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HIV
Altri agenti eziologici:
Listeria monocitogenes: agente batterico importante perché sensibile solo a penicilline e si presenta
in pz in condizioni immunotransitoria, pz diabetici, splenectomizzati (rimozione milza)
Klebsiella pneumoniae
Brucella
Micobatteri (M. tubercolosis)
Spirochete (sifilide, neuroborreliosi o malattia di Lyme)
Rickettia prowazekii (ricchezie)
Epidemiologia: in italia aumento dei casi di meningite batterica dal 1994 ad oggi, patogeni più frequenti:
Streptococcus pneumoniae (33%)
Neisseria meningitidis (30%)
Haemophilus influenzae (con vaccinazione adeguata è passato da 70% a 14%)
Fattori di rischio:
Ambientali: comunità chiuse, famiglia, centri di assistenza, scuole, istituti
Legati all’ospite: deficit immunitari acquisite (AIDS, trapianti, chemioterapie, ecc.) e congeniti
Patogenesi delle forme batteriche: penetrazione per via nasofaringea, ematogena o per contiguità (es. otite)
-> invasione meningea -> moltiplicazione batterica nello spazio subaracnoideo e liberazione di componenti
batteriche (LPS, peptidoglicano) -> attivazione cellule infiammatorie liberazione citochine e molecole di
adesione per i neutrofili e loro degranulazione (edema citotossico) -> infiammazione dello spazio
subaracnoideo e aumento della permeabilità della BEE con captazione albumina circolante (edema
vasogenico) -> aumento resistenza al riassorbimento liquorale per la presenza di essudato (edema
interstiziale) -> ipertensione ed ipoperfusione cerebrale
Patogenesi delle forme virali: penetrazione per via ematogena o assonale (sistema nervoso) -> localizzazione
a livello dei neuroni, glia, plessi corioidei -> linfociti Th -> produzione di citochine -> aumento permeabilità
delle barriere -> passaggio di proteine -> aumento pressione per effetto oncotico
Aspetti clinici: la sintomatologia è da riferire principalmente a tre condizioni
Stato settico
Febbre
Cefalea
Malessere generalizzato (dato da produzione sostanze pro-infiammatorie)
Aumento della pressione endocranica
Cefalea
Vomito (a getto, non legato ad alimentazione)
Raramente papilledema (raro ma importante riconoscere perché condiziona la possibilità o meno di
eseguire la rachicentesi, la puntura lombare necessaria)
Modificazioni della vascolarizzazione cerebrale
Alterazioni neurologiche focali o diffuse
Convulsioni
Segni di ipertensione endocranica:
Cefalea gravativa, accessuale: nei bambini condiziona uno stato di agitazione e spesso è
caratterizzata da “grido idrocefalico”
Appunti di Andrea Pezzano La Sapienza - Infermieristica C 2019-2020
Vomito di tipo cerebrale: indipendente dalla ingestione del cibo, non preceduto da nausea, a getto
Tensione della fontanella bregmatica: segno patognomonico nei lattanti
Alterazioni del fondo oculare: fino alla papilla da stasi
Segni di irritazione delle radici spinali: sono segni caratteristici
Rigidità della nuca e del dorso: conseguente a contrattura della muscolatura nucale paravertebrale
(non è possibile far flettere il capo, né attivamente né passivamente)
Opistotono: segno assai precoce dovuto all’ipertensione del dorso, con inarcamento della colonna (il
pz per lenire il dolore assume frequentemente la posizione laterale con arti flessi sul tronco:
posizione a cane di fucile)
Ventre a barca: per contrazione della muscolatura addominale
Posizione a cane di fucile dovuta a irritazione delle radici spinali, posizione assunta per lenire il dolore
Segni semiologici:
Segno di Kernig: impedendo la flessione degli arti inferiori, il pz non può assumere la posizione
seduta, ma tende a flettere le cosce sul bacino
Segno di Lasègue: impossibilità di flettere la coscia sul bacino mantenendo la gamba estesa sulla
coscia (segno scarsamente specifico). Flettendo la gamba sulla coscia non è possibile flettere la coscia
sul bacino se non procurando dolore
Segno di Brudzinski: piegando passivamente il capo in avanti si determina una brusca flessione degli
arti inferiori
Segno di Binda: la rotazione forzata del capo verso un lato provoca una brusca proiezione in avanti
della spalla controlaterale
Segno di Amos o del tripode: impossibilità a sollevarsi dalla posizione supina senza appoggiarsi
all’indietro con le mani
Manovra di Lésage: si esegue nel neonato: sollevandolo per le ascelle, manca il fisiologico movimento
degli arti inferiori a tipo pedalata
Diagnosi: emocromo, emocolture, rachicentesi (puntura lombare), TAC, RMN, valutazione linfociti CD4 + (pz
HIV positivi e negativi con deficit immunitario)
Rachicentesi: si effettua con ago a mandrillo. La rachicentesi è un esame dirimente per la diagnosi di
meningite e consiste in un prelievo di liquor tramite un ago
Meningiti batteriche o a liquor torbido
Aspetto del liquor: opalescente - torbido
Numero cellule polimorfonucleati PMN: fino a 10.000/mmc
Proteinorrachia: aumentata
Glicorrachia: costantemente diminuita
Quadro tipico delle meningiti provocate da batteri gram+ e gram- aerobi ed anaerobi
Eccezioni: meningite da Micobatterio tuberculosis, Brucella, Leptospira, Treponema pallidum
Meningiti virali o a liquor limpido:
Aspetto del liquor: limpido, xantocromico (colorazione gialla)
Numero cellule: fino ad alcune centinaia
Proteinorrachia: aumentata, numero proteine almeno 3 volte di più
Glicorrachia: normale o lievemente diminuita
Alcune sono batteriche e alcune parassitarie
Liquor normale Batterica Virale Tubercolare
purulenta
Aspetto Limpido, incolore Smerigliato, Limpido o Solitamente limpido,
lattescente, lievemente talvolta giallino,
purulento opalescente raramente smerigliato
(reticolo di Mya)
Appunti di Andrea Pezzano La Sapienza - Infermieristica C 2019-2020
Pressione In decubito Nettamente Aumentata Nettamente aumentata
laterale: 10-20 aumentata
cmH2O
Seduto: 20-40
cmH2O
Glucosio 50-60 mg% Talvolta, sino Normale o Nettamente diminuita
alla quasi modestamente (<30 mg&= m.
