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Trieste è una città con una forte multiculturalità, accoglie popolazioni di provenienza etnica, culturale
e religiosa molto varia.
A Trieste sono presenti contrapposizioni tra la borghesia cittadina che rivendica l'appartenenza
all'Italia, sostenitrice del movimento irredentista, tra questi troviamo proprio Ettore, infatti scrive
romanzi in lingua italiana dove però, a causa degli studi in Germania, si sente un legame alla cultura
tedesca ed europea.
Proprio dovuto a questo desiderio decide di utilizzare lo pseudonimo di Italo Svevo, Italo per rifarsi
all'Italia mentre Svevo perché su abbia era l'antico nome che i romani attribuivano alla Germania.
Questo pseudonimo viene utilizzato dal 1892 quando pubblica il romanzo Una vita.
Le opere di Svevo, come quelle degli altri autori triestini, sono lontane dal gusto simpatizzante e
prezioso stilistico presente in Italia e risentono di influenze letterarie, artistiche e filosofiche europee.
Svevo ha una passione profonda estintiva per la letteratura
Fin dagli studi di computisteria Il suo vero interesse e nella letteratura tedesca, inglese e francese,
oltre che nelle opere di Darwin, Schopenhauer e Nietzsche.
Si interessa al teatro, prima come spettatore, per il commentatore di spettacoli su giornali di Trieste,
infine come autore di commedie
Scrive romanzi, tra cui una vita del 1892 e senilità del 1898, i quali non ottennero successo. Perciò
rinuncia all'attività letteraria e inizia a dedicarsi a tempo pieno agli affari.
Non pubblica più nulla per circa 25 anni Fino alla pubblicazione della coscienza di Zeno nel 1923,
concluse rapidamente come spinto dalla necessità interiore.
Negli anni dove lo scrive si dedica comunque alla composizione di novelle, abbozzi teatrali, racconti,
favole e pagine di diario
il padre è convinto che Svevo e i fratelli devono imparare le lingue indispensabili a diventare buoni
commercianti: il tedesco, l'inglese e il francese, Mentre l'italiano viene imparato direttamente a Trieste.
Ettore rimane in Germania dai 13 ai 17 anni e a rientro a Trieste manifesta l'ambizione letteraria e il
desiderio di compiere un viaggio a Firenze, ma questo il padre si oppone
Alle difficoltà della fabbrica del padre i figli devono trovare un impiego e nel 1880 Ettore viene assunto
nella filiale triestina della banca Union di Vienna, occupandosi di corrispondenze commerciali,
svolgendo un lavoro noioso. Mentre trascorre il tempo libero a scrivere recensioni di libri per il
giornale indipendente
Nel 1896 si sposa con una cugina e viene assunto nell'industria di vernici per navi del suocero
Gioachino Veneziani. Questo gli permette di mutare il proprio status sociale e diventa vice direttore
della fabbrica.
La sua vocazione letteraria è incompresa dal suocero e di conseguenza assume l'identità di un uomo
serio e pratico
Raggira la sensazione di scrivere e riprendendo a suonare il violino e A fumare.
Nella vita di Svevo è importante l'opposizione che esiste tra l'interiorità e l'esteriorità, la vocazione
all'analisi di sé e il desiderio di conformarsi alle attese sociali.
È convinto che nel romanzo e è presente uno sguardo analitico, smaschera lo scarto che esiste tra
ciò che appare e ciò che è, tra l'immagine ingannevole con cui l'individuo persegue il consenso altrui
e la natura di quelli che sono i suoi desideri profondi, contraddittorie e inconfessabili.Nella sua vita il
luogo dell'autoanalisi è la letteratura, il numerose lettere emerge l'ambivalenza dei suoi desideri, la
scissione tra la volontà di scavare a fondo nel proprio io in quei tuoi insicuro e l'aspirazione a
sistemarsi in un'esistenza pacifica e approvato dagli altri.Questo lo notiamo in particolar modo nelle
lettere indirizzate alla moglie, che rappresenta i suoi occhi la personificazione della solidarietà
borghese, infatti la donna è a suo agio nella vita e si muove con sicurezza e soddisfazione tra le
incombenze quotidiane: Svevo è combattuto tra il desiderio di somigliarle e la coscienza della propria
differenza intellettuale, arrivando a dichiararle il proprio timoreChe il contatto con la sua tranquillità e
con la sua fiducia possono indurlo alla stupidità.
Infatti con il matrimonio cerco una sistemazione tranquilla e sicura, nonostante questo viene
tormentato dei dubbi perché provava un senso di inferiorità economica nei confronti della cugina e
una tormentosa gelosia, come testimoniato da numerose lettere scritte mentre i due non erano
assieme.
Inizialmente vuole cambiare i comportamenti di Livia, rendendola adatta a lui perché gli posso offrire
sostegno ma fallisce, infatti la donna si rivela estranea ai suoi interessi, evita ogni discussione e
preferisce indirizzare il discorso su argomenti della vita pratica.
Nonostante questo ci sono anche momenti affettuosi con la moglie, la prende bonariamente in giro
chiamando la bonbon o vecchia capra e si aggrappa Al suo senso pratico nascondendo le proprie
paure e debolezze dietro l'ironia, utilizzata come strumento a cui ricorrere per reagire alle difficoltà
della vita.
