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Nel 1365 Boccaccio venne messo a capo di una missione diplomatica presso la corte papale di Avignone. In quella città il Certaldese doveva ribadire la lealtà dei fiorentini
al papa Urbano V contro le ingerenze dell'imperatore Carlo IV di Boemia. Nel 1367 Boccaccio andò a Roma per congratularsi del ritorno del papa nella sua sede diocesana.
Boccaccio preparò un'edizione manoscritta della Divina Commedia, correggendone criticamente il testo, e scrisse il Trattatello in laude di Dante, realizzato in più redazioni
tra il 1357 e il 1362, fondamentale per la biografia dantesca. Negli anni successivi Boccaccio fece sempre meno viaggi, vide per l'ultima volta l'amico Petrarca, ad Arquà. Nel
1370 accettò l’incarico di leggere in pubblico le opere di Dante ma fu costretto ad interrompere al canto XVII dell'Inferno a causa del tracollo fisico. Passò gli ultimi mesi tra
sofferenze fisiche e il dolore per la perdita dell'amico Petrarca, morto tra il 18 e il 19 luglio del 1374 e il 21 Dicembre 1375 Boccaccio morì a Certaldo.
Pensiero e poetica
Nelle opere del periodo napoletano, Boccaccio riprende tempi, personaggi, e ambientazioni tipici dei romanzi francesi e indicando il sentimento amoroso secondo i principi dell’amore cortese.
Inoltre la conoscenza della poesia d’amore stilnovista spinse Boccaccio, fin dai suoi esordi, a scegliere come protagoniste e destinatarie delle sue opere le “donne gentili”. Tuttavia la
formazione tradizionale non gli impedì di dedicarsi allo sperimentalismo di contenuti, generi e stile. Si cimentò in vari genere letterari come il romanzo “Filoloco”, il poemetto mitologico “Caccia
di Diana”, la novella “Decameron”, in un’incessante ricerca di forme e stili, di linguaggi e registri che raggiunse il suo punto più alto nella lingua del Decameron, assunta nel cinquecento da
Pietro Bembo, nella “Prose della voltar lingua” come modello perfetto di una letteratura viva da imitare. Una novità significativa che si deve a Boccaccio è la codificazione dell’ottava una strofa
di otto versi endecasillabi che rimano secondo lo schema ABABABCC; la prima opera in ottava è FIlostrato. L’amicizia con Petrarca contribuì a influenzarne il pensiero, portò a un
ripensamento della propria visione della letteratura e in particolare, dal rapporto con la tradizione classica, che in Boccaccio si fonda su una matura conoscenza del latino (a differenza di
Dante, anche se entrambi non conoscono il greco) e sulla piena comprensione del significato delle opere pagane, senza quella lettura in chiave cristiana che invece era presente nel secolo
precedente (lo stesso vale ovviamente per Petrarca). I due poeti divennero i maggiori esponenti della sensibilità preumanistica che muoveva dal recupero e dalla interpretazione dei classici.
Scrisse in latino opere come De casibus virorum illustrium e De mulieribus claris e l’importante catalogo mitologico Genealogia deorum gentilium. Ad egli si deve anche il rinato interesse per il
greco in Occidente, lingua che durante il Medioevo era sopravvissuta in alcune zone dell’Italia Meridionale e per merito suo fu inaugurata a Firenze una cattedra di greco, la prima in Europa,
affidata al monaco Leonzio Pilato nel 1360. Boccaccio fu un grandissimo estimatore di Dante, sia per la comune origine fiorentina, sia per l’interesse da lui mostrato nei confronto del volgare.
