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DELLO SPECCHIO.Raccontare disegnandoLUIGINI
ci dice che PESTALOZZI pone l'atto del disegno in una posizione che precede l'atto dellascrittura. Non come azione propedeutica ma come esperienza originaria. Lo storytelling e il visualstorytelling hanno rispetto alle rappresentazioni del sapere organizzate in forma analitica,classificatoria ed esclusivamente razionale, il vantaggio di far collaborare processi logici eanalogici, di attivare il lavoro sia dell'emisfero cerebrale destro che di quello sinistro. Il checomporta un vantaggio nella memorizzazione e nell'interiorizzazione dei contenuti così presentati.
LUIGINI dice anche che la narrazione attiva questi neuroni specchio in modo da fare riconoscerenell'ascoltatore le emozioni contenute nella storia in una certa misura come se le stesse vivendo inprima persona. Il disegno infantile contiene spazio e tempo: non è quasi mai un fermo-immagine, un'icona, ma una vera e propria narrazione.
Quando i bambini disegnano pensano azioni, suoni, parole. E se qualcuno li ascolta e dialoga con loro, raccontano ciò che stanno disegnando mentre disegnano ciò che stanno raccontando. Animano proprio piccoli racconti dinamici e spazio-temporali. È importante ascoltare cosa hanno da dire mentre disegnano e non alla fine, poiché a opera terminata, quello che resta sul foglio non ha più nessun significato, e questo già a partire dal nido. È molto importante che questi racconti non vengano scoraggiati nel caso in cui i modelli di riferimento proposti e rinforzati dagli adulti sono quelli dell'immagine statica che scimmiottando il cliché dell'arte adulta cerca soltanto qualità formali che inevitabilmente degenerano nel lavoretto. Devono invece essere incoraggiati non facendo perdere il legame della produzione grafica con l'oralità. Vale lo stesso per i fumetti o gli albi illustrati o i Silent book, se viene evidenziato.il fatto che ogni immagine artistica contiene e si riferisce a una storia. A proposito di libri per l'infanzia, per Gianni Rodari il libro deve attrarre e divertire come un giocattolo ma deve essere pur sempre un libro impegnato, è inteso a provocare e stimolare processi di crescita. Scrive che la fiaba è il luogo di tutte le ipotesi e ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove e può aiutare il bambino a conoscere il mondo ma anche criticarlo. Come ci dice Umberto Eco ogni linguaggio ha caratteristiche di ambivalenza: da un lato tende a dare regole e dall'altro ogni lingua viva produce trasgressioni e reinvenzioni. Certe parole che i bambini inventano storpiano creativamente, si rivelano essere opere d'arte perché per comprenderle non basta riconoscerle ma occorre interpretarle, spesso con la contrattazione del senso e del significato che gli autori come i bambini volevano assegnare loro. Le automobili e le case.Le lavagne trasparenti che i bambini disegnano alla scuola dell'infanzia permettono di raccontare cosa avviene all'interno, sono occasioni di condivisione di storie di vita e costruzione di coscienza autobiografica. Per raccontare e descrivere più efficacemente, i bambini utilizzano piani differenti da quelli che verrebbero utilizzati in una logica prospettica, mettendo in atto una strategia rappresentativa simile all'arte cubista in cui parti differenti degli oggetti vengono disegnati su piani fra loro indipendenti e più funzionali a poter essere visualizzati.
Secondo il biologo Gregory Bateson, pensare per storie costituisce un aspetto fondamentale dell'umanità. Le caratteristiche della narrazione e gli aspetti strutturali e formali di queste sono le sole capaci di dare senso e ordine a ciò che gli esseri umani pensano e scoprono, oltre che alle rappresentazioni che gli individui costruiscono di se stessi. Questa convenzione è legata al concetto
di ecologia della mente secondo cui gli individui sono parte interagente di sistemi viventi: la mente può legittimamente essere considerata patrimonio di ciascuno ma al contempo oltrepassai confini del corpo soggettivo smentendo l'antica convinzione che mente e corpo sono entità distinte e separabili. Il filosofo ci parla di manovra a tenaglia della mente in cui l'utilizzo dei concetti tipici del pensiero astratto e della storia naturale sono affiancati collaborativamente dalle risorse del pensiero analogico e dalle metafore: Bateson fonda il principio della doppia descrizione. Disegno e gioco Fra il primo e il secondo anno di vita i bambini cominciano a conquistare la capacità di praticare il gioco simbolico. La psicologia dinamica individua nel gioco due aspetti:- ASPETTO CATARTICO: fenomeno per cui i bambini possono veicolare simbolicamente ansie e paure, mettendole in scena nella finzione ludica
- CONTROLLO DELLA REALTÀ INTERNA ED ESTERNA: per
Cui giocando, ogni bambino appoggia il suo mondo interiore soggetti esterni e sperimenta la possibilità di avere il controllo del mondo e della propria emotività. Le rappresentazioni ludiche permettono di mettere in scena soluzioni e strategie di controllo o anche solo esplicitazioni simboliche che molte volte sono richieste di attenzione e di aiuto.
WINNICOT: individua e descrive il fenomeno dell'oggetto transizionale: in questa fase i giocattoli non sono più vissuti come parti del corpo ma costituiscono la prima consapevole esperienza di separazione tra realtà soggettiva e realtà esterna.
VYGOTSKJ: attribuisce una grande importanza all'interazione adulto e bambino ritenendolo una condizione fondamentale per lo sviluppo e la crescita della zona di sviluppo prossimale. Tutte queste riflessioni si possono chiaramente applicare alla attività grafica perché disegnare non è altro che un particolare modo di giocare.
