il trasporto sanguigno
raggiunge tessuti diversi e viene immesso nel ciclo di Krebs, oppure più frequentemente viene internalizzato
dagli epatociti (fegato), convertito in piruvato e usato per sintetizzare all’interno del fegato il glucosio. Il
processo attraverso cui viene generato nuovamente glucosio è detto gluconeogenesi. Questo glucosio
prodotto viene poi accumulato nel fegato come riserva energetica sotto forma di glicogeno, e può essere
sintetizzato nella gluconeogenesi anche da intermedi del catabolismo degli amminoacidi.
Nelle cellule che vivono in condizioni aerobiche la produzione di ATP non si ferma alla glicolisi ma continua nel
ciclo di Krebs fino alla fosforilazione ossidativa. Il piruvato viene quindi trasformato in acetilcoenzima A. La
sintesi dell’acetilcoenzima A, il ciclo di Krebs e la fosforilazione
ossidativa sono vie metaboliche che si realizzano all’interno
dei mitocondri. Il ciclo di Krebs avviene all’interno della
matrice mitocondriale. All’interno del mitocondrio c’è un
complesso multienzimatico, detto piruvato deidrogenasi,
ossia un insieme di diversi enzimi che trasforma il piruvato
in acetilcoenzima A. La reazione è detta decarbossilazione
ossidativa, ed è la prima tappa del ciclo del glucosio in cui
viene prodotta CO2. Il gruppo SH dell’acetilcoenzima A è
molto importante in quanto è molto reattivo e va a
formare legami con le molecole organiche. Nel caso del
piruvato SH si lega al gruppo carbossilico liberando una
molecola di CO2. Durante questa reazione si ha la
diminuzione della catena del carbonio da 3 a 2 atomi, passando dal piruvato all’acetato.
Acetilcoenzima A viene prodotto mediante una reazione di ossidoriduzione. Il processo enzimatico va a
rimuovere il carbonio sotto forma di CO2 e a catalizzare una reazione di ossidoriduzione.
CICLO DI KREBS
L’acetilcoenzima A può entrare nel ciclo di Krebs, detto anche ciclo degli acidi tricarbossilici o ciclo dell’acido
citrico. All’interno di questo ciclo si ha l’ossidazione finale dello scheletro carbonioso della molecola organica da
cui siamo partiti, che produce anidride carbonica. 24/10/2018
Nel ciclo di Krebs si possono trovare composti
intermedi che possono diventare substrati di
un’altra via metabolica. Il ciclo si compone di 8
reazioni enzimatiche in cui si parte da
ossalacetato e acetilcoenzima A a cui segue
una serie di reazioni che portano alla
forma z ione, al termine del circolo, di
ossalacetato. Durante questa via metabolica
viene quindi utilizzato l’acetilcoenzima A e il
carbonio presente nel composto viene rilasciato
sotto forma di CO2. Le reazioni più importanti
che avvengono nel circolo sono le
decarbossilazioni ossidative, perchè in queste
fase viene prodotto NADH.
L’acetilcoenzima A entrando nel ciclo di Krebs
perde il coenzima A, perchè il gruppo acetile
reagisce con l’ossalacetato per fornire citrato. Il
coenzima serve solamente ad attivare la
molecola organica, cioè renderla
particolarmente reattiva. La reazione in
questione è detta di condensazione, che
mediante l’introduzione di una molecola di
acqua forma una molecola a sei atomi di carbonio (4 derivanti dall’ossalacetato e due dall’acetile) detta
citrato (un acido tricarbossilico, ossia contenente tre gruppi carbossilici).
La reazione successiva è una reazione prettamente di modifica strutturale in quanto si ha un’isomerizzazione
del citrato in isocitrato. Questo permette la prima reazione di decarbossilazione dove, mediante il rilascio di
una molecola di CO2, si ha un accorciamento dello scheletro carbonioso. Contemporaneamente nella
decarbossilazione si ha una reazione di ossidazione del citrato e una di riduzione del NAD ossidato a NADH.
α-chetoglutarato
Successivamente si forma che subisce una nuova reazione di decarbossilazione ossidativa
con perdita di un’altra molecola di CO2 e riduzione di NAD. Contemporaneamente nella reazione interviene
nuovamente il coenzima A che si lega alla molecola di acido succinico a formare il succinilcoenzima A. Questo
viene poi trasformato in succinato con una reazione che è accoppiata alla sintesi di GTP (guonosintrifosfato)
a patire da GDP e fosfato. Questa è una molecola viene usata da alcune vie metaboliche al posto dell’ATP
poichè dal punto di vista funzionale sono identiche. Il succinato subisce una reazione di deidrogenazione
(redox) ossia un’ossidazione del succinato a fumarato e una riduzione di FAD (analogo del NADH)..
