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Dante Alighieri e Cino da Pistoia Pag. 1
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Estratto del documento

Che la fortuna (fortunale, vento di tempesta, accezione negativa, elemento neutro simile al

caso di fronte al quale ci si pone, negativo) o altre intemperie non gli possa impedire di

viaggiare. Avendo tutti la stessa volontà cresce il loro desiderio di stare insieme.

[Donne amate da simmetria perfetta:) accompagnati Vanna (Cavalcanti) e Lagia (Lapo

Gianni) e colei che occupa il numero 30 (forse richiama la lista di Dante delle donne più belle

di Firenze, forse beatrice ma non si sa perché lei in quella lista era 9, per ora è donna

generica). La vita ideale sarebbe questa in cui sono solo loro 6. Che il mago (incantatore) le

ha messe con noi. E qui a passare il tempo a discutere (ragionare) d’amore, e ciascuna di

loro credo sarà contenta come siamo noi.

Paolo e Francesca: condanna dell’amore per essere antisociale, la colpa di paolo e

francesca è il tradimento del marito di lei e del fratello di lui: l’amore è pericoloso perché

compromette l’ordine sociale. Tasso riprende questo concetto e i loro protagonisti

commettono questo errore.

Il mondo cavalleresco esalta l’amore, Dante anche lo esalta, riconosce la pericolosità

dell’amore ma si commuove.

Dante Alighieri

Così nel mio parlar vogli’esser aspro - canzone di 6 stanze + congedo dalle Rime Petrose

ABBC con verso di catenaccio C. Parallelismo tra contenuti aspri (amate donna spietata,

fredda e dura).

Prima stanza: descrizione spietata di un amore petroso (duro), selezione di rime aspre e

concentrazione di consonanti (rima A: aspro, diaspro; C: cruda, ignuda) e chiusura su

"arme-armé" (mondo della guerra). Campi semantici che richiamano l'asprezza fonetica e

dei temi.

Io voglio essere così aspro nel mio parlare esattamente come è nei comportamenti questa

bella pietra (donna di pietra), la quale racchiude in sé una durezza sempre maggiore e una

natura sempre più spietata, e riveste la sua persona di una pietra durissima (diaspro, come il

diamante nella sua accezione di indistruttibilità) tale che per il diaspro, o perché lei arretra

non può uscire dalla faretra una freccia che possa colpirla senza protezione.

Lei uccide, e non c’è uomo che può difendersi dai colpi spietati e allontanarsi come fanno le

donne. I colpi come se avessero ali raggiungono gli altri e rompono le difese degli altri, e

perciò non sono capace e non posso difendermi da lei, sono inerme ai suoi colpi.

Seconda stanza: Io non trovo scudo che lei non spezzi, e non trovò luogo che mi nasconda

dal suo viso, perché come il fiore sta sulla cima del ramo così lei tiene sempre la cima della

mia mente. SI preoccupa del mio male come una barca (legno) di un mare senza onde. E il

peso che mi affonda è tale che una rima non può descriverlo (ineffabilità). (…)

Terza stanza: Il cuore trema ancora di più quando penso a lei in un luogo dove altri la

possono ammirare, perché ho paura che si scopra fuori il mio pensiero, e si capisca che sto

tremando non per paura della morte, ma perché l'amore mi sta rodendo ogni senso.

L'amore divora piano piano la virtù dei miei sensi e mi allenta le capacità. Nella sirma

l’amore uccide Dante con la stessa spada con cui uccise Didone. L’amore a cui urlo “pietà!”

E lo prego inutilmente; e lui nega ogni forma di pietà.

Quarta stanza: il cuore continua ad infierire con la spada, e sfida la mia debole vita questo

spietato (perverso), che mi tiene sdraiato per terra impossibile di qualsiasi movimento. Allora

mi sorgono delle urla, e il sangue nelle vene si concentra verso il cuore (richiamo fisiologia

medievale: lo fa in sua difesa, per questo diventiamo pallidi). L’amore mi ferisce sul lato

sinistro, così forte che rimbalza al cuore. Se mi colpisce un'altra volta la morte mi avrà preso

prima che il colpo arrivi ad effetto.

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fede_mere di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Rimini Carlo Pirro.