Estratto del documento

Andreuccio incontra nuovamente i ladri, cui racconta il proprio"salvataggio" e con cui

attua finalmente il furto. Scoperchiata la tomba in marmo dell’arcivescovo i due criminali

obbligano il ragazzo a introdursi nel sepolcro e a consegnare loro gli oggetti preziosi.

Andreuccio, capendo che i ladri vogliono nuovamente abbandonarlo, tiene per sé un anello.

I due chiudono poi nella tomba il giovane, che sviene per il terrore della morte e il puzzo del

cadavere. Poi sopraggiungono altri due ladri che aprono l'arca. Un prete prova a calarsi

all'interno, ma Andreuccio gli afferra la gamba, terrorizzando lui e i due malfattori, che

fuggono immediatamente. Finalmente libero, il protagonista esce dalla cripta e torna a

Perugia, con l’anello dell’arcivescovo.

tancredi e ghismunda

Tancredi, principe di Salerno, è un uomo di grande umanità e indole generosa, padre di una

giovane, Ghismunda, che ama immensamente, tanto che dapprima ne ritarda il matrimonio

e poi, quando ella è rimasta vedova, ne prolunga lo stato di solitudine, pur di averla vicina a

sé. La ragazza, affezionata al padre ma infelice per l’isolamento, comincia a nutrire il

desiderio di innamorarsi, disposta anche ad avere un amante. Si innamora di un valletto del

padre, di nome Guiscardo, di bell’aspetto e animo nobile, benché povero e di umili origini. A

sua volta il giovane ha notato la bellezza e nobiltà di lei e la ama segretamente. Ghismunda

a questo punto trova il modo di incontrare in modo discreto e privato il suo amato e lo

avverte facendogli avere con l’astuzia un messaggio nascosto in una canna di bambù. La

camera della giovane è collegata, mediante una scala segreta che tutti hanno dimenticato

da tempo, ad una grotta scavata nel monte a ridosso del palazzo, in cui Guiscardo può

calarsi con una corda per poi raggiungere le stanze dell’amata. I due giovani coronano

così il loro amore e continuano a vedersi clandestinamente in diverse occasioni.

Un giorno però Tancredi, secondo un’abitudine consolidata, va a trovare Ghismunda nelle

sue stanze e, non trovandola, si siede ad aspettarla dietro un baldacchino, dove si

addormenta. Nel frattempo Ghismunda, che non sospetta della presenza del padre, riceve

in segreto Guiscardo. Tancredi si sveglia quando ormai il loro legame è evidente e pur

consapevole di quello che sta succedendo e profondamente addolorato, decide di restare

nascosto per evitare lo scandalo e avere il tempo di decidere a mente fredda quali

provvedimenti prendere; decide quindi di arrestare Guiscardo e rinchiuderlo in una stanza

con delle guardie che lo sorvegliano; poi comunica a Ghismunda di aver scoperto la sua

tresca con un uomo che, oltre a non essere suo marito, è soprattutto di condizione

inferiore. Ghismunda, pur temendo che Guiscardo sia già morto, mantiene un

atteggiamento decoroso e controllato. In un lungo e accorato discorso, confessa al

padre il suo amore per il valletto, esaltandone la virtù e la grandezza interiore, che nulla

hanno a che fare con la classe sociale inferiore cui appartiene. Ghismunda per altro

insiste sul fatto che tutti gli uomini nascono uguali e che spesso la sorte ne cambia

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

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