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GIUSEPPE TERRAGNI
Giuseppe Terragni nasce a Meda da Michele, costruttore e titolare di
un'impresa edile e da Emilia Giamminola che contribuì in maniera
determinante alla formazione del futuro architetto [2]. Per seguire le scuole
elementari e tecniche si trasferì a Como presso i parenti materni.
Nel 1917 s'iscrive al corso di fisica-matematica all'Istituto Tecnico di
Como. Nel 1921 si diploma e si iscrive alla Scuola Superiore di
Architettura presso il Regio Istituto Tecnico Superiore (poi Politecnico di
Milano); nel 1925 conosce Pietro Lingeri con il quale stabilirà un'amicizia
e una collaborazione professionale che durerà tutta la vita. Il 16
novembre 1926 si laurea e un mese dopo firma, assieme a Luigi
Figini, Adalberto Libera, Gino Pollini, Guido Frette, Sebastiano Larco
Silva e Carlo Enrico Rava, il primo documento ufficiale del razionalismo
italiano. L'artista viene poi chiamato alle armi e, dopo un breve periodo
di addestramento, viene inviato nel 1941 prima in Jugoslavia e poi in
Russia. Tornerà seriamente provato fisicamente e psicologicamente,
condizione che poi l'avrebbe portato alla morte. La sua è una vicenda
umana: Giuseppe Terragni ha passato infatti l'intera esistenza cercando
di tradurre in chiave democratica e civile i connotati etici e sociali del
fascismo, attraverso l'architettura. Fra il 1928 e il 1932 fu realizzato
il Monumento ai Caduti ad Erba, che lo stesso Terragni definisce il primo
monumento ai caduti moderno realizzato in Italia. La sua prima
realizzazione, la casa ad appartamenti "Novocomum" fu tra le operemanifesto del movimento moderno in Italia, combinando materiali
innovativi (cemento armato) e nette volumetrie (il cilindro vetrato
inserito nella soluzione angolare, analogamente a quanto proposto da I.
Golosov per il Club operaio di Mosca, 1926-28. Nel 1932 a Como iniziano
i lavori della Casa del Fascio, opera che è stata definita da Bruno
Zevi una pietra miliare dell'architettura moderna europea [11]. Si tratta di
un prisma perfetto con l'altezza corrispondente alla metà della base.
L'impianto
è
rigido,
quadrato
e
prisma
sono
canoni
del
purismo corbusieriano, ma in questo caso il volume non è posto
su pilotis e le facciate non sono libere rispetto all'intelaiatura strutturale,
il risucchio dell'atrio e lo sfondamento sul cielo garantiscono la
trasparenza del blocco[11]. La trasparenza viene propugnata dallo stesso
Terragni che dichiara «ecco predominare nello studio di questa Casa del
Fascio il concetto della visibilità, dell'istintivo controllo stabilito fra
pubblico e addetti di Federazione», rispondendo nel contempo alle
richieste del regime che voleva che l'edificio pubblico fosse una casa di
vetro, disponibile e senza segreti [Nel 1936-1937 la sua attività giunge al
punto più alto: realizza le sue opere poeticamente più convincenti e
lucide, quali la villa Bianca a Seveso, l'asilo Sant'Elia a Como e la Casa
del Fascio di Como. La sua è una vicenda umana: Giuseppe Terragni ha
passato infa
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Ingegneria civile e Architettura
ICAR/14 Composizione architettonica e urbana
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemisorr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Composizione architettonica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Stendardo Luigi.