Successivamente il fumarato diventa malato che a sua volta viene ossidato ad ossalacetato mentre si ha la
riduzione di NAD. Il ciclo quindi si chiude con la riduzione dello scheletro carbonioso mediante la perdita di due
molecole di CO2, la formazione di una molecola di GTP e con quattro reazioni di ossidoriduzione che hanno
comportato l’ossidazione del substrato e la contemporanea riduzione del NAD o FAD. Tutta l’energia
accumulata durante la glicolisi si trova racchiusa all’interno delle molecole di NADH e FADH prodotte all’interno
del ciclo di Krebs, e verrà rilasciata durante la fosforilazione ossidativa.
FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA
Il NADH e il FADH formati nella glicolisi, nell’ossidazione degli acidi grassi e nel ciclo di Krebs sono molecole
ricche di energia poichè contengono una coppia di elettroni che hanno un alto potenziale di trasferimento.
Quando questi elettroni sono utilizzati per ridurre l’ossigeno molecolare ad acqua, si libera una grande quantità
di energia che può essere usata per produrre ATP. La
fosforilazione ossidativa è costituita da una serie
(catena) di reazioni in sequenza in cui gli elettroni
vengono trasferiti da una molecola all’altra fino ad
arrivare all’ossigeno che si riduce ad acqua. Viene detta
anche catena di trasporto degli elettroni o catena
respiratoria. Il ciclo di Krebs avviene a livello della matrice
mitocondriale mentre la fosforilazione si svolge a livello
della membrana interna del mitocondrio. Questo è dovuto 24/10/2018
al fatto che il sistema è costituito da una serie di complessi multienzimatici (I ,II, III, IV, V), che hanno
dimensioni molto elevate e sono localizzati come strutture transmembrana. In particolare il processo I, III, IV, V
attraversano l’intero doppio strato della membrana fosfolipidica interna del mitocondrio, mentre il processo II
sporge solo nella porzione interna nella matrice del mitocondrio. Sono processi multienzimatici, ossia sono
costituiti dall’associazione di più catene polipeptidiche (proteine legate a gruppi prostetici). La parte proteica
di questi complessi è quella che catalizza la reazione, mentre i gruppi prostetici sono coinvolti nelle reazioni di
scambio di elettroni all’interno della catena respiratoria. Il trasferimento degli elettroni si realizza a cascata dal
processo primo fino al quinto.
- Complesso I: localizzato al livello della membrana, è il
primo complesso. Il NADH cede i suoi due elettroni al
complesso primo e si trasforma in NAD ossidato. Gli
elettroni passano a cascata attraverso una serie di
gruppi chimici, ossia mediante un trasferimento verso
potenziali di riduzioni sempre più bassi in cui si ha
quindi una perdita di energia del sistema che viene
accumulata. Il gruppo chimico del complesso primo
che acquisiscono gli elettroni sono FNM (flavina
mononucleotide) che si riduce a FNM ridotto il quale a
sua volta si riduce trasferendo gli elettroni che
tramite il meccanismo a cascata ad altri gruppi
prostetici delle proteine, detti centri ferro-zolfo.
Questi si formano perchè il residuo laterale della
cisteina (gruppo laterale -SH) forma legami chimici con
il ferro. Il ferro accetta o cede gli elettroni oscillando tra due stati di ossidazione Fe+2 e Fe+3. In seguito gli
elettroni vengono ceduti ad un trasportatore mobile di elettroni, che è una piccola molecola idrofobica
associata non covalentemente al complesso I. Quando questa molecola riceve gli elettroni dall’ultimo
centro ferro-zolfo si riduce. Questo composto si chiama
coenzimaQ, e riducendosi passa da ubichinone a ubichinolo.
Il coenzima Q è un forte antiossidante in quanto ha una
forte tendenza ad accettare elettroni. Successivamente si
stacca dal complesso I ed essendo lipofilo è in grado di
diffondere attraverso la membrana plasmatica e portare gli
elettroni al complesso III. Gli elettroni scendono attraverso
un gradiente di energia sempre più basso, questa energia
liberata viene utilizzata da una subunità del complesso primo per spostare attivamente protoni dalla
matrice mitocondriale allo spazio intermembrana. Necessito di energia perchè è uno spostamento contro
gradiente. Per ogni coppia di elettroni ceduta dal NAD, vengono pompati nello spazio intermembrana 4
protoni.
- Complesso II: non riceve elettroni dal processo primo. Ha il compito di
accogliere gli elettroni provenienti dal FADH e dall’acido succinico o
succinato, che viene in parte prodotto dal ciclo di Krebs ma è prodotto
anche da altri processi metabolici. Il succinato e il FADH entrando nel
complesso II cedono gli elettroni. Struttura molto complessa in quanto
costituito da diverse proteine associate tra loro che contengono delle
molecole coniugate che hanno il compito di trasferire elettroni. A
differenza del complesso I, il II non è una pompa protonica. Il suo unico
compito è quello di raccogliere gli elettroni, trasferirli a cascata ai centri
ferro-zolfo delle proteine che contiene, fino a quando vengono trasferiti
al coenzimaQ. L’ubichinolo si stacca quindi dal complesso II e migra verso
il processo III.
- Complesso III: costituito da proteine che contengono gruppi prostetici. In
questo caso le proteine hanno i gruppi eme. Un gruppo em