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Calore:

●​ Il calore secco (forni ad alta temperatura) e il calore umido (autoclavi a vapore) sono

metodi di sterilizzazione efficaci, particolarmente usati negli ospedali.

Raggi ultravioletti (UV):

●​ I raggi UV vengono impiegati per sterilizzare ambienti e oggetti. Durante la pandemia

di COVID-19, molte biblioteche adottarono sistemi di sterilizzazione UV per i libri

restituiti.

●​ Alcuni ospedali hanno installato pedane a raggi UV per la disinfezione delle calzature

del personale sanitario.

Filtrazione:

●​ Filtri speciali possono rimuovere batteri e virus da liquidi e gas, un metodo molto

utilizzato negli impianti di ventilazione.

3. Metodi Chimici

I disinfettanti chimici sono i più comunemente usati per la disinfezione di superfici, strumenti

e pelle. Alcuni esempi includono:

●​ Alcool (etanolo, isopropanolo): efficace contro molti batteri e virus, utilizzato per la

disinfezione delle mani e delle superfici.

●​ Cloro e composti clorati (es. ipoclorito di sodio - candeggina): ampiamente impiegati

per la sanificazione di ambienti e oggetti.

●​ Perossido di idrogeno (acqua ossigenata): utilizzato per disinfettare ferite e

strumenti chirurgici.

●​ Glutaraldeide e formaldeide: potenti sterilizzanti, ma tossici e da maneggiare con

attenzione.

Durante la pandemia di COVID-19, la domanda di disinfettanti chimici è aumentata

drasticamente. Prodotti come l’Amuchina sono diventati introvabili, mentre sono stati

sviluppati nuovi dispositivi e strategie per la sanificazione degli ambienti. L’uso combinato di

metodi naturali, fisici e chimici può garantire un ambiente più sicuro e ridurre il rischio di

diffusione di malattie. Soprattutto in situazioni critiche, come in ambito sanitario, è essenziale

adottare misure di disinfezione efficaci per proteggere i pazienti e il personale.

Metodi di disinfezione e sterilizzazione: raggi ultravioletti, radiazioni ionizzanti e

calore

Negli anni e nei decenni, i raggi ultravioletti non sono mai stati considerati un sistema

eccezionale o eccellente per la disinfezione e tantomeno per la sterilizzazione. Sono stati

utilizzati in situazioni specifiche, come nelle cosiddette zone filtro degli ospedali. Queste

zone separano un’area interna, ad alto rischio di contaminazione, da un’area esterna. Qui, i

raggi ultravioletti vengono impiegati per ridurre la carica microbica. Un altro ambito di

applicazione riguarda le cappe microbiologiche, strumenti utilizzati nei laboratori per la

manipolazione di materiali sterili o infetti. In questi casi, l’uso dei raggi ultravioletti è motivato

dall’assenza di alternative più pratiche, ma non si può dire che abbiano mai avuto effetti

“miracolosi”. Recentemente, sono stati sviluppati metodi per renderli più efficaci, ma la loro

funzione resta limitata.

Caratteristiche e rischi dei raggi ultravioletti

I raggi ultravioletti sono generati da lampade a vapori di mercurio e vengono impiegati per la

disinfezione dell’aria e degli ambienti, come nelle zone di passaggio tra aree ad alto e basso

rischio biologico. Tuttavia, presentano alcuni rischi:

●​ Possono causare congiuntiviti o altri problemi agli occhi se esposti senza protezione.

●​ È necessario spegnerli quando si transita nelle aree trattate.

●​ Funzionano solo in linea diretta: le zone in ombra o coperte non vengono disinfettate.

Per fare un paragone, quando si utilizza una lampada abbronzante, si indossano occhiali di

protezione per evitare danni alla vista. Lo stesso principio si applica ai raggi UV utilizzati per

la disinfezione.

Le radiazioni ionizzanti: raggi gamma e sterilizzazione

Diversamente dai raggi ultravioletti, le radiazioni ionizzanti – in particolare i raggi gamma –

rappresentano un sistema di sterilizzazione altamente efficace. Questi raggi, prodotti dal

Cobalto-60, hanno la capacità di distruggere completamente microrganismi, batteri e virus,

rendendo il materiale trattato assolutamente sterile. Questo metodo viene impiegato per la

sterilizzazione di materiali sanitari monouso, come:

●​ Siringhe

●​ Cateteri

●​ Camici sterili

●​ Garze e bende

Vantaggi delle radiazioni ionizzanti

Uno dei principali vantaggi delle radiazioni ionizzanti è che non lasciano residui. A differenza

di alcuni disinfettanti chimici, che possono lasciare tracce sul materiale trattato, i raggi

gamma agiscono istantaneamente e poi scompaiono, senza alterare il prodotto. Non

bisogna confondere questo processo con le radiazioni impiegate in ambito medico per

radiografie o TAC, che richiedono protezioni specifiche per il personale e i pazienti.

Il calore: il metodo più utilizzato per disinfezione e sterilizzazione

Tra i diversi metodi di sterilizzazione, il calore è il più diffuso, sia in ambito domestico che

sanitario. Esistono due principali tipologie di calore utilizzate a scopo disinfettante e

sterilizzante:

1.​ Calore umido (bollitura, vapore fluente, autoclave)

2.​ Calore secco (forni ad alta temperatura)

Molti genitori, ad esempio, sterilizzano biberon e tettarelle facendo bollire l’acqua. Questo

metodo è efficace, ma solo se viene seguito correttamente.

