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PENSIERO E OPERE
La condizione di solitudine vissuta dai poeti decadenti nel 1900 è contraria alla condizione di
D’Annunzio, che vedeva tale condizione come un privilegiato distacco: il poeta, così poteva guardare
e dominare la folla.
Altro cardine dell’ideologia dannunziana è quello del superuomo ripreso da Nietzsche. Se per lui
infatti, il superuomo era colui che spezza le catene della storia, della tradizione, rifiuta i valori
ricreando una nuova era e tentando di andare oltre la dimensione umana, per D'annunzio il
superomismo corrisponde all’arginare tali valori, senza distruggerli: in politica riguarda il
nazionalismo e le imprese eroiche, in poesia il poeta doveva elevarsi dalle masse, guidarle e
manipolarle.
D'Annunzio è stato autore di una vasta quantità di opere, tra cui ricordiamo:
Canto nuovo : raccolta di liriche. I versi parlando di una natura ricca di colori, piena di profumi e suoni
armoniosi.
Terra Vergine : raccolta di novelle. D'annunzio ambienta le novelle nel territorio contadino
dell'Abruzzo, descrivendolo come un ambiente violento e selvaggio. Le vicende narrate, infatti, sono
molto drammatiche.
Il Piacere : romanzo con molti elementi autobiografici. Tra i temi trattati, il culto della bellezza e la
ricerca del piacere. Il protagonista è descritto come colui che aspira a crearsi una vita esattamente
come si realizza un'opera d'arte. In tale contesto, la realtà e la vita sono viste come un quadro con i
suoi personaggi e i suoi elementi vengono pitturati e inseriti assieme.
Elegie Romane : Raccolta di poesie d’amore.
La laudi : Nel campo della lirica D'Annunzio scrive Le Laudi, considerata l'opera poetica più notevole e
più famosa di D'Annunzio. Inizialmente, almeno nelle intenzioni dell'autore, doveva essere formata
da sette libri, ma solo quattro sono stati scritti.
La condizione di solitudine vissuta dai poeti decadenti nel 1900 è contraria alla condizione di
D’Annunzio, che vedeva tale condizione come un privilegiato distacco: il poeta, così poteva guardare
e dominare la folla.
Altro cardine dell’ideologia dannunziana è quello del superuomo ripreso da Nietzsche. Se per lui
infatti, il superuomo era colui che spezza le catene della storia, della tradizione, rifiuta i valori
ricreando una nuova era e tentando di andare oltre la dimensione umana, per D'annunzio il
superomismo corrisponde all’arginare tali valori, senza distruggerli: in politica riguarda il
nazionalismo e le imprese eroiche, in poesia il poeta doveva elevarsi dalle masse, guidarle e
manipolarle.
D'Annunzio è stato autore di una vasta quantità di opere, tra cui ricordiamo:
Canto nuovo: raccolta di liriche. I versi parlano di una natura ricca di colori, piena di profumi e suoni
armoniosi.
Terra Vergine: raccolta di novelle. D'annunzio ambienta le novelle nel territorio contadino
dell'Abruzzo, descrivendolo come un ambiente violento e selvaggio. Le vicende narrate, infatti, sono
molto drammatiche.
Il Piacere: romanzo con molti elementi autobiografici. Tra i temi trattati, il culto della bellezza e la
ricerca del piacere. Il protagonista è descritto come colui che aspira a crearsi una vita esattamente
come si realizza un'opera d'arte. In tale contesto, la realtà e la vita sono viste come un quadro con i
suoi personaggi e i suoi elementi vengono pitturati e inseriti assieme.
Elegie Romane: Raccolta di poesie d’amore.
La laudi: Nel campo della lirica D'Annunzio scrive Le Laudi, considerata l'opera poetica più notevole e
più famosa di D'Annunzio. Inizialmente, almeno nelle intenzioni dell'autore, doveva essere formata
da sette libri, ma solo quattro sono stati scritti.
LA PIOGGIA NEL PINETO
é la sedicesima poesia della raccolta Alcyone, ed è una poesia posta quindi nella parte centrale
dell’Alcyone, in quella fase dell’IMMERSIONE PANICA, si arriva al culmine del panismo D’annunziano,
nell’estasi panica l’uomo si tuffa nella natura tanto da smarrirsi totalmente in essa perdendo ogni
coscienza della sua individualità, non è più un frammento sperduto nell’immensità del cosmo ma è il
cosmo stesso. Ecco quindi il valore della poesia, ci sono un uomo e una donna insieme sono arrivati
nel luogo, dove i due amanti, il poeta e la sua donna Ermione, dietro cui si nasconde Eleonora Duse,
stanno realizzando il loro sogno, è una sorta di estasi un sogno realizzato. Sono colti d’improvviso da
un acquazzone estivo, questo è proprio il tema principale della poesia: la PIOGGIA, nel pineto, risolta
in chiave musicale, siamo in pieno IMPRESSIONISMO SONORO, D’Annunzio vuole rendere
verbalmente lo spettacolo acustico delle goccie che colpiscono la vegetazione, come uno spettacolo
musicale della natura, sono tanti timbri differenti che acquista la pioggia a seconda della pianta su cui
si rovescia.
La struttura è di 4 strofe di uguale numero di versi come in una sorta di sinfonia. D’Annunzio
identifica vari tipi di suono, la pioggia, le cicale, le rane, trasforma la poesia in musica secondo i
dettami di Verlaine, che dava molta importanza alla musica, ma la poesia deve essere questa
traduzione dei suoni naturali.
