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Si distinguono due principali tipi di innovazione:

1.​ Innovazione di prodotto

○​ Si riferisce alla creazione di un nuovo prodotto o al miglioramento significativo di

uno esistente.

○​ Cambia il mercato introducendo qualcosa di nuovo.

2.​ Innovazione di processo

○​ Non modifica il prodotto, ma cambia il modo in cui viene prodotto.

○​ Un esempio è il modello Toyota o il Just In Time, che hanno innovato il processo

produttivo senza cambiare il prodotto finale (l’automobile).

Conclusione

L’attività innovativa è un processo articolato che parte dalla ricerca scientifica e arriva alla

commercializzazione di nuove tecnologie o prodotti. L’innovazione può riguardare sia il prodotto in

sé sia il modo in cui viene prodotto, e diventa davvero tale solo quando genera valore economico.

Il concetto dell'imbuto dell'innovazione

Il testo descrive il modello dell'imbuto dell'innovazione, un concetto che aiuta a comprendere come si

genera l'innovazione e quali sono le fasi necessarie per portare un'idea iniziale a diventare un prodotto

di successo sul mercato.

L'innovazione non nasce dal nulla, ma è il risultato di un processo lungo e complesso. Il modello

dell'imbuto mostra che, partendo da un grande numero di idee iniziali, solo pochissime di esse

riescono a diventare prodotti di successo. Questo accade perché lungo il percorso si verificano

numerose selezioni e scarti, dovuti a vari motivi: fattibilità tecnica, applicabilità pratica, convenienza

economica e accettazione del mercato.

Le fasi dell'imbuto dell'innovazione

1.​ Idee iniziali (300 idee)

○​ Si parte da un numero elevato di idee innovative.

○​ Queste idee possono nascere in un'impresa, in un laboratorio di ricerca o in un

mercato finanziario che valuta startup.

2.​ Progetti sperimentali (125 idee)

○​ Molte idee vengono scartate perché non hanno un'applicazione pratica o non sono

abbastanza concrete.

○​ Solo 125 idee su 300 diventano progetti sperimentali, cioè vengono testate per

verificare se possono funzionare.

3.​ Progetti di sviluppo (4 idee)

○​ Dei 125 progetti sperimentali, solo 4 vengono selezionati per lo sviluppo.

○​ Gli altri 121 vengono abbandonati perché non si dimostrano realizzabili o non

superano le fasi di test.

4.​ Prodotti sul mercato (2 prodotti)

○​ Dei 4 progetti di sviluppo, solo il 50% riesce a diventare un prodotto effettivo e a

essere lanciato sul mercato.

○​ Ciò dipende da fattori tecnologici, economici e commerciali.

5.​ Prodotti di successo (1 prodotto)

○​ Dei 2 prodotti che arrivano sul mercato, solo 1 riesce a sopravvivere e avere successo.

○​ Il successo non significa dominare il mercato, ma semplicemente non scomparire

poco dopo il lancio.

Conclusioni

●​ L'innovazione è un processo costoso e complesso, che richiede molti tentativi prima di

ottenere un risultato positivo.

●​ Il termine "fallimento" non è corretto: i progetti scartati non sono veri e propri fallimenti, ma

tentativi necessari per arrivare a un'innovazione riuscita.

●​ Per avere un solo prodotto di successo, è necessario partire da circa 300 idee, dimostrando

quanto sia selettivo il processo di innovazione.

L’imbuto dell’innovazione evidenzia quindi l'importanza della sperimentazione e dell'investimento

nella ricerca e sviluppo per ottenere un prodotto valido.

Il testo analizza i fallimenti di mercato dell'innovazione, cioè i motivi per cui l’innovazione può

essere ostacolata nonostante sia un elemento chiave della competitività. Si evidenziano alcuni

disincentivi economici che le imprese devono affrontare per innovare, e si introduce il concetto di

trade-off tra incentivi e diffusione dell’innovazione. Infine, viene distinta la ricerca dall’innovazione,

mostrando come entrambe siano fondamentali ma con caratteristiche e obiettivi diversi.

1. Fallimenti di mercato dell’innovazione

L’innovazione può essere considerata un fallimento del mercato perché esistono disincentivi che

rendono difficile per le imprese recuperare i costi sostenuti. Ecco i principali:

●​ Appropriabilità:​

Quando un’impresa introduce un’innovazione, deve poter rientrare dai costi sostenuti.

Tuttavia, una volta che il prodotto è sul mercato, può essere facilmente copiato dai

concorrenti, riducendo il vantaggio competitivo. Strumenti come copyright e diritti di

proprietà intellettuale cercano di proteggere l’innovazione, ma non sempre riescono a

impedire la copia.

●​ Esternalità positive:​

L’innovazione genera valore anche per altri soggetti, che possono beneficiare dei suoi effetti

senza pagare. Questo è positivo per la società, ma negativo per l’impresa innovatrice, che non

riesce a monetizzare completamente il valore creato.

●​ Rischio e incertezza:​

Investire in innovazione è rischioso: spesso bisogna sviluppare molte idee prima di arrivare a

un prodotto di successo. Non è possibile prevedere con certezza il ritorno economico, e i

tempi di sviluppo possono variare rispetto alle previsioni.

●​ Economia di scala nell’uso:​

Una volta che un’innovazione viene introdotta, il costo della sua diffusione è molto basso

(quasi nullo). Questo facilita la condivisione dell’informazione e l’adozione dell’innovazione

da parte di altri, ma riduce la possibilità per l’azienda di mantenere prezzi elevati e di

recuperare il proprio investimento.

