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Le proprietà basilari dei mezzi espressivi, influenzano anche il lavoro dei bambini e il loro linguaggio

artistico. In questo studio si evidenzia come le prime rappresentazioni pittoriche e plastiche condividano un

linguaggio comune e come le variabili socioculturali influenzino il corso di sviluppo. Golomb parte dal

confronto tra i modelli grafici e plastici di figure umane e animali per vedere come il mezzo espressivo

influenzi la natura della rappresentazione; poi considera dati transculturali; l’arte rupestre della cultura

Anasazi dell’America Sudoccidentale; recenti studi transculturali su disegno e sculture di persone illetterate.

LA FIGURA UMANA

Sia nel disegno che nella scultura le prime rappresentazioni sono figure globali con dettagli salienti del volto

che rappresenta l’intera persona MA nel modellare ci sono altre soluzioni specifiche di questo mezzo.

Il mezzo 2D fa uscire più dettagli e decorazioni; nel modellare c’è enfasi sui dettagli anche quando la figura

evolve divenendo articolata. In entrambi vi è la rappresentazione isolata delle componenti (modello layout).

In successione nel disegno: omino testone, figura filiforme, figure a busto aperto o busto disegnato a parte.

Nella scultura: colonna vertebrale data da testa e corpo, figura allungata con arti sporgenti, omino testone con

testa-corpo e arti, figura filiforme. Ad ogni modo l’essere umano è modellato senza volto; nel disegno invece

si parte dalla testa mentre con la creta si parte spesso con gambe e busto. Il modello 2D non è adatto per il

3D. I modelli poi non sono schemi fissi, ma sono tentativi di soluzioni che variano in base al significato, al

compito, alla pratica e all’intenzione del bambino!

DIMENSIONI, POSTURA E ORIENTAMENTO

Le differenze tra figura disegnata e modellata sono volume, lati, orientamento, postura, grado di dettaglio.

Non sono in corrette proporzioni anatomiche (evidente soprattutto nelle sculture dei più piccoli), poi la

correttezza aumenta gradualmente. Poi il progresso arriva fino a creare/acquisire trucchi grafici per il 3D

(ombre, prospettiva…). Prevale comunque una tendenza ad aderire all’orientamento frontale (canonico) che

porta a prospettive miste, sovrapposte. Nel modellare portano più attenzione ai diversi lati dell’oggetto e c’è

una considerevole flessibilità nel modificare il modello. 9

FIGURE ANIMALI

Nel disegno: figure poco differenziate e multiuso (simili a umani), poi modificate con dettagli (orecchie,

coda, baffi…); passaggio da corpo messo in verticale a quello orizzontale con conseguente trasformazione

del modello grafico; gradualmente diventa dinamico e in movimento.

Nel modellare la transizione è più veloce per i dettagli e disposizione orizzontale. I bambini più grandi

includono segni più identificativi; corpo modellato per primo poi testa e coda, in ultimo le gambe.

DIMENSIONI, POSTURA E ORIENTAMENTO

La differenza tra figura disegnata e modellata è la dimensione dell’animale, prodotti per la maggior parte che

stanno dritti, rigirati più volte per controllare i lati e attaccarvi zampe e coda e ciò indica che l’animale viene

pensato proprio come figura 3D senza un modello misto di prospettiva.

SINTESI DEL CONFRONTO TRA DISEGNARE E MODELLARE

La diversità rappresentazionale conferma la flessibilità con cui il bambino realizza figure 2 o 3D; gli errori

nei disegni non sono per forza immaturità concettuale. La risposta è nell’evoluzione del pensiero artistico in

base alle possibilità di ciascun mezzo espressivo. La rappresentazione 2D nel disegno è imputabile alle

limitare abilità tecniche e non a deficit concettuali (bambini in età prescolare modellano in 3D).

Il tutto è anche in base anche ai modelli culturali. Perciò Golomb presenta l’arte rupestre degli Anasazi.

UNA TESTIMONIANZA STOICA: L’ARTE DEGLI ANASAZI

Gli Anasazi erano pittori e abili artigiani dell’America Sudoccidentale e avevano due tradizioni artistiche:

stile lineare con figure 2D e stile antropomorfico con esseri umani dalle spalle ampie in file o in coppie. Nelle

prime figure antropomorfiche, il corpo è rettangolare, testa piccola, collo esagerato, arti sottili senza mani/

piedi; poi appaiono busti triangolari diventano sempre più figure filiformi, piccole e numerose, raffigurate

mentre camminano, corrono, si siedono. Sembrano siano coesistiti molti semplici modelli per diverse

funzioni, le dimensioni sono diminuite e divenute più numerose. Per gli studiosi dell’arte infantile, le figure

degli Anasazi sono il vocabolario nei disegni dei bambini e la somiglianza tra le figure umane e animali è

sorprendente.

RISULTATI TRANSCULTURALI SUL DISEGNO E SULLA SCULTURA

A bambini di diverse culture e razzi (tra 5 e 9 anni) viene richiesti di disegnare un uomo, una donna, un

uomo mentre cavalcava un animale noto e una testa umana fatti da bambini non istruiti. La maggior parte

mostra alcune caratteristiche dell’arte infantile: figura filiforme con busto fatto con una linea; omino testone

senza busto; figure a busto aperto… . L’impressione dominante è quella di un linguaggio grafico universale

chiaramente riconoscibile. Altre ricerche (FORTES) raccolgono disegni di bambini non scolarizzati e di una

cultura tribale priva di tradizioni pittoriche: corpi filiformi ispessiti (e caratterizzati sessualmente) per

rappresentare il volume, segno di apprendimento seppur limitato per il mezzo. Lo stesso venne proposto agli

adulti: usarono lo stesso modello grafico dei bambini, solo con l’aggiunta di mani e piedi. Altri studi di quei

bambini, anche quelli che andavano a scuola, differivano nell’uso del colore. Fortes li definiva ideogrammi

al posto di immagini, i disegni sono diagrammi che proiettano posizioni spaziali della parti significative

dell'oggetto. Interpretò questo risultato come convenzione dipendente dalla cultura. DEREGOWSKI sostiene

questa teoria aggiungendo che i bambini europei sopprimono questo stadio precoce, inosservabile a causa di

influenze culturali a favore di uno stile più realistico.