GUILFORD:
Considera la creatività un tipo di intelligenza definita divergente perché è diversa dalla capacità di risolvere problemi in modo standardizzato, attitudine che il psicologo definisce pensiero convergente. Il soggetto divergente è un individuo che riesce a far condividere al gruppo sociale di cui è parte la sua originalità e la sua tendenza a opporsi agli stereotipi e alle soluzioni già collaudate e scontate. Questa piccola rivoluzione ha anche importanti ricadute pedagogiche didattiche, perché grazie a lei si smette di credere che la creatività sia una dote innata e dunque o ci si nasce o non c'è niente da fare, e si diffonde la convinzione che la creatività possa essere stimolata ed educata con la capacità di contrastare gli stereotipi, utilizzare l'errore come risorsa e occasione di riflessione, di utilizzare lo spirito del gioco nella pratica educativa e non relegarlo soltanto nel tempo libero.
libero infantile.- DE BONO: Compie ricerche su ciò che lui definisce pensiero laterale. Studia i processi percettivi e si accorge di come il cervello umano tende a vedere ciò di cui è già preparato, non scegliendo il nuovo perché in un certo senso non viene visto. Questo tipo di comportamento mentale viene definito pensiero verticale, consiste nel classificare le informazioni secondo cliché che determinano automatismi di giudizio dai quali una volta entrati in possesso è difficile liberarsi. I bambini, malgrado siano stati investiti romanticamente da dosi di curiosità e creatività, non sono da meno.
Il pensiero laterale è un modo di risolvere problemi, elaborare progetti o mettere in atto comportamenti considerando una serie di ipotesi, anche se possono non sembrare logiche o giuste a una prima impressione e facendo riferimento a metodi non apparentemente logici: Il pensiero verticale si mette in atto solamente se esiste una
direzione in cui muoversi, il pensiero laterale si mette in moto allo scopo di generare una direzione appunto con il pensiero verticale se avanza un passo alla volta...con il pensiero laterale i passi non devono essere in successione. È possibile saldare in avanti a un nuovo punto e poi colmare successivamente lo scarto. Questo atteggiamento non dovrebbe riguardare solo scelte tradizionalmente comprese nelle pratiche e nei luoghi educativi, come libri o giocattoli, ma dovrebbe essere praticato anche per i sapori o l'abbigliamento, l'arredo dei luoghi in cui si svolge la vita infantile o le abitudini quotidiane. Disegnare l'identità BERTOLINI definisce l'identità personale (MAI DATA DEFINITIVAMENTE) con l'autorappresentazione e la percezione di sé come un soggetto unitario, con caratteristiche e qualità stabili (nome, capelli), permanenti e diverse da quelle altrui. Il senso di identità (personale, culturale, etnica, ecc.)Il concetto di identità sessuale…) presuppone la relazione sociale: esso nasce e si rinforza sia tramite la relazione con l'altro percepito come simile, sia attraverso la relazione con l'altro percepito come diverso.
Il vissuto identitario si consolida attraverso la relazione con l'altro, in quel contesto che EDMUND HUSSERL definisce INTERSOGGETTIVITÀ e che comporta una perenne attività di negoziazione e aggiustamento tra soggetto e alterità nel processo di costruzione di conoscenze e giudizi.
AUTOAFFERMAZIONE ciò di cui ha bisogno l'identità per costruirsi. Non va confusa con la capacità di prevalere in situazioni di competizione, ma rappresenta la possibilità di farsi riconoscere dal gruppo di appartenenza per le caratteristiche più autentiche della propria personalità.
Marco ha orecchie e sventola, ma la ragione per cui le ha evidenziate nel disegno non dipende da un'osservazione diretta che il bimbo ha compiuto autonomamente.
Marco è fiero delle sue orecchie perché assomigliano a quelle del papa, e la mamma e la nonna dicono che è un bell'uomo e assomiglia a un attore. Il giudizio degli altri ci convince di essere quello che siamo e indica le caratteristiche che ci rendono riconoscibili. Autoaffermazione è dare testimonianza di sé. Il contributo del disegno alla strutturazione progressiva di una coscienza identitaria comincia prima che i bimbi acquisiscano la capacità di produrre immagini riconoscibili. ES PAOLO LINEA FRASTAGLIATA. Gli scarabocchi dei bambini sono indici e vanno guardati non cercando somiglianze e significati espliciti ma il senso rituale e simbolico rappresentato dal gesto di produrli. DIMENSIONE RELAZIONE DEL DISEGNO Da alcune ricerche sul campo ANNA RITA CAPPELLETTI ha ricavato che le esperienze del disegno è prima di tutto un'esperienza sociale. La relazione intersoggettiva non solo incide sull'esperienza grafica infantile nel nido maessere utilizzati per formattare il testo in modo strutturato. Ad esempio, il tagpuò essere utilizzato per creare un paragrafo:
Questo è un esempio di paragrafo.
Il tag può essere utilizzato per evidenziare una parola o una frase:Questo è un esempio di parola evidenziata.
Il tag può essere utilizzato per enfatizzare una parola o una frase:Questo è un esempio di parola enfatizzata.
Il tag- può essere utilizzato per creare una lista non ordinata:
- Elemento 1
- Elemento 2
- Elemento 3
- Elemento 1
- Elemento 2
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- può essere utilizzato per creare una lista ordinata: