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NORMAZIONE

L'attività di normazione è svolta per stabilire dispositivi per gli usi comuni e ripetitivi, mirati

a ottenere l'ordine migliore in un determinato contesto.

ACCREDITAMENTO

L'accreditamento è il processo che accerta la capacità dell'organismo di certificazione e

dei laboratori di prova di operare in modo corretto e trasparente.

Solo i laboratori di prova e gli organismi di certificazione e ispezione accreditati sono in

grado di fornire dichiarazioni di conformità affidabili, credibili e accettate a livello

internazionale. ORGANISMI DI CERTIFICAZIONE

Gli organismi di certificazione sono chiamati a valutare e attestare la conformità

dell'oggetto della valutazione ai requisiti stabiliti dai documenti normativi di riferimento.

PROCESSO DI CERTIFICAZIONE

Per procedere alla certificazione dell'oggetto di valutazione bisogna innanzitutto compiere

un'analisi dei processi, che vengono scomposti in una serie di fasi sequenziali. Segue

uno studio dei punti critici nei quali operare i controlli per garantire il rispetto degli standard

previsti nel sistema qualità.

Infine, l’impresa deve implementare il sistema qualità utilizzando le risorse disponibili o

ricorrendo a consulenti esterni qualificati.

Avviene poi la stesura delle istruzioni, delle procedure e del manuale della qualità da

seguire.

A lavoro ultimato è necessario contattare un organismo di certificazione accreditato per

la certificazione del sistema qualità ed, eventualmente, eseguire prove tecniche di

laboratorio sui prodotti, che devono essere svolte da laboratori qualificati.

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

L’organizzazione del lavoro è un fenomeno dinamico evolutivo determinato dalla

diffusione di nuovi principi innovatori e da scelte dei manager, condizionate dalle loro

capacità e dalle potenzialità offerte dalla tecnologia.

In caso di modifiche organizzative o tecnologiche la soluzione più efficace è solitamente

un’opportunità difficile da cogliere e molto dipende dalla capacità del management di

“leggere” l’evoluzione.

L’organizzazione del lavoro e della produzione è un importante fattore strategico che

permette di raggiungere nuove frontiere della produttività o della produzione.

Il grado di innovatività dell’organizzazione del lavoro è influenzato da alcune variabili:

 grado di innovatività dei macchinari per la trasformazione fisica;

 logiche di flusso dei materiali nel processo produttivo;

 flusso delle conoscenze e dell’informazione.

Ogni scoperta comporta nuovi assetti organizzativi: maggiore è la velocità del

cambiamento, più grande sarà lo sforzo di adattamento dei lavoratori.

MODELLO MECCANICO

Secondo il modello meccanico una buona organizzazione del lavoro è quella nella quale

funzioni, compiti, strutture organizzative, mansioni, procedure e processi sono

estremamente specificati e razionalmente interconnessi attraverso un piano preordinato,

così da assicurare la massima efficienza, prevedibilità e governabilità delle singole parti.

I punti fondamentali del modello sono:

 burocrazia gerarchica;

 divisione del lavoro;

 personale come strumento sostituibile.

MODELLO ORGANICO

Il modello organico si basa su un’organizzazione che opera come un organismo

complesso in cui ogni singola parte è un sistema aperto che, pur svolgendo funzioni

specializzate, opera entro i propri ambiti di autonomia e non per delega. Gli uomini sono

considerati componenti del sistema e non risorse da utilizzare.

Questo modello venne introdotto sulla spinta del cambiamento dei criteri economici di

condotta dovuto alla turbolenza del mercato, favorito dal processo di terziarizzazione e

dall’avvento delle nuove tecnologie.

LEARNING BY DOING

Il learning by doing è una teoria economica secondo cui la produttività aumenta

attraverso la pratica, che permette di minimizzare i difetti e gli sprechi, di tempo e risorse.

Si basa sull’utilizzo di soluzioni organizzative caso per caso e sulla forte divisione del

lavoro in piccoli gruppi coordinati da un capo, il tutto finalizzato all’apprendimento

dall’esperienza pratica. A S

DAM MITH

Adam Smith, fondatore della scuola classica, espose per primo i benefici derivanti dalla

“divisione del lavoro” in piccole fasi distinte. La suddivisione del lavoro consente una

maggior specializzazione e un minor spreco di tempo per il passaggio da un’operazione

all’altra, con conseguente aumento della produttività.

Il ripetersi di operazioni semplici e quasi meccaniche rende però l’attività poco flessibile a

eventuali variazioni nella routine, rendendo l’impresa rigida al cambiamento.

F T

REDERICK AYLOR

Riprendendo la teoria esposta da Smith, Taylor sviluppò una sua versione del concetto di

divisione del lavoro: l’attività è tanto più produttiva quanto più è programmabile.

Punti caratteristici del modello scientifico di Taylor sono:

 divisione verticale del lavoro con netta separazione delle fasi di progettazione,

esecuzione e controllo;

 controllo gerarchico, molto rigoroso e regolare;

 eliminazione della discrezionalità, con separazione del lavoro intellettuale da quello

manuale;

 divisione orizzontale del lavoro, frammentato in piccole parti, con designazione della

posizione e dei movimenti di ciascun lavoratore;

 ripartizione del lavoro con delega delle responsabilità;

 selezione scientifica della manodopera, successivamente istruita e preparata a

operare;

 maggiore compenso economico ai lavoratori come strumento motivazionale per

incrementare la produttività;

 introduzione della catena di montaggio, che dà il via alle prime economie di scala.