scomparsa aumentato tubercolare)
Proteine 20-40 mg% Nettamente Lievemente Nettamente aumentate
aumentate aumentate 100 mg%
Cellule 0-5/ mmc Netta pleiocitosi Pleiocitosi Pleiocitosi
neutrofila linfomonocitaria, linfomonocitaria (in fase
presenza di iniziale possibile
plasma, cellule e presenza di neutrofili)
istociti
Diagnosi etiologica: l’identificazione dell’agente che causa la meningite si ottiene con diverse valutazioni a
livello liquorale
Il liquor ci dice se è più un batterio, un virus o una meningite tubercolare. Si effettua un esame
batterioscopico diretto a fresco e dopo colorazione (Gram, Ziehl-Neelsen, Giemsa che mette in evidenzia il
batterio della tubercolosi).
La ricerca degli antigeni solubili non è altro che l’evidenziazione di particelle di questi batteri, orientate ad
identificare gli antigeni di pneumococco, meningococco ed hemophilus influenzae
L’esame colturale non sempre ha una elevata sensibilità nell’individuare il batterio responsabile
L’esame molecolare PCR (Polymerase Chain Reaction) può essere usato al giorno d’oggi sia per batteri che
per virus. Metodica costosa. Gold standard diagnostico per l’identificazione virale.
Diagnostica per immagini:
TC cerebrale: segni di aumento della pressione intracranica
Rx del torace: eventuale evidenza un’area silente di polmonite o ascesso polmonare
Rx cranio/seni nasali e paranasali: eventuale osteomielite, sinusite paranasale o frattura del cranio
Più avanti nel decorso è possibile osservare all’imaging (TC o RMN dell’encefalo) evoluzioni negative come:
idrocefalo, ascessi cerebrali, emorragie subdurali, empiema subdurale (raccolta di pus in una cavità naturale)
Esame microscopico se positivo terapia eziologica, se negativo terapia empirica
Appunti di Andrea Pezzano La Sapienza - Infermieristica C 2019-2020
Terapia: in rapporto ad età paziente
a
Neonati: ampicillina o cefalosporine di 3 generazione (evitare ceftriaxone per la possibile interazione
con il metabolismo della bilirubina)
a
5-50 anni: cefalosporine di 3 generazione + vancomicina
a
> 50 anni: cefalosporine di 3 generazione + vancomicina (presenza di eventuali immunodepressi)
Nei soggetti con pregresso intervento neurochirurgico o con shunt terapia basata su utilizzo vancomicina +
ceftazidime. Associare ampicillina nel sospetto etiologico di L. monocytogenes
Interventi infermieristici:
Somministrare gli antibiotici ad intervalli precisi per mantenere i valori ematici ottimali
Monitorare frequentemente la temperatura
Somministrare antipiretici come da prescrizione
Informare immediatamente il medico se:
Aumento temperatura
Temperatura che non risponde all’antipiretico prescritto
Presenza di aumento del rigor nucalis o rigidità degli arti
Crisi epilettiche
Alterazioni della respirazione
Alterazioni della frequenza cardiaca
Alterazioni del livello di coscienza
Lezione telematica corso X
Linfoadeniti infettive EBV – CMV (Citomegalovirus) – Toxoplasmosi
Aumento dei linfonodi. Importanti perché l’aumento dei linfonodi simula malattie linfoproliferative. Gli
agenti patogeni che sostengono le linfoadeniti possono dare luogo a manifestazioni cliniche importanti che
possono anche portare alla morte.
Citomegalovirus (CMV)
Aspetti microbiologici: B herpesvirus. Ciclo replicativo lento ma simile a quello degli HSV (herpes simplex
virus) umani. Il CMV può essere isolato da: saliva, secrezioni della cervice uterina, liquido seminale, urina,
leucociti
Epidemiologia: infetta solo l’uomo ma è ubiquitario. Nei paesi economicamente evoluti il 50% degli adulti è
portatore di anticorpi specifici. La sieroprevalenza nel primo quinquennio di vita è 10-15%, elevandosi nel
giovane adulto
Trasmissione: contatto mucoso (bacio), via sessuale (specie con persone con herpes genitale e gli
omosessuali), via verticale, via parenterale (tossicodipendenza, anche trapianto d’organo)
Infezione primaria e latenza: CMV è causa di infezione primaria acuta, per poi permanere nelle cellule
dell’organismo ospite in stato di latenza. Leucociti, endotelio, tubuli renali e ghiandole salivari possono
albergare il virus latente o in forma lentamente replicativa. Il virus latente è infettante.
Infezione secondaria: per riattivazione di un’infezione latente o per reinfezione causata da un nuovo ceppo
virale
Riattivazione: può avere luogo dopo immunosoppressione, in corso di altri eventi morbosi
(immunotransizione), in seguito all’uso di agenti chemioterapici (possono portare a immunodepressione)
P