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DIALETTICA E CONTRASTO fra ATTORE E AUTORE
Fin qui abbiamo parlato dello sguardo dell'autore. Ma il teatro si concretizza sulla scena con l'attore e Pirandello ha bisogno degli attori, attori come Musco o Tofano.
L'attore è per Pirandello una vera ossessione. È colui che lo avvicina all'arte scenica, che finge la realtà con la verosimiglianza sul palco, che materializza il testo scritto. Dall'altra parte è colui che tradisce il testo scritto, e così il rapporto rimane sempre dialettico ma di contrasto.
Quando Pirandello passa dalla narrativa al teatro si pone in lui il dilemma del ruolo dell'autore, di chi siano i personaggi, se suoi o della compagnia teatrale che li mette in scena; ovviamente Pirandello tiene per la prima ipotesi. I personaggi sono di chi li scrive.
L'apoteosi dell'amore e dell'odio per gli attori è "Sei personaggi in cerca d'autore", che doveva essere un romanzo mai portato a
termine e che rimane come operateatrale.La prima al teatro Valle (Roma, 1936) andò malissimo, ma sappiamo dalle lettere diP. che l’agrigentino già s’aspettava che il pubblico non lo capisse. Noncomprendesse una storia amara.Tanto P. desiderava che i 6 personaggi fossero proprio come li aveva pensati, e nonfossero traditi dall’interpretazione della compagnia, che scrisse a Ruggieri:“bisognerebbe evitare l’errore di farli apparire come ombre. I 6 personaggi sonosolidi come statue, fissi, se si potesse dovrebbero avere una maschera come nellatragedia greca, maschere che esprimessero in modo fisso rimorso, vendetta, sdegnodolore.”Il fantasma, in questo dramma, è invece l’autore, il grande assente, che lascia i 6personaggi da soli (paradosso).Come dicevamo la prima andò malissimo, e Pirandello ricevette fischi e insulti, daquel pubblico romano borghese che era stato messo alla berlina e Vergani (cheassistette a quello
(scempio) disse di quella sera che l'autore non si scompose, emantenne un ghigno sulla sua faccia.
CAP 2 - CAPOCOMICATO4
Pirandello ebbe anche una parentesi come direttore e capocomico del Teatro d'Arte, parentesi che sottolinea il rapporto di amore e odio del drammaturgo con la scena.
L'avvicinamento di Pirandello al mondo del palco o meglio il suo tentativo di possederlo come autore, lo si evincerebbe anche dal CRESCENTE USO di didascalie nel testo, didascalie dell'autore che servivano a Pirandello per essere ante litteram regista dell'opera e dunque limitare l'interpretazione della compagnia.
Ci si domanda se Pirandello fosse diventato, prim'ancora dell'avvento del teatro di regia, un regista teatrale.
L'opera che si terrà presente per parlare di questo passaggio di Pirandello sarà "Sei personaggi in cerca d'autore".
Luca Ronconi (regista) non manca di criticare talune opere di Pirandello. Dice che "alcune
Le commedie sono brutte, piene di trucchi linguistici, manierate come il teatro nel teatro. "Sei personaggi in cerca d'autore": già dal titolo dice molto: la compagnia di attori sono orfani dell'autore che scrive. L'assenza di quest'autore, così immenso che la scena teatrale non può contenerlo, è un'assenza che vuole enfatizzarlo. L'autore è assente ed è un'assenza che pesa. L'autore è il poeta. Nella mente dell'autore sono "imprigionati" i personaggi.
Nella Sagra del Signore delle navi, l'autore Pirandello è prodigo di dettagli sulla messa in scena. Sposta l'attenzione dall'attore alla macchina scenografica e abbonda tanto nelle didascalie descrittive sulla scenografia che sulle richieste ai collaboratori sulla macchina teatrale.
Virgilio Marchi testimonia che con Pirandello progettarono un terremoto sulla scena con tanto di elementi.
architettonici che cadevano, rumori etc, e che per immaginare la scena iniziarono a fare quello che oggi chiamiamo story board e che era usato nel cinema a mai nel teatro. fece didascalie persino su come dovessero essere i disegni
LETTURE AVANGUARDISTE DI PIRANDELLO - Nonostante Pirandello fosse il massimo esempio di autorialità che vuol innalzarsi sulla scena (disputa che esiste nel teatro italiano già dal 1500) Artaud scrisse una critica positiva del drammaturgo siciliano e dell'opera "Sei personaggi in cerca d'autore" (che venne messo in scena anche in altre nazioni). La compagnia anarchica e avanguardista del Living Theatre*** pure apprezzò Pirandello perché nel suo "Questa sera si recita a soggetto" videro la ribellione degli attori al regista autoritario e questo era per la compagnia un "simbolo meraviglioso". Pirandello, conservatore, veniva ad ispirare anche i gruppi anarchici.*** Il Living Theatre si inserisce
nel periodo delle seconde avanguardie artistiche, chefioriscono negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, sulla scia degliinsegnamenti delle prime avanguardie europee. In particolare, il centro delle nuoveavanguardie è al Black Mountain College, una scuola d'arte di New York diretta daJohn Cage. Qui si fa strada l'equazione Arte = Vita, cioè l'idea di cercare l'arte nellavita quotidiana delle persone comuni. Si tratta di un naturale proseguimento delready made di Marcel Duchamp (che era amico di Cage), un'ideologia checaratterizzerà le avanguardie artistiche degli anni Cinquanta, tra cui il LivingTheatre, che rappresenta questa tendenza anche col proprio nomeTEATRO – VITA – MORALE in PirandelloSul valore dell'opera d'arte che rivive nel teatro, quella forma di spettacolo eletteratura insieme capace di parlare della realtà in modo intimo e veritiero,Pirandello scrive: "il teatro propone al
giudizio del pubblico le azioni umani qualiveramente sono”. Secondo Pirandello il poeta è capace con la sua fantasia di creareelementi narrativi che sono exempla della realtà e in quanto exempla sono gli unicicapaci di suscitare nel pubblico una spinta verso una moralità più alta (MASCHERANUDA).Naturalmente Pirandello ha sempre una frase dispregiativa per la rappresentazionein favore del testo del drammaturgo: “il miracolo vero non sarà mai larappresentazione (…) sarà sempre la fantasia del poeta in cui quei personaggi sonnati”.PETROLINI VS PIRANDELLOPETROLINI – IL TEATRO è RAPRRESENTAZIONE IN SCENA6Nel 1928 l’attore comico Petrolini, già maturo e scrittore del “Discorso dell’attorcomico”, è una figura che nel panorama italiano porta una lettura del teatro chemolto si differenzia da quella di Pirandello.Petrolini non reputare l’opera d’arte un simulacro scritto.