Un esempio di opere dedicate a Dante sono la “Commedia delle ninfe fiorentine”, che riprende dalla “Vita Nova” la struttura del prosimetro, e “l’Amorosa visione”, in cui sia la scelta della
terzina che l’impianto allegorico rimandano alla Commedia. E inoltre nei suoi ultimi anni di vita lui ricevette dal Comune di Firenze l’incarico di leggere pubblicamente la Commedia, e raccolse i
detraili utilizzati per il commento nelle Esposizioni sopra la Commedia di Dante, un’opera in cui applicò al poema dantesco la distinzione tra significato letterale e significato allegorico, a
conferma del ruolo di autore “classico” riconosciuto al poeta fiorentino. Anche l’interessa per il mondo femminile, è particolare in Boccaccio, riscontrabile in molte sue opere, sia in volgare
come l'Elegia di Madonna Fiammetta, il Decameron e il Corbaccio, sia in latino come De mulieribus claris. Nella prima opera la donna diventa la protagonista e la narratrice della vicenda,
filtrata attraverso il proprio punto di vista. Fiammetta è una donna reale che soffre e si dispera, ma che sa anche analizzare lucidamente la propria situazione, anticipando di secoli la forma
novecentesca della confessione e del monologo interiore. Nel Decameron le donne conservano ancora un ruolo privilegiato tanto da essere scelte come destinatarie dell’opera. Tuttavia, i
mutati interessi culturali, volti alla conoscenza, e il sopraggiungere, intorno agli anni Cinquanta, di una profonda crisi interiore, portano Boccaccio a interpretare il ruolo della donna, ritenuta
ora colpevole di distogliere l’uomo da una vita dedita allo studio, ormai lontana dalle passioni terrene. E’ da questa convinzione che nasce il Corbaccio opera che svolge il motivo della
misoginia e si traduce in satira contro le donne. Opere
Opera più importante
Il Decameron, venne composto nel 1348 l’anno della peste nera, un epidemia che devastò tutta l’Europa. Deriva dal greco “deka” cioè 10, è una raccolta di 100 novelle,
suddivise in 10 giornate e raccontate da 10 novellatori. Le 10 giornate sono inserite in un racconto cornice che inizia con l’introduzione alle prime giornate, in cui Boccaccio,
descrive l’orribile situazione della peste e la formazione del gruppo dei 10 giovani che si trasferirono in campagna. Un martedi mattina durante il 1348 mentre a Firenze infuria la
peste, nella chiesa di Santa Maria Novella si incontrano 7 donne (Fiammetta, Filomena, Emilia, Elissa, Lauretta, Neìfile, Pampìnea) e tre uomini (Dioneo, Filòstrato e Panfilo).
Pampinea propone, per evitare il contagio di ritirarsi per un pò di tempo in campagna, con l’intento di vivere in perfetta armonia e serenità, nel pieno rispetto di quel decoro e
di quel vivere civile cancellato dalla peste. La proposta viene accettata con entusiasmo e il giorno successivo, assieme ad alcuni servitori, il gruppo si trasferisce in un bel
palazzo sui colli fiorentini. Ma come passare il tempo? Filomena ha un’idea: ogni giorno sarà eletto tra loro un re o una regina cui spetterò decidere come organizzare l’attività
del giorno. I giovani trascorrono fuori Firenze due settimane, dedicandosi ogni giorno (tranne il venerdì e il sabato, riservato all’igiene personale, al risposo e alla preghiera)
agli svaghi, alle spiacevoli conversazioni e ai racconti. Nei dieci giorni stabiliti ogni giovane narra a turno una novella, quindi, in tuto cento novelle.
Il Decameron si compone di varie parti:
Il Proemio, Boccaccio parla in prima persona e afferma in modo poetico di voler divertire con racconti piacevoli le donne che hanno nobiltà d’animo e che soffrono per amore.
- Giornate, l’opera è formata da 10 giornate in cui sono presenti un introduzione e una conclusione. In ogni conclusione compare anche una ballata.
- Conclusione dell’autore, Boccaccio si distanzia dal pubblico femminile e si difende dalle accuse di immoralità.