Il principio innovatore del modello di Taylor risiede nella concezione ingegneristica della

gestione aziendale, con lavoro specializzato, standardizzato e meccanizzato, e dalla

convinzione che esista un unico modo migliore per produrre (one best way).

Figura di rilievo è rappresentata dal capo reparto, perno di tutta l’organizzazione e

rappresentante della direzione centrale, con mansioni tecniche di produzione.

E M

LTON AYO

Mayo fu uno psicologo che condusse degli esperimenti sugli effetti di alcuni fattori fisici

sulla produttività dei lavoratori. I risultati lo portarono a dimostrare che questi aspetti non

avevano un’influenza rilevante sulla prestazione finale e che, al contrario, erano i fattori

psicologici a determinare in larga parte l’esito del lavoro dei soggetti.

Fondamentale diventa quindi la motivazione del personale, capace di condizionare

ampiamente la produttività finale.

La dinamica di gruppo e il benessere psicologico sono quindi fattori molto importanti per

la produttività. A M

BRAHAM ASLOW

Maslow fu uno psicologo che elaborò una teoria sulla gerarchizzazione dei bisogni in

un’ipotetica piramide:

 alla base della piramide ci sono i bisogni fisiologici, che tutte le persone devono

assolutamente soddisfare per sopravvivere;

 segue il bisogno di sicurezza, di protezione, di benessere fisico, mentale ed

economico;

 proseguendo nella piramide si trova il bisogno di identificazione, di appartenenza

sociale, di affetto sentimentale e di amicizia;

 segue il bisogno di stima e di rispetto verso se stessi;

 infine, in cima agli interessi dell’uomo, c’è l'auto-realizzazione, traguardo più alto che

un individuo possa ambire a raggiungere.

:

FORDISMO CATENA DI MONTAGGIO

La catena di montaggio è un processo di assemblaggio utilizzato nelle moderne industrie

e introdotto da Henry Ford, ispirandosi ai saggi di Taylor, nei primi anni del '900, allo scopo

di ottimizzare il lavoro degli operai e ridurre i tempi di produzione.

Una catena di montaggio è generalmente costituita da un nastro, definito nastro

trasportatore, che scorre portando con sé i diversi oggetti necessari per ottenere il

prodotto finito; ogni operaio assembla poi i componenti tramite movimenti ripetitivi e

meccanici, migliorando con il tempo la propria tecnica e permettendo un notevole

risparmio dei tempi di produzione.

I prodotti realizzati sono enormemente standardizzati e poco differenziati, il ciclo produttivo

è molto lungo ma i profitti sono a breve termine. Tutto ciò permette lo sviluppo di economie

di scala, molto utili per il perseguimento di strategie di leadership di costo.

Ford ricorse a una forte rotazione mensile dei compiti, a un allargamento delle mansioni e

a un sostanzioso aumento del salario riuscendo addirittura ad aumentare ulteriormente la

produzione.

Questo tipo di assetto industriale diede il via alle prime produzioni di massa,

caratterizzate da enormi volumi di output a prezzi contenuti, che riscossero molto

consenso tra i consumatori. :

TOYOTISMO LEAN PRODUCTION

In Giappone, negli anni ’50, si diffonde un nuovo modello di organizzazione del lavoro,

inventato dal signor Ohno, definito Toyotismo, con lo scopo di creare più valore

impiegando meno risorse.

Questa nuova filosofia prevede una struttura organizzativa snella, basata su macchinari

flessibili che permettano la produzione di lotti in tempi ristretti e sul contributo umano di

tutto il personale in termini di intelligenza, responsabilità e creatività.

L'aspetto vincente del toyotismo risiede nell'eliminazione degli sprechi e delle attività che

non producono valore aggiunto, nella drastica riduzione delle scorte, nei rigidi controlli

sulla qualità alla ricerca del miglioramento continuo e nel rapporto simbiotico con i fornitori.

La produzione non si basa più sull'offerta, come accadeva nel fordismo, bensì sulla

domanda dei consumatori. KAIZEN

Il kaizen è una filosofia introdotta nel modello organizzativo del toyotismo e consiste nella

costante ricerca del miglioramento, allo scopo di produrre con il minor investimento

finanziario e con la massima efficienza (zero difetti).

Questi piccoli, graduali e frequenti miglioramenti, volti al lungo periodo, riguardano tutte le

aree aziendali e coinvolgono tutto il personale dell'organizzazione. È infatti fondamentale

che i singoli individui sposino appieno la filosofia dell’impresa affinché questa possa

risultare determinante.

Indispensabile per il corretto funzionamento di questa strategia è inoltre la prevenzione:

non bisogna agire solo quando sorge il problema, ma si deve cercare di anticiparlo

quando possibile. JUST IN TIME

Il just in time è una filosofia industriale che segue una logica pull, secondo cui occorre

produrre solo ciò che è gi&agra

Dettagli
A.A. 2016-2017
25 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/13 Scienze merceologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicogiordano1995 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnologia e qualità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi della Tuscia o del prof Ruggieri Alessandro.