Di essa diceva che è sololo SCHELETRO DELLA RAPPRESENTAZIONE. Reputava poi che molta parte del teatronostrano, dalla Commedia d’arte in poi, era noioso e anti-teatrale. I teatrisperimentali per esempio, incomprensibili al pubblico, dove il testo scritto d’autoregiganteggia, e non scende nel concreto della messa in scena.
Dice Petrolini che l’ “opera d’arte va fecondata”. È la rappresentazione e i chirappresenta che la feconda, giacché se rimanesse solo scrittura sarebbeimbalsamata (cnf il discorso inverso di Pirandello).
Se dovessimo analizzare la comicità di Petrolini, potremmo dire che essa eraimprontata sull’IRONIA EVERSIVA. Petrolini diceva che era diventato bravo a“sondare la stupidità”. Lui inizia con la macchietta, lavora nel Varietà, spettacolocon musica, popolare e di contatto col pubblico, dunque la performance del corpoè un elemento essenziale in lui.
Ettore Petrolini -
Gastone (1935) Best Quality - YouTubeDiceva: il teatro cosiddetto serio mi ha fornito molto materiale umoristico pe il mioteatro”. (Gastone, commedia musicale teatrale del 1924 sui presunti artisti. Operafamosa in cui l’ironia e il non sense sono percepibili è I Salamini Ettore Petrolini, ISalamini (1918) - YouTube e Fortunello (quest’ultimo presente nella rivistafuturista). Ettore Petrolini - Fortunello - 1935 - Best Quality - YouTubeLa sua ironia giunge fino alle ultime parole sul suo letto di morte in agonia: “chevergogna morire a 50 anni”.
RAFFAELE VIVIANICOMPAGNIA TEATRALE COME “LABORATORIO MENTALE” e controllodell’autore/attore/regista.
Altro nome da annoverare nel panorama di inizio ‘900 è Raffaele Viviani con la suaNapoli, popolare e piccolo borghese, che seppur riconoscibile è sempre trasfigurata.
Scrive Viviani: non mi fisso una trama, ma l’ambiente, e scelgo i personaggi chefaccio vivere come si
Vive in quell'ambiente.
Il teatro di Viviani, quindi, parte da una attenta OSSERVAZIONE SUL CAMPO. Il teatro di Viviani è un teatro le cui dinamiche interne alla compagnia plasmano la drammaturgia, un teatro intrinsecamente legato al lavoro di attore, al microcosmo della compagnia e alla scena. La compagnia è per Viviani "LABORATORIO MENTALE". Viviani è capocomico. Viviani è un raro esempio di sovrapposizione fra autore/attore/capocomico/regista. Il controllo dell'autore passa in Viviani attraverso la sua funzione onnipresente di capocomico e autore stesso. Di lui dice la figlia che si spendeva molto con la compagnia facendo emergere la sua figura di regista più che di attore.
EDOARDO DE FILIPPO INCONTRA PIRANDELLO
Edoardo De Filippo è un attore e autore destinato a diventare emblema del teatro italiano. Nel 1931 sarà a capo della compagnia Teatro Umoristico, dopo che con i fratelli si allontanerà dal padre naturale.
Scarpetta. Se Scarpetta fu padre naturale e influenzò De Filippo, è vero anche che Pirandello ebbe un ruolo importante nella vita professionale di De Filippo. De Filippo propose al drammaturgo agrigentino la teatralizzazione del testo di narrativa l'Abito Nuovo, dramma che quando andò in scena a Milano (1937) non ebbe successo. Edoardo raccontò in tv, come prologo alla registrazione televisiva dell'Abito Nuovo, il suo incontro con Pirandello. Lo descrisse come un maestro che poteva essere avvicinato e con cui iniziò una collaborazione senza mai sentirsi inferiore, ma uscendo da ogni incontro sentendosi collega. Definì in tv che le loro origini professionali erano differenti e che lui venendo da un teatro macchiettistico spesso sentiva la scrittura di Pirandello troppo aspra e nera. Edoardo raccontò in tv che non riusciva a mettere in scena l'opera, che ci riuscì dopo un anno, e che Pirandello assi