Questi fattori si influenzano a vicenda e creano ostacoli all’innovazione. Per mantenere un sistema

competitivo, è necessario trovare soluzioni per ridurre tali disincentivi.

2. Il Trade-Off tra Incentivi e Diffusione

Un trade-off è un bilanciamento tra due aspetti contrastanti. Nel caso dell’innovazione, il trade-off

riguarda:

●​ Incentivi all’innovazione:​

Gli innovatori devono essere protetti abbastanza a lungo per poter guadagnare dal loro lavoro,

ad esempio tramite brevetti o altri diritti esclusivi.

●​ Diffusione dell’innovazione:​

Una maggiore condivisione delle innovazioni favorisce il progresso tecnologico complessivo,

poiché permette ad altre imprese di sviluppare nuove idee basate su quelle esistenti.

Se si garantisce troppa protezione agli innovatori, si rischia di bloccare la diffusione delle conoscenze

e di rallentare il progresso economico complessivo. Se invece si favorisce eccessivamente la

diffusione, si riduce la motivazione a investire in innovazione. Il bilanciamento ideale è quello in cui

gli innovatori ottengono un ritorno sufficiente per incentivare nuovi investimenti, ma senza creare

monopoli a lungo termine che impediscano lo sviluppo di nuove innovazioni.

3. Differenza tra Ricerca e Innovazione

Spesso i concetti di ricerca e innovazione vengono confusi. Tuttavia, hanno obiettivi e caratteristiche

differenti:

Caratteristica Ricerca Innovazione

Finalità Sfida intellettuale e progresso Creare valore economico e

scientifico applicazioni pratiche

Rischio Molto alto, perché non sempre Più contenuto, poiché parte con

porta a risultati concreti una pianificazione

Approccio Specializzazione scientifica Multidisciplinare (marketing,

produzione, finanza, ecc.)

Prospettiva temporale Lungo termine Breve-medio termine

Finanziamento Generalmente pubblico Privato (imprese che vogliono

(università, enti di ricerca) ottenere vantaggi competitivi)

Capacità richiesta Eccellenza scientifica Capacità di esecuzione e

commercializzazione

Le imprese più innovative spesso combinano ricerca e innovazione: finanziano la ricerca per ottenere

risultati esclusivi o sviluppano centri di ricerca interni, come nel caso delle aziende farmaceutiche.

Esiste anche un trade-off tra costo della ricerca e sviluppo e tempo necessario per realizzare

l’innovazione: non sempre maggiori investimenti portano a risultati più rapidi, perché la ricerca ha

tempi lunghi e risultati imprevedibili.

Conclusione

L’innovazione è fondamentale per la competitività, ma è ostacolata da diversi fattori economici. Per

incentivarla, bisogna trovare un equilibrio tra protezione dell’innovazione e diffusione delle

informazioni. Inoltre, è importante distinguere tra ricerca e innovazione, poiché entrambe sono

essenziali ma rispondono a logiche diverse.

Schumpeter: Innovazione e Potere di Mercato

Il testo affronta il dibattito sulla relazione tra la capacità innovativa e la forma del mercato,

analizzando due principali scuole di pensiero rappresentate da Joseph Schumpeter e Kenneth Arrow.

Schumpeter sostiene che l'innovazione è costosa e che esiste una relazione positiva tra la quantità di

risorse impiegate per l'innovazione e il potere di mercato. In altre parole, più un'azienda ha profitti

elevati, più può reinvestirli in innovazione. Secondo lui:

●​ Le imprese in concorrenza perfetta tendono a essere piccole e con margini di profitto ridotti,

il che impedisce loro di investire in innovazione.

●​ Monopoli e oligopoli, invece, hanno profitti più elevati e possono destinare una parte di

questi all'innovazione.

●​ Le grandi imprese non solo guidano l'innovazione ma permettono anche alle piccole imprese

di lavorare in un ecosistema più strutturato.

●​ L’innovazione distruttiva (quella che rivoluziona il mercato) è più probabile in mercati

dominati da grandi attori.

Arrow: Innovazione e Concorrenza

Arrow propone una visione opposta, sostenendo che la concorrenza incentiva maggiormente

l’innovazione. Secondo lui:

●​ Se un'impresa è in una posizione monopolistica o oligopolistica collusiva, potrebbe non

avere alcun incentivo a innovare perché non ha concorrenti da cui difendersi.

●​ Un mercato con molte imprese o con poche imprese in competizione tra loro spinge invece

a innovare per ottenere un vantaggio competitivo.

●​ L’assenza di competizione porta le imprese a godere dei propri profitti senza investire in

miglioramenti.

Sintesi del Dibattito

Il testo conclude che entrambe le posizioni sono valide:

●​ Da un lato, è necessaria una certa dimensione aziendale per finanziare l’innovazione.

●​ Dall’altro, un mercato competitivo garantisce che le imprese abbiano incentivi reali per

innovare.

●​ L’effetto finale dipende anche dall’esistenza di barriere all’entrata, cioè ostacoli che

impediscono a nuove imprese di entrare nel mercato e aumentare la concorrenza.

In sintesi, l’innovazione non dipende esclusivamente dalla forma del mercato, ma da un equili

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
20 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/10 Organizzazione aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ubziabinwxb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e organizzazione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Petrocelli Michele.