Stringe un'amicizia con il giovane James Joyce, quando cerca un insegnante di inglese. Nasce
un'amicizia letteraria, Joyce gli racconta di essere allievo di uno scrittore e legge alcuni suoi racconti
tra cui alcuni ritrovabili in Dubliners, Mentre Svevo gli racconta dei due romanzi falliti. Per lui Joyce
rappresenta il letterato anticonvenzionale che egli avrebbe voluto essere mentre Joyce in senilità
riconosce la modernità di scrittura di Svevo e lo incoraggia ad avvicinarsi nuovamente alla lettura.
Grazie Joyce viene dato avvio al caso Svevo ovvero la scoperta da parte degli intellettuali e le critici
del valore letterario di Italo.
Nel 1923, all'uscita della coscienza di Zeno, la critica accoglie il romanzo con freddezza, ci sono
poche e tipi di recensioni solamente a Trieste.di questo e demoralizzato e invia una copia del
romanzo a Joyce, il quale era a Parigi e gli risponde elogiandolo, inoltre Inizia divulgare il romanzo tra
gli studiosi francesi come larbaud e Cremieux Che si propongono di pubblicarne una traduzione.
Inoltre viene segnalato anche all'italiano Giuseppe prezzolini, che una volta tornato in Italia Racconta
agli intellettuali milanesi del circolo il convegno del giudizio di Joyce.
Il romanzo inizia ad essere apprezzato anche in Italia tanto che nel novembre-Sempre del 1925
Eugenio Montale pubblica sulla rivista l'esame un saggio intitolato omaggio a Italo Svevo, dove viene
definito una delle figure d'artista più concrete e significative del nostro tempo.
Il 1 febbraio 1926 esce la rivista parigina Le Navire d’Argent dedicata quasi completamente a lui.
Il tema principale dei suoi nuovi lavori è la vecchiaia: i protagonisti sono uomini anziani che osservano
la vita con saggezza e ironia mantenendo i loro desideri senza alcuna prospettiva futura.
In questo periodo scrive numerose opere non concluse come le continuazioni della coscienza di Zeno
che avrebbero dovuto costituire un nuovo romanzo. In questi frammenti compare nuovamente Zeno,
settantenne, narratore in prima persona, che ripreso a scrivere per conoscere e curare se stesso.
Il 12 settembre 1928 subisce con la moglie e il nipotino un incidente stradale, vicino a Treviso. È
ricoverato in ospedale dove si aggrava per complicazioni cardiache e il giorno dopo muore. Prima
della figura dell'inetto
LA POETICA
RIFERIMENTI CULTURALI
Si interessa alle idee di Marx, Nietzsche e Freud che con le loro teorie hanno contribuito a demolire le
basi della verità considerate finora indiscutibili, hanno in comune la convinzione che le scelte morali
dell'uomo non siano libere e che esista una struttura profonda della realtà di cui Leo non ha
coscienza, affermano che l'individuo Spesso sfugge la piena comprensione del mondo a causa dei
condizionamenti sociali, economici, psicologici… Di cui non è consapevole
Da Schopenhauer e Darwin riprende l'idea che la realtà sia Una spietata lotta per la vita, in cui è
destinato a prevalere l'individuo più adatto. Per Schopenhauer i contemplatore, legati all'azione e
rivolti su se stessi, sono destinati a essere sopraffatti dai lottatori ovvero coloro che sono
intraprendenti e determinati ad agire, mentre per Darwin tra le specie viventi e quella più forte ed
evoluta ad affermarsi su quella più debole Svevo riprende questi pensieri interpretandoli a Proprio
modo e distorcendone il senso.
Per esempio riflettendo sulle teorie Darwin ricava una concezione dell'uomo che si ispira alla sua ma
giunge a conclusioni originali, perché per Darwin gli individui più sviluppati e forti rappresentano il
segno del perfezionamento della specie mentre per lui il potenziamento delle qualità che
immediatamente servono alla lotta per la vita È un arresto dello sviluppo, perché coloro che hanno
raggiunto la forza e la supremazia cessano di evolversi e si cristallizzano in una forma fissa, mentre è
migliore la condizione di chi, come lo stesso, è indeterminato è aperto e quindi disponibile a
modificarsi perso tutte le direzioni.
Con il termine abbozzo si riferisce alla figura dell'inetto, ossia di chi è inadatto alla vita, incapace di
inserirsi nel mondo in una posizione ben definita, come sono i protagonisti dei suoi romanzi e come
egli stesso si sente di essere. Infatti nella coscienza di Zeno Rovescia le conclusioni di Darwin l'idea
condivisa dell'inetto, mostrando di credere che il punto più alto dell'evoluzione di una specie non sia
l'individuo più adatto e più forte ma quello che conserva in sé la disponibilità al cambiamento.
Dal pensiero di Marx ricava stimoli per la scrittura, infatti L'articolo le tribù si ispira alle dottrine
socialiste in forma di parabola utopica. Racconta la storia di Achmed, che viene inviato In Occidente
dal capo di una tribù nomadi da poco diventata stanziale, Per studiare le leggi dei popoli civili. Al suo
ritorno trova la sua tribù mutata, con la diffusione della proprietà privata è prevalsa anche la legge
della sopraffazione economica, La popolazione si è divisa tra ricchi e poveri e domina l'ingiustizia
sociale, Achmed hai imparato in Europa che necessario cominciare a costruire fabbriche per poter
approdare al benessere, ma il capo tribù non accetta il percorso richiesto dal capitalismo e dichiara
che la tribù vuole partire dalla fine ovvero dalla felicità raggiunta, per cui la tribù deve tornare alle sue
origini felice ovvero alla vita nomade. Nell'allegoria del racconto è presente il punto di vista e
riformista socialista di turati secondo il cui il percorso verso una società migliore deve essere