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Ogni uomo è la sua famiglia (la prima cosa che si chiede, mentalità nobiliare medievale).
Ognuno porta con sé pregi e doti della propria famiglia. Farinata chiede della famiglia di
dante, e lui ne parla apertamente. Farinata si acciglia, e Dante disse (...)
Interruzione (gioco sperimentato da Dante): mentre sta parlando Farinata esce dal sepolcro
un’anima che esce fino al mento (significa che Farinata>Cavalcanti, esce tutto il busto vs
solo la testa) e Dante crede che si fosse inginocchiata. L’anima si guarda intorno e (a
differenza del politico fiero che parla di sé) piange perché cerca se c'è qualcuno con Dante,
ma non trova nessun altro. (…)
Dante risponde immediatamente riconoscendo subito Cavalcanti (si capisce faccia
riferimento a lui ed era chiaro al lettore dell’epoca). Dante dice che non viene da solo, lo
conduce in questi luoghi colui che Guidò disdegna (probabilmente intende Dio). Dante
spiega che capisce subito dalla richiesta e da luogo chi fosse l’anima. L’anima ascolta
soltanto “egli ebbe” quindi chiede se è ancora vivo, se “colpisce i suoi occhi la luce del sole”.
Quando Cavalcanti si accorge dell'esistenza di Dante, ricade sdraiato, senza più apparire.
Questo breve inserto patetico poteva commuovere altri, ma non Farinata (che Dante
rispetta). Egli non batte ciglio e, continuando il suo discorso, va avanti. Farinata “prevede”
l’esilio di Dante: non saranno passati 50 mesi lunari che tu saprai quanto pesa quella facilità
di tornare, perché saprai cosa significa tu stesso (non si riaccenderà 50 volte il volto della
donna che domina qui - la luna).
Farinata afferma che gli pesa di piu che i suoi (della sua famiglia) non sono riusciti a tornare
in patria che la tortura che sta soffrendo adesso. E se tu mai tornerai nel dolce mondo (dolce
= dimensione angelica, usata da due dannati per rimpiangere il mondo dei vivi), spiegami
perché quel popolo è così spietato in contro ai miei (mio partito e famiglia). (…)
Tempio = comune.
Farinata sospira e risponde che non fu da solo a fare ciò, e non l'ha fatto senza motivo.
Tuttavia ero solo lui quello che ha difeso Firenze quando fu rasa al suolo.
Dante dice Riddle me this: mi sembra che voi siate bravi a vedere ciò che accade prima e
dopa, ma non avete una visione chiara del presente.
Farinata dice che vedono come qualcuno con poca luce, perché si trovano lontani da colui
che ha creato queste luci (Dio). Quando le cose sono lontane dalla luce, le cose vicine non
le vedono, e non sanno nulla dell stato umano, la loro conoscenza delle cose future che
diventano presenti sono nulle (stigmatizza la filosofia senza fede, assenza di luce le rende
inattingibili)
Purgatorio XI
prima cornice, superbi, condannati a portare un macigno sulle teste che li fa guardare in
basso.
Dante incontra la superbia data dalla sola provenienza nobile prima, ora parliamo
dell’incontro con Oderisi da Gubbio.
(…)
Nel purgatorio le anime fanno il contrario: ricordano il nome e i cari + sofferenze perché
attraverso le preghiere dei vivi accorciano la loro sofferenza per favorire l'ingresso del
paradiso (…)
come dura poco il verde sulla cima di una fronda (la fame, per cui combattiamo, nozione di
eroe, come gli scrittori che non scrivono per i coetanei ma per i futuri) se non è seguita dalle
epoche di stupidità. La gloria è direttamente proporzionale alla barbarità. Come Cimabue
non lo conosce nessuno, così cavalcanti toglie l gloria a guinizzelli, e forse è già nato chi
caccerà dal ndo Cavalcanti (è dante, non dovrebbe dirlo dante, ma lo fa comunque perché
slay)
il desiderio di fama terrena non è altro che un piccolo fiato di voce (flatus vocis, filosofia
scolastica, soffio di vento) che si muove di qua e di là, mutando nome (cambiano le mode).
Petrarca
Nasce il 2 luglio 1304 ad Arezzo (giorno della battaglia della lastra)
Si trasferisce ad avignone, nuova sfarzosa corte papale, cosmopolita ed europea
(1309-1377)
Il contesto in cui vive è totalmente diverso dalla realtà comunale dantesca, rendendolo
cosmopolita. Da Petrarca in poi la realtà del poeta diventerà quella del cortigiano, mantenuto
da un magnate.
Entra al Servizio del cardinale Colonna, prendendo gli ordini minori (non vincolano più di
tanto, costringono a poche attività religiose ma assicurano il supporto per vivere).
Cresce in un mondo di sfarzo, suo padre lavora in un circuito bancario, e ottiene una buona
cultura.
Incontra il 6 aprile Laura in chiesa (non si sa chi sia e se sia una persona reale), anche
perché Laura diventa poi un prototipo anche fisico, e può essere anche che si riferisce a più
persone invece che una sola. Appare sotto diversi “aspetti”: Lauro-alloro, l’aura, l’auro-oro.