-
I Temi delle novelle sono stabiliti giorno per giorno. Nella prima giornata, si parla di lieto fine, nella quarta di amori finiti tragicamente, nella quinta amore a lieto fine. Nella terza,
il potere dell’ingegno, nella sesta l’astuzia, nella settima e ottava trattano delle beffe, nella decima di comportamenti umani generosi. Nei Racconti possiamo trovare
personaggi di ogni ceto sociale. Con il Decameron nasce una nuova lingua, ricca e multiforme, elegante e vivace. È considerata un’ opera che anticipa una nuova visione
dell’uomo e del mondo, quella umanistica. “DIECI GIORNATE” DI NOVELLE
FIRENZE 1° SETTIMANA : 5 GIORNI NELLA CAMPAGNA Domenica
Giovedì
Mercoledi
Mercoledi Venerdi e Sabato Narrazione di 10 novelle
Narrazione di 10 novelle
Organizzazione
incontro dei giovani nella chiesa di Penitenza, pratiche religiose,
del soggiorno e
Santa Maria Novella igiene personale e riposo
narrazione di 10 novelle 3° SETTIMANA : 2 GIORNI NELLA CAMPAGNA FIRENZE
2° SETTIMANA : 7 GIORNI NELLA CAMPAGNA
Lunedi, Martedi, Domenica Lunedì, Martedi
Venerdi e Sabato
Mercoledi, Giovedì Penitenza, pratiche religiose, Narrazione di 10 novelle Mercoledi partenza
Narrazione di 10 novelle
igiene personale e riposo per Firenze
Narrazione di 10 novelle STRUTTURA DELLA PRIMA GIORNATA DEL DECAMERON
INTRODUZIONE Comincia la prima giornata del Decameron, nella quale dopo la dimostrazione fatta dall’autore, per che cagione avvenisse di doversi quelle persone, che appresso si mostrano, radunare a
Rubrica ragionare insieme, sotto il reggimento di Pampinea si ragiona di quello che più aggrada a ciascheduno.
Intervento L’autore si rivolge alle donne e descrive la peste a Firenze, poi narra l’incontro, un martedì mattina, dei dice giovani in Santa Marian Novella a Firenze.
dell'autore
DIECI NOVELLE Novelle Narratori
1. Ser Ciappelletto Panfilo
2. Abraam Giudeo Neìfile
3. Melchisedech giudeo Filomena
Dioneo
4. Un monaco caduto in peccato
5. La marchesana di Monferrato FIammetta
Emilia
6. Un valente uomo e l’ipocrisia dei religiosi Filostrato
7. Bergamino e l’avarizia di Can della Scala Lauretta
8. Guglielmo Borsiere e l’avarizia di Ermino dé Grimaldi
9. Il re di Cipri Elissa
10. Maestro Alberto da Bologna Pampinea
CONCLUSIONE I giovani eleggono la regina della seconda giornata: Filomena.
Filomena dà ordini per la cena, dispone le attività del giorno seguente, decide il tema delle novelle: storie a lieto fine. A Dioneo concede la libertà di narrare
Ballata di chiusura.
Opere del periodo napoletano
Filostrato, composto circa nel 1335, il Filostrato è un poema in nove canti in cui Boccaccio inaugura l’uso dell’ottava, il titolo significa “Vinto d’amore”. La storia è ispirata alle vicende
del Romanzo di Troia, uno dei repertori di storie di cavalleria a cui attingevano i romanzi francesi tanto amati da Boccaccio. Troiolo, figlio del re di Troia Priamo, che abbandonato
dall’amata Criseide finirà con l’essere ucciso da Achille. La vicenda sentimentale sovrasta senza dubbio quella bellica: c’è pochissimo spazio per il racconto di battaglie e lotte di
potere perché tutto si concentra sulla rappresentazione dei tormenti amorosi del protagonista attraverso il quale Boccaccio parla dei suoi stessi tormenti e dei suoi primi amori.
Quest’opera resta importantissima per la nostra letteratura soprattutto per il tipo di metro scelto: l’ottava rima diventa da questo momento il metro per eccellenza della poesia