Al centro c’è il TEMA DEL PANISMO, ovvero l’identificazione del soggetto poetico col mondo
circostante, il poeta e la donna vivono d’arbori a vita fino a confondersi con la natura che li circonda.
Il volto della donna è molle di pioggia, si attua una metamorfosi i n questa poesia, la donna si
trasforma, i capelli profumano come le ginestre, Ermione è una creatura terrestre che nacse dalla
terra come la vegetazione oppure sembra uscire dalla corteccia degli alberi come una ninfa.
Nell’ultima strofa c’è il culmine, il cuore delle due creature è come una pesca intatta, gli occhi sono
come polle tra le erbe, i denti come mandorle acerbe, e quindi la metamorfosi si completa
nell’ultima strofa. Gli appelli, taci taci ascolta sono come l’invito a partecipare a un mistero iniziatico,
il mistero della fusione panica con la natura.
TACI, è presente un tu, l’ermione alla quale si rivolge, la donna amata.
C’è la presenza di verbi riferiti all’udito odo. Il poeta non ascolta le parole della donna, anzi la invita
ad ascoltare parole più nuove, le parole della pioggia, si interrompe la comunicazione umana,
occorre tacere per non coprire con la nostra voce il suono della pioggia sulle foglie, che diventa un
linguaggio che si sostituisce al linguaggio umano, ed è più attraente, più originale.
ASCOLTA, qui inizia una serie di “piove”, anafora importantissima, notiamo che non ci sono punti, ci
sono versi brevi, ci sono anche le parole verso cfr.Ungaretti.
Celebre poesia scritta dal poeta abruzzese Gabriele D'Annunzio nel 1902 presso la sua celebre
abitazione in Versilia. La lirica fa parte della raccolta di poesie nota come Alcyone: questa raccolta
contiene le liriche composte dal poeta nel periodo di tempo compreso tra il 1902 e il 1912. Nel testo
poetico ciò che colpisce più di ogni altra cosa è l'utilizzo delle parole che rendono un'idea di
musicalità e di sonoro: per esempio vengono riprodotti i rumori che rendono meglio l'idea dello
scroscio della pioggia, viene anche riprodotto abilmente il canto delle cicale per esempio, il verso
della rana nel momento stesso che ha smesso di piovere.
Molto importante è anche la resa del colore della vegetazione circostante attraverso l'utilizzo di
parole molto vivide, precise e dettagliate che rendono l'idea di come sia la vegetazione circostante.
Molto ricorrente è per esempio l'uso del verde come colore per rendere l'idea delle piante che sono
presenti nel luogo descritto. Questa è una delle liriche più conosciute di Gabriele D'Annunzio e una
delle più apprezzate. E' un componimento poetico che rende l'idea di una composizione sinfonica. Il
poeta, infatti, attraverso l'uso accurato della parola sembra riprodurre delle vivide sonorità, rumori
che sono prodotti dallo scròscio della pioggia sulla vegetazione circostante. La musicalità viene
riprodotta anche dal canto delle cicale, dal verso di una rana nel momento in cui smette di piovere.
Molto accurata è anche la rappresentazione delle sfumature di colore attraverso la descrizione
precisa della vegetazione (per esempio ricorrente è l'utilizzo del colore verde).
E’ rivolta alla donna amata, Ermione. La scena si svolge in un bosco, nei pressi del litorale toscano,
sotto la pioggia estiva. Il poeta passeggia con la sua donna, Ermione e la invita a stare in silenzio per
sentire la musica delle gocce che cadono sul fogliame degli alberi. Inebriati dalla pioggia e dalla
melodia della natura, il poeta e la sua donna si abbandonano al piacere delle sensazioni con
un’adesione così totale che a poco a poco subiscono una metamorfosi fiabesca e si trasformano in
creature vegetali. La poesia è ricca di enjambement e similitudini. Le rime sono libere e sono presenti
molte onomatopee.
Taci (il poeta si rivolge a Ermione). Sulle soglie del bosco non sento parole umane; ma sento parole
più nuove, suoni prodotti dalle prime gocce di pioggia sulle foglie. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse.
Piove sugliarbusti in riva al mare, piove sui pini con la corteccia ruvida, piove sui mirti divini
(nell’antichità era sacro a Venere), sulle ginestre spendenti grazie ai fiori ora rinchiusi per la pioggia,
sui ginepri folti di bacche profumate, piove sui nostri volti che sembrano diventare elementi della
selva, piove sulle nostre mani, sui nostri abiti leggeri, sui freschi pensieri che l’anima nuova schiude,
sulle illusioni della vita e dell’amore che ieri t’illuse, che oggi m’illude, o Ermione.
Senti? La pioggia cade sul fogliame con un crepitio che dura e varia nell’aria a seconda delle chiome
degli alberi. Ascolta. Risponde alla pioggia il canto delle cicale che il pianto dell’austro (vento del sud)
non impaurisce neanche il cielo grigio. E il pino ha un suono, e il mirto un altro suono, e il ginepro un
altro ancora, gli alberi sembrano degli strumenti musicali suonati dalla pioggia. E noi siamo immersi
nello spirito della selva (il poeta e la sua compagna si sentono penetrati dalla vita vegetali: è
incominciata la loro metamorfosi), come gli alberi; e il tuo volto inebriato di felicità è tutto bagnato
come una foglia, e i tuoi capelli profumano come le chiare ginestra, o creatura terrestre che hai nome
Ermione. Ascolta, ascolta. Il canto delle cicale a poco a poco viene sovrastato dalla pioggia che cade
più fitta; ma un canto vi si mescola più roco che sale, nell’umida ombra lontana. Più sordo più fioco
diventa pi&