Nel 1341 viene incoronato d’alloro come poetico (il più grande poeta vivente) in campidoglio
dal re Roberto d'Angiò (re di Napoli, di origine francese). Ci fa capire che in quel frangente
storico lui è unanimemente considerato in Italia e Francia (i due fulcri della cultura
dell’epoca) un nuovo Virgilio. Viene incoronato per “Africa”, un poema in esametri latini che
imita l’Eneide: rimane incompiuto al 9º libro, risulta illeggibile e incomparabile alle sue
poesie.
Nel 1348 Laura muore di peste nera.
Si occupa di testi antichi per riportarli alla loro forma originale, il primo di cui si occupa fu Tito
Livio.
Petrarca recupera e acquista tantissimi volumi, con molta attenzione e passione (una sorta
di bibliofilia inedita) che lo differenzia dagli altri. Lui “collaziona” (confronta), e copia con zelo
i testi antichi.
La separazione che avviene con Petrarca è che il soggetto assoluto è l’individuo “io” che
scava in se stesso. Questo soggettivismo diventerà il fondamento della mentalità moderna.
La scrittura si trasforma in un momento di riflessione su se stessi, invece che una "verità
assoluta” come per Dante, in un disegno divino incomprensibile all'uomo.
Petrarca era religioso, prevede il dogma religioso nelle sue opere, ma il discorso non è più
su Dio ma sul soggetto. Una vera scoperta che travolge il mondo, passando dal
teocentrismo medievale all’umanesimo. Al centro dell’universo è l’uomo, non più Dio. Ciò
avviene attraverso il discoprimento dei classici, letti non in funzione religiosa, ma letti in
riferimento alla loro verità testuale.
La fama pubblica di Petrarca proviene dalla sua biblioteca che nessuno possedeva, dove
persone da tutta Europa attingevano. All’epoca il libro era raro e costoso, qualcosa di
aristocratico ed elitario (distinzione sociale).
Lo conoscono come uomo erudito, che si diletta a scrivere opere non pubbliche, che
cercano in poche copie. Le due opere a cui si dedica di più sono “… illustribus” e “Africa”.
Riceve la candidatura a poeta sia da parigi che roma. La sua scelta per roma mostra una
scelta politica e una volontà di recupero del mondo classico e romano (all’epoca roma era in
decadenza e crisi, ne esce da un progetto di Cola di Rienzo. Per ricostruire la repubblica
romana).
La scelta di tito livio e cicerone come autori principali a cui si riferisce è anche politico
(cicerone: nemico di cesare)
Si allontana dalla famiglia Colonna, per “colpa” della sua fama.
Negli anni 40 è un periodo di svolta: muore d’Angiò e suo fratello Gherardo prende gli ordini
monastici ver (va in monastero).
Scrive una lettera dove parla della salita di un ponte: suo fratello sale con passo spedito (sa
già, è chiamato, sa il suo futuro), lui invece in modo tortuoso e faticoso, ma quando arriva in
alto sarà una conquista, dove vede lo spettacolo del mondo. Tuttavia il peccato lo
perseguiterà per sempre, non è come per dante che l’arrivo ci salva, il resto non cesserà mai
di esistere. Raccolte delle sue lettere: Familiare e Seniles; reali e inventate per costruire
un’immagine pubblica di sé. La lettera diventa un testo preciso con dati, scrittura intima, e
un'ottica soggettiva.
1343: anno centrale per lui per una serie di crisi. Si muove tra avignone (dove si distacca e
vive a valle chiuse) e parma. Fonda il mito della vita solitaria (vita intellettuale distaccata
dalla mondanità), e scrive due trattati i laitno: il “de vita solitaria” e “de otio religioso”.
Boccaccio, primo suo discepolo, scrive già una biografia, la prima, su petrarca. Lo Invita a
vivere a Firenze, ex capitale dell’economia mondiale.
1374: muore ad Arquà, dove troviamo la sua casa lontana dalla corruzione mondana.
Il culto dei libri
Petrarca porta sempre con sé un testo di valore inestimabile: il Virgilio Ambrosiano. È un
manoscritto che Petrarca si fa confezionare con: 3 opere di Virgilio affiancate da un glossario
e commento di Servio. Petrarca glossa i suoi libri, e sul virgilio infatti troviamo una glossa di
Petrarca calligrafica dove annota il suo incontro con Laura e la sua morte. Il glossare i testi è
un dialogo con i posteri, i libri attraversano la storia
le opere di Petrarca
Latino
Secretum 1 - De viris illustribus - Africa
1) Petrarca costruisce l’immagine di sé a cui diamo molto peso: dialogo in 3 libri dove
incontra Agostino (San’tagostino d’Ippona) e la Verità (è lì ma non parla). Ambientato
nel 1342 (scritto dopo il 1348). Questo dialogo si fonda su un interrogatorio da
Agostino per Petrarca, per capire quanto i vizi mondani tendano a deviare l’uomo
lontano dal bene. Nei primi due libri parla di vizi e virtù, e dell’accidia di Petrarca. Nel