Caso dei bambini che disegnano le donne beduine come un triangolo nero con gli occhi (burqua) dimostra

che i fattori culturali modificano il modello rappresentazionale precoce per soddisfare le richieste locali, co-

determinando il modello grafico. Processo rappresentazionale universale nei bambini e adulti non addestrati

che alla base di configurazioni molto simili nei primi stadi di sviluppo grafico.

Dalle ricerche di BELO con i bambini non scolarizzati di Bali notò che essi erano interessati l’uno al lavoro

dell’altro e imparavano nuove tecniche mostrate dai loro pari per esperienza, questa reciproca influenza

produceva uno stile a cui i nuovi membri del gruppo tendevano a conformarsi.

Dal 1985 il disegno è materia curricolare, insegnato in tutte le classi e la certificazione dell’insegnante

richiede una certa competenza in questo campo.

Gli studi transculturali che indagano il disegno e il modellamento della creta sono scarsi. Fortes ne notò per

primo la differenza e vede che i bambini dell’Africa creano omini fortemente caratterizzati sessualmente,

così come gli animali. ANDRERSSON in Africa chiede di modellare con la creta una persona o un animale,

e ciò avvenne con familiarità e dimestichezza per la familiarità con il mezzo (rispetto che con carta e matita),

logicamente anche il talento e le differenze individuali contano.

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SINTESI E COMMENTI CONCLUSIVI

Golomb nota somiglianze e differenze nella rappresentazione di uno stesso oggetto. In particolare l’attività

con la creta mostra che anche i bambini più piccoli hanno una concezione 3D dell’oggetto ma il modo di

rappresentalo è caratterizzato dal mezzo espressivo a disposizione. La ricerca negli Anasazi avvalora

l’ipotesi della stabilità dei pattern grafico-pittorici di base.

Questi risultati dimostrano l’esistenza di alcune caratteristiche universali, ma dimostrano al contempo

l’influenza dell'ambiente culturale e dei suoi modelli grafici più comuni.

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5. PROSPETTIVE EVOLUTIVE DELL’ARTE PREISTORICA

Per comprendere il linguaggio dell’arte infantile bisogna ricercarne le origini estendendo la ricerca alle prime

testimonianze artistiche. L’indagine di Golomb colloca l’arte infantile nella comparazione con il ruolo dei

processi universali della cultura e dei vincoli cognitivi.

ANTECEDENTI FILOGENETICI

La ricerca parte dai primati non umani. Negli animali non è stata osservata abilità nel creare segni con

intento, ma quelli cresciuti in cattività mostrano interesse nel tracciare segni e rivelano la propensione a

copiare un modello preferendo la pienezza, l’equilibrio e la simmetria. I risultati delle ricerche sono ambigui:

alcuni dicono che qualche scimmia è capace di dare significato alle proprie produzioni grafiche attraverso il

linguaggio dei segni. Ma l’addestramento a questo linguaggio può far crescere in queste scimmie

antropomorfe una sensibilità estetica e forse anche un’attività vicina alla rappresentazione grafica. Furono

fatti esperimenti anche per quanto riguarda il modellamento della creta: le azioni condotte sono effetto della

loro propensione a creare/usare strumenti, non come forma di pensiero simbolico. Ad ogni modo fin ora si

pensa che lo studio degli inizi della rappresentazione grafica si debba rivolgere solo agli esseri umani.

GLI INIZI DELL’ARTE

L’arte rupestre inizia con l’uomo di Cro-Magnon (cioè Homo Sapiens Sapiens) circa nel 40.000 a.C.,

dimostrazione del desiderio di lasciare una testimonianza di sé, creare e comunicare significati. La ricerca

sulle fasi dell’avvio artistico di concentra sulla natura delle arti grafiche e plastiche e sul loro ruolo nella

società. Una teoria afferma l’esistenza di un periodo iniziale prolungato analogo ai primi anni dell’infanzia

dove predominano schemi semplici e imperfetti, indicatori dello stato mentale dell’uomo primitivo. Dai

reperti si capisce che l’uomo di Cro-Magnon conduceva una vita cerimoniale molto attiva e ciò permise di

sviluppare forme astratte di comunicazione per mezzo di simboli. L’arte paleolitica di stese in tutta Europa e

l’arte parietale e quella mobiliare si sovrappongono cronologicamente: animali possenti e esseri umani.

L’ARTE PARIETALE NELLE CAVERNE

L’arte parietale comprende incisioni, bassorilievi e dipinti, predominano immagini di animali selvatici,

spesso vi sono mani a impronta e poche rappresentazioni di esseri umani. Gli animali sono spesso in coppia

o a gruppi; figure come fluttuanti nello spazio perchè senza linea di base; usate le prominenze naturali o

crepe nella roccia come implicita bas

Dettagli
A.A. 2013-2014
16 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Diana Artemide di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Educazione all'immagine e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Zuccoli Franca.