L’errore comune nella bollitura

Un errore comune è spegnere il fuoco non appena l’acqua inizia a bollire. Tuttavia, la

bollitura deve essere mantenuta per un certo tempo affinché i microrganismi vengano

distrutti. È lo stesso principio della cottura della pasta: il tempo di cottura non parte dal

momento in cui l’acqua bolle, ma da quando si immerge la pasta. Il calore è stato utilizzato

per la disinfezione per secoli. In passato, quando non esistevano siringhe monouso, nelle

case si trovava spesso un pentolino rettangolare con una siringa di vetro e un ago

riutilizzabile. Questo strumento veniva bollito prima dell’uso per garantirne la sterilità.

L’autoclave: il metodo più sicuro di sterilizzazione a calore umido

Il miglior sistema di sterilizzazione a calore è rappresentato dall’autoclave, da non

confondere con l’autoclave domestica usata per aumentare la pressione dell’acqua nei

condomini. L’autoclave utilizzata in ambito sanitario funziona come una pentola a pressione

e sfrutta vapore saturo sotto pressione per eliminare completamente batteri, virus e spore.

Come funziona un’autoclave?

1.​ Si riempie con acqua distillata o bidistillata (l’acqua normale causerebbe depositi di

calcare).

2.​ Si riscalda fino a generare vapore saturo (ossia privo di aria residua).

3.​ Quando il vapore è saturo, si chiude la valvola e si aumenta la pressione.

4.​ Si porta la temperatura a 121°C a 1 atmosfera di pressione.

5.​ Si mantiene questa condizione per 15-20 minuti, il tempo necessario per la

sterilizzazione completa.

6.​ Si spegne l’autoclave e si fa uscire lentamente il vapore prima di aprire il dispositivo.

Il materiale all’interno, che è stato sigillato correttamente, risulta completamente sterile e

pronto per l’uso.

Sterilizzazione con Calore Secco e Calore Umido

Esistono diversi metodi di sterilizzazione, tra cui il calore secco e il calore umido. Il calore

secco è utilizzato, ad esempio, nei forni a secco o stufe a calore secco, che funzionano a

temperature comprese tra 160°C e 180°C per circa 1 ora e mezza. Un esempio di calore

secco è anche l’incenerimento. Nei laboratori, i banchi sono spesso realizzati con materiali

resistenti al calore, come un vetro speciale, perché in caso di caduta accidentale di

materiale contaminato, si può sterilizzare la superficie passando sopra una fiamma. Se

invece i banchi fossero di legno, il contatto con il fuoco li danneggerebbe gravemente. Il

calore umido, invece, viene utilizzato attraverso dispositivi come l’autoclave, che funziona

con vapore saturo a 121°C per 15 minuti. Ma perché esiste questa differenza tra il calore

secco e quello umido? Perché con il calore umido bastano 121°C per 15 minuti, mentre con

il calore secco servono temperature più alte e tempi più lunghi? La ragione principale è che

l’acqua è un conduttore di calore molto più efficace rispetto all’aria. Un esperimento

semplice per capire questa differenza consiste nell’infilare la mano in un forno acceso a

250°C: senza toccare le superfici, si percepirà calore, ma non ci si ustionerà

immediatamente. Al contrario, immergere una mano in acqua a 80°C causerebbe una

bruciatura immediata. Questo perché l’acqua trasferisce il calore in modo più rapido e

uniforme rispetto all’aria. Ecco perché, nell’autoclave, è essenziale eliminare tutta l’aria

all’interno della camera di sterilizzazione: se rimanessero sacche d’aria, il calore non si

trasmetterebbe efficacemente e la sterilizzazione risulterebbe inefficace.

Disinfettanti e Antisettici

I disinfettanti chimici sono sostanze utilizzate per eliminare i microrganismi da superfici e

materiali. Devono possedere una caratteristica fondamentale: la tossicità selettiva, ovvero

devono essere letali per i microrganismi ma innocui per i tessuti e gli oggetti trattati. Ad

esempio, se dobbiamo disinfettare le lenzuola di un paziente affetto da colera, il disinfettante

deve uccidere i batteri senza danneggiare il tessuto. Spesso si fa confusione tra disinfettante

e antisettico. Qual è la differenza?

●​ Disinfettante: uccide direttamente i microrganismi.

●​ Antisettico: non li uccide, ma ne impedisce la moltiplicazione.

Anche se il risultato finale può sembrare lo stesso (la riduzione dell’attività batterica), gli

antisettici sono generalmente meno aggressivi rispetto ai disinfettanti e per questo vengono

utilizzati su pelle e mucose, come nel caso dei collutori per la gola.

Requisiti di un buon disinfettante

Un buon disinfettante deve avere le seguenti caratteristiche:

Essere letale per i microrganismi

●​ Se un disinfettante non è efficace contro i germi, è inutile. Un esempio è il caso di un

disinfettante in cui è stato trovato lo Pseudomonas aeruginosa: per questo batterio,

quel disinfettante era inefficace, tanto da permettergli addirittura di proliferare.

Non essere dannoso per i tessuti e i materiali

●​ Deve poter essere utilizzato su diverse superfici senza corrodere o rovinarle.

Avere un costo contenuto

●​ Nei contesti domestici, il costo di un disinfettante è meno rilevante, ma in ambienti

come ospedali e industrie, dove si usano grandi quantità di disinfettante, il costo

diventa un fattore importante. Tuttavia, risparmiare su un disinfettante a scapito della

sua efficacia potrebbe avere conseguenze gravi.

Non macchiare

●​ Alcuni disinfettanti, come quelli a base di iodio, possono macchiare le superfici o i

tessuti

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
12 pagine
SSD Scienze mediche MED/44 Medicina del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ar.janna_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Piacentini Mario.